Sorveglianza
Israele verso una legge che autorizza quattro anni di detenzione senza processo né prove
Un disegno di legge che consente ai giudici distrettuali di imporre restrizioni alla libertà di movimento e di espressione dei cittadini sulla base di prove segrete «al fine di prevenire gravi danni alla sicurezza o alla proprietà di una persona» ha superato la sua lettura finale al Parlamento israeliano mercoledì sera con 32 voti favorevoli e 0 contrari. Lo riporta il Timesof Israel.
Secondo la legge, ora i tribunali saranno autorizzati a imporre misure basate su briefing di Intelligence della polizia che includono «materiale di intelligence riservato, prove visibili e qualsiasi altro materiale riguardante la valutazione che una persona è attiva in un’organizzazione criminale», insieme al livello di minaccia rappresentato dall’individuo.
La nuova legge permette inoltre alla polizia di discostarsi dalle regole prevalenti in materia di prove nelle presentazioni alla corte, il che, come hanno ammesso i suoi redattori, è «uno strumento insolito in cui un ordine giudiziario viene utilizzato per violare i diritti di un individuo, a causa di una preoccupazione lungimirante e in assenza di sufficienti prove incriminanti in merito ad atti a lui attribuiti in passato».
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Tra le opzioni fornite dalla legge ai giudici vi è la limitazione del tempo che un sospettato trascorre fuori casa, il divieto di recarsi in determinati luoghi o di comunicare con determinate persone, il divieto di guidare e il divieto di viaggiare all’estero. Inoltre, alla polizia sarebbe consentito di controllare le residenze o i veicoli delle persone soggette a tali ordini, di accedere ai loro computer o addirittura di perquisirli fisicamente.
Il disegno di legge è stato portato avanti dal Zvika Fogel, deputato sionista del noto partito kahanista Otzna Yehudit. Secondo le sue note esplicative, la nuova legge è intesa come una misura temporanea di due anni per consentire alle forze dell’ordine di affrontare «un aumento significativo dell’attività della criminalità organizzata in Israele», in particolare nelle comunità arabe.
In una dichiarazione rilasciata mercoledì sera e riportata dal Times of Israel, Fogel si è vantato di aver «protetto il pubblico con questa legge storica», che prevede l’uso di «arresti domiciliari o ordini restrittivi per i membri di un’organizzazione criminale, sulla base di informazioni di Intelligence per un periodo fino a sei mesi».
Il partito sionista Otzma Yehudit («Potere ebraico») è associato al movimento erede del partito Kach, poi dissolto da leggi anti-terroriste varate dal governo Rabin nel 1994, fondato dal rabbino americano Mehir Kahane. Kach è stata inserita nella lista ufficiale delle organizzazioni terroristiche di USA, Canada e, fino al 2010, su quella del Consiglio dell’Unione Europea. Il Kahane fu assassinato in un vicolo di Nuova York nel 1990, tuttavia le sue idee permangono nel sionismo politico, in primis l’idea di per cui tutti gli arabi devono lasciare Eretz Israel, la Terra di Israele.
Come riportato da Renovatio 21, il ritorno al potere Netanyahu è dovuto al boom del partito sionista Otzma Yehudit. Il ministro del patrimonio culturale Amichai Eliyahu, che appartiene al partito sionista, ha dichiarato la disponibilità di nuclearizzare la Striscia di Gaza.
A fine agosto il ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben-Gvir, leader di Otzma Yehudit, si era scagliato contro il capo del servizio di sicurezza interno – lo Shin Bet – Ronen Bar, mentre il suo partito sionista aveva fatto pubblicare annunci a pagamento sui giornali israeliani che accusano Bar dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Il 22 agosto, Bar aveva lanciato un avvertimento pubblico, atteso da tempo, secondo cui Ben-Gvir stava lasciando che bande violente gestissero il «terrore ebraico (…) causando danni indescrivibili a Israele».
Come riportato da Renovatio 21, prima della provocazione della scorsa settimana, il Ben Gvir era già stato a pregare sulla spianata delle Moschee il mese precedente.
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Il Ben Gvir da ministro l’anno scorso ha vietato le bandiere palestinesi, mentre quest’anno un altro membro del partito ha minimizzato riguardo gli sputi degli ebrei contro i pellegrini cristiani (un’«antica tradizione ebraica»), mentre sul territorio si moltiplicano gli attacchi e le profanazioni ai danni dei cristiani e dei loro luoghi in Terra Santa.
