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Magnifici rettori e dove trovarli

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La rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia è magnifica. Di nome e di fatto. È magnificamente intervenuta qualche giorno fa in occasione della revoca del foglio di via (divieto di accesso in città) che era stato irrogato dal Questore nei confronti di una brava studentessa attivista di Extinction Rebellion.

 

Durante una protesta – inscenata appena dopo un’altra in cui era stata imbrattata la basilica di San Marco – la studiosa fanciulla, insieme a suoi colleghi, aveva tinto di verde l’acqua del Canal Grande gettando un composto chimico sotto il ponte di Rialto, dal quale poi si era calata penzoloni appendendosi ai capitelli del ‘500.

 

Secondo i suoi amici il provvedimento «era totalmente illegittimo, poiché Margherita vive e studia a Venezia». Il che non fa una grinza: uno può commettere impunemente reati dove abita e studia perché, per via dell’abitazione e dello studio, gode di immunità territoriale, un po’ come il corpo diplomatico.

 

 

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Al traino degli impegnati ragazzotti, una cinquantina di chiarissimi docenti dell’ateneo, colpita dal folgorante (folgorato) ragionamento, lo ha subito fatto proprio, e a sua volta ha manifestato preoccupazione per la indebita criminalizzazione della giovane abitatrice studiosa e per l’attacco alla libertà di manifestazione del pensiero, parlando – chiarissimamente – di «atto intimidatorio e non salutare per una società democratica» (l’atto del questore, intendono, non della fanciulla). Chiarissimo.

 

E infine è arrivata lei, la magnifica, ad esprimere sollievo per la revoca del Daspo nei confronti della studentessa abitatrice perché «il diritto allo studio è un diritto fondamentale e inalienabile della persona e, come rettrice, ritengo vada garantito». Quanta magnanimità istituzionale. Quale afflato democratico. Nel nome supremo del «diritto allo studio». Magnifico.

 

Che dire? Non si ricordano altrettanto magnifiche parole della magnifica quando a essere esclusi dall’ateneo, dalle biblioteche, dai teatri e da tutti i luoghi di cultura di Venezia erano gli studenti – anch’essi regolarmente iscritti e domiciliati in città, come Margherita – privi di lasciapassare verde, ovvero di una tessera politica marchiata a fuoco sulla propria carne.

 

Non si ricordano nemmeno chiarissime parole di solidarietà di chiarissimi docenti. Men che meno arringhe di bravi studenti impegnati e ribelli. Anzi, si ricordano chiarissime insolenze, chiarissime denigrazioni, chiarissime intimidazioni e, da parte della magnifica, magnifici silenzi in risposta a molte cortesi richieste di incontro, o di semplice interlocuzione.

 

In tutto questo, il patriarcato tace. Lo capiamo. Sua eccellenza reverendissima avrà pensato che ci mancava pure quello.

 

Quesito d’esame. Dica il candidato: tra le due, qual è stata la protesta vera e genuina, e quale quella falsa e teleguidata?

 

Grazie, magnifica, per aver suggerito la soluzione a voce alta. Noi la sapevamo già.

 

Elisabetta Frezza

 

Articolo previamente apparso su Ricognizioni.

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Funzionario per le emergenze USA ordina ai soccorritori di evitare le case dei trumpiani dopo l’uragano

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Un supervisore della Federal Emergency Management Agency (FEMA) degli Stati Uniti ha ordinato ai suoi subordinati di ignorare deliberatamente le famiglie colpite dall’uragano in Florida che avevano cartelli pro-Trump. Lo riporta il Daily Wire.   Le autorità hanno detto all’organo di stampa che starebbero indagando «seriamente» sulle accuse, giurando che ci saranno conseguenze per i responsabili.   Descritto dal National Hurricane Center come «uno degli uragani più distruttivi mai registrati nella Florida centro-occidentale», l’uragano di categoria 3 Milton ha toccato terra a metà ottobre, provocando tornado distruttivi e piogge torrenziali e mietendo 32 vittime.   Nel suo servizio in esclusiva, il Daily Wire, citando la corrispondenza interna ottenuta e diversi dipendenti anonimi, ha affermato che il capo dell’equipaggio di assistenza ai sopravvissuti ai disastri della FEMA, aveva istruito i suoi subordinati prima verbalmente e poi in una chat di gruppo che sarebbe stata «buona pratica» di «evitare case che pubblicizzassero Trump».

