Eugenetica
Imbarazzante, inquietante: Bill Gates si impalla quando gli chiedono di Jeffrey Epstein
In una intervista alla TV pubblica PBS, Bill Gates, collegato da remoto con maglioncino colorato di ordinanza, ha risposto in modo poco convincente ad alcune domande sul suo rapporto con Jeffrey Epstein.
«Sono andato alcune volte a cena con lui» ha detto l’ultramiliardario, dimenticando che oltre alle cene il Gates volava sul famoso «Lolita Express», l’aereo privato di Epstein, ben 5 anni dopo che il pedofilo era stato condannato. Bill dimentica di specificare questo dettaglio, ma è tutto OK: se ne dimentica anche l’intervistatrice.
Gates quindi passa a dire che Epstein sosteneva di avere relazioni con gente che donavano a progetti di «per la sanità globale» («un interesse che ho», dice senza ironia, come se parlasse dell’hobby della filatelia); quindi, tagliò l con Epstein quando capì che i contatti che quest’ultimo millantava non lo portavano da nessuna parte. Tuttavia, è possibile ricordare che una donazione di 2 milioni di dollari fu fatta da Gates all’MIT nel 2014 per via – sostiene il New Yorker – proprio di Jeffrey Epstein, che aveva «diretto» il danaro del patron di Microsoft. Anche questo particolare, che smentirebbe la versione di Gates, è lasciato fuori dall’intervista.
«Sono andato alcune volte a cena con lui» ha detto l’ultramiliardario, dimenticando che oltre alle cene il Gates volava sul famoso «Lolita Express», l’aereo privato di Epstein, ben 5 anni dopo che il pedofilo era stato condannato
«È stato tanto tempo fa» dice l’intervistato, che parrebbe volerla chiudere qui. In realtà, non si tratta del Cretaceo o del Mesozoico, e nemmeno degli anni Novanta, ma di poco più di una manciata di anni fa. E non dimentichiamo che un collaboratore di Gates, il consigliere scientifico Boris Nikolic, è stato misteriosamente nominato esecutore testamentario di riserva di Epstein prima che fosse trovato «suicida» nella sua cella di carcere sorvegliata.
«Non c’è nessuna novità in tutto questo», ripete Gates, che scuote la testa nervosamente quando gli viene ricordato che lo ha incontrato per anni. L’imbarazzo è percepibile, tanto più che negli scorsi mesi varie testate hanno riportato che i due si sono visti più spesso («dozzine di volte» ha scritto il Daily Beast) di quanto si pensasse, e che si erano scambiati consigli intimi e importanti: «Gates, a sua volta, incoraggiava Epstein a riabilitare la sua immagine nei media dopo la sua condanna penale del 2008 per aver sollecitato una minorenne a prostituirsi, e discuteva di Epstein sul coinvolgimento con la Bill and Melinda Gates Foundation». Da parte sua, pare che Epstein stesse già dando a Bill consigli sul divorzio.
«L’ho detto… io mi pento di aver fatto quelle cene» insiste l’ex uomo più ricco del mondo, come a voler far passare l’idea che non si sia trattato di niente altro. Dei voli sull’aereo del pedofilo – che costituiscono la prova più lampante della fitta relazione – non si dice nulla, tanto più che non si capisce come un simile nababbo abbia bisogno di «passaggi» aeronautici.
«Non c’è assolutamente nessuna novità» ribadisce ancora, per poi chiudere l’argomento in modo inquietante: «lui è morto».
«Non c’è assolutamente nessuna novità» ribadisce ancora, per poi chiudere l’argomento in modo inquietante: «lui è morto».
L’intervistatrice quindi gli domanda se abbia tratto qualche lezione da questa storia.
«Lui è morto» ripete ancora Gates, «In generale, sai, devi stare attento». Questo commento aggiunge ancora più inquietudine al discorso.
«Lui è morto» ripete ancora Gates, «In generale, sai, devi stare attento»
Renovatio 21 , che ha dato subito conto della bizzarra amicizia quando essa emerse l’anno scorso grazie ad un exposé del New York Times e riemerse quest’anno con il divorzio dei Gates, ha suggerito la risposta alla domanda che nemmeno il giornalista più coraggioso ha provato a rivolgere al primo donatore mondiale dell’OMS: cosa univa in realtà, nel profondo, Epstein e Gates? Nessuno dei due aveva bisogno di danaro. Né di donne, riteniamo. E quindi?
La risposta che abbiamo provato a dare è: l’eugenetica.
Cosa univa in realtà, nel profondo, Epstein e Gates? Nessuno dei due aveva bisogno di danaro. Né di donne, riteniamo. E quindi?
Epstein era una sorta di transumanista apocalittico: aveva avuto l’idea di mettere il suo seme «superiore» e quello di geni accademici nel grembo delle ragazzine che sfruttava. Da lì si sarebbe potuto ripopolare il pianeta con una razza eletta di superuomini cervelloni
«È possibile che Gates vedesse in Epstein – con le sue isole, i suoi ranch, i suoi progetti di fanciulle ingravidate con il seme suo e di supergeni scienziati – qualcuno che comprendesse la sua visione del mondo e la sua rara capacità di renderla reale?» si chiedeva Renovatio 21 un anno fa.
L’argomento dell’eugenetica era discusso apertamente da Bill e la moglie Melinda dentro e fuori della loro Fondazione; era il tema preferito prima di quello delle Pandemie e dei vaccini, che del controllo della popolazione è diretta conseguenza.
Renovatio 21 ha altresì riportato di altre cene che in quegli anni Gates faceva con i Soros, i Rockefeller, i Buffet, etc. L’argomento, trapelò, era proprio quello: il controllo della popolazione mondiale, la sua riduzione.
