Economia
La nuova banca per lo sviluppo dei BRICS presterà 765 milioni di dollari al Bangladesh
La New Development Bank – la banca dei Paesi aderenti al gruppo BRICS – concederà probabilmente un pacchetto di due prestiti, per un totale di 765 milioni di dollari al Bangladesh nei primi due mesi del 2024, hanno detto funzionari del Bangladesh al quotidiano indiano Financial Express.
Si tratta di uno dei prestiti più grandi mai concessi dalla NDB, la banca di sviluppo creata nel 2015 dai BRICS.
Questo potrebbe essere l’inizio della nuova era di Dilma Rousseff, l’ex presidente del Brasile, diventata presidente della NDB a marzo. La Rousseff si è impegnata a trasformare la NDB in uno strumento di crescita più ampio e dinamico.
Il primo dei due prestiti, del valore di 325 milioni di dollari, è concesso alla Dhaka Water Supply and Sewerage Authority (WASA), responsabile della fornitura idrica a Dhaka, la capitale del Bangladesh.
Dhaka ha una popolazione di 10,2 milioni di abitanti e l’area metropolitana della Grande Dhaka conta 22,5 milioni di persone – si tratta della quarta area metropolitana più popolosa del mondo. Il Bangladesh, uno dei Paesi più poveri della terra, conta 169 milioni di abitanti ed è l’ottava nazione più popolosa al mondo.
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Il secondo dei due prestiti, del valore di 443 milioni di dollari, è concesso alla Titas Gas Transportation and Distribution Company, per migliorare la propria distribuzione del gas. La società ha 12.000 clienti commerciali e 5.300 clienti industriali.
Il 6 ottobre il Bangladesh ha ricevuto la prima spedizione di combustibile nucleare per la centrale nucleare di Rooppur, il primo impianto atomico del Paese, con una capacità di generazione installata di 2.400 MW.
Come riportato da Renovatio 21, la centrale nucleare di Rooppur è quasi completata. L’opera è stata costruita e finanziata al 90% dall’agenzia russa per l’energia nucleare Rosatom, la cui apertura è prevista nel 2024 o nel 2025. Non è correlata ai prestiti della NDB.
Il Bangladesh nel 2023 è fra i Paesi che hanno dato segni concreti di volersi sganciare dal dollaro USA.
Il Paese, che ha vissuto turbolenze alle ultime elezioni, è teatro di tensioni terroristiche e di fenomeni di persecuzione religiosa, con episodi agghiaccianti ai danni della minoranza cattolica.
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Immagine di Bb3015 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Economia
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Economia
Gli investimenti esteri nell’UE sono «spaventosamente» bassi
L’UE sta diventando progressivamente meno attraente per gli investitori stranieri. Lo riporta Euractiv. La testata ha citato gli elevati prezzi dell’energia e l’aumento della spesa militare tra i fattori che erodono la competitività economica dell’Unione.
Secondo Euractiv, «la crescita dell’UE è spaventosamente lenta; la domanda è terribilmente debole; e gli investimenti esteri sono al minimo spaventoso degli ultimi nove anni». Le aziende di tutta l’Unione stanno lottando contro gli elevati prezzi dell’energia, i dazi statunitensi e la concorrenza della Cina, mentre i cittadini comuni, gravati da salari stagnanti e incertezza geopolitica, sono riluttanti a spendere i propri risparmi, ha scritto la testata europea sabato scorso.
«La paura dell’abbandono militare da parte della Russia e degli Stati Uniti ha innescato un’impennata delle spese militari» nell’UE, ha aggiunto. Mosca, nel frattempo, ha ripetutamente negato di nutrire piani aggressivi nei confronti dei suoi vicini occidentali.
«C’è la sensazione che le cose stiano andando male, che stiamo perdendo la nostra prosperità», ha detto a Euractiv Philipp Lausberg, analista senior dell’European Policy Center.
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A maggio l’agenzia Reuters, citando i dati del gruppo di servizi professionali EY, ha riferito che gli investimenti diretti esteri in Europa sono diminuiti per il secondo anno consecutivo nel 2024, raggiungendo il livello più basso degli ultimi nove anni.
A seguito dell’escalation del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022, la maggior parte dei paesi dell’UE ha sospeso le importazioni dirette di petrolio e gas russi. Il mese scorso, il Consiglio europeo ha concordato la sua posizione negoziale in merito a una proposta che imporrebbe un divieto totale sulle importazioni di energia dalla Russia a partire dal 1° gennaio 2028.
A luglio, Bruxelles e Washington hanno raggiunto un accordo commerciale che prevedeva l’impegno dell’UE a sostituire il petrolio e il gas russi con le importazioni di energia dagli Stati Uniti.
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Immagine di Trougnouf (Benoit Brummer) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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