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Il funzionario, che lavorava nella contea di Highlands in Florida, non avrebbe fornito alcuna spiegazione per le presunte linee guida.   L’agenzia di stampa ha sottolineato che la zona in questione è «rosso scuro», cioè vastamente repubblicana: il 70% dei suoi residenti che sostengono Donald Trump alle elezioni presidenziali del 5 novembre.   Secondo quanto riportato dal Daily Wire, alcuni dipendenti federali rimasti anonimi stimano che almeno 20 abitazioni con cartelli o bandiere di Trump siano state saltate da fine ottobre a novembre, il che significa che è stata di fatto negata loro la possibilità di qualificarsi per gli aiuti governativi.   La pubblicazione, citando foto di comunicazioni interne tra i membri del team, sosteneva che almeno una parte del personale avrebbe rispettato il presunto ordine de funzionario capo, con diversi indirizzi presumibilmente contrassegnati in un sistema interno come «Trump sign no entry per leadership» («Cartello Trump, non si entra secondo guida»), «per leadership no stop Trump flag» («nessuna fermata per bandiera Trump secondo guida»), «Trump sign» («cartello Trump»), così come «Trump sign, no contact per leadership».   Uno dei dipendenti, il cui nome non è stato reso noto, ha dichiarato al Daily Wire che era «quasi incredibile pensare che qualcuno nel governo federale potesse pensare che ciò fosse accettabile».   L’articolo sosteneva che «entro il 30 ottobre, il funzionario aveva iniziato a tornare sui suoi passi», negando che fossero state saltate delle case.   Dopo la pubblicazione della storia, un portavoce della FEMA ha contattato il Daily Wire, dicendo in un’e-mail che l’agenzia era «inorridita» dai presunti ordini del dipendente e che aveva «intrapreso azioni estreme per correggere questa situazione». Secondo l’organo di stampa, il funzionario ha rassicurato che la FEMA aveva «preso misure per rimuovere il dipendente dal suo ruolo».   Tuttavia, il funzionario in questione non è stato ancora punito, ma semplicemente trasferito in un’altra contea della Florida, aggiunge l’articolo, citando dipendenti anonimi.

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Come riportato da Renovatio 21, gli aiuti per l’uragano Helene sono stati piagati da controversie, a partire dall’episodio in cui un elicottero militare USA pareva distruggere il sito di donazioni volontarie, al punto che in alcuni casi si è detto che i soccorritori sono stati «cacciati» da milizie di cittadini armati.   Voci consistenti, tra cui quella di Elon Musk, hanno descritto una situazione in cui il governo sembra impedire gli aiuti da parte di privati. In alcuni casi osservatori hanno parlato di sabotaggi deliberati da parte del governo di Washington.   Nei giorni precedenti è circolato un video in cui dirigenti FEMA discutono del fatto che la precedenza nei soccorsi dovrebbe andare agli LGBT.

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Immagine di Oleg Yunakov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Il disastro di Valenzia causato dalle politiche verdi?

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Hanno fatto il giro del mondo le immagini di devastazione viste a Valenzia, così come quelle della protesta dei cittadini che sono arrivati ad aggredire i reali e le autorità pubbliche, facendo fuggire il primo ministro Pedro Sanchez, che dicono sia stato persino colpito da un bastone di legno.

 

Il numero dei morti pare stabile oltre ai 200, tuttavia non è ancora chiarissimo il destino dei dispersi, che inizialmente sembravano migliaia.

 

La rabbia si è scatenata a partire dal fatto che l’alluvione sarebbe stata prevista dai meteorologi, ma nessuna misura di prevenzione sarebbe stata posta in opera.

