Geopolitica
Israele schiera le truppe nella zona cuscinetto con la Siria

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno annunciato domenica di aver schierato truppe nella zona cuscinetto con la Siria. La dichiarazione ha dichiarato che la mossa è per garantire la sicurezza di Israele e delle alture del Golan, che ha occupato illegalmente per decenni.
La mossa avviene nel contesto di una rapida offensiva jihadista in cui gruppi armati hanno preso il controllo di importanti aree della Siria, tra cui la capitale Damasco.
In una dichiarazione rilasciata domenica, le IDF hanno sottolineato che le truppe non stanno interferendo negli «eventi interni» della Siria.
«L’IDF continuerà a operare finché necessario per preservare la zona cuscinetto e difendere Israele e i suoi civili», si legge nella dichiarazione.
I carri armati israeliani si sarebbero spostati nella zona cuscinetto vicino a Quneitra, vicino alle alture del Golan, che sono sotto occupazione israeliana dalla Guerra dei sei giorni del 1967. I resoconti del Times of Israel indicano che sono stati lanciati attacchi di artiglieria nella regione, sebbene gli obiettivi specifici rimangano poco chiari. Fonti locali hanno riferito a RT che le pattuglie israeliane sono entrate nella città di Khan Arnabah nella provincia di Quneitra, uccidendo un uomo.
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Israele ha una storia di attacchi aerei in Siria, spesso prendendo di mira i valichi di frontiera e le aree urbane. Lo Stato degli ebrei sostiene che ciò venga fatto per interrompere le attività militari iraniane nella regione.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha dichiarato lunedì che l’offensiva jihadista in corso in Siria è stata coordinata da Stati Uniti e Israele. Secondo il diplomatico, non è una coincidenza che i terroristi abbiano attaccato la Siria settentrionale subito dopo che Israele ha stretto un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah.
La situazione in Siria continua a evolversi rapidamente mentre i gruppi jihadisti, tra cui Hayat Tahrir-al-Sham, affermano il controllo su regioni chiave dopo il loro ingresso a Damasco sabato.
Come riportato da Renovatio 21, nella sua recente intervista con Tucker Carlson il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha ipotizzato che dietro alla fiammata terrorista in Siria vi sia, assieme a USA e Londra, proprio Israele, desideroso di togliere attenzione internazionale da Gaza.
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Immagine di Israeli Defence Forces Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
La Colombia accusa gli Stati Uniti di aver iniziato una «guerra»

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Geopolitica
Svelato il profilo dell’accordo tra Israele e Hamas

Il piano di cessate il fuoco per Gaza proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump prevede il ritiro delle forze israeliane da vaste aree dell’enclave palestinese e la liberazione degli ostaggi rimanenti da parte di Hamas entro pochi giorni. Lo riportano varie testate giornalistiche internazionali.
Una fonte egiziana coinvolta nei negoziati ha dichiarato a Sky News Arabia che i mediatori hanno raggiunto un accordo per un «cessate il fuoco completo» e un «ritiro graduale dell’esercito israeliano dal 70% di Gaza».
Nel frattempo, la testata israeliana Ynet ha riportato che le forze israeliane dovrebbero ritirarsi entro 24 ore lungo una linea prestabilita, lasciando a Israele il controllo di circa il 53% dell’enclave. Questo includerebbe il ritiro delle IDF da Gaza City e da diverse altre aree centrali, secondo l’articolo.
L’agenzia Reuters scrive che Hamas rilascerebbe tutti gli ostaggi vivi entro 72 ore dall’approvazione del governo israeliano. In cambio, Israele libererebbe 250 palestinesi condannati all’ergastolo e 1.700 abitanti di Gaza detenuti dal 2023, incluse tutte le donne e i minori. Hamas detiene ancora circa 48 ostaggi, di cui Israele ritiene che circa 20 siano ancora in vita.
Dopo aver annunciato un progresso significativo nei negoziati, Trump ha dichiarato a Fox News che gli ostaggi saranno probabilmente rilasciati lunedì, promettendo che Gaza «sarà ricostruita».
«Gaza… diventerà un posto molto più sicuro… altri Paesi della zona aiuteranno la ricostruzione perché hanno enormi quantità di ricchezza e vogliono che ciò accada», ha affermato Trump, senza specificare quali nazioni siano coinvolte.
Nonostante l’apparente passo avanti, rimangono diverse questioni irrisolte, come la governance di Gaza nel dopoguerra e il destino di Hamas, che Israele ha giurato di eliminare completamente. Il piano di pace originale di Trump prevedeva un ruolo amministrativo limitato per l’Autorità Nazionale Palestinese, che governa parti della Cisgiordania, ma solo dopo significative riforme.
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Immagine di Jaber Jehad Badwan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Il Cremlino: i colloqui Russia-USA sull’Ucraina sono in «seria pausa». Nessun incontro Trump-Putin in agenda

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