Geopolitica
La Polonia rifiuta di inviare truppe in Ucraina
Varsavia non invierà truppe in Ucraina, ma continuerà ad aiutare Kiev con altri mezzi, ha detto il ministro della Difesa polacco Wladysław Kosiniak-Kamysz.
Giovedì all’emittente TVN24 il ministro è stato interrogato sulla probabilità che la NATO possa schierare truppe in Ucraina. Anche se Kosiniak-Kamysz ha evitato di parlare a nome dell’intero blocco guidato dagli Stati Uniti, ha affermato che «l’esercito polacco non sarà in Ucraina».
«Aiuteremo, continueremo il sostegno. Stiamo facendo ulteriori donazioni di attrezzature. C’è molto da fare», ha affermato il ministro.
Varsavia sostiene e partecipa anche a tutte le iniziative congiunte della NATO, come la fornitura di intelligence e addestramento alle forze ucraine, ha affermato Kosiniak-Kamysz. Il ministro ha anche descritto la Polonia come “il leader insieme alla Germania” della “coalizione” per fornire carri armati e altri veicoli blindati a Kiev.
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Il sostegno duraturo di Kiev è vantaggioso per la stessa Polonia, e Varsavia lo considera un «investimento», ha osservato.
«Tutte queste iniziative mirano a rendere la Polonia sicura. Aiutare l’esercito ucraino è un investimento nella sicurezza della Polonia», ha spiegato.
La Polonia un tempo era uno dei principali sostenitori dell’Ucraina nel conflitto in corso con la Russia, elargiva aiuti militari al paese e sollecitava le altre nazioni occidentali a seguire l’esempio, scrive RT.
Come riportato da Renovatio 21, negli ultimi mesi, tuttavia, i rapporti sono diventati apparentemente più freddi, in gran parte a causa dei problemi economici interni della Polonia e delle continue proteste degli agricoltori locali, colpiti dal flusso di prodotti agricoli ucraini a basso costo.
Le parole del ministro polacco arrivano nel mezzo della continua ondata di smentite da parte dei membri della NATO riguardo a qualsiasi piano di schieramento di truppe da combattimento in Ucraina, innescata da una dichiarazione rilasciata dal presidente francese Emmanuel Macron alla fine di febbraio, il quale aveva affermato che l’Occidente «non può escludere» la possibilità di inviare truppe NATO in Ucraina, per la quale ha dovuto affrontare una reazione da parte della maggior parte dei membri del blocco guidato dagli Stati Uniti.
La reazione, tuttavia, ha apparentemente lasciato Macron impassibile, con il presidente francese che ha prodotto commenti ancora più bellicosi e ha insistito sul fatto che gli europei occidentali «dovranno essere all’altezza della storia e del coraggio che essa richiede».
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Immagine di NATO North Atlantic Treaty Organization via Flickr pubblicata su licenza Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Geopolitica
Orban: l’UE annega nella corruzione
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Geopolitica
Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
Gli Stati Uniti hanno indicato il rilancio dei rapporti normali con la Russia e l’interruzione rapida della guerra in Ucraina come priorità assolute nella loro nuova Strategia per la sicurezza nazionale, diffusa venerdì dalla Casa Bianca, ponendoli tra gli obiettivi cardine per gli interessi americani.
Il documento di 33 pagine delinea la prospettiva di politica estera delineata dal presidente Donald Trump, affermando che «è un interesse essenziale degli Stati Uniti negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina», al fine di «stabilizzare le economie europee, scongiurare un’escalation o un allargamento imprevisto del conflitto e ricostruire la stabilità strategica con la Russia».
Si evidenzia come il conflitto ucraino abbia «profondamente indebolito le relazioni europee con la Russia», minando l’equilibrio regionale.
Il testo rimprovera i dirigenti europei per le «aspettative irrealistiche» sull’evoluzione della guerra, precisando che «la maggioranza degli europei anela alla pace, ma tale aspirazione non si riflette nelle politiche adottate».
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Washington, prosegue il rapporto, è disposta a un «impegno diplomatico sostanziale» per «supportare l’Europa nel correggere la sua rotta attuale», reinstaurare l’equilibrio e «ridurre il pericolo di scontri tra la Russia e gli Stati europei».
A differenza della strategia del primo mandato di Trump, che accentuava la rivalità con Russia e Cina, la versione attuale sposta l’asse sull’emisfero occidentale e sulla tutela del suolo patrio, dei confini e delle priorità regionali. Esorta a riallocare le risorse dai fronti remoti verso minacce più immediate e invita la NATO e i Paesi europei a farsi carico in prima persona della propria sicurezza.
Il documento invoca inoltre l’arresto dell’espansione della NATO, una pretesa a lungo avanzata da Mosca, che la indica come una delle ragioni principali del conflitto ucraino, interpretato come una guerra per interposta persona orchestrata dall’Occidente.
In sintesi, la strategia segna un passaggio dall’interventismo universale a un approccio estero più pragmatico e contrattuale, sostenendo che gli Stati Uniti debbano intervenire oltre i propri confini solo quando gli interessi nazionali sono direttamente coinvolti.
Si tratta del primo di una sequenza di rilevanti atti su difesa e politica estera che l’amministrazione Trump si accinge a emanare, tra cui una Strategia di Difesa Nazionale rivista, la Revisione della Difesa Missilistica e la Revisione della Postura Nucleare, tutti attesi in linea con l’impostazione del documento.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
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