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La Sindone di Torino nuovamente contestata

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Uno studio pubblicato su Archaeometry cerca di mettere in discussione l’origine della Sindone di Torino, suggerendo che si tratti di un’opera medievale ricavata da un modello di bassorilievo. Di fronte a queste affermazioni, non particolarmente originali, il Centro Internazionale per gli Studi sulla Sindone (CISS) e le autorità ecclesiastiche hanno reagito, evidenziando i difetti metodologici del rapporto pubblicato.

 

Niente di nuovo sotto il sole… Lo studio di Cicero Moraes, pubblicato nel luglio 2025 e ripreso da una stampa scientifica spesso ostile alla religione, si basa sull’utilizzo di un software di modellazione 3D chiamato Blender, il cui scopo è simulare l’interazione di un tessuto con un corpo umano e un bassorilievo.

 

Secondo l’ipotesi del ricercatore, che presuppone che la Sindone sia un falso – una flagrante mancanza di rigore scientifico – l’immagine stampata sul telo costituirebbe una rappresentazione artistica ricavata da un modello in bassorilievo, piuttosto che un’impronta diretta di un corpo umano.

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Per giustificare le sue contorsioni mentali, Cicero Moraes invoca il cosiddetto effetto «Maschera di Agamennone», un fenomeno che consiste in una distorsione nota che si verifica quando un tessuto si adatta alla forma di un oggetto tridimensionale.

 

Il Centro Internazionale per gli Studi sulla Sindone (CISS) è stato rapido a rispondere. In una dichiarazione pubblicata a metà estate, il 4 agosto 2025, gli scienziati che difendevano l’autenticità della Sindone hanno risposto con inequivocabile chiarezza: le conclusioni di Cicero Moraes non presentano «alcuna novità scientifica».

 

Già nel 1902, infatti, i ricercatori Paul Vignon e Yves Delage avevano stabilito che l’immagine della Sindone derivava da una proiezione ortogonale, ovvero da un’immagine formata da una proiezione verticale anziché da un contatto diretto avvolgente.

 

Questa osservazione, consolidata da oltre un secolo di ricerca, contraddice quindi formalmente l’ipotesi del trasferimento per contatto, sia che si tratti di un corpo che di un bassorilievo.

 

Le indagini condotte a partire dagli anni ’70 dal Progetto di Ricerca sulla Sindone di Torino (STURP) hanno inoltre escluso la possibilità che l’immagine fosse prodotta da tecniche come la pittura, lo sfregamento su un bassorilievo o il contatto con una statua riscaldata. Pertanto, le conclusioni dello studio, lungi dall’essere innovative, ribadiscono ipotesi già ampiamente dibattute e confutate.

 

Oltre alla mancanza di originalità, il CISS evidenzia i difetti metodologici dello studio pubblicato sulla Sindone. I software di modellazione 3D, pur essendo potenti per la progettazione grafica, non sono progettati per esperimenti scientifici rigorosi.

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Nelle simulazioni di Cicero Moraes, il corpo modellato è rappresentato come sospeso nello spazio, senza una superficie di supporto, creando una situazione fisicamente irrealistica. Questa approssimazione distorce i risultati, rendendo le conclusioni inaffidabili.

 

Come sottolinea il CISS, una seria ricerca scientifica sulla Sindone deve basarsi su dati verificabili, protocolli riproducibili e dialogo interdisciplinare, tenendo conto della vasta letteratura esistente. Il centro cita il fisico Richard Feynman, che negli anni Settanta ci ricordava: «se si conduce un esperimento, si deve riferire tutto ciò che potrebbe invalidarlo, non solo ciò che si ritiene corretto».

 

Anche il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e Custode Pontificio della Sindone, ha preso posizione. Pur rifiutandosi di commentare in dettaglio l’opera di Cicero Moraes, l’alto prelato ha espresso preoccupazione per la «superficialità» delle presunte conclusioni scientifiche amplificate dai media in cerca di «sensazionalismo», soprattutto quando si tratta di attaccare questioni direttamente o indirettamente legate alla religione cattolica.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia; modificata

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Spirito

460 giovani festeggiano Cristo Re a Diessenhofen

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L’incontro internazionale di Cristo Re, organizzato dal Movimento Giovanile Cattolico (KJB), fondato dalla FSSPX, ha riunito quest’anno la cifra record di 460 giovani di lingua tedesca. Provenienti da Svizzera, Germania e Austria, si sono riuniti sulle rive del Reno a Diessenhofen, in Svizzera, per tre giorni di preghiera, formazione e comunione cristiana, dal 24 al 26 ottobre 2025.  

Inizia il fine settimana: preghiera e accoglienza

I primi partecipanti si sono riuniti venerdì sera per la Compieta, seguita da un momento conviviale. Sabato mattina, l’incontro è iniziato con la Messa nella chiesa del Monastero di Santa Caterina, celebrata da Padre Tobias Zahner. Nella sua omelia, ha sottolineato il ruolo indispensabile della Chiesa in un mondo travagliato e l’ha descritta come una «scialuppa di salvataggio in tempi di tempesta».  

