Intelligence
L’Intelligence russa ribadisce che gli USA starebbero per sostituire Zelens’kyj

Gli Stati Uniti stanno pianificando di scatenare una campagna per screditare Volodymyr Zelens’kyj dell’Ucraina per spianare la strada alla sua sostituzione con una figura più malleabile, ha affermato il Servizio Segreto Esterno (SVR) russo. L’agenzia ritiene che l’ex ministro degli Interni Arsen Avakov sia preso in considerazione per prendere il timone dell’Ucraina. Lo riporta il sito governativo russo RT.
Si tratta di una voce emersa altre volte in questi ultimi anni.
In una dichiarazione di martedì, l’SVR ha affermato che «l’élite americana» è sempre più frustrata da Zelens’kyj poiché i legislatori di entrambe le parti iniziano a «dubitare della spesa mirata di miliardi di dollari in aiuti militari a Kiev».
«Zelens’kyj sta prendendo misure folli che minacciano di innescare un’escalation ben oltre l’Ucraina», hanno affermato i funzionari, aggiungendo che Kiev «ha adottato un’azione febbrile» mentre il leader ucraino lotta per mantenere la sua presa sul potere dopo la conclusione ufficiale del suo mandato presidenziale a maggio.
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Gli Stati Uniti stanno quindi valutando la possibilità di sostituirlo con una figura più gestibile e meno corrotta, che possa essere gradita alla maggior parte dell’Occidente, ha affermato l’agenzia.
Secondo l’SVR, Avakov, che ha assunto la carica di ministro degli Interni dopo il colpo di stato sostenuto dall’Occidente a Kiev nel 2014 e ha ricoperto l’incarico fino al 2021, è uno dei candidati più “adatti” tra quelli presi in considerazione.
L’SVR ha affermato che gli Stati Uniti ritengono che Avakov abbia diversi vantaggi rispetto ad altri candidati, tra cui i suoi stretti legami con i gruppi di estrema destra ucraini e la sua relazione con i leader dell’UE. L’agenzia di spionaggio ha aggiunto che la Casa Bianca ritiene che un tale cambiamento nella leadership «consentirà all’Occidente di prepararsi meglio al possibile inizio dei negoziati con la Russia per risolvere il conflitto”.
I funzionari hanno anche osservato che la questione se Avakov possa prendere le redini del potere è in discussione con esponenti dell’opposizione ucraina, tra cui l’ex presidente Petro Poroshenko, l’ex primo ministro Yulia Timoshenko e influenti parlamentari dello stesso partito di Zelens’kyj, scrive RT.
«Dopo aver assunto la carica di ministro degli Interni, Avakov ha guidato la repressione delle forze che protestavano contro il colpo di stato sostenuto dall’Occidente a Kiev» riporta la testata legata al Cremlino. «Ha ricoperto questo incarico anche durante l’incendio del 2014 alla Casa del sindacato di Odessa, dove 42 persone sono morte dopo essere state inseguite all’interno da una folla di estrema destra. Non si è tenuto alcun processo completo nei dieci anni successivi alla tragedia. L’inazione di Kiev in questo senso è stata criticata dall’ONU».
L’ex ministro degli interni sarebbe stato anche un sostenitore del Battaglione Azov. Sono emerse accuse secondo cui l’Avakov avrebbe fornito supporto politico all’unità e al suo fondatore, Andrey Biletsky, considerato dai giornali occidentali prima della guerra come un «suprematista bianco».
Come riportato da Renovatio 21, l’SVR aveva dichiarato che l’Occidente stava programmando la sostituzione di Zelens’kyj ancora un mese fa. L’anno passato la visita del capo della CIA a Kiev fece speculare su un possibile imminente colpo di palazzo in Ucraina, che però non avvenne.
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Immagine di Rasal Hague via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata
Intelligence
Il traffico mondiale di droga: la mafia siciliana, la mafia corsa e la CIA

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Ambiente
Donna afferma che il datacenter AI di Zuckerberg le ha inquinato l’acqua del rubinetto

