Geopolitica
La Germania si protegge dagli afghani
Renovatio 21 pubblica questo articolo di Réseau Voltaire. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21
Con 2,6 milioni di persone, gli afgani rappresentano la terza comunità protetta dall’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni unite, preceduti dai venezuelani (4 milioni) e dai siriani (6,7 milioni).
Dalla pacifica presa di Kabul da parte dei talebani, 123 mila persone (di cui 31.760 afghani) sono state evacuate dalle forze statunitensi.
Britannici e australiani non sono stati da meno. Raramente gli evacuati sono collaboratori pacifici dell’occupante anglosassone. Per lo più appartengono alle forze speciali, create dalla CIA per la controrivoluzione (Khost Protection Force e Direzione Nazionale della Sicurezza).
Sono individui che hanno compiuto crimini ben più odiosi di quelli dei talebani e che oggi hanno buoni motivi per temere la vendetta della popolazione o di essere processati.
Il governo federale non ha nulla contro gli afghani − negli anni scorsi ne aveva accolti circa 150 mila − ma, già prima della caduta di Kabul, era consapevole dei pericoli che questi nuovi rifugiati avrebbero rappresentato. Non muore dalla voglia di naturalizzare criminali di guerra
Gli Stati Uniti non intendono accogliere questi rifugiati, quindi sono in cerca di Paesi disposti a farlo. Anche la Russia vuole proteggersi − non dai criminali di guerra, ma dagli jihadisti − quindi esamina le richieste di asilo con il contagocce.
Consapevole della situazione, la Germania, che aveva annunciato di dover recuperare 40 mila persone, ne ha accolte solo 634: 138 ex impiegati con le rispettive famiglie.
Il governo federale non ha nulla contro gli afghani − negli anni scorsi ne aveva accolti circa 150 mila − ma, già prima della caduta di Kabul, era consapevole dei pericoli che questi nuovi rifugiati avrebbero rappresentato. Non muore dalla voglia di naturalizzare criminali di guerra. Ha respinto anche moltissimi richiedenti asilo.
Nella grande ressa di persone in attesa di essere evacuate, un aereo tedesco, preso a nolo da ONG (Luftbrücke Kabul), è stato costretto a decollare da Kabul con 180 posti vuoti. Il ministro degli Esteri, Heiko Maas è andato in gran fretta nei Paesi limitrofi dell’Afghanistan (Uzbekistan, Tagikistan e Pakistan) per distribuire 500 milioni di euro ai Paesi disposti a farsi carico dei rifugiati afghani che la Germania non vuole sul proprio territorio.
La Francia invece, dalla caduta di Kabul, ha accolto 2.600 afghani, sebbene negli anni passati ne avesse ammessi soltanto 30 mila. Il governo francese assicura che gli afghani trasferiti in Francia sono stati oggetto di verifiche ripetute. Ripetute, non approfondite. La Francia era presente in Afghanistan solo marginalmente. Non sa nulla di collaboratori della CIA e di controrivoluzione, cui non ha partecipato.
Da parte sua, l’Unione Europea potrebbe spendere 700 milioni di euro a favore dei Paesi non europei disposti ad accogliere rifugiati afghani.
Articolo ripubblicato su licenza Creative Commons CC BY-NC-ND
Fonte: «La Germania si protegge dagli afghani, la Francia li accoglie», Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 2 settembre 2021.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine di ISAF Headquarters Public Affairs Office via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immagine ingrandita e de-pixelata
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
Aiuta Renovatio 21
Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
Sostieni Renovatio 21
«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
-



Misteri2 settimane faLa verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
-



Pensiero6 giorni faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Spirito2 settimane faMons. Viganò: «non c’è paradiso per i codardi!»
-



Sanità1 settimana faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Necrocultura4 giorni fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Salute1 settimana faI malori della 42ª settimana 2025
-



Autismo2 settimane faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?
-



Oligarcato5 giorni faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale













