Nucleare
L’ex consigliere di Zelens’kyj: l’Ucraina aveva in programma di far esplodere le centrali nucleari
Il capo dell’intelligence militare ucraina Kirill Budanov ha proposto di far saltare in aria le centrali nucleari per negarne la cessione alla Russia nel caso in cui Kiev avesse iniziato a perdere nel conflitto, ha affermato Aleksey Arestovich, ex collaboratore di Volodymyr Zelens’kyj. Lo riporta la stampa russa.
In un’intervista rilasciata venerdì al giornalista Alexandr Shelest, Arestovich ha commentato le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale ha suggerito che la proprietà americana delle centrali nucleari ucraine «potrebbe essere la migliore protezione per tale infrastruttura».
Secondo Arestovich, gli Stati Uniti stanno cercando di impedire una catastrofe nucleare anziché limitarsi a sequestrare gli impianti per il proprio tornaconto.
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«Sanno dei nostri piani di far saltare in aria tutte le centrali nucleari se l’Ucraina inizia a perdere», afferma Arestovich. «Budanov girava con questa [idea] un anno e mezzo fa. Far saltare in aria tutto: le centrali russe che possiamo raggiungere, e le nostre, così nessuno le prende… In base al principio: tiriamo le cuoia, ma lo faranno anche loro».
Secondo l’ex consigliere, gli Stati Uniti percepiscono l’attuale leadership ucraina «come scimmie con una granata». «Vogliono solo prendere il controllo di giocattoli pericolosi».
Arestovich ha continuato suggerendo che i democratici negli Stati Uniti avrebbero provato a fare lo stesso, ma tramite pressioni interne, mentre l’amministrazione Trump sta agendo in modo molto più diretto e diretto. «Questi ragazzi sono semplici. Dicono: “Facciamolo in questo modo, prenderemo il controllo [degli impianti] e basta”».
Trump ha affermato di aver lanciato per la prima volta l’idea di rilevare le centrali nucleari durante una telefonata con Zelens’kyj all’inizio di questa settimana, sostenendo che Washington potrebbe essere «molto utile nella gestione di tali centrali con la sua competenza in materia di elettricità e servizi di pubblica utilità».
Lo Zelens’kyj, tuttavia, ha offerto una versione diversa degli eventi, affernabdi che i due hanno parlato solo della centrale nucleare di Zaporiggia (ZNPP) e non dell’industria elettrica ucraina nella sua interezza, e che la conversazione verte sui potenziali investimenti americani.
ZNPP, la più grande struttura del suo genere in Europa, è sotto il controllo russo da marzo 2022, nonostante continui tentativi ucraini di rientrarne in possesso. Nell’autunno del 2022, la regione di Zaporiggia, insieme ad altre tre regioni, ha votato per unirsi alla Russia in un referendum pubblico.
Mosca ha ripetutamente accusato l’Ucraina di aver preso di mira sia la centrale nucleare di ZNPP che quella di Kursk, denunciando quegli attacchi come «terrorismo nucleare». Kiev, a sua volta, insiste sul fatto che gli attacchi alla ZNPP sono stati effettuati dalla Russia e ha negato di aver preso di mira la centrale nucleare di Kursk.
I molti attacchi alle centrali nucleari, anche in territorio russo, sono stati condannati anche da Putin. Kiev ha attaccato varie volte la centrale nucleare dell’oblast’ russo di Belgorod, arrivando a colpire con droni anche la «città atomica» di Kurchatov. Il Servizio di Sicurezza Federale russo (FSB) ha intercettato e neutralizzato piani di attacco terroristici ad impianti nucleari.
Come riportato da Renovatio 21, un mese fa un drone ha attaccato la centrale atomica di Chernobyl mentre Zelens’kyj incontrava a Monaco di Baviera il vicepresidente USA JD Vance.
Arestovych, già ufficiale dell’Intelligence Ucraina, ricopriva il ruolo di consigliere presidenziale di Zelens’kyj nonché quello di viceministro della difesa per la guerra psicologica, è considerato una personalità popolarissima in Ucraina, seconda forse solo allo stesso presidente-attore. Blogger di estremo successo, all’altezza dello scorso aprile aveva qualcosa come 200 mila follower su Facebook e 1,2 milioni su YouTube.
Il personaggio divenne noto internazionalmente quando l’anno passato è emerso un video del 2019 in cui pare profeticamente «prevedere» la guerra che sarebbe scoppiata tre anni dopo.
