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Mons. Viganò sulla rimozione di Strickland: «arrogante tirannide del gesuita argentino»

Dura presa di posizione dell’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti monsignor Carlo Maria Viganò riguardo il caso della rimozione del vescovo di Tyler (Texas) Joseph Strickland, inviso al regime Bergoglio e quindi liquidato con un comunicato vaticano dell’altro ieri.
«La rimozione di S.E.R. Mons. Joseph Strickland, specialmente dopo il fallimento dell’imboscata con la Visita Apostolica, appare come una vile forma di autoritarismo, che per nulla si concilia con gli sproloqui di Bergoglio sull’accoglienza e l’inclusività» scrive monsignor Viganò su Twitter.
L’arcivescovo lombardo nota come vi siano casi di consacrati dal comportamento scandaloso che sono rimasti al loro posto, o non sono stato censurati per nulla, mentre monsignor Strickland «uno dei pochi Vescovi fedeli viene perseguitato e cacciato senza motivo ci mostra in tutta la sua arroganza la tirannide del gesuita argentino».
«Una tirannide che suona ancora più di scandalo per i fedeli, dal momento che la maggioranza dei Pastori tace per pavidità o per complicità» precisa monsignor Viganò.
«Questa vicenda mostrerà chi si schiera con la vera Chiesa di Cristo e chi sceglie di stare con i Suoi nemici dichiarati. Tacere e sopportare questa ennesima violazione dei più elementari principi di giustizia e verità significa rendersi complici di un eversore».
Monsignor Viganò aveva già incoraggiato Strickland, che era già sotto pressione, con un messaggio di due mesi fa in cui parlava dell’«essere vescovi al punto dell’eroismo».
Oltre a Viganò, nelle scorse ore è arrivata anche la dichiarazione ufficiale di sostegno a Strickland da parte di monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana (Kazakistan) e nome assai noto nei circoli tradizionalisti.
Come riportato da Renovatio 21, monsignor Strickland si era reso noto internazionalmente per la sua totale opposizione ai vaccini ottenuti con aborti e alla deriva omotransessualista presa dalla neochiesa sotto Bergoglio.
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«Persecuzione feroce e genocida contro i cattolici» e «vile e cortigiana complicità». Mons. Viganò contro Parolin sulle persecuzioni in Nigeria

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha pubblicato su X una dura accusa alle parole del cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin che sembrano sminuire la persecuzione anticristiana che sta insanguinando da anni la Nigeria.
«Conosco bene e porto quotidianamente nel cuore la situazione di sofferenza e di persecuzione dei Cattolici nigeriani, essendo vissuto in Nigeria per sei anni, dal 1992 al 1998, come Nunzio Apostolico» scrive Viganò ricordando la sua esperienza diplomatica.
«Le parole vergognose del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin sul presunto “conflitto sociale” in Nigeria mistificano la realtà di una persecuzione feroce e genocida contro i Cattolici, martirizzati mentre Roma vaneggia di sinodalità e inclusività».
«Mentre la Gerarchia si schiera apertamente in favore dell’islamizzazione dell’Europa cristiana e osa definire “diritto umano” la libertà religiosa del Vaticano II, migliaia di fedeli continuano a testimoniare eroicamente il Vangelo di Cristo, e il loro sangue grida vendetta al Cielo» tuona il prelato lombardo.
Conosco bene e porto quotidianamente nel cuore la situazione di sofferenza e di persecuzione dei Cattolici nigeriani, essendo vissuto in Nigeria per sei anni, dal 1992 al 1998, come Nunzio Apostolico.
Le parole vergognose del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin sul… pic.twitter.com/fBeMP085CE
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 22, 2025
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«No, Eminenza: i Cattolici nigeriani sono uccisi in odio alla Fede che essi professano, da parte di mussulmani e in obbedienza al Corano. Quegli stessi mussulmani che stanno trasformando le vostre chiese in moschee, con la vostra vile e cortigiana complicità, e che presto rovesceranno i governi per imporre la sharia agli “infedeli”» continua l’arcivescovo.
«La responsabilità della chiesa bergogliana e post-bergogliana in questo crimine contro Dio e contro l’uomo rimarrà a perenne esecrazione del tradimento dei Pastori».
La persecuzione anticristiana in Nigeria si è aggravata dopo il 1999, quando 12 stati del Nord hanno adottato la sharia. L’ascesa di Boko Haram nel 2009 ha segnato un’ulteriore escalation, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014, di cui 87 risultano ancora disperse.
Recentemente, attacchi nel Paese hanno incluso rapimenti e omicidi di sacerdoti e seminaristi cattolici. A luglio, la diocesi di Auchi, nello Stato di Edo, ha riferito che uomini armati hanno attaccato il Seminario Minore dell’Immacolata Concezione, uccidendo una guardia e rapendo tre seminaristi.
Come riportato da Renovatio 21, rapporto pubblicato quest’estate dalla Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (USCIRF) ha evidenziato numerosi attacchi sponsorizzati dallo Stato contro i cristiani in Nigeria.
La situazione è deteriorata al punto che il rapporto 2025 della Lista Rossa di Global Christian Relief (GCR) ha indicato la Nigeria come uno dei luoghi più pericolosi per i cristiani. Nella primavera del 2023, la Società Internazionale per le Libertà Civili e lo Stato di Diritto ha riferito che oltre 50.000 persone sono state uccise nel Paese per la loro fede cristiana dal 2009.
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Nel suo rapporto del 2025, l’USCIRF ha esortato il governo statunitense a designare la Nigeria come «paese di particolare preoccupazione», esprimendo delusione per la lentezza, e a volte apparente riluttanza, del governo nigeriano nel rispondere a questa violenza, creando un clima di impunità per gli aggressori.
Come riportato da Renovatio 21, gli ultras della nazionale romena, a quanto pare più cristiani di Parolin, durante una recente partita di qualificazione ai mondiali a Bucarest hanno esposto un grande striscione con la scritta «DIFENDETE I CRISTIANI NIGERIANI».
‘Defend Nigerian Christians’
Fans of the Romanian national football team unfurled a banner before their Worlld Cup Qualifier pic.twitter.com/asTnmvuV1l
— Catholic Arena (@CatholicArena) October 15, 2025
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