Epidemie
Le segnalazioni di lesioni da vaccino continuano ad aumentare, Pfizer punta all’approvazione completa per il vaccino COVID
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.
I dati del VAERS diffusi oggi riportano 157.277 segnalazioni di eventi avversi in seguito alla vaccinazione COVID, tra cui 3.837 decessi e 16.014 danni gravi tra il 14 dicembre 2020 e il 30 aprile 2021.
Il numero di segnalazioni di danni e decessi dopo i vaccini COVID è in continua crescita, secondo i dati diffusi oggi dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC). I dati provengono direttamente dalle segnalazioni ricevute dal Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS).
Il numero di segnalazioni di danni e decessi dopo i vaccini COVID è in continua crescita, secondo i dati diffusi dal CDC
Il VAERS principale sistema finanziato dal governo per segnalare reazioni avverse in seguito al vaccino negli Stati Uniti. I rapporti inviati al VAERS vengono sottoposti a ulteriori indagini prima di confermare una relazione causale.
Ogni venerdì, il VAERS rende pubblici i rapporti di tutti i danni da vaccino segnalati entro una specifica data, solitamente la settimana precedente la pubblicazione dei dati. Quelli di oggi mostrano che tra il 14 dicembre 2020 e il 30 aprile sono stati segnalati al VAERS un totale di 157.277eventi avversi, compresi 3.837 decessi – aumentati di 293 rispetto alla settimana precedente – e 16.014 danni gravi, 2.467 in più rispetto della settimana scorsa.
Negli Stati Uniti, sono state somministrate 240,2 milioni di dosi del vaccino COVID al 30 aprile. Questa cifra include 105 milioni di dosi del vaccino Moderna, 127 milioni di Pfizer e 8 milioni di dosi del vaccino Johnson &Johnson (J&J)
Negli Stati Uniti, sono state somministrate 240,2 milioni di dosi del vaccino COVID al 30 aprile. Questa cifra include 105 milioni di dosi del vaccino Moderna, 127 milioni di Pfizer e 8 milioni di dosi del vaccino Johnson &Johnson (J&J).
Dei 3.837 decessi riportati alla data del 30 aprile, il 24% è avvenuto entro 48 ore dalla vaccinazione, il 16% entro 24 ore e il 39% in persone che si sono ammalate entro 48 ore dopo aver ricevuto il vaccino.
I dati del VAERS di questa settimana mostrano:
Dei 3.837 decessi riportati alla data del 30 aprile, il 24% è avvenuto entro 48 ore dalla vaccinazione, il 16% entro 24 ore e il 39% in persone che si sono ammalate entro 48 ore dopo aver ricevuto il vaccino
- Il 21% di decessi legato a malattie cardiache
- Il 54% dei deceduti erano maschi, 44% femmine e la percentuale restante non specificava il sesso del defunto
- L’età media della morte è 75,1 anni e i più giovani sono due quindicenni (VAERS I.D. 1187918 e 1242573) e un sedicenne (VAERS I.D. 1225942). Ci sono state altre segnalazioni di decessi in minori di 16 anni che on sono ancora confermate o che presentano errori evidenti.
- Al 30 aprile, 805 donne in gravidanza hanno segnalato eventi avversi legati ai vaccini COVID, di cui 235 segnalazioni di aborto o parto prematuro.
Al 30 aprile, 805 donne in gravidanza hanno segnalato eventi avversi legati ai vaccini COVID, di cui 235 segnalazioni di aborto o parto prematuro
- Dei 1597 casi di paralisi di Bell segnalati, il 51% sono stati riportati dopo il vaccino Pfizer-BioNTech, il 40% in seguito alla vaccinazione con il siero di Moderna e 131 casi di paralisi di Bell, il 10%, sono stati riportati in associazione al vaccino J&J.
- Ci sono state 162 segnalazioni di sindrome di Guillain-Barré con il 41% dei casi attribuiti a Pfizer, il 45% a Moderna e il 19% a J&J.
