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Ambiente

Immagini infernali del paradiso delle Hawaii che brucia. Come la Sicilia, la Grecia, l’Australia…

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Immagini spaventose provengono dal 50° Stato americano, l’arcipelago delle Hawaii, l’insieme di isole paradisiache nel cuore del Pacifico annesse da Washington dopo la Seconda Guerra Mondiale.

 

Un incendio divora Maui, in particolare la cittadina di Lahaina. Al momento ci sono un centinaio di morti accertati e mille dispersi, nonché la distruzione di più di 2000 (qualcuno dice 3.000) edifici con danni per almeno 6 miliardi di dollari.

 

Filmati che corrono sui social media mostrano scene apocalittiche, alle quali, tuttavia, oramai siamo abituati: le abbiamo viste in Sicilia, a Rodi, Corfù, in Turchia e, qualche anno fa, in Australia.

 

Avvertenza: i video condivisi qui sotto potrebbe non essere adatti a un pubblico sensibile.

 

 

 

 

 

Particolarmente impressionanti le immagini delle persone che, coprendosi il naso e la bocca con tessuti bagnati, si sono buttati in acqua nel tentativo di sfuggire alle fiamme e al fumo.

 

 

Secondo quanto riportato, la colpa sarebbe della società elettrica: cavi malfunzionanti, che avrebbero innescato, con una scintilla, l’erba secca.

 

Ovviamente, si tratta di una versione ancora priva di riscontri, sulla quale poi si potrà innestare senza problemi la narrazione del Cambiamento Climatico.

 

Tuttavia, in rete, circolano altre teorie, prima fra tutte, quella dell’impiego di un’arma non cinetica – DEW, è l’acronimo ripetuto da tanti utenti: direct energy weapon, arma ad energia diretta.

 

In pratica, sostengono vari utenti, il disastro sarebbe opera di un laser, forse cinese – qui la teoria potrebbe agganciarsi alle dichiarazioni recenti degli scienziati cinesi che dicono di aver perfezionato sistemi laser in grado di non surriscaldarsi.

 

O forse, più che alle ultime, gli utenti che propendono per questa ipotesi si riferiscono ad una notizia di febbraio, quando fu pubblicamente segnalata, sui cieli delle Hawaii, l’attività laser di un satellite cinese.

 

 

Sui social, per sostenere la teoria dell’incendio-laser, circolano diversi filmati falsi, spesso tratti da incendi di altri luoghi in altri anni.

 

Tuttavia, alcuni filmati, che paiono più contestuali, mostrano in cielo luci e raggi non convenzionali, con i testimoni oculari a urlare il proprio spavento.

 

 

Significativo che tutti i grandi media mainstream mondiali, dalla BBC in giù, abbiano già pubblicato articoli che negano in ogni modo la teoria dell’attacco con armi laser. Come facciano a sapere cosa è successo quando ancora il luogo è ridotto a fuoco e cenere, non è dato a sapersi, ma l’importante, a quanto pare, è uccidere sul nascere questa narrativa.

 

 

Ad ogni modo, la tragedia crea scandalo, dapprima, per la sua dimensione politica.

 

Il presidente si è fatto ritrarre mentre fa un giro in bici, nelle stesse ore in cui il paradiso hawaiano è divenuto l’inferno.

 

 

L’amministrazione Biden, dopo un no comment, ha stanziato ufficialmente 700 dollari per famiglia hawaiana colpita.

 

In rete si sprecano ovviamente i paragoni con i 130 miliardi di dollari inviati a Kiev per la guerra contro la Russia.

 

 

 

 

 

 

Nell’annunciare l’elargizione dei 700 dollari una tantum è piuttosto curiosa la terminologia scelta dal presidente

 

 

«Abbiamo una concentrazione laser per ottenere aiuti ai sopravvissuti, inclusa l’assistenza per bisogni critici: un pagamento una tantum di $ 700 per famiglia che offre sollievo durante un momento inimmaginabilmente difficile».

