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La Gran Bretagna è «in guerra» con la Russia, dice l’ex capo dell’MI6
La Gran Bretagna è impegnata in una «guerra grigia» con la Russia, ma né le autorità né l’opinione pubblica stanno prendendo la situazione abbastanza sul serio, ha avvertito l’ex capo della famosa agenzia di spionaggio MI6, Richard Dearlove.
L’esercito britannico non riceve abbastanza soldi per poter contrastare le «minacce» poste da Mosca e Pechino, ha detto venerdì in un’intervista a Politico il Dearlove, che ha guidato i servizi segreti britannici tra il 1999 e il 2004.
La dichiarazione fa seguito all’annuncio della settimana scorsa del bilancio del Regno Unito per il prossimo anno finanziario, nel quale non vi è stato alcun aumento della spesa per la difesa. Rimane al 2% del PIL del Paese.
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«Se fermassi qualcuno per strada qui nel Regno Unito e gli chiedessi se pensa che la Gran Bretagna sia in guerra, ti guarderebbero come se fossi pazzo. Ma siamo in guerra – siamo impegnati in una guerra grigia con la Russia, e sto cercando di ricordarlo alla gente», ha detto l’ex capo dello spionaggio, già noto per aver ammesso quattro anni fa che il COVID è artificiale e scappato da un laboratorio.
Le autorità britanniche devono «fare alcune scelte difficili, e temo che le scelte difficili siano di fronte a noi proprio adesso. Dovremmo spendere almeno il 2,5%» per la difesa, ha insistito.
«Abbiamo urgentemente bisogno di costruire più navi. Abbiamo bisogno di una marina molto più grande. E abbiamo bisogno di più uomini sul campo, per l’amor di Dio», ha sottolineato Dearlove.
I combattimenti tra Russia e Ucraina hanno dimostrato l’importanza della manodopera sui moderni campi di battaglia, ha affermato il 79enne. Le dimensioni dell’esercito britannico sono state ridotte di oltre 26.000 unità rispetto al 2006, e attualmente conta poco più di 74.000 soldati a tempo pieno.
Il mese scorso, il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha accusato il Regno Unito di essere «direttamente coinvolto» nel conflitto tra Mosca e Ucraina, reagendo a un articolo del Times in cui si affermava che il capo delle forze armate britanniche, l’ammiraglio Tony Radakin, aveva «aiutato gli ucraini con la strategia per distruggere le navi russe e aprire il Mar Nero».
Secondo Peskov, «non è un segreto» per Mosca che gli inglesi «forniscano diverse forme di sostegno» a Kiev, come «persone sul campo e Intelligence».
A febbraio, il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov ha affermato che il Regno Unito è stato «ancora più aggressivo, più elaborato nella sua provocatoria assertività» nei confronti di Mosca rispetto a qualsiasi altra nazione occidentale durante il conflitto.
Il Regno Unito è stato uno dei principali sostenitori dell’Ucraina in Europa dall’inizio dei combattimenti più di due anni fa, impegnandosi a fornire a Kiev 12 miliardi di sterline (14 miliardi di euro) in sostegno complessivo, compresi 7,1 miliardi di sterline (8,29 miliardi di euro) in assistenza militare.
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L’anno passato l’ex vicepresidente ora vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Demetrio Medvedev, commentando una dichiarazione rilasciata ieri dal ministro degli Esteri britannico James Cleverly secondo cui l’Ucraina aveva il «diritto di proiettare la forza oltre i suoi confini», cioè attaccare la Russia, aveva affermato che il Regno Unito fornisce all’Ucraina materiale e specialisti e sta conducendo una «guerra non dichiarata» contro la Russia e che quindi i funzionari britannici diventano «un obiettivo militare legittimo».
Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni prima il Medvedev aveva definito Londra «nemico eterno» della Russia, sottolineando che i droni Poseidon sarebbero in grado di sommergere l’isola con tsunami radioattivi. A inizio anno era emerso che sono state date alle forze ucraine anche proiettili all’uranio impoverito, che, secondo alcuni avrebbero causato una nube radioattiva che minaccia l’Europa. Londra avrebbe avuto un ruolo anche negli attacchi antirussi nel Mar Nero degli scorsi mesi, al punto che Mosca ha convocato l’ambasciatore britannico per chiederne conto.