- Ci sono state 44.348 segnalazioni di anafilassi con il 38% dei casi attribuiti al vaccino Pfizer, il 47% a Moderna e il 14% a J&J.
Secondo i dati del CDC, il tasso di mortalità tra gli adolescenti tra 0 e 17 anni che contraggono il COVID e vengono ricoverati è dello 0,7%
FDA pronta ad autorizzare il vaccino Pfizer per gli adolescenti
Il 4 maggio, The Defender ha riportato che la Food and Drug Administration (FDA) si sta preparando per autorizzare l’uso del vaccino Pfizer-BioNTech sugli adolescenti tra i 12 e i 15 anni entro l’inizio della settimana prossima.
L’azienda ha in programma di chiedere alla FDA l’estensione dell’Autorizzazione per l’Uso di Emergenza per il suo vaccino nei bambini tra i 2 e gli 11 anni in settembre.
Secondo i dati del CDC, il tasso di mortalità tra gli adolescenti tra 0 e 17 anni che contraggono il COVID e vengono ricoverati è dello 0,7%, poiché la maggior parte riferisce sintono lievi o nessun sintomo. Il tasso di mortalità da COVID in tutte le categorie di età per gli adolescenti è inferiore allo 0,1%, spingendo alcuni esperti a domandarsi se il vaccino sia necessario per una fascia d’età che finora sembra essere risparmiata dalla forma grave del COVID.
Come ha riportato la CNN, Pfizer ha richiesto alla FDA l’approvazione totale del suo vaccino COVID a partire dai 16 anni. L’FDA richiede che i produttori di vaccini forniscano i dati sui processi di produzione, gli stabilimenti e ulteriori informazioni che dimostrino che il vaccino può essere prodotto costantemente e in maniera affidabile.
Pfizer ha richiesto alla FDA l’approvazione totale del suo vaccino COVID a partire dai 16 anni
Una volta fornite tutte le informazioni richieste, viene stabilita una data per la decisione finale da parte della FDA. Pfizer ha richiesto una revisione prioritaria, cioè che la FDA prenda una decisione entro sei mesi, invece dei dieci previsti per la procedura standard.
Terzo americano sviluppa coaguli di sangue dovuti al vaccino, una donna è morta per emorragia cerebrale dopo J&J
Il 6 maggio, The Defender ha riportato che i medici dell’Università dello Utah Health hanno preso in cura il terzo uomo negli Stati Uniti che ha sviluppato trombocitopenia trombotica causata dal vaccino.
L’uomo, che non ha ancora 50 anni, ha ricevuto il vaccino J&J a inizio aprile. Dieci giorni dopo ha accusato dolore alle dita dei piedi che si è poi esteso alle cosce. In seguito il dolore è arrivato al petto. La TAC ha mostrato un’embolia polmonare bilaterale. I medici hanno rilevato un basso livello di piastrine e coaguli di sangue alle gambe e ai polmoni, sospettando che la VITT fosse la causa.
Children’s Health Defense ha interrogato il VAERS sugli eventi avversi associati alla formazione di coaguli di sangue e altre condizioni associate e ha scoperto 2.808 segnalazioni per i tre vaccini tra il 14 dicembre 2020 e il 30 aprile
Il 4 maggio, The Defender ha riportato che una 35enne del Michigan è morta a causa di complicazioni 11 giorni dopo il vaccino J&J. La famiglia della donna ha dichiarato che l’emicrania è iniziata il 16 aprile – otto giorni dopo aver ricevuto il vaccino. Tre giorni dopo è morta. Sul certificato di morte è dichiarata morte naturale, nello specifico dovuta a emorragia subaracnoidea acuta, o sanguinamento tra il cervello e i tessuti che lo circondano.
Il medico che l’aveva in cura ha trasmesso il rapporto al VAERS. In una e-mail alla famiglia, il CDC ha confermato che il decesso era stato trasmesso al VAERS, ma che il sistema non è stato progettato per determinare se gli eventi avversi segnalati sono causati dal vaccino.
