Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Maduro: «il premier britannico è pazzo e diabolico»

Pubblicato

il

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha definito Keir Starmer «pazzo e diabolico», dopo che il primo ministro britannico ha presentato una radicale riforma della difesa volta a rendere la Gran Bretagna «una nazione corazzata e pronta alla battaglia».

 

All’inizio di questa settimana, lo Starmer ha presentato la Revisione Strategica della Difesa del suo governo, che include un ampio programma di armamenti che rispecchia iniziative simili in tutta la NATO. Ha affermato che si prevede che le riforme renderanno l’esercito britannico «dieci volte più letale» entro il prossimo decennio.

 

Lunedì, durante il suo programma televisivo Con Maduro +, il presidente venezuelano si è espresso contro «la guerra promossa da questo primo ministro sconsiderato, folle e diabolico di nome Starmer». Ha messo in dubbio le implicazioni etiche e morali delle affermazioni di Starmer, aggiungendo che l’umanità non ha bisogno di altre guerre.

Sostieni Renovatio 21

«Rivolgo un appello al popolo britannico, al popolo di Londra, di Liverpool e di tutte le parti della Gran Bretagna, affinché risponda a questo appello disperato e folle del loro primo ministro, che invoca la guerra», ha detto Maduro, esortando la gente a opporsi al guerrafondaio e al militarismo.

 

Il presidente ha aggiunto che, rilasciando queste dichiarazioni, Starmer «parla a nome di un’élite totalmente decadente e logora, che trae profitto dal commercio e dalla produzione di armi».

 

Prima delle osservazioni di Starmer, il Segretario alla Difesa britannico John Healey ha dichiarato che Londra sta inviando «un messaggio a Mosca» stanziando miliardi di sterline per nuovi stabilimenti di munizioni, sistemi missilistici a lungo raggio e altre capacità militari.

 

Commentando la vicenda, Maduro ha affermato che «le persone che hanno vissuto la prima e la Seconda Guerra Mondiale ora parlano di una nuova grande guerra e affermano di essersi preparate per essa».

 

 

Le parole maduriane di condanna della follia violenta che regna a Londra ricordano quelle di un’altra figura politica sudamericana di rilievo, l’ex presidente boliviano Evo Morales, che tre anni fa raccontò la «politica dell’impero» e la «cultura della morte» degli angloamericani dietro il golpe del 2019.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio anni Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.

 

«Li abbiamo affrontati, abbiamo resistito, li abbiamo sconfitti e uno a uno sono caduti, si sono tutti prosciugati, uno a uno, e dov’è il Gruppo Lima? Chi se lo ricorda?» ha detto Maduro. «Ora vogliono far rivivere il gruppo di Sodoma e Gomorra di governi servili ed ex presidenti che sono pedofili, corrotti, tossicodipendenti e trafficanti di droga».

 

Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Immagine di Eneas De Troya via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Continua a leggere

Geopolitica

Trump: Iran e Israele hanno concordato il cessate il fuoco

Pubblicato

il

Da

Iran e Israele hanno concordato di porre fine alle ostilità, ha affermato ore fa il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’annuncio è arrivato poche ore dopo che l’Iran ha lanciato missili contro una base militare statunitense in Qatar, in risposta agli attacchi americani ai suoi impianti nucleari.   «È stato pienamente concordato tra Israele e Iran che ci sarà un CESSATE IL FUOCO completo e totale (tra circa 6 ore da adesso, quando Israele e Iran avranno concluso e completato le loro missioni finali in corso!), della durata di 12 ore, dopodiché la guerra sarà considerata FINITA!» ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social.   «Ufficialmente, l’Iran darà inizio al CESSATE IL FUOCO e, alla dodicesima ora, Israele darà inizio al CESSATE IL FUOCO e, alla ventiquattresima ora, il mondo saluterà ufficialmente la FINE DELLA GUERRA DEI 12 GIORNI. Durante ogni CESSATE IL FUOCO, l’altra parte manterrà PACIFICA e RISPETTOSA», ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti d’America.

Sostieni Renovatio 21

«Partendo dal presupposto che tutto funzioni come dovrebbe, e così sarà, vorrei congratularmi con entrambi i Paesi, Israele e Iran, per aver avuto la resistenza, il coraggio e l’intelligenza per porre fine a quella che dovrebbe essere chiamata “LA GUERRA DEI 12 GIORNI», ha scritto Trump.   Né Teheran né lo Stato Ebraico hanno reagito all’annuncio. Notizie non confermate sui social media affermavano che Israele avesse continuato a colpire obiettivi a Teheran dopo il post di Trump.   Un funzionario iraniano ha dichiarato alla CNN che Teheran non ha ricevuto alcuna proposta di cessate il fuoco e considererebbe le dichiarazioni di Trump come «un inganno».   «Proprio in questo momento, il nemico sta commettendo un’aggressione contro l’Iran, e l’Iran è sul punto di intensificare i suoi attacchi di rappresaglia, senza prestare ascolto alle bugie dei suoi nemici», ha affermato il funzionario.   Reuters, tuttavia, ha citato un alto funzionario iraniano che ha confermato che Teheran ha accettato il cessate il fuoco.   Il 22 giugno, i bombardieri B-2 statunitensi hanno colpito tre siti nucleari iraniani, tra cui gli impianti di arricchimento dell’uranio di Natanz e Fordow. Il giorno seguente, l’Iran ha lanciato missili contro la base aerea statunitense di Al Udeid in Qatar.   Renovatio 21 ha riportato l’analisi secondo cui l’attacco americano, e il contrattacco iraniano, siano parte di un «teatrino» politico-militare incruento che Teheran e la Casa Bianca potrebbero aver trattato segretamente.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Continua a leggere