Come riportato da Renovatio 21, in un altro editoriale Haaretz scriveva che «il governo di Netanyahu è tutt’altro che conservatore. È un governo rivoluzionario, di destra, radicale, messianico che ha portato avanti un colpo di Stato e sogna di annettere i territori».
Il Ben Gvir era tra i relatori del grande convegno sulla colonizzazione ebraica di Gaza, celebrato con balli sfrenati su musica tunza-tunza.
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Immagine di Itzik Edri via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.5 Generic
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Perquisita la casa di un professore tedesco per un tweet che criticava l’ideologia woke
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Sorveglianza
Il nuovo presidente della Bolivia vuole la blockchain per combattere la corruzione
Il presidente eletto della Bolivia, Rodrigo Paz, punta a combattere la corruzione nel governo boliviano attraverso la tecnologia blockchain.
Paz ha sconfitto il rivale Jorge Quiroga con il 54,5% dei voti contro il 45,5% e assumerà la carica l’8 novembre. Con un messaggio centrista e favorevole al mercato, Paz ha vinto il ballottaggio di domenica, ereditando un’economia provata dalla carenza di carburante e dalla limitata disponibilità di dollari statunitensi, come riportato dall’AP. Per gli esperti del settore delle criptovalute, il programma di governo di Paz include due proposte specifiche legate alle risorse digitali e alla blockchain.
La prima proposta prevede l’uso della blockchain e degli smart contract negli appalti pubblici. Il programma ufficiale del Partido Demócrata Cristiano de Bolivia per il 2025 promette l’adozione di tecnologie blockchain e contratti intelligenti per eliminare la discrezionalità negli acquisti statali, con l’obiettivo di ridurre la corruzione automatizzando alcuni processi contrattuali.
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La seconda iniziativa consente ai cittadini di dichiarare le criptovalute in un nuovo fondo di stabilizzazione valutaria, sostenuto da un programma di regolarizzazione delle attività che include esplicitamente le criptovalute. Secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, tali fondi servono a stabilizzare la valuta e a coprire importazioni essenziali in caso di scarsità di dollari. L’inclusione delle criptovalute permette al governo di tassarle o convertirle rapidamente in valuta forte, senza detenere token volatili.
Paz adotta un approccio pragmatico alle criptovalute, senza essere un sostenitore estremo del Bitcoin. La sua piattaforma considera la blockchain uno strumento anticorruzione e le criptovalute dichiarate come parte di un’iniziativa una tantum per capitalizzare un fondo di stabilizzazione valutaria. Non ci sono indicazioni di politiche per adottare il Bitcoin a livello nazionale, conservarlo nelle riserve o legalizzarne l’uso al dettaglio.
A giugno 2024, la Banca Centrale della Bolivia ha revocato il divieto sulle transazioni in criptovalute, autorizzando canali elettronici regolamentati e segnalando una modernizzazione dei pagamenti, scrive Cointelegraph. Nei mesi successivi, il volume medio mensile di scambi di asset digitali è raddoppiato rispetto alla media dei 18 mesi precedenti, secondo la banca.
Il cambiamento si è riflesso nell’economia reale. A ottobre 2024, Banco Bisa ha introdotto la custodia di USDT per le istituzioni, un primato tra le banche boliviane. A marzo, la compagnia petrolifera statale YPFB ha esplorato l’uso di criptovalute per le importazioni di energia, in un contesto di carenza di dollari. A settembre, i distributori locali di marchi automobilistici come Toyota, Yamaha e BYD hanno iniziato ad accettare USDT, segno di una crescente sperimentazione tra i commercianti.
Il 31 luglio, la banca centrale ha firmato un memorandum con El Salvador, definendo le criptovalute un’«alternativa valida e affidabile» alla valuta fiat e impegnandosi a collaborare su strumenti politici e di intelligence per modernizzare i pagamenti e promuovere l’inclusione finanziaria.
La banca ha riportato che i volumi mensili di scambio di criptovalute hanno raggiunto i 46,8 milioni di dollari al mese, con un totale di 294 milioni di dollari da inizio anno al 30 giugno.
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Immagine di Parallelepiped09 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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