Geopolitica
Moldavia, la presidente pro-UE dice che la Russia sta tramando per rovesciare il governo
La scorsa settimana presidente della Moldavia ha lanciato durissime accuse sbalorditive rivolte a Mosca, sostenendo che nel momento in cui la piccola nazione è più vulnerabile a causa di una crisi dell’approvvigionamento energetico e della guerra vicina, la Russia sta cercando di rovesciare il suo governo.
La presidente Maia Sandu ha parlato pochi giorni dopo che il primo ministro filo-UE Natalia Gavrilita si è dimesso sotto forti pressioni e in seguito alla violazione russa dello spazio aereo moldavo dopo con un missile lanciato da una nave da guerra del Mar Nero verso l’Ucraina.
Tutto questo avviene in un momento in cui il Paese più povero d’Europa sta già affrontando, è stato detto, «crisi multiple».
Ora la presidente Sandu afferma che l’Intelligence russa ha in atto un piano elaborato per destabilizzare e far crollare il governo e per insediare leader filo-russi, usando tattiche in stile rivoluzione colorata.
La Sandu ha sostenuto che gli agenti del Cremlino si stanno preparando a inondare il Paese di agents provocateurs russi, bielorussi e serbi per guidare proteste e disordini al fine di «cambiare il governo legittimo in un governo illegale controllato dalla Federazione Russa».
«Il piano per il prossimo periodo prevede azioni con il coinvolgimento di manovratori con addestramento militare, mimetizzati in abiti civili, che intraprenderanno azioni violente, attaccheranno alcuni edifici statali e prenderanno anche ostaggi», ha accusato drammaticamente la Sandu ai giornalisti durante una conferenza stampa».
«Lo scopo di queste azioni è rovesciare l’ordine costituzionale, cambiare il potere legittimo da Chisinau a uno illegittimo, che metterebbe il nostro Paese a disposizione della Russia per fermare il processo di integrazione europea», ha detto Sandu senza presentare prove.
Alla Moldavia è stato concesso lo status di candidato all’UE nel giugno 2022, ma si ritiene che la nazione profondamente impoverita abbia ancora molta strada da fare e il suo settore energetico in difficoltà è stato recentemente salvato dagli aiuti occidentali.
Non solo la Moldavia confina con l’Ucraina, ma la sua regione separatista della Transnistria ha da lungo tempo una presenza di truppe russe.
La scorsa settimana il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato il primo a rilasciare un’affermazione specifica secondo cui esiste un complotto attivo dell’intelligence russa «per la distruzione della Moldavia».
Un progetto sussurrato in questi mesi di conflitto è quello per cui la Moldavia, un piccolo Paese di 2,6 milioni di abitanti, potrebbe essere «riassorbito» dalla Romania, dalla quale però è stata nei secoli separata, nonostante la comunanza della lingua. L’idea di un’annessione con Bucarest era stata ventilata con la caduta del muro, tuttavia i dirigenti pro-romeni della Repubblica Sovietica tennero fede alla parola data a Gorbachev di non alterare i confini dell’URSS.
Una anschluess della Moldavia con la Romania la porterebbe, automaticamente, sia nella UE che nella NATO. La questione è difficile per la presenza di cittadini russofoni e/o etnicamente russi, che non sono limitati alla Transnistria, regione filorussa dallo status complicato dove sono presenti militari russi.
Tuttavia, è notizia di poco fa che Putin ha revocato il suo decreto del 2012 «Sulle misure per attuare la politica estera della Federazione Russa», atto che, tra le altre cose significa che la Federazione Russa non parteciperà più “attivamente alla ricerca di modi per risolvere il problema della Transnistria sulla base del rispetto della sovranità, dell’integrità territoriale e dello status neutrale della Repubblica di Moldova nel determinare lo status speciale della Transnistria».
Quindi, la Russia non considera più la Transnistria come parte della Moldavia.
Nessuno può avere idea di cosa accadrà.
Come riportato da Renovatio 21, la Moldavia è stato uno di quei Paesi, come la Polonia e financo la Germania, dove è stato detto ai cittadini di raccogliere legna per l’inverno, una regressione al medioevo dovuta ovviamente alla mancanza di gas russo.
