Geopolitica
La Guida Suprema dell’Iran proibisce i vaccini occidentali, Twitter lo blocca
Venerdì scorso Twitter ha rimosso alcuni tweet della Guida Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei
Sul social Network, Khamenei definiva i vaccini contro il coronavirus prodotti da Stati Uniti e Regno Unito «completamente inaffidabili». Secondo Twitter tali messaggi sono da ritenere «fuorvianti».
«L’importazione di vaccini prodotti negli Stati Uniti o nel Regno Unito è vietata. Sono completamente inaffidabili. Non è improbabile che vogliano contaminare altre nazioni»
Nei tweet pubblicati in più lingue ora rimossi, l’ayatollah diceva che «l’importazione di vaccini prodotti negli Stati Uniti o nel Regno Unito è vietata. Sono completamente inaffidabili. Non è improbabile che vogliano contaminare altre nazioni».
«Data la nostra esperienza con le scorte di sangue contaminate dall’HIV in Francia, neanche i vaccini francesi sono affidabili».
«Data la nostra esperienza con le scorte di sangue contaminate dall’HIV in Francia, neanche i vaccini francesi sono affidabili».
Il riferimento è al tremendo scandalo degli anni Ottanta, quando il Centro Nazionale Francese per la Trasfusione di Sangue aveva causato la morte di centinaia di francesi dando loro sacche di plasma contenente HIV; le sacche furono tolte dalla circolazione in francia ma vennero incredibilmente esportate in Paesi stranieri, tra cui in Iran, cagionando il contagio e la morte di altre centinaia di persone
La tempistica della rimozione, avvenuta lo stesso giorno in cui l’account di Trump è stato cancellato, è interessante dato che potrebbe essere parte del tentativo di Twitter di proteggersi dalle critiche diffuse sul targeting selettivo di Trump e degli account conservatori americani.
Il messaggio della Guida Suprema ha coinciso con un discorso televisivo in cui il presidente iraniano Hassan Rouhani sembrava imporre un divieto assoluto sull’importazione di qualsiasi vaccino prodotto negli Stati Uniti o nel Regno Unito:
«Le aziende straniere volevano darci i vaccini in modo che fossero testati sul popolo iraniano. Ma il ministero della salute lo ha impedito. La nostra gente non sarà un dispositivo di prova per le aziende produttrici di vaccini»
«Le aziende straniere volevano darci i vaccini in modo che fossero testati sul popolo iraniano. Ma il ministero della salute lo ha impedito», ha detto Rouhani in un discorso televisivo, senza nominare le aziende o fornire ulteriori dettagli.
«La nostra gente non sarà un dispositivo di prova per le aziende produttrici di vaccini (…) Acquisteremo vaccini stranieri sicuri».
Immagine dal sito dell’ayatollah Ali Khamenei pubblicata come da indicazioni footer del sito su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.
Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.
Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA.
President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.
Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.
Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.
Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.
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Immagine da Twitter
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
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Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
La proposta di applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania occupata, considerata da molti come un’equivalente all’annessione totale del territorio palestinese, ha suscitato una forte condanna internazionale, incluso un netto dissenso da parte degli Stati Uniti.
Il disegno di legge ha superato di stretta misura la sua lettura preliminare martedì, con 25 voti a favore e 24 contrari nella Knesset, composta da 120 membri. La proposta passerà ora alla Commissione Affari Esteri e Difesa per ulteriori discussioni.
Una dichiarazione parlamentare afferma che l’obiettivo del provvedimento è «estendere la sovranità dello Stato di Israele ai territori di Giudea e Samaria (Cisgiordania)».
Il momento del voto è stato significativo e provocatorio, poiché è coinciso con la visita in Israele del vicepresidente J.D. Vance, impegnato in discussioni sul cessate il fuoco a Gaza e sul centro di coordinamento gestito dalle truppe statunitensi e dai loro alleati, incaricato di supervisionare la transizione di Gaza dal controllo di Hamas. Vance ha percepito la tempistica del voto come un gesto intenzionale, accogliendolo con disappunto.
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Anche il Segretario di Stato Marco Rubio, in visita in Israele questa settimana, ha espresso critiche prima di lasciare il Paese mercoledì, dichiarando che il disegno di legge sull’annessione «non è qualcosa che appoggeremmo».
«Riteniamo che possa rappresentare una minaccia per l’accordo di pace», ha detto Rubio, in linea con la promozione della pace in Medio Oriente sostenuta ripetutamente da Trump. «Potrebbe rivelarsi controproducente». Vance ha ribadito che «la Cisgiordania non sarà annessa da Israele» e che l’amministrazione Trump «non ne è stata affatto soddisfatta», sottolineando la posizione ufficiale.
Vance, considerato il favorito per la prossima candidatura presidenziale repubblicana dopo Trump, probabilmente ricorderà questo episodio come un momento frustrante e forse irrispettoso, specialmente in un contesto in cui la destra americana appare sempre più divisa sulla politica verso Israele.
Si dice che il primo ministro Netanyahu non sia favorevole a spingere per un programma di sovranità, guidato principalmente da politici oltranzisti legati ai coloni. In una recente dichiarazione, il Likud ha definito il voto «un’ulteriore provocazione dell’opposizione volta a compromettere i nostri rapporti con gli Stati Uniti».
«La vera sovranità non si ottiene con una legge appariscente, ma con un lavoro concreto sul campo», ha sostenuto il partito.
Tuttavia, è stata la reazione di Vance a risultare la più veemente, definendo il voto una «stupida trovata politica» e un «insulto», aggiungendo che, pur essendo una mossa «solo simbolica», è stata «strana», specialmente perché avvenuta durante la sua presenza in Israele.
Come riportato da Renovatio 21, Trump ha minacciato di togliere tutti i fondi ad Israele in caso di annessione da parte dello Stato Giudaico della West Bank, che gli israeliani chiamano «Giudea e Samaria».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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