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Le morti in culla improvvise e inspiegate sono state sottostimate: nuovo studio JAMA

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.

 

 

 

Quando un bambino di 12 mesi o più muore improvvisamente e nessuno riesce a capire perché, la morte viene registrata sotto la generica denominazione di «morte infantile improvvisa e inspiegata» (SUDC, Sudden Infant Death in Childhood).

 

Il Center for Disease Control and Prevention (CDC) afferma che quasi 400 bambini sono morti improvvisamente e senza una causa chiara nel 2017 e 2018, ma un nuovo studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA) mette in discussione i dati del CDC. Secondo i ricercatori universitari e gli esperti medici e forensi che firmano lo studio, le numerose incongruenze nei certificati di morte lasciano pensare che gli ufficiali sanitari americani stanno sottovalutando la frequenza dei decessi.

 

Le numerose incongruenze nei certificati di morte lasciano pensare che gli ufficiali sanitari americani stanno sottovalutando la frequenza dei decessi

I maschi rappresentano la maggior parte dei casi di SUDC, e il rischio è doppio nei bambini afroamericani rispetto agli altri gruppi.

 

Nonostante il CDC monitori i decessi improvvisi fino ai 18 anni, l’età media delle morti è due anni (32 mesi nello studio del JAMA).

 

Quasi tutti i bambini erano nati a termine, sviluppati normalmente e «in stato di buona salute prima del decesso»– che spesso avviene durante il sonno.

I maschi rappresentano la maggior parte dei casi di SUDC, e il rischio è doppio nei bambini afroamericani rispetto agli altri gruppi.

 

Senza elementi su cui lavorare, le morti impreviste «eludono la conoscenza scientifica», afferma l’autore dello studio JAMA.

 

 

Registrazione disfunzionale delle morti 

Secondo i professionisti che si occupano della registrazione delle morti, «il processo per creare e inserire le cause di morte nei pubblici registri è complicato, contorto e politicizzato» che conduce a un «quadro inaccurato e non esaminato di ciò che causa la morte». La revisione da parte di JAMA di 100 autopsie, SUDC Registry and Research Collaborative, per ulteriori indagini (92% degli Stati Uniti, 8% dal Canada o dal Regno Unito) corroborano questa osservazione.

 

Gli autori hanno mostrato che in quattro casi su dieci la causa della morte non coincideva con quella del verdetto originale, con numerosi disaccordi (61% dei casi) su come interpretare gli esiti delle analisi

Dopo aver esaminato attentamente i rapporti medici, il contesto della morte, le autopsie, gli esami supplementari e i dati genetici a disposizione, gli autori hanno mostrato che in quattro casi su dieci la causa della morte non coincideva con quella del verdetto originale, con numerosi disaccordi (61% dei casi) su come interpretare gli esiti delle analisi.

 

Non solo i certificati di morte hanno riportato cause «non confermate da esami successivi», ma i ricercatori hanno definito «inspiegate» 28 morti che i certificati dichiaravano «accidentali» o «naturali».

 

Gli autori del JAMA e altri esperti hanno evidenziato alcune falle nel processo di certificazione dei decessi per quanto attiene al SUDC. Nello specifico:

 

  • Una «carenza cronica» di medici legali disponibili negli USA. Dopo che il National Research Council aveva evidenziato il problema nel 2009, l’epidemia di oppiacei ha creato un «eccesso di casi» che ha aggravato la situazione. A febbraio, il New York Times ha riportato che i primari di medicina legale delle principali città «hanno rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro l’insopportabile carico di lavoro e l’insufficienza di finanziamenti e risorse». Da una recente analisi dei ricercatori del CDC sulle «morti improvvise nei giovani» (SDY, Sudden Death in the Young) è emerso che la rinuncia dei medici legali era una ragione comune per l’assenza dei risultati delle autopsie.