Immagine di European People’s Party via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Geopolitica
Netanyahu esclude la creazione di uno Stato palestinese
Israele non tollererà la nascita di uno Stato palestinese, in quanto il suo obiettivo ultimo sarebbe l’annientamento dell’«unico e solo Stato ebraico», ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Tali parole sono state pronunciate domenica a Gerusalemme, in occasione di una conferenza stampa bilaterale con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Mentre quest’ultimo ha rinnovato l’impegno di Berlino per la fondazione di un’entità palestinese autonoma, Netanyahu ha espresso un netto dissenso, argomentando che un tale Stato sarebbe «dedito a distruggerci proprio alle nostre porte».
«A Gaza avevano già uno Stato, uno Stato di fatto, e lo hanno usato per tentare di annientare l’unico e solo Stato ebraico», ha proseguito Netanyahu, alludendo all’enclave palestinese controllata de facto dal gruppo armato Hamas.
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Israele, ha precisato il premier, vede una «via per perseguire una pace più estesa con gli Stati arabi» e per «instaurare una pace concreta con i vicini palestinesi», purché non implichi la creazione di un’entità sovrana indipendente.
Netanyahu ha più volte rigettato la formula dei due Stati caldeggiata dal Consiglio di Sicurezza ONU, che contempla un’entità palestinese entro le linee di cessate il fuoco pre-Guerra dei Sei Giorni del 1967, con Gerusalemme Est quale capitale.
Il piano di partizione ONU del 1947 delineava Stati distinti per ebrei e arabi, ma una serie di conflitti successivi consentì a Israele di conquistare gran parte del territorio destinato ai palestinesi.
Il leader israeliano ha rilevato che l’occupazione della Cisgiordania – ritenuta illegittima dal diritto internazionale – continua a essere al centro del dibattito, ma ha lasciato intendere che lo status quo perdurerà nell’immediato futuro.
Il Netanyahu tre mesi fa all’Assemblea Generale ONU aveva ribadito che «uno Stato palestinese non si realizzerà».
Come riportato da Renovatio 21, papa Leone XIV negli scorsi giorni ha dichiarato che uno Stato palestinese è l’unica soluzione al conflitto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
La Danimarca taglia gli aiuti all’Ucraina per la corruzione. Mosca: i crimini di Kiev alla Corte Internazionale
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Geopolitica
Zakharova: l’UE che odia la Russia «è caduta nella follia politica». Il comandante NATO: l’alleanza può «creare dilemmi» a Mosca
Continua l’escalation tra Europa e Russia.
Nel suo consueto briefing con la stampa, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che la Russia sta preparando un pacchetto di misure di ritorsione nel caso in cui l’UE procedesse al furto dei beni russi congelati, come è attualmente oggetto di accese discussioni all’interno dell’UE.
«Qualsiasi azione illegale riguardante i nostri beni statali incontrerà sicuramente una dura risposta… Si sta già lavorando a misure di ritorsione nel caso in cui i beni russi vengano sequestrati, ovvero rubati». La Zakharova ha affermato che questa «strategia inizialmente zoppa e imperfetta, imposta all’intera UE dalla sua ala ostile alla Russia, si è trasformata in follia politica. Il loro desiderio di infliggere danni alla Russia ha la precedenza su tutto il resto… Non può essere classificato come altro che furto».
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L’UE, ha aggiunto, a differenza degli emissari americani Steve Witkoff e Jared Kushner che «cercano risultati, non solo pubbliche relazioni», sta sabotando gli sforzi di pace a ogni passo. «Tutto ciò comporta il rischio di un’ulteriore escalation e incoraggia i neonazisti, e ora i terroristi neonazisti in Ucraina, a commettere nuovi crimini barbari».
Nel frattempo, il Comandante della NATO, Generale Alexus Grynkewich il 4 dicembre in un discorso ai giornalisti presso il quartier generale militare della NATO a Mons, in Belgio, ha suggerito che la NATO potrebbe diventare più «proattiva» in risposta alle presunte minacce ibride russe.
«Le minacce ibride sono un problema reale, e credo che possiamo prevedere che si verificheranno più spesso», ha affermato, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, affermando che alcuni recenti incidenti in Europa sono stati sconsiderati e altri intenzionali e aggiungendo che è importante identificare chi c’è dietro gli incidenti ibridi e che l’Alleanza sapeva che dietro alcuni di essi c’era la Russia. «Pensiamo anche ad essere proattivi… Se la Russia sta cercando di crearci dei dilemmi, allora forse ci sono modi in cui potremmo crearne anche noi a loro», ha affermato, aggiungendo che la NATO è un’alleanza difensiva e «non c’è nulla di offensivo in questo».
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Immagine di Valsts kanceleja/State Chancellery via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 4.0
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