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Geopolitica

La Corea del Nord proibisce di ridere per 11 giorni

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In occasione del decimo anniversario della morte dell’ex leader Kim Jong-Il – padre dell’attuale leader Kim Jong-un e figlio del fondatore del Paese Kim-Il Sung –il potere di Pyongyang ha stabilito la necessità di un «fronte unificato» di cordoglio che include il divieto di ridere. Lo riporta Radio Free Asia (RFA), un’agenzia di notizie finanziata dagli USA.

 

La proibizione delle risate avrebbe una durata di 11 giorni. Il divieto colpisce quindi lo shopping, gli eventi ricreativi e pure il consumo di bevande alcoliche.

 

Secondo Radio Free Asia, sarebbe vietato anche andare a fare la spesa.

La proibizione delle risate avrebbe una durata di 11 giorni. Il divieto colpisce quindi lo shopping, gli eventi ricreativi e pure il consumo di bevande alcoliche

 

«Durante il periodo del lutto, non dobbiamo bere alcolici, ridere o dedicarci ad attività ricreative», ha affermato un residente della città nord-orientale di Sinuiju nella testata finanziata dal governo USA.

 

La fonte ha aggiunto che «in passato molte persone che sono state sorprese a bere durante il periodo del lutto sono state arrestate e trattate come criminali ideologici . Sono state portate via e mai più viste».

 

«Anche se il tuo familiare muore durante il periodo del lutto, non ti è permesso gridare ad alta voce e il corpo deve essere portato fuori dopo che è finito», ha detto la fonte a RFA. «Le persone non possono nemmeno festeggiare i propri compleanni se rientrano nel periodo del lutto».

 

Bisogna ovviamente prendere con le pinze quanto scrive Radio Free Asia, che agisce come produttore e diffusore di propaganda americana anticomunista.

 

Secondo il New York Post, le celebrazioni della morte di Kim Jong-il hanno incluso «automobili, treni e navi [che] hanno suonato i loro clacson, le bandiere del Regno Eremita [che]sono state ammainate a mezz’asta (….) la gente si è radunata sulla collina Mansu di Pyongyang per deporre fiori e inchinarsi davanti alle statue giganti di Kim Jong-il e suo padre, Kim Il-sung , che regnò per 46 anni».

 

Riguardo a Kim Il-sung, il fondatore del Regno comunista, vi è una storia tutta italiana, annotata dalle cronache locali liguri, che vale la pena di ricordare.

 

Il dittatore coreano è infatti cittadino onorario di Sarzana (provincia della Spezia) dal 1981. Tuttavia, alcuni dirigenti del PCI mai hanno digerito l’onorificenza.

 

«Sapevo bene chi fosse il dittatore della Corea del Nord e non mi piaceva l’idea che la comunista Sarzana gli conferisse la cittadinanza onoraria», ha detto nel 2016 al quotidiano Il Secolo XIX Sandro Bertagna, ex segretario provinciale PCI.

«Kim Il-sung è legato alla P2 attraverso personaggi italiani, al punto che nel suo trono figura l’immagine intarsiate del simbolo della Loggia di Gelli»

 

«Kim Il-sung è legato alla P2 attraverso personaggi italiani, al punto che nel suo trono figura l’immagine intarsiate del simbolo della Loggia di Gelli».

 

Non ci è chiaro da dove arrivi questa notizia, data in virgolettato, apparsa sul giornale ligure, né se mai sarà possibile verificarla – anche perché del trono «comunista» dei Kim (nel senso, della sedia regal-marxista dove la dinastia appoggia materialmente se stessa) non conoscevamo l’esistenza.

 

Tuttavia, anche questa querelle ci aiuta a capire una cosa: in effetti, non c’è niente da ridere.

 

 

 

 

Immagine di Joseph Ferris III via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

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Geopolitica

Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco

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Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.

 

Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.

 

Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.

 

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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.

 

Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.

 

Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.

 

Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.

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Geopolitica

La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco

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Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.   Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.   «Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.   Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.

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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.   All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.   La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.   Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.   Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.  

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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset

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La proposta di applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania occupata, considerata da molti come un’equivalente all’annessione totale del territorio palestinese, ha suscitato una forte condanna internazionale, incluso un netto dissenso da parte degli Stati Uniti.

 

Il disegno di legge ha superato di stretta misura la sua lettura preliminare martedì, con 25 voti a favore e 24 contrari nella Knesset, composta da 120 membri. La proposta passerà ora alla Commissione Affari Esteri e Difesa per ulteriori discussioni.

 

Una dichiarazione parlamentare afferma che l’obiettivo del provvedimento è «estendere la sovranità dello Stato di Israele ai territori di Giudea e Samaria (Cisgiordania)».

 

Il momento del voto è stato significativo e provocatorio, poiché è coinciso con la visita in Israele del vicepresidente J.D. Vance, impegnato in discussioni sul cessate il fuoco a Gaza e sul centro di coordinamento gestito dalle truppe statunitensi e dai loro alleati, incaricato di supervisionare la transizione di Gaza dal controllo di Hamas. Vance ha percepito la tempistica del voto come un gesto intenzionale, accogliendolo con disappunto.

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Anche il Segretario di Stato Marco Rubio, in visita in Israele questa settimana, ha espresso critiche prima di lasciare il Paese mercoledì, dichiarando che il disegno di legge sull’annessione «non è qualcosa che appoggeremmo».

 

«Riteniamo che possa rappresentare una minaccia per l’accordo di pace», ha detto Rubio, in linea con la promozione della pace in Medio Oriente sostenuta ripetutamente da Trump. «Potrebbe rivelarsi controproducente». Vance ha ribadito che «la Cisgiordania non sarà annessa da Israele» e che l’amministrazione Trump «non ne è stata affatto soddisfatta», sottolineando la posizione ufficiale.

 

Vance, considerato il favorito per la prossima candidatura presidenziale repubblicana dopo Trump, probabilmente ricorderà questo episodio come un momento frustrante e forse irrispettoso, specialmente in un contesto in cui la destra americana appare sempre più divisa sulla politica verso Israele.

 

Si dice che il primo ministro Netanyahu non sia favorevole a spingere per un programma di sovranità, guidato principalmente da politici oltranzisti legati ai coloni. In una recente dichiarazione, il Likud ha definito il voto «un’ulteriore provocazione dell’opposizione volta a compromettere i nostri rapporti con gli Stati Uniti».

 

«La vera sovranità non si ottiene con una legge appariscente, ma con un lavoro concreto sul campo», ha sostenuto il partito.

 

Tuttavia, è stata la reazione di Vance a risultare la più veemente, definendo il voto una «stupida trovata politica» e un «insulto», aggiungendo che, pur essendo una mossa «solo simbolica», è stata «strana», specialmente perché avvenuta durante la sua presenza in Israele.

 

Come riportato da Renovatio 21, Trump ha minacciato di togliere tutti i fondi ad Israele in caso di annessione da parte dello Stato Giudaico della West Bank, che gli israeliani chiamano «Giudea e Samaria».

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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