 

Non solo i certificati di morte hanno riportato cause «non confermate da esami successivi», ma i ricercatori hanno definito «inspiegate» 28 morti che i certificati dichiaravano «accidentali» o «naturali»

  • Scarsa attenzione per l’istologia degli organi. Anche se il cervello e il cuore sono frequentemente implicati nella morte improvvisa, gli autori di JAMA hanno scoperto che le analisi su questi due organi erano «al di sotto degli standard», almeno il 28% delle volte nel caso del cervello e del 21% per il cuore. Le scoperte sui tessuti del cuore e del cervello sono state tra i principali motivi di disaccordo tra i patologi e i revisori. Nella revisione dei casi di SDY da parte del CDC, «possibili morti cardiache» era una motivazione frequente per classificare una morte infantile improvvisa come «inspiegata».

 

  • Pressioni per trovare una spiegazione. Gli autori del JAMA suggeriscono che gli esaminatori preferiscono attribuire la morte improvvisa dei bambini a cause accidentali o naturali o a patologie minori come bronchiti, anziché dichiararla «inspiegata», per «evitare il limbo di una certificazione inspiegata» e l’apparenza di una «indagine incompleta» o una in cui «l’informazione è stata trascurata». Citando un medico legale che dice: «Dovevo scrivere qualcosa» osservano che «la pressione reale o percepita per identificare la causa del decesso può portare a determinazioni immotivate».

 

 

Vaccini – informazioni «ignorate»

I ricercatori sulla mortalità infantile hanno notato che, anche se i dati delle autopsie e di esami supplementari erano disponibili, un significativo numero di morti improvvise nei bambini è rimasto inspiegato. Alla fine del 2019, i patologi forensi giapponesi che scrivevano sull’American Journal of Forensic Medicine and Pathology hanno evidenziato una potenziale causa di morte improvvisa che i ricercatori americani avevano ignorato o sottovalutato: i vaccini.

Un significativo numero di morti improvvise nei bambini è rimasto inspiegato

 

Partendo dal fatto che la revisione dei soli certificati di morte era «infruttuosa» per le indagini, gli esperti forensi giapponesi hanno esaminato le autopsie per determinare a potenziale relazione tra morte infantile improvvisa e vaccinazione nei bambini con meno di due anni.

 

Tra i bambini la cui storia vaccinale era disponibile, 22% sono morti entro sette giorni e 25% entro un mese dalla somministrazione di uno o più vaccini.

 

Il vaccino contro l’Haemophilus Influenzae di tipo b (Hib) «era quello più citato come ultima immunizzazione prima del decesso», scoperta coerente con numerosi studi svolti in tutto il mondo che hanno riportato decessi di bambini dopo il vaccino pentavalente o esavalente contenente Hib.

Tra i bambini la cui storia vaccinale era disponibile, 22% sono morti entro sette giorni e 25% entro un mese dalla somministrazione di uno o più vaccini

 

Pur sapendo le difficoltà di giudicare se un decorso fatale sia «veramente determinato dal vaccino» – così come è quasi impossibile individuare quale vaccino sia responsabile in caso di somministrazione multipla – gli autori giapponesi affermano che «esistono casi sospetti» e spingono i patologi forensi a inserire nella loro analisi di routine le vaccinazioni, anziché attendere la richiesta dei genitori.

 

Il COVID-19 ha fornito l’opportunità per un interessante «esperimento naturale» per osservare la correlazione tra vaccinazione e morte improvvisa nei bambini. Come scritto sul Health Choice in giugno, con i lockdown della primavera scorsa, le morti infantili sono diminuite del 30%, nello stesso periodo in cui i sanitari hanno registrato un declino nelle visite pediatriche, quando vengono somministrati i vaccini. Applaudendo il fatto che 200 giovani vite sono state salvate ogni settimana, Health Choice suggerisce che questo risultato «mette in discussione l’azione stessa – obbligo vaccinale per tutti – che le malattie infettive e la comunità medica hanno portato avanti per anni».

 

 

Un segnale d’allarme: le convulsioni febbrili

Nel sottolineare lo stato complessivo di buona salute dei bambini deceduti, gli autori di  JAMA hanno identificato come possibile segnale d’allarme per la morte infantile improvvisa un’anamnesi famigliare o personale di convulsioni febbrili. (Questo contrasta con le rassicurazioni immotivate di molti esperti secondo cui le convulsioni non rappresentino eventi di cui preoccuparsi.)