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I media mainstream di tutto il mondo hanno amplificato la tragedia puntando il dito contro il solito: il cosiddetto cambiamento climatico di origine antropica – ossia il meteo cambiato dall’uomo con i suoi consumi e con la sua ostinazione a mettere al mondo ulteriori esseri umani.

 

Va notato che tuttavia a Valencia sono state registrate numerose inondazioni, dal 1321 al 1897. Si stima che nei sette secoli precedenti all’alluvione del 1957 si siano verificate fino a 75 inondazioni. L’ultima è ricordata come la «Gran Riada De Valencia», dove vi furono 81 morti, anche se alcuni sostengono che le vittime siano state molte di più.

 

Dopo la Gran Riada di 63 anni fa, le autorità hanno deciso di deviare il fiume Turia, in modo che non rappresentasse più una minaccia per la città di Valencia. Un nuovo letto del fiume è stato costruito a sud della città, che è stato protetto dalle inondazioni, «fino a che l’Unione Europea ha emanato la Direttiva quadro sulle acque nel 2000, volta a ripristinare condizioni favorevoli agli animali nelle zone umide», scrive EIRN.

 

«Un rapporto del 2019 di Wetlands International e del Centro italiano per il ripristino fluviale (CIRF) sullo stato di attuazione della direttiva in otto casi studiati, in Spagna, Francia, Belgio e Regno Unito, afferma che l’intervento sul fiume Turia ha aumentato con successo la portata del Turia».

 

«Gli interventi si sono concentrati sulla diga di Benageber, costruita nel 1950 e “ha alterato significativamente il regime idrologico del fiume Turia a valle. Le basse portate hanno causato un conseguente stress della temperatura dell’acqua, fino a 24 °C in estate. Questa condizione ha influenzato l’integrità ecologica delle comunità fluviali e ha causato la quasi totale scomparsa della trota fario (Salmo trutta) in tutto il corpo idrico» continua EIRN.

 

Il summenzionato progetto si è concentrato sull’aumento del deflusso ambientale minimo sotto la diga. Lo sforzo mirava a migliorare uno dei quattro aspetti dei flussi ambientali – seguendo la normativa spagnola – nel piano di gestione del bacino idrografico con l’obiettivo generale di contribuire al miglioramento dello stato ecologico del corpo idrico.

 

La misura ha stabilito un flusso ecologico minimo di 1,20 metri cubi (per unità di tempo) per consentire il recupero delle condizioni idrologiche e delle comunità fluviali. L’aumento del flusso minimo ha avuto conseguenze positive su macrofite, macroinvertebrati bentonici e pesci. Le popolazioni di trota fario (Salmo trutta) si stanno riprendendo grazie alle nuove aree create con ghiaia sciolta che sono di fondamentale importanza per la deposizione delle uova. L’abbondanza e la diversità dei macroinvertebrati bentonici sono migliorate grazie alla diversificazione dell’habitat nel canale.

 

«Inoltre, anche le condizioni della foresta ripariale stanno migliorando. L’aspetto più innovativo di questo progetto di ripristino è l’istituzione di flussi ambientali, un tipo di misura di ripristino che ha dimostrato di essere importante per le dinamiche ecologiche e geomorfologiche dei fiumi regolati, con implicazioni significative in termini di servizi ambientali forniti. Pertanto, i macroinvertebrati sono al sicuro a costo di vite umane».

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La devastazione delle politiche verdi UE non si è fermata lì.

 

Nel 2022, la direttiva quadro sulle acque è stata aggiornata nella legge sul «ripristino della natura», il cui articolo 7 richiede la rimozione delle dighe come mezzo per «contribuire alla connettività longitudinale e laterale naturale dei fiumi e all’obiettivo dell’UE di avere 25.000 km di fiumi a flusso libero» e per «aiutare a ripristinare le aree fluviali e le pianure alluvionali».