 

Alla Casa Bianca a scrivere i testi hanno dei genii o dei troll, o forse nessuna delle due: solo un branco di idioti.

 

 

 

 

 

Immagini screenshot da Twitter

 

 

 

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Ambiente

Gli Emirati continuano con la geoingegneria

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Gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole per contrastare la cronica scarsità d’acqua, ha dichiarato un direttore di ricerca locale.

 

L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce. I piloti sorvolano nubi promettenti e rilasciano particelle di sale per stimolare le precipitazioni in un Paese che riceve meno di 100 mm di pioggia annui.

 

La tecnica rientra nella «strategia di adattamento del Paese al cambiamento climatico», ha spiegato lunedì al Financial Times Alya Al Mazrouei, direttrice del Programma di ricerca degli Emirati Arabi Uniti per la scienza del miglioramento della pioggia (UAEREP).

 

Il metodo, tuttavia, ha suscitato controversie: i critici temono che possa aggravare eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità, alterando i modelli naturali. Esprimono inoltre preoccupazione per l’impatto ambientale delle sostanze chimiche impiegate e per le possibili conseguenze indesiderate della modifica artificiale del clima.

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Orestes Morfin, esperto senior della Climate and Water Initiative in Arizona, ha dichiarato al quotidiano che «l’inseminazione delle nuvole è considerata un ulteriore strumento potenziale per incrementare l’approvvigionamento idrico».

 

In uno studio del 2023, gli scienziati del Centro nazionale di meteorologia degli Emirati Arabi Uniti hanno stimato che l’inseminazione delle nuvole potrebbe aggiungere fino a 419 milioni di metri cubi di acqua raccoglibile all’anno.

 

La scarsità d’acqua è una sfida storica per gli Emirati, che dipendono in larga misura dalla desalinizzazione per l’acqua potabile. Dall’inizio degli anni 2000, le autorità emiratine si sono impegnate per aumentare le precipitazioni con mezzi artificiali. Attualmente, il programma di miglioramento delle precipitazioni degli Emirati è operativo con dieci piloti e quattro velivoli, pronti a intervenire 24 ore su 24.

 

«Ogni volta che abbiamo l’opportunità di farlo… di solito non ne perdiamo nessuna», ha detto Al Mazrouei.

 

L’operazione è costosa: 8.000 dollari per ora di volo, con una media di 1.100 ore annue, per un totale di quasi 9 milioni di dollari. Tuttavia, Al Mazrouei sostiene che «il costo per metro cubo di acqua aggiuntiva è inferiore a quello della desalinizzazione». Gli Emirati hanno investito 22,5 milioni di dollari in sovvenzioni per la ricerca per perfezionare la tecnologia.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.

 

«Il cloud seeding mira a migliorare e accelerare il processo di precipitazione. Soprattutto nelle aree in cui non piove da molto tempo, precipitazioni così intense possono portare a un flusso eccessivo di infiltrazioni, con conseguenti potenziali inondazioni improvvise», ha dichiarato John Jaques, meteorologo della società di tecnologia ambientale Kisters, secondo il settimanale americano Newsweek.

 

«Le inondazioni di Dubai fungono da forte avvertimento sulle conseguenze indesiderate che possiamo scatenare quando utilizziamo tale tecnologia per alterare il clima». «Inoltre, abbiamo poco controllo sulle conseguenze dell’inseminazione delle nuvole. Dove esattamente pioverà effettivamente? L’uso di tecniche come il cloud seeding per portare le piogge tanto necessarie in un’area può causare inondazioni improvvise e siccità in un’altra».

 

Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.