Geopolitica

Putin incontra il ministro degli Esteri di Teheran e dice: «nessuna giustificazione per un attacco all’Iran»

Pubblicato

il

Da

Le ostilità di Israele e degli Stati Uniti contro l’Iran sono infondate e ingiustificate, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin al ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.

 

Il principale diplomatico iraniano, atterrato a Mosca e incontrato il presidente russo lunedì, aveva affermato in precedenza che la visita era necessaria per «consultazioni più strette, precise e serie» con la Russia, in seguito agli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani.

 

Durante l’incontro al Cremlino, Putin ha descritto gli attacchi all’Iran come «un’aggressione immotivata», per la quale “non può esserci alcuna giustificazione.

Sostieni Renovatio 21

Le azioni di Israele e degli Stati Uniti sono «illegittime» e violano le norme internazionali, ha aggiunto.

 

Il presidente russo ha dichiarato di essere lieto di vedere Araghchi a Mosca, affermando che la sua visita consentirà alla Russia e all’Iran «di discutere queste questioni urgenti e di pensare insieme a una via d’uscita dalla situazione attuale».

 

Araghchi concorda con la valutazione di Putin, affermando che «la Russia oggi è dalla parte giusta della storia e del diritto internazionale».

 

Colpendo obiettivi in ​​Israele, l’Iran difende legittimamente la propria sovranità, ha sottolineato il diplomatico.

 

Israele e gli Stati Uniti hanno giustificato i loro attacchi all’Iran sostenendo che Teheran era sul punto di ottenere un’arma nucleare.

 

Le autorità iraniane hanno ripetutamente ribadito di non essere al lavoro su una bomba atomica, pur difendendo il loro diritto a perseguire un programma nucleare pacifico.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Continua a leggere

Geopolitica

La pazza teoria: Trump e Khamenei sono d’accordo?

Pubblicato

il

Da

Una vertiginosa speculazione corre in queste ore in rete, e oltre: il presidente americano Trump e l’ayatollah Khamenei avrebbero, in sostanza, una sorta di accordo.   Per cui, corollario di questa pazza teoria, quello che staremmo vedendo non sarebbe altro che quello che il gergo politico americano chiama kabuki, che possiamo tradurre con «teatrino». E per soprammercato, dicono gli osservatori, non sarebbe nemmeno la prima volta che ciò accade tra Trump e Teheran.   La speculazione su questo paradossale scenario parte infatti dall’uccisione da parte degli Stati Uniti del leader militare iraniano Qasem Soleimani nel 2020 e dall’attacco di risposta dell’Iran, che secondo il presidente Trump è stato essenzialmente un atto di guerra.   In un’intervista rilasciata alla Fox News nel 2020, Trump aveva affermato che il regime iraniano aveva fatto sapere agli Stati Uniti che avrebbero colpito una determinata area «al di fuori del perimetro» per far sembrare che stessero reagendo all’attacco di Soleimani, quando in realtà era tutto uno spettacolo.   «Ci hanno fatto sapere: “non muovetevi. Vi dovremo colpire psicologicamente”. Sapevamo che non avrebbero colpito all’interno del forte e i media stavano dicendo, e ora lo rivelo», aveva dichiarato Trump all’epoca, spiegando che l’Iran stava semplicemente cercando di «mostrare forza» ai soggetti più intransigenti al suo interno, puntando intenzionalmente i missili dove non avrebbero danneggiato le truppe statunitensi e implorando Trump: «per favore, non attaccateci. Non vi colpiremo».  

Sostieni Renovatio 21

Come noto, gli attacchi USA non hanno prodotto vittime, e sembrerebbe pure non vi siano vere fughe di radiazioni.   A portare avanti la teoria dell’accordo sostanziale Washington-Teheran è un commentatore molto noto sul social X, Lord Bebo.   Tenendo conto della dichiarazione di Trump del 2020, Lord Bebo ha scritto un riassunto come possibile spiegazione i raid di sabato:  
  • 1) Gli impianti nucleari iraniani sono stati evacuati e le attrezzature sono state spostate con giorni di anticipo.
 
  • 2) Gli Stati Uniti hanno annunciato pubblicamente e reso visibili i prossimi attacchi. Abbiamo visto tutti i bombardieri muoversi sul posto e la copertura mediatica che prevedeva l’attacco.
 