 

Un gruppo chiamato Dam Removal Europe («Rimozione Dighe Europa») ha riferito che nel 2023 sono state rimosse 487 barriere in 15 paesi europei, con un aumento del 50% rispetto alle cifre dell’anno precedente. Queste iniziative hanno consentito di «ricollegare» oltre 4.300 km di fiume.

 

Come riportato da Renovatio 21, mentre l’allarmismo climatico continua a scuotere i giornali traducendosi in politiche comunitarie super-distruttive, quantità di scienziati si oppongono alla vulgata corrente, dimostrando che le inondazioni non sono correlate ai cambiamenti climatici e che questi ultimi non sono correlati all’attività umana.

 

Riguardo alle inondazioni, che interessano ciclicamente l’intero mondo, va segnalato che non tutti accusano il Climate Change antropogenico: la Polonia sta muovendo guerra contro le nutrie, mentre il Nord Corea fucila i suoi stessi funzionari ritenuti responsabili (dice il Sud).

 

Per quanto riguarda altri casi italianiRenovatio 21, negli anni, anche per esperienza diretta, si è fatta qualche idea.

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Mons. Viganò, messaggio al popolo di Valenzia

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha mandato un messaggio al popolo di Valenzia dopo «tremendo cataclisma che si è abbattuto sulla regione», dove la conta dei morti non è ancora stata ultimata.

  «Abbiamo assistito con sgomento e raccapriccio» alla reazione del governo spagnolo, accusa Viganò, che accusa anche lo «sfrontato cinismo il primo ministro Pedro Sanchez si rifiutava di dichiarare lo stato d’emergenza e replicava ai media: se i Valenziani hanno bisogno di aiuto, basta che lo chiedano».   «Nella giornata di domenica i Reali di Spagna e il primo ministro si sono recati sul luogo del disastro, venendo duramente contestati per la loro scandalosa latitanza. Sanchez si è dileguato dinanzi alla reazione della popolazione oltraggiata, giustamente furiosa».

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L’arcivescovo prosegue mostrando di credere all’origine artificiale di questo tipo di fenomeni ambientali che sempre più spesso sembrano colpire varie zone della terra. Monsignore indica anche le realtà che lui ritiene responsabili di tali disastri.   «Questo, come ormai anche il mainstream ammette, è l’ennesimo disastroso evento pianificato scientificamente dai Paesi assoggettati al Word Economic Forum, i cui emissari nei Governi sono i principali fautori dell’Agenda 2030».   «Lo scorso agosto, sulla stampa internazionale, si dava notizia che l’impatto dei vasti progetti di geoingegneria adottati ufficialmente dal Marocco potevano avere un impatto distruttivo sulle condizioni climatiche della Spagna, e che la comunità scientifica aveva espresso forti preoccupazioni e auspicato un attento monitoraggio dei fenomeni meteorologici sulla Penisola Iberica» racconta l’arcivescovo lombardo.   «Sappiamo che questi progetti sono finanziati in gran parte dall’Unione Europea e da altri enti privati allineati sulla narrazione fraudolenta del cambiamento climatico».   Il successore degli Apostoli scende quindi in dettaglio:   «Sappiamo anche, dai brevetti depositati e dai progetti diffusi a livello globale, che l’inseminazione delle nuvole comporta l’immissione nell’aria – e quindi sulle persone, nelle acque e sulle coltivazioni – di sostanze altamente tossiche, quali l’alluminio, il bario, lo stronzio. Oltre a ciò, il programma HAARP – High Frequency Active Auroral Research Program –è ampiamente utilizzato come arma non convenzionale, per l’impatto devastante delle alte frequenze sul clima, sui fenomeni sismici e sull’attività vulcanica».   «I monitoraggi effettuati nei giorni precedenti all’alluvione e nelle ore in cui si verificavano le precipitazioni mostrano delle anomalie che gli esperti riconoscono come inequivocabile effetto di interventi umani e non naturali» dichiara monsignor Viganò nel suo messaggio ai valenziani.   «La Spagna non è, purtroppo, la prima Nazione colpita da questi fenomeni provocati deliberatamente. La volontà criminale di arrecare il maggior danno possibile alle popolazioni è fin troppo evidente. Pensiamo alla folle gestione green degli invasi e delle dighe, quasi tutti abbattuti negli ultimi anni; o quella dei canali e dei corsi d’acqua, che le norme europee vietano di dragare e di ripulire dai tronchi e dalle ramaglie».   «E ancora: le sconsiderate politiche di distruzione dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca, a vantaggio della produzione intensiva delle multinazionali; la pianificazione di carestie e siccità mediante la geoingegneria, in modo da convertire i campi sottratti alla coltivazione in impianti fotovoltaici per alimentare i data center con cui controllare ogni nostro movimento» sottolinea il giù nunzio apostolico a Washington.   «Le multinazionali si stanno appropriando della gestione dell’acqua, con il pretesto del cambiamento climatico, al solo scopo di usarla per gli impianti di raffreddamento degli stessi data center».   «Tutto questo avviene ovunque, nel silenzio complice di una stampa di proprietà dei medesimi grandi fondi d’investimento: BlackRock, Vanguard, StateStreet» accusa Viganò. «Tutto è nelle loro mani: le banche, i debiti degli Stati, l’informazione, l’alimentazione, la salute, le armi, la stessa aria che respiriamo, la stessa luce del sole, che sempre più spesso vediamo oscurata da una coltre di nubi».   Tuttavia, scrive l’arcivescovo «nonostante questa congiura ai danni dell’umanità sia evidente e addirittura ammessa dai suoi responsabili – primo fra tutti, Klaus Schwab – si squalifica come complottismo ogni voce critica, ogni forma di dissenso».