Formazione, scambi e scoperte

Il programma del sabato pomeriggio è stato ricco e variegato, con tredici workshop che hanno affrontato temi che spaziano dalla vita interiore alle questioni etiche, passando per le sfide attuali che la Chiesa e la società si trovano ad affrontare.   Parallelamente, un’ampia area relax e scoperta ha permesso ai ragazzi di partecipare a vari giochi, gare, discussioni spontanee e attività manuali, come la realizzazione di rosari.   Diversi stand hanno ospitato scuole cattoliche, ordini religiosi, movimenti mariani, enti di beneficenza e iniziative missionarie. La rivista Der Gerade Weg ha presentato il suo nuovo numero, mentre la fiera ha offerto un ambiente rilassato per il networking.

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Fiaccolata nel centro storico

Sabato sera, una fiaccolata ha attraversato il centro storico. Con le candele in mano, accompagnati dalla banda musicale e dalla statua del Sacro Cuore, i giovani si sono diretti cantando e pregando verso la chiesa del monastero, dove erano attesi per l’adorazione del Santissimo Sacramento e la solenne compieta della festa di Cristo Re.  

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Intervento del Superiore Generale: speranza e fedeltà

Domenica mattina, Padre Davide Pagliarani, Superiore Generale della FSSPX, ha tenuto una conferenza sulla Chiesa alla luce dell’Apocalisse. Ha ricordato ai presenti che la Chiesa deve rimanere fedele ai suoi insegnamenti senza lasciarsi ridurre a semplici concetti mondani.   Durante la sessione di domande, ha incoraggiato i giovani sottolineando i segnali di speranza, tra cui il crescente numero di vocazioni nei seminari tradizionali.  

Il momento clou: la messa solenne di Cristo Re

La festa di Cristo Re quest’anno ha assunto un carattere speciale, in occasione del centenario dell’enciclica Quas Primas (1925). L’organo barocco del monastero è stato suonato da un giovane organista di Ratisbona, e il coro, la schola della KJB-Svizzera e un ensemble di ottoni hanno contribuito alla bellezza della liturgia. A causa dell’elevato numero di partecipanti, è stato necessario celebrare contemporaneamente una seconda Messa.

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Nuovo motto per il 2026

Durante il banchetto di chiusura è stato svelato il nuovo motto annuale:   «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25).   Questo messaggio accompagnerà i giovani della KJB per tutto l’anno 2026, invitandoli ad approfondire la loro fedeltà quotidiana e a far risplendere la regalità sociale del Nostro Signore.
  Articolo previamente apparso su FSSPX.News  

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Spirito

Il cardinale Zen mette in guardia dalla sinodalità: «Non è forse questo il suicidio della Chiesa cattolica?»

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In un post sul blog pubblicato questa settimana sul suo sito web personale, il cardinale cinese in pensione Joseph Zen, 93 anni, ha espresso un’altra dura critica al Sinodo sulla sinodalità e al defunto papa Francesco.

 

Francesco si è lasciato alle spalle «caos e divisione», ha detto Sua Eminenza. «La nostra più grande speranza è che papa Leone unisca la Chiesa sul fondamento della verità, radunandoci tutti nella missione dell’evangelizzazione. Dobbiamo offrire le nostre preghiere e i nostri sacrifici per papa Leone».

 

Zen non ha esitato a condividere le sue preoccupazioni sul processo sinodale. Dopo la morte di Francesco, Sua Eminenza aveva avvertito gli elettori prima del conclave che la Chiesa si trova ad affrontare una «questione di vita o di morte» mentre si confronta con esso. In un commento pubblicato nel febbraio 2024, Sua Eminenza ha affermato di sperare che «questo Sinodo sulla “sinodalità” possa concludersi con successo».

 

Nel suo commento di questa settimana, Zen si è detto preoccupato che la Chiesa cattolica sia «diventata come la Chiesa anglicana» e che apparentemente stia «commettendo un suicidio assimilandosi» al mondo.

 

«Certo… i fedeli dovrebbero partecipare agli affari della Chiesa, ma la leadership dei vescovi non può essere esclusa», ha affermato a proposito del sinodo. Ma «il recente Sinodo [del 2024] sulla sinodalità non è stato più un Sinodo nel senso tradizionale… ha lanciato un’ibrida “assemblea consultiva dei battezzati”».

 

Zen ha poi criticato il documento finale del sinodo, definendolo ambiguo e sperimentale. Ha anche accusato la Fiducia Supplicans, che consente la benedizione delle «coppie» omosessuali, di aver causato «notevoli tumulti e profonde divisioni all’interno della Chiesa».