 

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Immagine generata artificialmente

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Ambiente

L’EPA dà il via libera al primo pesticida PFAS nonostante gli avvertimenti sui rischi duraturi per la salute

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   L’EPA ha approvato il ciclobutrifluram, il primo pesticida «forevere chemical» autorizzato dall’amministrazione Trump, per l’uso su campi da golf, prati e colture. La decisione è arrivata durante uno storico blocco delle attività governative, nonostante gli scienziati avessero avvertito che il pesticida avrebbe potuto causare una contaminazione duratura delle acque e danni ambientali globali.   L’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) ha approvato ieri il pesticida altamente persistente ciclobutrifluram per campi da golf, prati, cotone, soia e lattuga. Il pesticida è una «sostanza chimica eterna» — appartenente a un gruppo chiamato PFAS, ovvero sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche.   Si tratta della prima approvazione definitiva di un pesticida PFAS sotto la presidenza di Donald Trump. Arriva solo due giorni dopo che l’agenzia ha presentato la sua quinta proposta di approvazione per un pesticida PFAS da quando Trump è entrato in carica.   L’approvazione odierna arriva nel contesto della più lunga chiusura del governo federale della storia, durante la quale le persone soffrono la fame perché i benefici dei buoni pasto sono stati ritardati.   Centinaia di migliaia di dipendenti federali non ricevono lo stipendio e milioni di persone subiscono interruzioni nella vita quotidiana, dai viaggi aerei all’ottenimento di mutui per la casa.

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«Nella stessa settimana in cui milioni di persone hanno perso l’accesso al cibo, vediamo che l’ufficio pesticidi dell’EPA ha tutte le risorse necessarie per continuare ad approvare automaticamente nuovi pesticidi pericolosi», ha affermato Nathan Donley, direttore delle scienze della salute ambientale presso il Center for Biological Diversity.   «I compari dell’industria chimica di Trump presso l’ EPA stanno diffondendo una nuova sostanza chimica eterna per proteggere i campi da golf e avvelenare il nostro Paese, violando palesemente la promessa del presidente di rendere l’America di nuovo sana».   È noto che il ciclobutrifluram si scompone in una sostanza chimica più piccola e permanente chiamata acido trifluoroacetico, o TFA, che è ritenuto uno dei contaminanti PFAS dell’acqua più diffusi al mondo.   I TFA provengono da molte fonti, ma recenti ricerche hanno evidenziato il ruolo significativo svolto dai pesticidi nella contaminazione dell’acqua.   I ricercatori ritengono che il mondo stia superando quella che è nota come una «minaccia al limite planetario» con la TFA, dove i danni alla salute della società potrebbero rapidamente diventare irreversibili.   Nel 2024, un rapporto dei ricercatori del Center for Biological Diversity, dell’Environmental Working Group e dei Public Employees for Environmental Responsibility ha rilevato che negli Stati Uniti vengono sempre più spesso aggiunte sostanze chimiche ai prodotti pesticidi, contaminando i corsi d’acqua e rappresentando potenziali minacce per la salute umana.   Sebbene alcuni PFAS differiscano per tossicità, potenziale di bioaccumulo e potenziale di inquinamento delle acque, tutti i PFAS sono altamente persistenti e presentano legami chimici che sostanzialmente non si decompongono mai. È stato riscontrato che gli ingredienti dei PFAS presenti nei prodotti pesticidi contaminano corsi d’acqua e fiumi in tutto il Paese.   Il ciclobutrifluram è incredibilmente persistente, con un’emivita fino a tre anni nel suolo e nell’acqua. L’emivita è il tempo impiegato da metà della sostanza spruzzata nell’ambiente per decomporsi.   «Metà di ciò che viene spruzzato nell’ambiente oggi sarà ancora presente quando eleggeremo il nostro prossimo presidente», ha affermato Donley. «Gli ingredienti necessari per far ammalare e mantenere l’America malata per generazioni vengono approvati proprio ora da un’amministrazione che afferma falsamente di avere a cuore la nostra salute».   In linea con il mandato del recente rapporto strategico della Commissione Make America Healthy Again, catturato dall’industria dei pesticidi, l’ EPA ha creato questa settimana una nuova pagina web per cercare di rassicurare il pubblico sulle sue «solide procedure di revisione» quando si approva un pesticida, anche uno che è un PFAS.

