Persecuzioni
India, proteste indù contro eventi di Natale. Mons. D’Souza: «segnale preoccupante»
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Nella città di Bareilly membri dei gruppi nazionalisti indù Bajrang Dal e Vishwa Hindu Parishad hanno protestato davanti a una chiesa cattolica il 24 dicembre, accusando una scuola di aver offeso l’induismo durante le celebrazioni di Natale. La diocesi ha respinto le accuse e spiegato che si tratta di una grave distorsione del contenuto delle rappresentazioni teatrali, dedicate a temi sociali e valori universali. Il vescovo Ignatius D’Souza ha denunciato ancora una volta il clima di crescente intolleranza religiosa.
Un evento scolastico di Natale, organizzato come ogni anno per promuovere comuni valori sociali e culturali, si è trasformato in un nuovo episodio di tensione religiosa nello Stato indiano indiano settentrionale dell’Uttar Pradesh. Il 24 dicembre, membri dei gruppi nazionalisti indù Bajrang Dal e Vishwa Hindu Parishad (VHP) hanno inscenato una protesta davanti alla cattedrale di St. Alphonsus a Bareilly, accusando una scuola cattolica di aver «offeso la religione indù» durante alcune rappresentazioni teatrali.
La manifestazione si è svolta all’esterno della chiesa mentre all’interno si celebrava il Natale. Un video, diventato virale sui social, mostra militanti del Bajrang Dal recitare l’Hanuman Chalisa (un inno devozionale indù) davanti all’ingresso della cattedrale, sotto lo sguardo di sei agenti di polizia presenti sul posto. I manifestanti hanno poi scandito slogan religiosi come «Jai Shri Ram» e «Har Har Mahadev», chiedendo l’apertura di un’indagine e la registrazione di un First Information Report (FIR) contro le autorità ecclesiastiche e la dirigenza della scuola.
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Secondo i gruppi di estrema destra indù, alcune scene messe in scena durante la recita di Natale avrebbero rappresentato in modo negativo l’induismo e promosso in maniera indiretta la conversione al cristianesimo. «Se davanti a un pubblico di 2.000 persone si proietta uno schermo di circa 30×20 pollici suggerendo che ci sono problemi legati all’induismo, il messaggio indiretto è che si dovrebbe passare al cristianesimo», ha dichiarato Ashu Agarwal, esponente del VHP.
Le rappresentazioni teatrali facevano parte del «Christmas Mahotsav», un evento culturale di due giorni tenutosi il 21 e 22 dicembre presso la Bishop Conrad Senior Secondary School, un istituto cattolico gestito dalla diocesi all’interno del complesso della chiesa. Come avviene da anni, nel programma erano inclusi spettacoli realizzati dagli studenti, canti natalizi, danze culturali e una mostra scientifica.
Secondo il vescovo Ignatius D’Souza, membro del comitato di gestione della scuola, le accuse sono frutto di una lettura distorta dell’iniziativa. «Tutte le esibizioni erano trasmesse in diretta su YouTube, ma i video sono stati rimossi per problemi di copyright legati a clip tratte dalla serie The Chosen, sulla vita di Gesù Cristo», ha spiegato in una dichiarazione, smentendo qualsiasi intento offensivo o proselitistico.
Il presule ha sottolineato come il Christmas Mahotsav sia da tempo un appuntamento molto atteso dalla cittadinanza. «È un evento annuale che celebra lo spirito del Natale insieme ai valori sociali e morali dell’India. Quest’anno migliaia di persone hanno partecipato con entusiasmo, apprezzando i programmi presentati dagli studenti», ha affermato.
Le esibizioni, ha aggiunto il vescovo, erano incentrate su temi come l’integrazione nazionale e la dignità umana. Tra i soggetti portati in scena c’erano personalità come B.R. Ambedkar, Anandi Gopal Joshi (prima donna medico indiana), Madre Teresa, oltre a messaggi sull’empowerment femminile, la tutela degli anziani, la lotta alle dipendenze, il rispetto dell’ambiente e l’importanza della famiglia. «Il messaggio complessivo era chiaro: pace, amore, armonia, unità e fratellanza, al di là di ogni confine religioso», ha ribadito D’Souza.
Alla manifestazione del 24 dicembre, durata meno di mezz’ora, hanno posto fine le forze dell’ordine dopo che i rappresentanti del Bajrang Dal hanno consegnato un memorandum al funzionario di polizia Ashutosh Shivam, chiedendo un’indagine «imparziale» sull’accaduto. Nessun arresto è stato effettuato.
Secondo il vescovo, l’episodio si inserisce in un clima più ampio di crescente intolleranza. «Non si tratta di un caso isolato. Quest’anno si contano quasi 60 episodi in tutto il Paese in cui celebrazioni natalizie sono state disturbate o ostacolate», ha denunciato. «Gruppi estremisti stanno cercando di farsi giustizia da soli, mettendo a rischio i valori costituzionali della libertà religiosa e della convivenza pacifica».
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D’Souza ha espresso preoccupazione anche per il silenzio delle autorità politiche. «È allarmante l’assenza di prese di posizione chiare da parte del governo guidato dal Bharatiya Janata Party. Il primo ministro e il ministro dell’Interno hanno il dovere di intervenire, condannare l’odio e garantire che la legge venga applicata contro chi tenta di dividere la società».