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Secondo Viganò, il COVID avrebbe dovuto aprire gli occhi sulla meccanica della situazione, sottolineando caratteristiche del vaccino genico riportate da alcuni.   «La farsa pandemica dovrebbe aver mostrato incontrovertibilmente le intenzioni criminali di chi ha imposto un siero sperimentale, sapendo che avrebbe provocato una mutazione genetica permanente, oltre alla sterilità, a gravi effetti avversi tra cui la riviviscenza di tumori e alla morte. Cosa ci ha insegnato quell’esperimento di ingegneria sociale?»   «E quale immagine ne è uscita dei nostri governanti, ora che sappiamo che agivano deliberatamente contro i loro concittadini? Criminali al soldo di un’élite eversiva sempre più potente e invasiva, sempre più arrogante e violenta» accusa con veemenza il prelato.   «Cari Valenziani! E voi, popolo di tutta la Spagna! Dinanzi a questa immane sciagura che vi ha colpiti in modo così brutale e spietato; dinanzi al tradimento di chi dovrebbe servirvi e invece vuole manifestamente il vostro male, io vi chiedo di ritrovare la vostra anima cattolica di cui la vostra Nazione è erede, dando prova di quel vincolo di cristiana fraternità che ci unisce con Nostro Signore Gesù Cristo all’unico Eterno Padre. Siate fieri testimoni della vostra Fede, con Speranza, nella Carità.   Ritrovate, anche e soprattutto tra il fango e i detriti, la forza di aiutare il vostro prossimo, che è appunto la persona che vi sta vicino, che è nel bisogno. E pregate: pregate insieme, insieme recitate il Rosario mentre scavate, mentre ricomponete i vostri cari defunti.   Monsignore conclude con un’invocazione   «Che la Vergine Santissima de los Desamparados vi consoli, vi protegga e vi dia forza. Che l’Arcangelo San Michele accompagni in Cielo le anime di quanti hanno trovato la morte in questo tremendo cataclisma provocato da criminali al servizio di Satana. Sappiate che vi sono spiritualmente vicino con la preghiera. Invoco su voi tutti, cari Valenziani, e su tutti voi Spagnoli, la Benedizione di Dio e la Grazia dello Spirito Consolatore. Viva Cristo Rey!»  

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