Children’s Health Defense ha interrogato il VAERS sugli eventi avversi associati alla formazione di coaguli di sangue e altre condizioni associate e ha scoperto 2.808 segnalazioni per i tre vaccini tra il 14 dicembre 2020 e il 30 aprile.
Dei 2.808 casi segnalati, 1.043 erano attribuiti a Pfizer, 893 a Moderna e 860 a J&J – 847 casi in più di quelli che i funzionari sanitari statunitensi avevano riconosciuto nell’assemblea del 23 aprile in cui si raccomandava di riprendere l’utilizzo del vaccino J&J.
Dei 2.808 casi segnalati, 1.043 erano attribuiti a Pfizer, 893 a Moderna e 860 a J&J – 847 casi in più di quelli che i funzionari sanitari statunitensi avevano riconosciuto nell’assemblea del 23 aprile in cui si raccomandava di riprendere l’utilizzo del vaccino J&J
La Danimarca scarica il vaccino J&J
Il 3 maggio, The Defender ha riportato che la Danimarca è stata la prima a escludere il vaccino COVID J&J dal suo programma vaccinale per potenziali correlazioni con coaguli di sangue.
L’Autorità Sanitaria danese ha dichiarato di aver concluso che «i benefici del vaccino COVID-19 di J&J non superano i rischi causati dai potenziali eventi avversi in coloro che ricevono il vaccino».
«Considerando l’attuale situazione in Danimarca, ciò che stiamo perdendo nel nostro sforzo di prevenire la malattia legata al COVID-19 non può superare i rischi di causare possibili effetti collaterali sottoforma di gravi coaguli di sangue nelle persone che vacciniamo», spiegano le autorità sanitarie.
L’Autorità Sanitaria danese ha dichiarato di aver concluso che «i benefici del vaccino COVID-19 di J&J non superano i rischi causati dai potenziali eventi avversi in coloro che ricevono il vaccino»
La Danimarca ha smesso di utilizzare il vaccino AstraZeneca il mese scorso dopo che i regolatori europei hanno scoperto un possibile legame tra il vaccino e «rarissimi» coaguli di sangue.
Il CDC ignora The Defender, nessuna risposta dopo due mesi
Secondo il sito web del CDC, «il CDC dà seguito a ogni segnalazione di decesso per cui si richiedano ulteriori informazioni, approfondire quanto accaduto e per determinare se il decesso sia stato causato dal vaccino o se non vi è correlazione».
The Defender ha contattato il CDC l’8 marzo con una lista scritta di domande riguardo i decessi segnalati e le lesioni associate ai vaccini COVID, sullo stato delle indagini rese note dai media, se fossero state effettuate autopsie, gli standard per determinare se la lesione abbia un nesso causale col vaccino, le iniziative educative per incoraggiare e facilitare un processo di segnalazioni accurato e preciso.
La Danimarca ha smesso di utilizzare il vaccino AstraZeneca il mese scorso dopo che i regolatori europei hanno scoperto un possibile legame tra il vaccino e «rarissimi» coaguli di sangue
Abbiamo cercato più volte di metterci in contatto col CDC via telefono e tramite e-mail. Al 7 maggio, 60 giorni dopo la nostra prima richiesta, siamo ancora in attesa di ricevere risposta alle nostre domande.
Children’s Health Defense chiede a chiunque abbia sperimentato reazioni avverse a un qualunque vaccino di compilare il rapporto seguendo questi tre passaggi.
Megan Redshaw
Traduzione di Alessandra Boni
© 5 maggio 2021, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Epidemie
L’Etiopia conferma il primo focolaio mortale del virus di Marburg
L’Etiopia ha confermato ufficialmente il suo primo focolaio di malattia da virus di Marburg (MVD) dopo che i test di laboratorio hanno rilevato il patogeno nella regione meridionale del Paese, hanno dichiarato sabato i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC).
Un primo allarme era stato emesso mercoledì in seguito alle segnalazioni di una sospetta febbre emorragica virale. I casi sono stati registrati nella città di Jinka, vicino al confine con Kenya e Sud Sudan.