 

Il vaccino contro l’Haemophilus Influenzae di tipo b (Hib) «era quello più citato come ultima immunizzazione prima del decesso», scoperta coerente con numerosi studi svolti in tutto il mondo che hanno riportato decessi di bambini dopo il vaccino pentavalente o esavalente contenente Hib

In una precedente analisi su 391 casi di SUDC tra 1 e 6 anni (sempre pubblicato su JAMA) lo stesso gruppo di ricerca ha scoperto che il 29% dei bambini aveva sofferto di convulsioni febbrili, «dieci volte di più della popolazione in generale». Nello studio del 2020 si spingono a ipotizzare una correlazione con la morte improvvisa nell’epilessia (SUDEP), citando «uno sviluppo cerebrale lievemente anormale» in alcuni bambini vittime di SUDC (che potrebbe essere la causa o l’effetto delle convulsioni), ma non spendono neanche una parola sui vaccini.

 

Il ruolo dei vaccini come fattore di rischio per le convulsioni febbrili dovrebbe, ormai, essere noto.

 

Uno studio del 2013 condotto da ricercatori italiani, ad esempio, mostra apertamente che i vaccini sono la seconda causa delle convulsioni febbrili e non nasconde le preoccupazioni sull’«apprensione del pubblico» che la scoperta potrebbe causare.

 

Su 391 casi di SUDC tra 1 e 6 anni (sempre pubblicato su JAMA) lo stesso gruppo di ricerca ha scoperto che il 29% dei bambini aveva sofferto di convulsioni febbrili, «dieci volte di più della popolazione in generale»

Il foglio illustrativo dei vaccini mostra che 19 vaccini – tra cui quello per l’influenza e la maggior parte delle formulazioni dei vaccini programmati per l’infanzia – hanno dato luogo a convulsioni febbrili sia durante la sperimentazione sia dopo la commercializzazione. Nel 2010, l’Australia ha sospeso l’utilizzo del vaccino per l’influenza stagionale nei bambini al di sotto dei 5 anni dopo molte «reazioni gravi e impreviste e convulsioni febbrili».

 

È interessante notare come una condizione fatale chiamata «morte per aritmia improvvisa» (SADS, Sudden Arrhythmia Death Syndrome) – un’improvvisa interruzione del ritmo cardiaco che uccide circa 4.000 tra bambini, adolescenti e giovani adulti ogni anno – ha come principale segnale d’allarme gli svenimenti.

 

Come le convulsioni febbrili, lo svenimento (sincope) è una reazione post-vaccino molto frequente, associata a 27 vaccini diversi.

 

Uno studio del 2013 condotto da ricercatori italiani, ad esempio, mostra apertamente che i vaccini sono la seconda causa delle convulsioni febbrili e non nasconde le preoccupazioni sull’«apprensione del pubblico» che la scoperta potrebbe causare

Lo svenimento è particolarmente frequente negli adolescenti e nei giovani vaccinati. Il sito web del CDC descrive «una tendenza crescente delle sincopi che coincide con la diffusione di 3 vaccini per gli adolescenti: papillomavirus (HPV), meningite (MenACWY) e Tdap (tetano, difterite, pertosse)». Il foglio illustrativo collega i tre vaccini al decesso dei bambini e giovani.

 

 

Ragionamento circolare

Dove si parla di morti infantili improvvise e vaccinazioni, il ragionamento circolare abbonda. Ad esempio, i ricercatori del CDC hanno citato il fatto che «molti vaccini vengono somministrati ai bambini (spesso contemporaneamente) durante i controlli di routine» per motivare i decessi che avvengono «in un breve lasso di tempo in seguito alla vaccinazione» alla «mera casualità», ammettendo altresì che la maggior parte dei decessi registrati al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) si riferisce ai bambini più piccoli.