Il consigliere presidenziale ucraino e viceministro della difesa per la guerra psicologica Oleksiy Arestovych predice la guerra in Ucraina nel 2019, prima dell’elezione di Zelens’kyj pic.twitter.com/2WX6etbRso
— Renovatio 21 (@21_renovatio) August 28, 2022
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Con il grado di colonnello, tra il 2014 e il 2017 era stato responsabile della preparazione psicologica dell’«operazione anti-terrorista» di Kiev, ossia la guerra in Donbass.
È riportato che nei primi anni 2000 avrebbe preso parte a conferenze del Partito Eurasia di Aleksandr Dugin, opponendosi quindi alla Rivoluzione Arancione che portò al potere a Kiev Viktor Yushenko, talmente filo-americano da essere marito di una chicagoana dipendente del Dipartimento di Stato USA.
Arestovych prospettò una «soluzione coreana» per l’Ucraina, uno scenario completamente agli antipodi rispetto al programma di Kiev e delle sue forze ultranazionaliste di riconquistare di ogni metro ora in mano russa, Donbass e Crimea in testa. L’idea della coreanizzazione, secondo il capo dell’Intelligence militare ucraina sarebbe stata gradita a Putin nel primo mese del conflitto.ì
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Immagine screenshot da YouTube
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Tokyo, via libera al riavvio della più grande centrale nucleare al mondo
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Nucleare
Il Niger accusa il gruppo nucleare statale francese di «crimini di massa»
Il governo militare del Niger ha accusato l’azienda nucleare francese Orano di «inquinamento radioattivo» e «comportamento predatorio», dopo che i funzionari hanno annunciato di aver rinvenuto centinaia di barili di scorie radioattive abbandonati vicino a un vecchio sito estrattivo di uranio nel Nord del Paese.
Il ministero delle Miniere ha riferito che gli ispettori hanno individuato circa 400 barili contenenti elevati livelli di materiali radioattivi nel nucleo a Madaouela, in prossimità del polo uranifero di Arlit, un tempo gestito da Orano. Le rilevazioni sul posto hanno registrato valori fino a 10 microsievert all’ora, contro una media di 0,5, e le analisi hanno evidenziato sostanze tossiche in grado di provocare problemi respiratori.
Il ministro della Giustizia nigerino, Alio Daouda, ha annunciato martedì ai media che l’azienda sarà chiamata a rispondere in giudizio per «crimini di massa», tra cui lesioni all’ambiente, alla salute collettiva e alla sovranità nazionale.
«Questa discarica abusiva testimonia il disprezzo costante di Orano per il Niger e i suoi abitanti sin dall’avvio dell’estrazione uranifera», ha dichiarato Daouda, assicurando che «il Niger non arretrerà nella tutela della propria sovranità».
Orano, controllata al 90% dallo Stato francese, ha replicato all’agenzia Reuters affermando di «non detenere alcuna licenza operativa per il sito di Madaouela e di non avervi svolto operazioni di sorta».
Le imputazioni si inquadrano in un’escalation del contenzioso tra Niamey e Orano sul dominio delle miniere uranifere in questa nazione dell’Africa occidentale, ottavo produttore globale di yellowcake. In epoca di piena operatività, il Niger riforniva il 15-17% dell’uranio impiegato dalla Francia per la sua produzione energetica nucleare.
La settimana scorsa, il Niger avrebbe disatteso un’ordinanza del tribunale della Banca Mondiale, spostando oltre 1.000 tonnellate di uranio dalla miniera di Somair, controllata da Orano dal 1971 fino alla nazionalizzazione decisa a giugno.
L’azienda ha stigmatizzato l’operazione come una violazione delle decisioni giudiziarie, che vietavano all’ex colonia francese di «vendere, trasferire o anche solo consentire il trasferimento a terzi dell’uranio prodotto da Somair».
I leader militari hanno ribadito di agire nell’esercizio dei diritti sovrani. Oltre ad aver assunto il controllo effettivo di Somair – motivato dal «comportamento irresponsabile, illegale e iniquo» di Orano –, l’anno scorso il governo ha pure revocato all’azienda la concessione per il giacimento di Imouraren.
Come riportato d Renovatio 21, a maggio 2025 le forze di sicurezza nigerine avevano sequestrato attrezzature facendo irruzione nelle filiali di Orano.
Come riportato da Renovatio 21, dopo il golpe di due anni fa la giunta di Niamey ha subito sospeso le vendite di uranio ai francesi, che utilizzano il minerale estratto in Niger per coprire il del fabbisogno per la produzione di energia atomica, che viene peraltro venduta anche all’Italia, che ne è dipendente per il 6%.
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Immagine di Stuart Rankin via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0; immagine tagliata
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L’ex vertice dell’esercito ucraino vuole le armi nucleari
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