  • 3) Gli Stati Uniti hanno quindi colpito un impianto nucleare iraniano vuoto, poiché gli iraniani lo sapevano e lo avevano evacuato.
 
  • 4) I satelliti statunitensi hanno mostrato l’evacuazione delle strutture da parte degli iraniani, quindi gli americani sapevano che le strutture erano vuote e non operative.
 
  • 5) Gli Stati Uniti e l’Iran avevano tenuto dei colloqui segreti in Oman pochi giorni prima, ma nessuno sa cosa fosse stato concordato.
 
  • 6) Trump ha sostanzialmente spiegato che un accordo del genere era già stato concluso in precedenza.
 
  • 7) L’unica conclusione logica è che l’Iran e gli Stati Uniti abbiano stretto un accordo segreto per porre fine alla guerra. – Gli Stati Uniti colpiscono le strutture vuote – L’Iran reagirà ma mancherà il bersaglio.

Iscriviti al canale Telegram

«Basta aspettare la risposta dell’Iran. Non le parole, ma la reazione fisica» scrive il Bebo. «Se non è troppo dura con le vittime, ma sembra grande… ho ragione. P.S.: È un’osservazione geopolitica che ho fatto. Potrei sbagliarmi. La gente deve capire che i governi non ci dicono la verità il più delle volte e che non tutto è come sembra. Le autorità hanno bisogno del consenso, quindi ti fanno degli spettacoli».   «Non arrabbiatevi. Consideratelo solo come un possibile scenario. Non sono qui per ripetere i discorsi dei media tradizionali di nessun paese, qui hai la sfumata posizione intermedia che ritengo giusta».   L’idea potrebbe trovare qualche conferma in notizie che escono dall’area.   Una fonte politica iraniana di alto rango avrebbe dichiarato all’agenzia di stampa della Penisola Arabica Amwaj Media che il team di Trump «avrebbe dato preavviso dei bombardamenti di siti nucleari e ha insistito sul fatto che fossero intesi come «un caso isolato».   Vi sarebbero insomma segnali del fatto che Trump voglia ripetere quanto accaduto nel gennaio 2020 con l’uccisione di Soleimani e la simbolica rappresaglia iraniana   Così si spiegherebbe lo strano, roboante videomessaggio delle scorse ore, che sembrava una dichiarazione di un conflitto finito piuttosto che di una guerra cominciata. In questo senso andrebbero pure letti i riferimenti continui ad Israele, sul quale pure Trump, in un inedito per un presidente USA, aveva invocato la protezione di Dio prima che addirittura per gli Stati Uniti.   Proprio Israele potrebbe essere l’oggetto di tutto il kabuki. Si tratta di una manovra per, nel medio termine, sbarazzarsi di Netanyahu, che continuerà a domandare istericamente altri attacchi ficcandosi in un vicolo cieco?   È noto come, nemmeno tanto dietro le quinte, Bibi non goda della simpatia di Trump. Probabilmente, il premier dello Stato Giudaico ha esaurito il credito anche presso altre capitali: è possibile pensare che anche Mosca sia un po’ stanca del personaggio, divenuto ancora più problematico da quando si è attorniato dalla gang messianca sionista (definizione del giornale israeliano Haaretz) che governa con lui e di cui lui oramai fa parte.   E Netanyahu, dicono in vari, è obbligato alla guerra (alle guerre) per altri motivi, non nobilissimi: lo aspettano, qualora perdesse l’incarico di premier, alcuni processi: questa è quantomeno la percezione che hanno molti suoi oppositori, che prima del 7 ottobre 2023, ricorderete, riempivano le città israeliane con oceaniche manifestazioni di protesta.   A questo punto tutto è possibile: sorprende vedere un politico della Florida (cioè, uno degli Stati dove l’elettorato ebreo conta di più), saltare sopra la pazza idea dello scontro solo simbolico con Teheran: Matt Gaetz, che forse ha qualche sassolino nella scarpa da quando lo hanno silurato come ministro della Giustizia USA (Attorney General), va oltre e in queste ore arriva a parlare di un Medio Oriente senza atomiche… comprese quelle di Israele.

Aiuta Renovatio 21

Avete letto bene: il giovane ex deputato floridiano chiede la fine del programma nucleare militare (segreto, illegale) dello Stato degli ebrei.   Ciò potrebbe rappresentare qualcosa di enorme: la castrazione atomica di Israele, una prospettiva semplicemente inimmaginabile. Toccare l’atomo dello Stato Ebraico può avere conseguenze incredibili. Alcuni sostengono che i Kennedy siano morti proprio per questo, perché si opponevano all’Israele nucleare.   Tuttavia, si tratta certamente, come per ogni progetto di disarmo atomico, di una prospettiva di pace. E Trump, ha detto varie volte, vuole che la pace sia il suo vero lascito.   C’è da credergli? C’è da pensare che stia davvero operando, nell’iperaruranio del dealmaker, con mosse di tale sofisticazione?   Adesso non possiamo dirlo.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Continua a leggere

Più popolari