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato su X che sono stati identificati almeno nove casi.
Sebbene il Ministero della Salute etiope non abbia confermato alcun decesso, l’agenzia sanitaria pubblica russa Rospotrebnadzor, citando diversi organi di informazione, ha riferito che potrebbero essere morte sei persone, tra cui due operatori sanitari che stavano curando pazienti infetti.
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Le autorità sanitarie locali hanno attivato i meccanismi di risposta alle emergenze, dispiegando squadre sul campo, rafforzando le misure di prevenzione e controllo delle infezioni e aumentando la sorveglianza nelle aree colpite. Sono inoltre in corso campagne di sensibilizzazione pubblica per contenere la diffusione del virus.
«L’Africa CDC continuerà a collaborare strettamente con il governo etiope e i partner per garantire una risposta rapida, coordinata ed efficace», ha affermato l’agenzia.
Nel frattempo, le autorità russe hanno annunciato controlli sanitari più rigorosi ai valichi di frontiera e hanno espresso preoccupazione per la potenziale diffusione regionale. Il Rospotrebnadzor ha anche affermato che un vaccino contro il virus Marburg sviluppato in Russia ha completato gli studi preclinici ed è pronto per la sperimentazione clinica.
Identificato per la prima volta nel 1967 in seguito a epidemie in Germania e Serbia, il virus di Marburg causa una febbre emorragica grave e altamente contagiosa, simile all’Ebola. I sintomi includono nausea, vomito, mal di gola e dolore addominale acuto, con casi gravi che portano a emorragie interne e morte. La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti o materiali contaminati.
La conferma della malattia in Etiopia arriva mentre il continente africano continua a fronteggiare molteplici emergenze di salute pubblica. All’inizio di quest’anno, un’epidemia del virus di Marburg ha ucciso dieci persone in Tanzania a gennaio, secondo l’OMS.
Inoltre, l’Africa sta affrontando la peggiore epidemia di colera degli ultimi 25 anni, con oltre 300.000 casi confermati e sospetti e oltre 7.000 decessi registrati nel 2025.
Come riportato da Renovatio 21 , ad inizio anno la Tanzania aveva negato, nonostante le dichiarazioni OMS, lo scoppio di un focolaio del virus di Marburgo.
Il Ruanda ha confermato di recente che i pipistrelli sono la probabile fonte dei primi casi registrati del virus di Marburg.
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Nel 2023, la Tanzania e la Guinea Equatoriale hanno segnalato casi di malattia, dopo i focolai in Ghana nel 2022 e in Uganda nel 2017.
Come riportato da Renovatio 21, vi era stato allarme alla stazione di Amburgo pochi mesi fa quando due persone provenienti dal Ruanda avevano mostrato dei sintomi mentre erano in treno. La banchina di arrivo del treno era stata quindi isolata dalle autorità tedesche.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS aveva dichiarato il focolaio di Marburg in Ghana, per poi convocare una riunione «urgente» sulla diffusione del virus.
La Russia sta sviluppando un vaccino contro il morbo.
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Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Armi biologiche
Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri
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Epidemie
Il senatore Rand Paul chiede i documenti dell’intelligence statunitense sulle origini di Fauci, Baric e COVID
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il senatore Rand Paul ha chiesto al direttore dell’intelligence nazionale statunitense, Tulsi Gabbard, di pubblicare le comunicazioni tra la comunità di intelligence statunitense, il virologo Ralph Baric, Ph.D., il dottor Anthony Fauci e altri funzionari della sanità pubblica. Paul ha affermato che i documenti mostrano che i virologi hanno ammesso privatamente una possibile fuga di notizie di laboratorio, pur affermando pubblicamente che il virus si è sviluppato naturalmente.