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Il sito web cerca di seminare dubbi su quali sostanze chimiche siano classificabili come PFAS, sebbene non vi siano ricerche scientifiche ampiamente accettate a sostegno di tali dubbi.   Sotto l’amministrazione Trump, l’ufficio pesticidi è controllato da due ex lobbisti dell’American Chemistry Council, Nancy Beck e Lynn Dekleva, e da un ex lobbista dell’American Soybean Association, pro-pesticidi, Kyle Kunkler.   Gli altri pesticidi PFAS che l’EPA ha proposto di approvare da quando Trump è entrato in carica sono l’epirifenacil, la trifludimoxazina, l’isocicloseram e il diflufenican.  
Pubblicato originariamente dal Center for Biological Diversity.   © 6 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.  

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Ambiente

Le mucche danesi crollano dopo l’aggiunta al mangime del prodotto anti-peti al metano

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Le mucche danesi stanno producendo meno latte e stanno collassando, e gli allevatori attribuiscono la colpa a un nuovo e controverso additivo per mangimi che dovrebbe ridurre le emissioni di metano.

 

Dal 1° ottobre, gli allevatori danesi hanno iniziato ad aggiungere Bovaer al mangime delle loro mucche per ridurre la produzione di metano, un gas serra, durante il pascolo.

 

Gli ambientalisti sostengono che le emissioni di metano provenienti dall’allevamento, cioè dalle flatulenze dei bovidi, siano una delle principali cause del riscaldamento globale.

 

Come riportato da Renovatio 21, un anno fa Copenhagen aveva programmato di imporre una tassa agricola sui peti vaccini.

 

Venerdì il quotidiano danese Jyllands-Posten ha riferito di aver parlato con diversi allevatori che ritengono che il Bovaer stia danneggiando le loro mandrie.

 

«Tantissime persone ci chiamano e sono insoddisfatte di ciò che accade alle loro mandrie», ha affermato Kjartan Poulsen, presidente dell’Associazione nazionale dei produttori lattiero-caseari danesi.

 

Gli allevatori hanno segnalato una diminuzione della produzione di latte e, in alcuni casi, il collasso degli animali. Alcuni hanno persino dovuto essere soppressi.

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Bovaer è prodotto dall’azienda olandese DSM ed è stato approvato dalla Commissione Europea come aggiunta ai mangimi per bovini nel 2022. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha affermato che l’additivo non presenta rischi per la salute delle mucche.

 

Alcuni degli allevatori che hanno parlato con Jyllands-Posten hanno dichiarato di aver rimosso Bovaer dal mangime e che i loro animali si sono ripresi.

 

L’Associazione nazionale dei produttori lattiero-caseari danesi ha ora avviato un’indagine sulle segnalazioni.

 

Il presidente Poulson afferma che il prossimo passo sarà quello di far firmare agli allevatori una dichiarazione in cui si impegnano a interrompere l’uso dell’additivo se i loro animali si ammalano, in conformità con le norme stabilite sul benessere degli animali.

 

Ha anche chiesto al ministro dell’agricoltura del Paese di dichiarare una «sospensione» dell’uso dell’additivo, in modo da poter raccogliere maggiori informazioni sui suoi effetti.

 

L’Amministrazione Veterinaria e Alimentare Danese ha dichiarato di essere a conoscenza di problemi segnalati da alcuni allevatori dopo l’utilizzo di Bovaer. L’agenzia ha incaricato i ricercatori dell’Università di Aarhus di indagare.

 

Come riportato da Renovatio 21, sono noti i progetti finanziati a Bill Gates di  vaccinare le mucche contro le loro scoregge climatiche, o pannolinarle.

 

È altresì noto che Gates stia supportando a suon di milioni aziende che producono carne sintetica o alimenti a base di insetti.

 

Come riportato da Renovatio21, due anni fa il governo irlandese aveva programmato lo sterminio di 200 mila mucche per soddisfare gli dèi del cambiamento climatico.

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