Una pensionata della Georgia rurale ha accusato il nuovo centro dati AI di Meta, situato a circa 360 metri da casa sua, di inquinarle l’acqua. Lo riporta la BBC.
La cittadina Beverly Morris ritiene che la costruzione del data center del gigante della tecnologia abbia danneggiato il suo pozzo d’acqua privato, causando un accumulo di sedimenti. «Ho paura di bere quell’acqua, ma la uso comunque per cucinare e per lavarmi i denti», ha detto Morris. «Se mi preoccupa? Sì».
Meta ha negato queste accuse, dichiarando alla BBC che «essere un buon vicino è una priorità». L’azienda ha commissionato uno studio sulle falde acquifere, scoprendo che il suo data center «non ha influito negativamente sulle condizioni delle falde acquifere nella zona».
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L’incidente evidenzia come un’imponente spinta alla costruzione di infrastrutture per supportare modelli di Intelligenza Artificiale incredibilmente dispendiosi in termini di energia, stia sconvolgendo i vari ecosistemi che vedono il nascere di questi data center. Stiamo solo iniziando a comprendere l’enorme impatto ambientale della tecnologia di intelligenza artificiale, dall’enorme consumo di acqua all’enorme impronta di carbonio dovuta alle emissioni in aumento.
La situazione non fa che peggiorare, con aziende come OpenAI, Google e Meta che continuano a investire decine di miliardi di dollari nella costruzione di migliaia di data center in tutto il mondo. Recentemente i ricercatori hanno stimato che la domanda globale di intelligenza artificiale potrebbe arrivare a consumare fino a 1,7 trilioni di galloni d’acqua all’anno entro il 2027, più di quattro volte il prelievo idrico totale di uno stato come la Danimarca.
Da allora gli attivisti hanno segnalato il rischio di pericolosi deflussi di sedimenti derivanti dai lavori di costruzione, che potrebbero riversarsi nei sistemi idrici, come potrebbe accadere al pozzo della signora Morris.
Resta da vedere quanto l’industria dell’Intelligenza Artificiale si impegnerà per la cosiddetta sostenibilità. Dopo aver dato grande risalto ai propri sforzi per ridurre le emissioni all’inizio del decennio, l’aumento di interesse per l’intelligenza artificiale ha cambiato radicalmente il dibattito.
E man mano che i modelli di intelligenza artificiale diventano più sofisticati, necessitano di energia esponenzialmente maggiore, e questa situazione non potrebbe che aggravarsi.
Come riportato da Renovatio 21, il CEO di Meta Mark Zuckerberg, nel suo tentativo sempre più disperato di tenere il passo nella corsa all’IA, sta espandendo l’infrastruttura dei data center il più velocemente possibile, con Meta che sta «prioritizzando la velocità sopra ogni altra cosa» allestendo delle «tende» per aggiungere ulteriore capacità e spazio ai suoi campus dei data center. I moduli prefabbricati sono progettati per ottenere la potenza di calcolo online il più velocemente possibile, sottolineando la furiosa corsa di Meta per costruire la capacità di modelli di intelligenza artificiale sempre più richiedenti energia.
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Un nuovo rapporto del Berkeley Lab – che analizza la domanda di elettricità dei data center – prevede che questa stia esplodendo da un già elevato 4,4% di tutto il consumo di elettricità in ambito statunitense, a un possibile 12% di consumo di elettricità in poco più di tre anni, entro il 2028.
Il fenomeno è globale: in Irlanda, i data center consumano già il 18% della produzione totale di elettricità. Secondo il rapporto, il consumo di energia dei data center è stato stabile con una crescita minima dal 2010 al 2016, ma ciò sembra essere cambiato dal 2017 in poi, con l’uso dei data center e dei «server accelerati» per alimentare applicazioni di Intelligenza Artificiale per il complesso militare-industriale e prodotti e servizi di consumo.
Vista l’enormità di energia richiesta da questi Centri di elaborazione dati, vi è una corsa verso l’AI atomica e anche Google alimenterà i data center con sette piccoli reattori nucleari nel prossimo futuro.
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Intelligence
Il CEO di Telegram afferma che l’intelligence francese ha cercato di ricattarlo sulle elezioni moldave

🇲🇩 About a year ago, while I was stuck in Paris, the French intelligence services reached out to me through an intermediary, asking me to help the Moldovan government censor certain Telegram channels ahead of the presidential elections in Moldova.
After reviewing the channels… — Pavel Durov (@durov) September 28, 2025
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— Elon Musk (@elonmusk) September 28, 2025
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