Il senatore repubblicano del Kentucky Rand Paul chiede al direttore dell’Intelligence nazionale statunitense Tulsi Gabbard di consegnare i documenti che mostrano i collegamenti tra la comunità dell’intelligence statunitense e importanti virologi e funzionari della sanità pubblica, tra cui il dottor Anthony Fauci, nell’ambito della sua indagine sulle origini del COVID-19.
«Nel corso dell’indagine, ho ottenuto informazioni che mi portano a credere che l’Intelligence Community sia in possesso di documenti essenziali per l’inchiesta in corso del Comitato», ha scritto Paul in una lettera del 30 ottobre in cui chiedeva a Gabbard di pubblicare documenti risalenti al 2012.
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La Gabbard ha tempo fino al 13 novembre per soddisfare la richiesta di Paul.
In una serie di post su X la scorsa settimana, Paul, presidente della Commissione per la sicurezza interna e gli affari governativi del Senato degli Stati Uniti, ha rivelato documenti che dimostrano che il virologo Ralph Baric, Ph.D., dell’Università della Carolina del Nord, ha comunicato con «membri della comunità di intelligence statunitense… ben prima dello scoppio della pandemia globale».
🚨 I’ve sent a letter to ODNI after uncovering new records showing U.S. intel was in contact with coronavirus researcher Ralph Baric as early as 2015. pic.twitter.com/GxuQ5ZDPt8
— Senator Rand Paul (@SenRandPaul) October 30, 2025
I documenti pubblicati da Paul includevano interazioni che suggerivano che il SARS-CoV-2 fosse emerso a causa di una fuga di notizie dall’Istituto di virologia cinese di Wuhan, nonostante i virologi coinvolti nelle comunicazioni affermassero pubblicamente che il virus aveva un’origine naturale.
Baric era già stato messo sotto accusa per il suo sostegno alla controversa ricerca sul guadagno di funzione e per una rischiosa proposta di ricerca presentata insieme alla dottoressa Zhengli Shi, ricercatrice del laboratorio di Wuhan, ampiamente definita la «Bat Lady» per la sua ricerca sul coronavirus che coinvolge i pipistrelli.
Nicholas Wade, ex redattore scientifico del New York Times, ha dichiarato a The Defender: «la richiesta di Paul che le agenzie di intelligence consegnino tutte le informazioni sui loro rapporti con Baric sarà di grande importanza se avrà successo, perché potrebbe aiutare a valutare il grado di complicità del governo statunitense nella catastrofe del COVID».
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I virologi hanno discusso privatamente la teoria della fuga di laboratorio, ma hanno utilizzato i fondi dei contribuenti per confutarla
Secondo la lettera di Paul, nel settembre 2015, l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (ODNI) e la CIA contattarono Baric per discutere di un «possibile progetto» relativo all’«evoluzione del coronavirus e al possibile adattamento umano».
Un comunicato stampa dell’ufficio di Paul della scorsa settimana affermava che meno di due mesi dopo, Baric e Shi avevano pubblicato i risultati dei loro «esperimenti congiunti sul coronavirus» sulla rivista Nature Medicine con il titolo «Un gruppo di coronavirus di pipistrello circolanti simile alla SARS mostra il potenziale per l’emergenza umana».
Il comunicato stampa afferma che la ricerca è stata finanziata con fondi pubblici provenienti dal programma USAID PREDICT e sovvenzioni dei National Institutes of Health (NIH). Si afferma inoltre che la comunità scientifica riconosce ampiamente che il lavoro prevede esperimenti di guadagno di funzione.
Nel 2018, Baric e Shi hanno collaborato alla stesura della proposta DEFUSE, che «cercava finanziamenti per un progetto che includeva piani per inserire un sito di scissione della furina in un coronavirus, sorprendentemente simile a quello che sarebbe poi emerso come SARS-CoV-2 che ha causato il COVID-19».
Sebbene la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) abbia respinto la proposta di Baric e Shi, «due anni dopo, all’inizio del 2020, il COVID-19 si è diffuso da Wuhan, la stessa località menzionata nella proposta DEFUSE».
