Gender
Mons. Viganò reagisce alla notizia dell’ambulatorio per la disforia di genere al Policlinico Gemelli

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato a X la sua reazione alla sconvolgente notizia secondo cui al Policlinico Gemelli, struttura sanitaria legata al Vaticano, ha aperto i battenti un ambulatorio specializzato nella disforia di genere.
Lo aveva annunciato un testo pubblicato lo scorso 12 marzo dal quotidiano dei vescovi Avvenire, che presentava la nuova iniziativa come «servizio per ascoltare le problematiche che emergono sempre più di frequente tra pubertà e adolescenza e farsene carico con un percorso di accompagnamento».
Il medesimo testo è stato diffuso anche dall’agenzia d’informazione religiosa SIR e da altri media, che scrivono di «un servizio di consulenza multidisciplinare dedicato a giovani che presentano difficoltà nella strutturazione della propria identità personale e di genere e alle loro famiglie».
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La notizia ha prodotto la reazione di monsignor Viganò, il quale si concentra soprattutto sul fatto che Oltretevere si sarebbe negato di essere a conoscenza di questa novità riguardante l’Ospedale universitario dove tante volte sono stati ricoverati i papi.
«L’ipocrisia farisaica dell’usurpatore argentino va oltre ogni decenza, aprendo un consultorio per la transizione di genere al Policlinico Gemelli, sostenendo che la Santa Sede sarebbe ignara di questa iniziativa» sostiene il già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.
L’ipocrisia farisaica dell’usurpatore argentino va oltre ogni decenza, aprendo un consultorio per la transizione di genere al Policlinico Gemelli, sostenendo che la Santa Sede sarebbe ignara di questa iniziativa.
È il tipico modus operandi peronista già visto in altri casi: una… pic.twitter.com/ojw4NjfZ41
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) March 16, 2024
«È il tipico modus operandi peronista già visto in altri casi: una dichiarazione contro il gender per tranquillizzare i fedeli sconcertati, subito sconfessata dalla pratica. Teoria e prassi, dottrina e pastorale: un inganno tanto più grave quanto maggiore è il danno per le anime, oltre che per l’integrità di poveri bambini confusi e indottrinati da un’ideologia satanica» scrive monsignor Viganò.
«È giunto il momento di porre fine agli scandali di Bergoglio e del suo sinedrio: lo impone il rispetto verso Dio, la salvezza delle anime e l’onore della Santa Chiesa» conclude Sua Eccellenza.
La notizia era stata riportata questa settimana dal quotidiano La Verità, – secondo la cui ricostruzione il poliambulatorio gender sarebbe stato aperto senza chiedere il parere del Comitato etico («l’ho saputo dalla radio e non so quali finalità abbia», avrebbe detto il coordinatore) – e presente anche sul sito stesso del Gemelli, che scrive che «sarà attivo da giovedì 14 marzo presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS un servizio di consulenza multidisciplinare dedicato a giovani che presentano difficoltà nella strutturazione della propria identità personale e di genere e alle loro famiglie».
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«Il servizio di consulenza ha la finalità di individuare, ad opera di un’equipe multidisciplinare che coinvolge la psichiatria, la neuropsichiatria e la psicologia clinica afferente alla Fondazione Gemelli, la tipologia e la durata del percorso che meglio incontra le esigenze dei giovani, aiutando anche il nucleo familiare a gestire la propria funzione genitoriale» scrive ancora il sito web del celebre Policlinico cattolico, ricordando nelle prime righe che «strutturazione della propria identità personale e di genere è, senza dubbio, una delle esperienze più belle e affascinanti, seppur faticosa, nel proprio percorso di crescita».
Riguardo all’attività svolte nel nuovo centro, Il Giornale scrive che «una équipe multidisciplinare di psicologi e psichiatri comincerà un percorso con gli adolescenti in crisi di identità, coinvolgerà le loro famiglie, cercherà di capire da cosa nasce il disagio nel proprio corpo. E alla fine, dopo un iter che durerà qualche mese (a seconda dei casi), rilascerà un certificato. Una sorta di diagnosi nulla-osta che le famiglie potranno presentare negli istituti clinici in cui si effettuano le terapie ormonali di avvio alla transizione di genere».
Parimenti, la testata Il Sussidiario scrive, usando il medesimo vocabolo – «nulla-osta» – scrive che «il termine del percorso verrà rilasciato un certificato in merito all’eventuale tipologia e durata dell’iter intrapreso «e le condizioni cliniche dell’utente», di fatto una sorta di diagnosi “nulla-osta” che le famiglie potranno presentare negli istituti clinici dove si effettuano le terapie ormonali di avvio alla transizione di genere.».
Di tale «nulla-osta» tuttavia non si parla nel testo del gemelli veicolato anche dal giornale della Conferenza Episcopale Italiana, dove è tuttavia possibile leggere il pensiero di una psicologa del Gemelli secondo cui «è da intendere come l’identità di genere sia un processo complesso che comporta la consapevolezza di sé come maschio o femmina e che si evolve e può cambiare gradualmente nel corso della vita, sotto un’interazione multifattoriale di fattori biologici (genetici, ormonali), ma ancora di più psicologici e ambientali (sociali, culturali)».
La cosiddetta medicina di genere sta venendo travolta in questi giorni dalle rivelazioni fatte su WPATH (una sigla che raccoglie dottori dediti alle procedure trangenderistiche, chirurgiche od ormonali o di altro tipo) fatte dal giornalista di inchiesta statunitense Michael Shellenberger.
La scorsa settimana, in una svolta annunciata da molti mesi, il Servizio Sanitario Nazionale britannico (NHS) ha annunciato che cesserà di fornire farmaci che bloccano la pubertà ai bambini nelle cliniche della cosiddetta «identità di genere», ha annunciato martedì. Il governo conservatore del Regno Unito ha accolto con favore la «decisione storica».
Anche la Francia sembra aver frenato sul transgenderismo. La narrativa transessual-ormonale pediatrica, pare essere entrata sotto tiro perfino in Svezia.
In Italia 4 anni fa l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha dato il via libera all’inserimento della triptorelina – sostanza che inibisce lo sviluppo ormonale – nell’elenco dei medicinali erogabili ai bambini a carico del Servizio Sanitario Nazionale in presenza di una diagnosi di «disforia di genere», allo scopo di bloccare la pubertà e preparare la strada alla cosiddetta «riassegnazione del sesso» in via chirurgica.
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Immagine di Sergio D’Afflitto via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Italy
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Papa Leone XIV nomina un arcivescovo pro-LGBT a ruoli chiave in Vaticano

