Geopolitica
La Cina finanzia Black Lives Matter?

Il Daily Signal ha riferito che il Black Futures Lab, un gruppo di attivisti fondato dalla fondatrice di BLM Alicia Garza, si identifica nella sua pagina delle donazioni come un «progetto fiscalmente sponsorizzato della Chinese Progressive Association»(CPA).
Il CPA è un gruppo con sede a San Francisco che ha diramato la propaganda del Partito Comunista Cinese sin dagli anni ’70.
Il Black Futures Lab, un gruppo di attivisti fondato dalla fondatrice di BLM Alicia Garza, si dichiara un «progetto fiscalmente sponsorizzato della Chinese Progressive Association»
Facendo clic sull’intestazione «Black Futures Lab» nella pagina delle donazioni si viene reindirizzati anche al sito web del CPA, che afferma la sua missione di costruire «potere collettivo» tra «la comunità cinese di immigrati a basso reddito e della classe operaia a San Francisco» e «altre comunità oppresse».
Il CPA e il Black Lives Matter godono entrambi del sostegno del quotidiano statale cinese China Daily , che ha elogiato il primo e ha dato copertujra con piena approvazione riguardo al «sostegno globale alle proteste statunitensi contro le uccisioni da parte della polizia».
Il collegamento tra queste due sigle evidenzia lo scollamento tra il modo in cui Black Lives Matter è ritratto dalla stampa e la piena portata dei suoi obiettivi politici.
Il collegamento tra queste due sigle evidenzia lo scollamento tra il modo in cui Black Lives Matter è ritratto dalla stampa e la piena portata dei suoi obiettivi politici
L’organizzazione nera dichiara tra i suoi obiettivi ufficiali «interrompere il requisito della struttura della famiglia nucleare prescritta dall’Occidente sostenendosi a vicenda come famiglie allargate e villaggi che si prendono cura l’uno dell’altro»; nonché promuovere «una rete di affermazione queer… con l’intenzione di liberarci dalla stretta morsa del pensiero eteronormativo».
Non poteva mancare l’appoggio ufficiale alla «giustizia riproduttiva», il frusto eufemismo per indicare l’aborto, che in USA alcuni vogliono portare al 9° mese e oltre, sino all’infanticidio ora detto, con altro eufemismo tecnico, aborto post-natale.
Non è la prima volta che il governo cinese è accusato di finanziere proteste in ambito occidentale.
Non poteva mancare l’appoggio ufficiale alla «giustizia riproduttiva», il frusto eufemismo per indicare l’aborto
Riguardo ai finanziamenti di Black Lives Matter, riconducibili infine a enti legati alla Campagna Biden, Renovatio 21 ha pubblicato un articolo assai illuminante di William Engdahl, «Rivoluzione colorata in America».
Geopolitica
Maduro ha offerto ampie concessioni economiche agli Stati Uniti

Il Venezuela ha proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Lo riporta il New York Times, citando fonti anonime.
Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno condotto attacchi al largo delle coste venezuelane contro quelle che hanno definito «imbarcazioni della droga», causando oltre venti morti e rafforzando la propria presenza militare nella regione. Funzionari americani hanno accusato Maduro di legami con reti di narcotraffico, accusa che il presidente venezuelano ha respinto.
Caracas ha accusato Washington di perseguire un cambio di regime, un’intenzione smentita dai funzionari statunitensi.
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Secondo fonti anonime di funzionari americani e venezuelani riportate dal NYT, dietro le tensioni pubbliche, Caracas avrebbe presentato un’ampia proposta diplomatica. Questa includeva l’apertura di tutti i progetti petroliferi e auriferi, attuali e futuri, alle aziende americane, l’offerta di contratti preferenziali per le imprese statunitensi, il reindirizzamento delle esportazioni di petrolio dalla Cina agli Stati Uniti e la riduzione degli accordi energetici e minerari con aziende cinesi, iraniane e russe.
I colloqui, condotti per mesi tra i principali collaboratori di Maduro e l’inviato statunitense Richard Grenell, miravano a ridurre le tensioni, secondo l’articolo. Sebbene siano stati fatti progressi in ambito economico, le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sul futuro politico di Maduro, si legge nel rapporto.
Secondo il NYT, il Segretario di Stato americano Marco Rubio sarebbe stato il principale sostenitore della linea dura dell’amministrazione Trump per rimuovere Maduro. Si dice che Rubio sia scettico sull’approccio diplomatico di Grenell e abbia spinto per una posizione più rigida contro Caracas.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Geopolitica
Haaretz: Israele sarà indifendibile se violeremo questo piano di pace

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Geopolitica
Il Cremlino dice di essere pronto per un accordo sull’Ucraina

Mosca rimane aperta a una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina, ma le ostilità proseguiranno finché Kiev continuerà a ostacolare i negoziati, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.
Rispondendo al presidente francese Emmanuel Macron, che di recente ha scritto in un post su X che la Russia «dovrà pagare il prezzo» se si rifiutasse di dimostrare disponibilità a negoziare, Peskov, parlando ai giornalisti lunedì, ha sottolineato che Mosca ha sempre favorito una soluzione diplomatica alla crisi. Tuttavia, ha notato che Kiev, sostenuta dai suoi alleati occidentali, continua a respingere tutte le proposte russe.
«La Russia è pronta per una soluzione pacifica», ha affermato Peskov, evidenziando che la campagna militare di Mosca continua «a causa della mancanza di alternative». Ha aggiunto che la Russia raggiungerà infine i suoi obiettivi dichiarati, salvaguardando i propri interessi di sicurezza nazionale.
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Le sue dichiarazioni arrivano in vista dell’incontro previsto per venerdì a Washington tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Peskov ha espresso apprezzamento per gli sforzi diplomatici di Trump volti a risolvere pacificamente il conflitto, auspicando che «l’influenza degli Stati Uniti e le capacità diplomatiche degli inviati del presidente Trump contribuiscano a incoraggiare la parte ucraina a essere più proattiva e preparata al processo di pace».
La Russia ha ripetutamente ribadito la propria disponibilità a colloqui di pace con l’Ucraina. Le due parti erano vicine a un accordo a Istanbul all’inizio del 2022, ma, secondo Mosca, Kiev si è ritirata dopo che i suoi sostenitori occidentali l’hanno spinta a continuare il conflitto.
Da allora, i funzionari russi hanno sostenuto che né Kiev né i suoi alleati europei sono genuinamente interessati a porre fine alle ostilità, accusandoli di ostacolare i negoziati con condizioni mutevoli e ignorando le proposte russe.
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Immagine di A.Savin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported, 2.5 Generic, 2.0 Generic e 1.0 Generic
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