«Quando il virus ha iniziato a circolare a livello globale, la stessa cerchia di scienziati che aveva proposto rischiosi esperimenti di guadagno di funzione ha improvvisamente iniziato a consigliare il governo degli Stati Uniti su come reagire», si legge nel comunicato stampa.
Nel 2015, il colonnello Daniel J. Wattendorf, allora responsabile del programma per la DARPA, tenne una presentazione alla terza conferenza internazionale sulla salute dell’mRNA in Germania sullo sviluppo di vaccini a mRNA che avrebbero «ridotto i tempi di risposta alle epidemie». Parlò di vaccini basati su DNA e RNA e della tecnologia di trasferimento genico.
Wattendorf è ora direttore delle soluzioni tecnologiche innovative nella divisione Salute globale della Fondazione Gates.
In un recente post su X, Paul ha fatto riferimento a un’e-mail del gennaio 2020 in cui un individuo non identificato, chiamato «lo Sponsor», chiedeva a Baric di tenere una presentazione sulla “situazione attuale del Coronavirus” durante una riunione del «Gruppo B» la settimana successiva.
Secondo la lettera di Paul, il Gruppo B «sembra essere un riferimento al Gruppo di esperti in scienze biologiche dell’ODNI».
Il 29 gennaio 2020, Baric rispose inviando via e-mail una copia di una presentazione PowerPoint, che includeva una diapositiva intitolata «Origini».
Il Free Beacon ha ottenuto una copia della presentazione da un informatore e l’ha pubblicata oggi.
La presentazione includeva una diapositiva che «discuteva la possibilità di un rilascio accidentale» dal laboratorio di Wuhan, «un’ipotesi che è stata poi pubblicamente respinta, etichettata come teoria del complotto e diffamata dal dottor Fauci e dalla sua cerchia ristretta», si legge nel comunicato stampa.
Secondo The Free Beacon, un mese dopo Baric tenne una presentazione quasi identica al Congressional Biomedical Research Caucus, ma senza alcun contenuto che suggerisse che il COVID-19 potesse essere trapelato dal laboratorio di Wuhan.
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Le agenzie di Intelligence «hanno continuato a ostacolare» le indagini sulle origini del COVID
Nella lettera di Paul si chiede a Gabbard di divulgare le comunicazioni dell’intelligence statunitense con Fauci, l’ex direttore del NIH Francis Collins e l’ ex principale collaboratore di Fauci David Morens, che è sotto inchiesta del Congresso per aver utilizzato la sua e-mail personale per discutere di argomenti come le origini del COVID-19, nel tentativo di eludere le norme federali sulla conservazione dei dati.
Nella lettera si chiedono anche comunicazioni che coinvolgano Peter Daszak, Ph.D., ex presidente dell’EcoHealth Alliance, che ha ricevuto finanziamenti federali per la ricerca sul guadagno di funzione, e Jeremy Farrar e molti altri virologi di spicco.
All’inizio del 2020, Fauci, Collins, Farrar, Daszak e molti altri virologi citati nella lettera di Paul hanno collaborato alla pubblicazione di «L’origine prossimale del SARS-CoV-2».
L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020 ed è diventato uno degli articoli scientifici più citati dell’anno, nonostante alcuni coautori dubitassero in privato che il COVID-19 fosse un’infezione naturale.
L’11 febbraio 2020, Fauci incontrò Baric, secondo una copia del suo programma. Farrar divenne in seguito capo scientifico dell’OMS e ora ricopre il ruolo di vicedirettore generale per la promozione della salute e la prevenzione e il controllo delle malattie.
L’ amministrazione Trump sta attualmente indagando per stabilire se gli autori e gli editori di «Proximal Origin» abbiano permesso a Fauci e ad altri di influenzare le conclusioni dell’articolo in cambio di finanziamenti federali.
A gennaio, poco prima di lasciare l’incarico, l’ex presidente Joe Biden ha graziato preventivamente Fauci, proteggendolo da procedimenti penali federali per «qualsiasi reato» relativo ai suoi doveri ufficiali, inclusa la sua direzione del National Institute of Allergy and Infectious Disease presso l’NIH. La grazia è retroattiva al 1° gennaio 2014.