 

Secondo l’agenzia sanitaria pubblica, anche se il 79% dei bambini i cui decessi sono registrati al VAERS a partire dal 2013 hanno ricevuto più vaccini contemporaneamente, «non si rileva nessun modello degno di preoccupazione».

 

Il foglio illustrativo dei vaccini mostra che 19 vaccini – tra cui quello per l’influenza e la maggior parte delle formulazioni dei vaccini programmati per l’infanzia – hanno dato luogo a convulsioni febbrili sia durante la sperimentazione sia dopo la commercializzazione

La scoperta degli autori di JAMA di una mancanza di certificazione originale del decesso e della relativa revisione è allarmante, dato che le statistiche sulla mortalità del CDC «vengono compilate in base alle informazioni reperite negli uffici dei medici legali».

 

Come scrive il New York Times, «il sistema di indagine medico-legale… è la fonte principale di dati che guida la nostra comprensione di quello che ci uccide, e non dovrebbe».

 

Secondo un operatore delle registrazioni dei decessi, sono solo gli individui «incredibilmente rari» e «integerrimi» –  gente che vada «oltre le regole imposte dal protocollo» e «pensa fuori dagli schemi delle procedure standard»– che registrano una reazione avversa al vaccino sul certificato di morte e, anche allora, non come la causa determinante.

 

Finché la situazione non cambia, «inspiegata» rimarrà l’insoddisfacente parola chiave in molte diagnosi per la morte improvvisa dei bambini.

Finché la situazione non cambia, «inspiegata» rimarrà l’insoddisfacente parola chiave in molte diagnosi per la morte improvvisa dei bambini.

 

 

Il Team di Children’s Health Defense

 

 

Traduzione di Alessandra Boni

 

 

© 5 novembre 2020, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

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Animali

Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale

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Gli scienziati dell’Istituto indiano di tecnologia Roorkee, in India, hanno pubblicato un articolo sulla rivista Scientific Reports per discutere della loro scoperta del Vasuki Indicus, una nuova specie di serpente gigante, vissuto circa 47 milioni di anni fa nello Stato indiano del Gujarat.

 

I resti del gargantuesco serpentone sono stati trovati nella miniera di carbone di Panandhro, nella regione di Kutch. Il suo nome è stato scelto in riferimento al luogo del ritrovamento e alla leggendaria creatura simile a un serpente associata alla divinità induista Shiva.

 

I ricercatori hanno osservato 27 vertebre, per lo più in buono stato di conservazione e alcune delle quali ancora articolate, che sembrano essere state raccolte da un individuo adulto. I pezzi ossei hanno dimensioni comprese tra 37,5 e 62,7 millimetri in lunghezza e tra 62,4 e 111,4 millimetri in larghezza, indicando un corpo ampio e cilindrico.

 

Sulla base di queste misurazioni, gli scienziati hanno ipotizzato che l’esemplare di Vasuki Indicus di cui facevano parte potesse raggiungere una lunghezza compresa tra 10,9 e 15,2 metri.

 

«Il team, guidato da Debajit Datta e Sunil Bajpai, ha scoperto i resti fossili della specie, che poteva raggiungere una lunghezza stimata tra gli 11 e i 15 metri, praticamente quanto uno scuolabus» scrive La Stampa.

 

Tuttavia non è dato sapere quanto letale per l’uomo potrebbe essere stato il rettilone. Sappiamo invece perfettamente quando posso ferire, di questi tempi, il suo termine di paragone, lo scuolabus.

 

«Autista dello scuolabus ha un malore e muore a Chiavari: aveva appena concluso il giro con i bambini»: Il Messaggero di due settimane fa.

 

«Incidente a Cittadella: autista di scuolabus ha un malore e va a sbattere contro una corriera». Il Resto del Carlino, 25 gennaio 2023.

 

La Spezia, maggio 2022: «Malore improvviso per l’autista dello scuolabus, mezzo fa un volo di venti metri». Lo riporta La Città della Spezia.

 

«Padova, autista di scuolabus muore alla guida». Automoto, ottobre 2023.