In un video-omaggio per l’incoronazione di re Carlo III, l’Esercito ucraino aveva ringraziato dettagliosamente Londra per ogni tipo di arma inviato. Con i missili britannici Storm Shadow forniti a Kiev, ha dichiarato Mosca, sarebbero stati colpiti a Kherson due mesi fa rifugi per gli sfollati della diga.
Nel 2022 emersero video di istruttori britannici che addestrano personale ucraino all’uso di droni subacquei.
Due mesi fa, la portavoce degli Esteri Maria Zakharova aveva detto che dietro il bombardamento di Belgorod, definito «atto terroristico», c’era Londra, accusando anche la UE.
L’azione di disturbo di Albione contro Mosca tramite uomini di Kiev non si limiterebbe alla sola Ucraina. Secondo una storia fatta circolare dalle agenzie di stampa russe, il servizio di Intelligence straniero britannico MI6 avrebbe preparato un gruppo di sabotatori composto da circa 100 «militanti nazionalisti e neonazisti ucraini» per interrompere la crescente cooperazione economica della Russia con gli Stati africani.
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Immagine di Ministry of Defence via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0
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Conflitti nell’Intelligence americana: la storia dell’OSS contro l’FBI e la creazione della CIA
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La CIA ha cercato di reclutare Winston Churchill
Negli anni Cinquanta la CIA tentò di coinvolgere l’ex primo ministro britannico Winston Churchill, figura di spicco durante la Seconda Guerra Mondiale, per trasmettere messaggi di propaganda attraverso Radio Liberty, un’emittente finanziata dall’agenzia, con l’obiettivo di indebolire l’Unione Sovietica. Lo riporta il giornale britannico Telegraph.
Durante il culmine della Guerra Fredda, Radio Liberty, sostenuta dalla CIA, colpiva l’URSS con trasmissioni propagandistiche, mentre la sua controparte, Radio Free Europe, si concentrava sugli alleati di Mosca. Entrambe le emittenti erano segretamente controllate e finanziate dall’agenzia di intelligence statunitense fino al 1972, per poi fondersi in RFE/RL nel 1976.
Nel 1958, i responsabili di Radio Liberty proposero di sfruttare il «revisionismo» che stava emergendo in Unione Sovietica, capitalizzando le divisioni ideologiche nel marxismo-leninismo per destabilizzare il regime, come indicato sabato dal Telegraph, che cita documenti CIA declassificati.
Secondo i documenti, la CIA puntava a utilizzare i «pensatori revisionisti», che si opponevano a un blocco sovietico compatto, promuovendo invece stati comunisti indipendenti.
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Churchill, all’epoca 83enne e ritirato dalla politica attiva, fu una delle figure di spicco considerate per condurre queste trasmissioni, scrive il Telegraph. Sebbene fosse un convinto anticomunista, come dimostrato dal suo celebre discorso sulla «cortina di ferro» a Fulton nel 1946, non vi sono prove che abbia accettato l’offerta, secondo il rapporto.
I programmi avevano l’obiettivo di «stimolare il pensiero eterodosso» e «minare la fiducia nel marxismo, suggerendo che i suoi principi fondamentali, il suo metodo storico e le sue previsioni fossero errati», secondo una nota informativa della CIA citata dal giornale.
Churchill aveva un rapporto personale con l’allora direttore della CIA, Alan Dulles. Tuttavia, nella primavera del 1958, quando gli fu proposto di partecipare a un programma di propaganda, declinò l’invito a visitare Washington per motivi di salute, come riportato dal Telegraph.
Più recentemente, RFE/RL ha continuato a ricevere finanziamenti da Washington attraverso l’Agenzia statunitense per i media globali (USAGM), fino ai tagli di bilancio imposti dal presidente Donald Trump, nell’ambito del suo programma di riduzione della spesa pubblica.
Il mese scorso, l’USAGM ha annunciato il licenziamento di oltre 500 dipendenti, dopo centinaia di tagli nei mesi precedenti.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Il capo dei servizi segreti di Mosca: l’Europa occidentale si «prepara al conflitto» con la Russia
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