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Sua Eminenza ha inoltre osservato che se Dio lo chiamasse al martirio, sarebbe una grande «grazia», ​​e che è «difficile» per le anime in questi tempi scoprire la verità e la saggezza e condividerle con gli altri. Sua Eminenza ha aggiunto che la verità non è ciò che questa o quella persona pensa, ma piuttosto la consapevolezza di essere «figli di Dio» e che Cristo è morto per i nostri peccati.

 

Per molti anni Zen ha rimproverato il Vaticano per la sua politica di compiacimento nei confronti del Partito Comunista Cinese in merito alla nomina dei vescovi. Allo stesso tempo, ha concluso il suo post affermando di essere devoto alla Cattedra di San Pietro.

 

«La mia critica a certe azioni papali nasce proprio dalla mia profonda riverenza per il Papa», ha affermato, citando diversi versetti del Vangelo, tra cui Matteo 14 e Luca 22, che fanno riferimento rispettivamente al momento in cui San Pietro, che non era ancora papa, dubitò di Nostro Signore mentre camminava sulle acque e quando Cristo gli disse che lo avrebbe rinnegato tre volte.

 

A ottobre, il cardinale Zen ha denunciato il pellegrinaggio LGBT all’interno della Basilica di San Pietro. «Il Vaticano era a conoscenza di questo evento in anticipo, ma non ha emesso alcuna condanna in seguito. Lo troviamo davvero incomprensibile!», ha esclamato, chiedendo che venissero compiuti sacrifici di preghiera e digiuno.

 

Lo scorso ottobre il porporato cinese ha condannato il «pellegrinaggio» giubilare LGBT nella Basilica di San Pietro «offesa a Dio».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato lo Zen si era scagliato contro Fiducia Supplicans arrivando a chiedere le dimissioni dell’autore del testo, il cardinale Victor «Tucho» Fernandez, eletto da Bergoglio a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede.

 

Il porporato in questi mesi ha attaccato con estrema durezza il Sinodo sulla Sinodalità, accusando Bergoglio di usare i sinodi per «cambiare le dottrine della Chiesa», nonché «rovesciare» la gerarchia della Chiesa per creare un «sistema democratico».

 

Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa il cardinale Zen ha celebrato una messa tradizionale per la festa del Corpus Domini e ha guidato una processione per le strade di Hong Kongo, città dove le autorità, ora dipendenti da Pechino, lo hanno arrestato ed incriminato, nel silenzio più scandaloso del Vaticano (mentre, incredibilmente, il Parlamento Europeo esorta la Santa Sede a difenderlo!), con il papa Bergoglio a rifiutarsi di difendere il cardinale in nome del «dialogo» con la Cina comunista che lo perseguita.

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Immagine di Jindřich Nosek (NoJin) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0); immagine croppata

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Spirito

Processione della FSSPX in Sudafrica

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Sabato 8 novembre, i membri della Fraternità San Pio X hanno marciato per le strade del centro di Johannesburg per dimostrare pubblicamente la loro fede e ottenere l’indulgenza giubilare nell’ambito dell’Anno Santo 2025. Nonostante la reputazione poco invitante di alcune delle zone attraversate, l’evento si è svolto in un’atmosfera di fervore e dignità.  

Una partenza dalla Chiesa della Santissima Trinità

Il raduno ha avuto inizio presso la Chiesa della Santissima Trinità a Braamfontein. Questo santuario, la cui architettura curata nei minimi dettagli lo rende un vero gioiello, è servito da punto di partenza – o «chiesa stazione» – per la processione giubilare.   Dopo un momento di preghiera all’interno dell’edificio, i fedeli si sono diretti verso la Cattedrale di Cristo Re, situata a circa due chilometri di distanza, accompagnati dalla scorta della polizia.

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Una testimonianza pubblica nel centro della città

La processione si snodava lungo strade poco note al turismo e talvolta considerate poco sicure. Questo passaggio inaspettato attirò l’attenzione di molti residenti locali. Al ritmo dei canti e della recita del Rosario, i fedeli offrirono una testimonianza di fede che suscitò diverse reazioni.   Diversi passanti hanno scattato foto, alcuni si sono fatti il ​​segno della croce, altri hanno espresso il loro sostegno con applausi o sussurrando una preghiera. Molti si sono fermati ad osservare questo insolito momento nel paesaggio urbano.    

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Solenne cerimonia di chiusura nella Cattedrale di Cristo Re

Al loro arrivo in cattedrale, i pellegrini sono stati accolti dal Superiore del Distretto, Padre Christophe Legrier. Con il supporto del coro, ha intonato le Litanie dei Santi prima di procedere al rinnovo della Consacrazione a Cristo Re. In una breve omelia, ha ricordato il significato spirituale del giubileo, tempo di grazia e di conversione, e ha sottolineato l’importanza di rimanere saldamente attaccati alla Roma eterna.    
https://fsspx.news/fr/news/afrique-du-sud-procession-la-fsspx-johannesburg-55560  

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Immagine screenshot da YouTube
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