 

Corridonia, provincia di Macerata: «Malore fatale in strada, arrivano i soccorsi e uno scuolabus resta bloccato sui binari mentre arriva il treno». Il Resto del Carlino, il mese scorso.

 

Ottobre 2023: «Autista di scuolabus ha un malore alla guida: Jessica muore a 15 anni schiacciata dal mezzo». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Stati Uniti, aprile 2023: «L’autista dello scuolabus ha un malore: studente di 13 anni prende il controllo del mezzo».

 

Roma, dicembre 2022: «Scuolabus fuori strada a Roma, paura per 41 bambini: Malore dell’autista». Lo riporta IlSussidiario.net.

 

Renovatio 21 ha riportato tanti altri casi.

 

«I ricercatori ipotizzano inoltre che il predatore preistorico cacciasse in modo lento, come le anaconde» scrivono gli scienziati scopritori del serpentazzo indico.

 

Abbiamo imparato invece che il suo termine di paragone, lo scuolabus, miete vittime all’improvviso.

 

«Malori improvvisi» del conducente, che rischiano di tirare giù con loro le vite di diecine di bimbi trasportati.

 

E quindi: cosa è più pericoloso? Il boa preistorico di 15 metri o mandare il proprio figlio a scuola?

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Essere genitori

Il 25% dei bambini di età compresa tra 3 e 4 anni possiede uno smartphone: studio

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Uno studio condotto dall’autorità governativa di regolamentazione delle comunicazioni nel Regno Unito ha rilevato che un quarto dei bambini di soli 3-4 anni possiede uno smartphone. Lo riporta il giornale britannico Telegraph.   Dallo studio di Ofcom è infatti emerso che un quarto di tutti i bambini sotto i 7 anni possiede un dispositivo intelligente, con un aumento di circa il 5% in un anno.   I dati per i bambini di età inferiore a 7 anni sono stati forniti dai genitori, quindi il numero reale potrebbe essere molto più alto se alcuni genitori scegliessero di essere liberali riguardo alla verità.   Lo studio ha rilevato che quasi il 60% dei bambini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni possiede un telefono e, quando si arriva ai 12-17 anni, essenzialmente tutti i bambini possiedono uno smartphone.   Ofcom ha osservato che «i bambini delle scuole materne sono sempre più online e godono di una maggiore indipendenza digitale da parte dei genitori».   Lo studio ha anche scoperto che i bambini riescono ad aggirare i controlli sull’età per accedere alle app dei social media, semplicemente inventando la loro data di nascita.

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Più della metà (51%) di età inferiore ai 13 anni utilizza un’app di social media di qualche tipo sui propri telefoni, nonostante il fatto che la maggior parte delle app di social media richieda che gli utenti abbiano più di 13 anni.   Un totale del 40% dei bambini di età compresa tra 8 e 17 anni ha dichiarato a Ofcom di aver mentito sulla propria età per accedere a un’app.   Nella fascia di età 5-7 anni, un terzo dei genitori ha affermato che i propri figli utilizzano le app completamente senza supervisione e un terzo ha affermato di consentire ai propri figli di utilizzare le app prima che raggiungano l’età minima consigliata.   Il commissario governativo per l’infanzia britannico, Rachel de Souza, ha commentato che «l’uso dei social media e delle piattaforme di messaggistica da parte dei minorenni è molto diffuso. Le tutele previste dall’Online Safety Act devono essere implementate in modo rapido e deciso, con efficaci garanzie sull’età».   I risultati arrivano mentre il governo di Londra sta valutando la possibilità di attuare un divieto totale per i minori di 16 anni di acquistare smartphone, scrive Modernity News.   Tuttavia, tale legge non impedirebbe ai genitori di acquistare i dispositivi e di darli ai bambini, come avviene nella stragrande maggioranza delle case. Il governo sta anche valutando una legge che richiederebbe l’approvazione dei genitori quando i bambini di età inferiore ai 16 anni si iscrivono ad account sui social media.   Richard Collard della National Society for the Prevention of Cruelty to Children ha sottolineato che «il numero di bambini molto piccoli che utilizzano i social media indica un fallimento sistemico da parte delle aziende tecnologiche nel far rispettare i limiti di età da loro stabiliti”.   Gli studi hanno dimostrato che esistono ampie prove che l’uso dei social media è collegato ad un aumento dell’ansia, della depressione e ad un declino del benessere mentale tra i giovani. Le connessioni tra telefonino e l’aumento del cortisolo – l’ormone dello stress – sono discusse da diversi anni.   Come riportato da Renovatio 21, una curiosa circolare del ministero dell’Istruzione italiano dell’anno scorso descriveva lo smartphone come una droga «non diversa dalla cocaina».   Negli anni è emerso che le app degli smartphone spiano i bambini su «una scala scioccante», hanno rivelato esperti a Children’s Health Defense.