Secondo Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University, Ph.D. e critico della ricerca sul guadagno di funzione, quella data è fondamentale per Fauci e il COVID-19. Ha affermato che il 2014 «è la data di inizio del finanziamento NIH AI110964, il finanziamento NIH che ha finanziato la ricerca di Wuhan che ha causato il COVID e che Fauci ha approvato per il finanziamento continuato nel 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019, in violazione di una moratoria [sulla ricerca sul guadagno di funzione] nel 2014-2017».
Ebright ha aggiunto: «Fauci era consapevole dei rischi e sapeva che le politiche del governo statunitense in vigore dal 2014 al 2019 gli impedivano di correre rischi, ma Fauci, anteponendo il suo ego agli interessi di 7,9 miliardi di cittadini di tutto il mondo, ha scelto di correre i rischi e di violare le politiche».
A settembre, i documenti pubblicati da Paul nell’ambito della sua indagine sulle origini del COVID-19 hanno dimostrato che Fauci nel 2020 aveva ordinato ai colleghi di cancellare le email relative al COVID-19, potenzialmente in violazione della legge federale. Paul ha chiesto a Fauci di testimoniare davanti al Congresso entro la fine dell’anno.
Nella lettera di Paul a Gabbard si chiede inoltre di includere tutte le email inviate tra gennaio 2012 e il mese scorso da qualsiasi dipendente dell’ODNI che discuta delle origini del COVID-19, di Shi e del Wuhan Institute of Virology, della DARPA e della proposta DEFUSE, del programma PREDICT dell’USAID e dei laboratori biologici nazionali ed esteri «che ricevono finanziamenti o supporto dal governo degli Stati Uniti».
Paul ha anche richiesto email riguardanti l’ODNI e l’EcoHealth Alliance. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti governativi statunitensi per l’EcoHealth Alliance.
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Ebright ha detto: «A partire dal 2002, le agenzie di intelligence statunitensi hanno cercato di monitorare la ricerca cinese sugli agenti biologici per il coronavirus. Daszak e Baric, i finanziamenti per la ricerca cooperativa che li attraversavano e la ricerca collaborativa che li coinvolgeva facevano parte di questo schema di monitoraggio dell’intelligence».
Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, ha affermato che durante le prime fasi della pandemia di COVID-19, «il coronavirus ha acquisito spontaneamente una funzione nella stessa città di un istituto di ricerca che conduceva ricerche sull’acquisizione di funzione su un coronavirus», eppure al pubblico è stato «detto con fermezza di non mettere in discussione le origini».
«Perché non considerare ogni possibile origine? Seguendo il flusso di denaro si arriva all’EcoHealth Alliance e poi di nuovo ai contribuenti americani», ha detto Jablonowski.
Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIA, l’FBI, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, il Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria.
A maggio, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che sospende per 120 giorni tutte le ricerche sul guadagno di funzione negli Stati Uniti e pone fine ai finanziamenti federali per tale ricerca in alcuni paesi.
Secondo Ebright, ora che sono trascorsi 120 giorni, «continuano i finanziamenti federali per la ricerca sull’acquisizione di funzione di patogeni virali ad alto rischio».
Wade ha ipotizzato che le indagini federali sulle origini del COVID-19 siano ostacolate. Ha affermato: «Quando Trump è tornato alla Casa Bianca sembrava che avrebbe aperto gli archivi del governo per fare tutta la luce possibile sulle origini del virus COVID-19 e sull’alta probabilità che fosse stato creato nell’Istituto di virologia di Wuhan in Cina».
«È strano, quindi, che le agenzie di intelligence abbiano continuato a fare ostruzionismo e che l’Università della Carolina del Nord sia riuscita a opporsi a tutte le richieste di accesso alle informazioni relative al lavoro di Baric, il principale ricercatore statunitense sui coronavirus».
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 4 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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