«Perché qualcuno dovrebbe sentirsi minacciato dalla minoranza cristiana?», ha aggiunto il vescovo. «È una comunità che ha dato un contributo fondamentale all’istruzione, alla sanità e al servizio sociale in India. Celebrazioni culturali pacifiche non dovrebbero mai diventare bersaglio di paura o ostilità».
«Il silenzio di fronte all’intolleranza – ha concluso il prelato – finisce solo per rafforzare le forze che vogliono dividere il Paese. L’India è forte nella sua diversità, e iniziative come il Christmas Mahotsav incarnano davvero l’idea di unità nella diversità».
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Immagine di ArmouredCyborg via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Birmania, militari birmani impongono l’‘anticipo’ del Natale per non ostacolare il voto
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Persecuzioni
Trump per Natale attacca «la feccia ISIS» in Nigeria
Il presidente Donald Trump ha reso noto che gli Stati Uniti hanno effettuato raid aerei contro i terroristi dello Stato Islamico in Nigeria proprio il giorno di Natale, accusando i militanti di aver «ucciso brutalmente» i cristiani.
Boko Haram, gruppo jihadista islamista il cui nome significa «i libri (occidentali) sono proibiti», ha giurato fedeltà all’ISIS nel 2015, per poi scindersi l’anno successivo in due fazioni rivali: Boko Haram e la Provincia dell’Africa Occidentale dello Stato Islamico (ISWAP), che concentra i propri attacchi contro i cristiani e coloro ritenuti «infedeli».
In un post pubblicato giovedì su Truth Social, Trump ha dichiarato che l’operazione era diretta contro la «feccia terroristica dell’ISIS nel nord-ovest della Nigeria, che ha preso di mira e ucciso brutalmente, principalmente, cristiani innocenti, a livelli mai visti da molti anni, e persino secoli!».
.@POTUS “Tonight, at my direction as Commander in Chief, the United States launched a powerful and deadly strike against ISIS Terrorist Scum in Northwest Nigeria, who have been targeting and viciously killing, primarily, innocent Christians, at levels not seen for many years, and… pic.twitter.com/ct7rUW128t
— Department of War 🇺🇸 (@DeptofWar) December 26, 2025
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«Ho già avvertito questi terroristi che se non avessero fermato il massacro dei cristiani, avrebbero dovuto pagare l’inferno… Sotto la mia guida, il nostro Paese non permetterà al terrorismo islamico radicale di prosperare. Che Dio benedica i nostri militari e BUON NATALE a tutti, compresi i terroristi morti», ha aggiunto.
Gli attacchi, mirati ai militanti nello Stato di Sokoto, sono stati eseguiti in coordinamento con le autorità nigeriane, ha comunicato il Comando Africa degli Stati Uniti. Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha ringraziato il governo di Abuja per il suo «sostegno e la sua cooperazione», annunciando «altri [attacchi] in futuro». I responsabili statunitensi, tuttavia, non hanno reso noto il numero di vittime tra i militanti.
Trump ha di recente inasprito le pressioni sulla Nigeria per le violenze a sfondo religioso, che comprendono omicidi e rapimenti di fedeli cristiani. A novembre aveva minacciato di intervenire in Nigeria «a tutto spiano» se il governo non avesse posto fine al «massacro» dei cristiani.
Washington ha inoltre introdotto restrizioni sui visti per individui presumibilmente coinvolti in violazioni della libertà religiosa e ha classificato la Nigeria come «paese di particolare preoccupazione» per le persecuzioni religiose.
La Nigeria, dove i cristiani prevalgono nel Sud e i musulmani rappresentano la maggioranza nel nord, affronta dal 2009 una prolungata insurrezione jihadista lanciata da Boko Haram per instaurare uno Stato islamico.
La persecuzione anticristiana in Nigeria si è aggravata dopo il 1999, quando 12 stati del Nord hanno adottato la sharia. L’ascesa di Boko Haram nel 2009 ha segnato un’ulteriore escalation, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014, di cui 87 risultano ancora disperse.
Come riportato da Renovatio 21, gli ultras della nazionale romena, a quanto pare più cristiani di Parolin, durante una recente partita di qualificazione ai mondiali a Bucarest hanno esposto un grande striscione con la scritta «DIFENDETE I CRISTIANI NIGERIANI».
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Due mesi fa Trump aveva promesso di «annientare» i terroristi islamici in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati. La sua sortita aveva provocato reazioni dai vertici dello Stato nigeriano, che aveva inizialmente respinto l’intervento militare «unilaterale» minacciato da Washingtone.
Come riportato da Renovatio 21, l’ambasciatore di Trump all’ONU Mike Waltz un mese fa aveva definito la persecuzione dei cristiani nigeriani un «genocidio». Nel 2024 l’Osservatorio sulla libertà religiosa in Africa (ORFA) ha calcolato quasi 56.000 morti in attacchi di natura religiosa in quattro anni.
Un tempo leggermente più numerosi dei musulmani, i cristiani sono ora in minoranza a causa degli elevatissimi tassi di natalità tra la popolazione musulmana. Nelle scorse settimane il mondo ha assistito ad un orrendo rapimento di massa di bambini cattolici dalle scuole.
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Vescovi indiani: «Angoscia e condanna» per l’aumento di attacchi ai cristiani a Natale
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