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«Influencer» per genitori condannata per abusi su minori

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Una madre americana di sei figli, i cui consigli online sui genitori hanno attirato più di due milioni di abbonati su YouTube, è stata condannata il mese scorso ad almeno quattro anni di carcere con l’accusa di aggravamento di abusi su minori.

 

Ruby Franke, 42 anni, che gestiva il canale YouTube «8 Passengers», ora cancellata, è stata arrestata lo scorso agosto nello stato americano dello Utah quando suo figlio dodicenne malnutrito è scappato dalla casa di un’altra donna, Jodi Hildebrandt, 54 anni, per chiedere cibo e acqua a un vicino.

 

Il bambino era stato legato con nastro adesivo e aveva ferite aperte visibili a causa dell’essere stato legato con una corda, secondo i documenti della polizia. Hildebrandt, con il quale Franke collaborava in un’impresa commerciale separata, è stata condannata alla stessa pena detentiva di quattro pene da uno a 15 anni ciascuna.

 

Entrambe si erano dichiarate colpevoli a dicembre delle accuse di abuso aggravato di secondo grado su minori.

 

 

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Scusandosi con i suoi figli dopo la sua condanna, Franke ha detto di aver «creduto che l’oscurità fosse luce e che il giusto fosse sbagliato. Farei qualsiasi cosa al mondo per voi. Ho preso da voi tutto ciò che era tenero, sicuro e buono». Nella sua stessa dichiarazione, la Hildebrandt ha detto che spera che i bambini possano «guarire fisicamente ed emotivamente».

 

Durante il processo dell’anno scorso, il pubblico ministero Eric Clarke ha detto alla corte che due dei figli di Franke erano stati costretti a vivere in un «ambiente simile a un campo di concentramento» e gli erano stati «regolarmente negati cibo, acqua, letti in cui dormire e praticamente ogni forma di divertimento».

 

 

La Franke aveva creato il suo canale YouTube «8 Passengers» nel 2015 e l’estate scorsa aveva accumulato 2,3 milioni di abbonati, molti dei quali attratti dai video della vita familiare suburbana di Franke.

 

Tuttavia, alcuni spettatori si sono preoccupati nel 2020 quando uno dei suoi figli ha detto in un video che aveva dormito su un pouf per sette mesi. Altri video descrivevano Franke che tratteneva il cibo dai suoi figli e «annullava» il Natale come punizione.

 

Il canale YouTube «8 Passengers» è stato cancellato nel 2022, lo stesso anno in cui la Franke si era separata dal marito Kevin.

 

Nell’ambito di un patteggiamento, Hildebrandt – che ha collaborato con Franke in una serie di video di «life coaching» – ha ammesso di essere a conoscenza degli abusi sui minori e di aver costretto uno dei figli di Franke a «saltare più volte in un cactus».

 

Ha aggiunto che Franke aveva detto ai suoi figli che erano «malvagi e posseduti» e dovevano «pentirsi».

 

In una dichiarazione rilasciata dal suo avvocato prima del processo l’anno scorso, Kevin Franke ha chiesto che fosse inflitta la pena massima al suo ex partner per l’abuso «orribile e disumano» dei suoi figli.

 

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Immagine screenshot da YouTube

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