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La drag queen «LaWhore Vagistan» insegnerà etnografia queer ad Harvard

Procede il piano della prestigiosa università di Harvard di accogliere un professore drag queen in visita per insegnare corsi sull’etnografia queer e sull’influenza culturale di un longevo reality show drag nonostante l’opposizione dell’amministrazione Trump all’«ideologia woke».
L’ateneo della Ivy League è attualmente coinvolto in una disputa legale con l’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, che mira a tagliare miliardi di finanziamenti federali per diverse ragioni.
L’invito a Kareem Khubchandani – professore associato alla Tufts University e performer drag con il nome d’arte «LaWhore Vagistan» – è stato annunciato a luglio ed è stato riportato questa settimana dal New York Post e altri media.
Harvard hires drag queen named ‘LaWhore Vagistan’ as visiting professor https://t.co/2vL0LziK6T pic.twitter.com/YkNA4cA11f
— New York Post (@nypost) October 2, 2025
When it comes to LaWhore Vagistan at Harvard I’m not even outraged — its hilarious https://t.co/1uhKxaUuUX pic.twitter.com/5XJKr7DqQH
— NY Post Opinion (@NYPostOpinion) October 2, 2025
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Il Khubchandani, la cui ricerca e attivismo si concentrano sulla vita queer, terrà corsi sull’etnografia queer in autunno e un corso su RuPaul’s Drag Race (una trasmissione condotto da un famoso trans americano) nella primavera del 2026.
Secondo il New York Post, Khubchandani ha reso il suo personaggio drag «parte essenziale del proprio approccio didattico». In alcune interviste, il professore ha spiegato che «LaWhore» (in inglese «la puttana») è un gioco di parole audace sul nome della città pakistana di Lahore, mentre «Vagistan» richiama un fantomatico Paese del’Asia meridionale improntato sui genitali femminili.
Il personaggio, ovviamente, è protagonista di TEDx.
In un articolo del 2022 intitolato «L’esperimento sessuale nelle Ivy League», la rivista National Interest ha citato Khubchandani come esempio di accademici che starebbero trasformando le università americane in «vivai di fondamentalisti di genere», sostenendo che agli studenti viene proposta una «terminologia in continua espansione per l’orientamento sessuale» e che sono spinti verso l’attivismo «senza sviluppare un senso di umiltà intellettuale».
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Immagine screenshot da YouTube
Gender
Svizzero preferisce il carcere alla multa per un post «transfobico»

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For context, he said that after people die, if you dug them up 200 years later, they’d identify as their actual sex based on their skeletons.
For that, he’s going to jail. Europe: Bastion of freedom and reason. https://t.co/Q2OL6lWkNs — Bonchie (@bonchieredstate) September 27, 2025
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