Perché nessun giornalista osa chiederglielo direttamente?
Renovatio 21 ha dato una risposta anche a questo. Una grossa fetta della stampa mondiale – per non parlare delle aziende di internet – è nelle sue tasche.
Immagine elaborata da screenshot YouTube PBS
Eugenetica
La CEDU a gamba tesa sull’aborto in Polonia: liberi feticidi eugenetici per i cittadini UE
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha sentenziato che la Polonia ha violato la privacy di una donna costretta ad abortire un figlio malato andando all’estero, incerta sulla legalità dell’intervento in patria.
La causa è stata promossa da una residente di Cracovia, nel sud della Polonia, al quarto mese di gravidanza quando le fu diagnosticata una grave patologia genetica al feto. Aveva pianificato di interrompere legalmente la gestazione nel proprio Paese, ma le fu negato dopo che la Corte costituzionale polacca aveva bandito l’aborto per malformazioni fetali; i dettagli della nuova normativa, tuttavia, non furono pubblicati ufficialmente per mesi.
Tale ritardo generò una confusione generalizzata sull’effettiva applicazione della pronuncia. La donna dovette così recarsi nei Paesi Bassi per ottenere un ottenere l’uccisione del suo figlio giudicato non sufficientemente in salute.
«In quel lasso di tempo non era chiaro se le limitazioni fossero già operative o se l’interruzione di gravidanza potesse ancora essere effettuata lecitamente», ha statuito la CEDU nella sentenza emessa giovedì. Il tribunale ha disposto che la Polonia corrisponda alla donna 1.495 euro per danni materiali e 15.000 euro per danni morali. Ovviamente, al bambini ritenuto ammalato e quindi ammazzato, non può andare non solo un soldo, ma nemmeno un pensiero degli eurogiudici dei «diritti dell’uomo» (come no).
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I giudici hanno inoltre contestato la composizione della Corte costituzionale polacca, oggetto di forti critiche. La Commissione Europea e le forze di opposizione hanno denunciato che l’assetto del tribunale è stato condizionato dal partito di governo Diritto e Giustizia (PiS).
Prima della pronuncia del 2020, la legislazione polacca sull’aborto ammetteva l’interruzione di gravidanza in caso di stupro, incesto, rischio per la vita o la salute della gestante o gravi anomalie fetali. La sentenza ha soppresso quest’ultima fattispecie, che costituiva la maggioranza degli aborti legali nel Paese. La decisione scatenò imponenti manifestazioni nazionali, con numerose associazioni per i diritti delle donne che la bollarono come una delle più lesive degli ultimi decenni.
La pronuncia della Corte di Strasburgo non abroga la norma polacca, ma vincola lo Stato al rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione. Potrebbe inoltre indurre modifiche nelle procedure di esecuzione di simili verdetti in futuro.
Di fatto la CEDU non solo dirama l’ordine di sottomettersi al libero feticidio in Polonia e in tutta Europa, ma va oltre: uccidere un bambino nel grembo materno perché imperfetto è, tecnicamente, eugenetica. L’eugenetica diviene quindi una componente della UE.
E quindi, a questo punto, ci scappa automatica la reductio ad Hitlerum: hanno ragione quelli che vedono nell’UE gli albori di un vero e proprio Quarto Reich.
Risposta: eccerto, magari con l’aggiunta dei gay pride, il greene e gli islamo-africani spadroneggianti nelle nostre città, ma l’UE è di fatto una regione del mondo dove si uccidono i deboli e gli imperfetti – per ordine del giudice.
Adolfo, ovunque egli sia, in qualche tomba segreta, o in un vaso di cenere raccolta da qualche soldato sovietico, o in un villaggio nella jungla brasiliana come nelle barzellette e nelle serie TV, applaude felice: brava Europa!
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Immagine di Adrian Grycuk via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Poland
Eugenetica
«Pratiche eugenetiche discriminatorie»: allarme del bioeticista contro nuovo test sugli embrioni FIVET
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Eugenetica
Provetta e Intelligenza Artificiale, il mondo nuovo è alle porte
L’esperto americano di bioetica Charles Camosy, Ph.D., avverte che la combinazione di Intelligenza Artificiale (IA) e fecondazione in vitro (FIV) potrebbe portare alla selezione di massa degli embrioni, creando una «casta biologica». Denuncia il «neopaganesimo consumistico» nella medicina riproduttiva e chiede una resistenza cristiana.
In un articolo pubblicato dal Catholic Herald, il bioeticista sottolinea «i rapidi progressi nella tecnologia dell’intelligenza artificiale, uniti alla sua applicazione alla fecondazione in vitro», che a suo avviso potrebbero «portare a una situazione distopica» attraverso l’uso di migliaia di embrioni «in un singolo ciclo di trattamento».
Il professor Camosy la vede come una forma moderna di infanticidio influenzata «dalla rinascita di pratiche culturali pagane precristiane». Egli sottolinea che «i pagani greci e romani non avevano scrupoli a disumanizzare i neonati e non vedevano alcun problema nel decidere quali bambini dovessero vivere e quali dovessero morire, in base ai propri bisogni e desideri».
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Questa visione è tornata di moda anche oggi: «manipola in modo sconsiderato il potere di vita e di morte sui bambini, secondo i desideri dei genitori». Ma «oggi lo fa in un modo molto più sofisticato e su scala potenzialmente industriale», consentendo una selezione basata sull’intelligenza e su altre caratteristiche.
Questo atteggiamento «si allontana sempre più dall’antropologia cristiana» e non consente più di comprendere la vera dignità umana. Così, le pratiche riproduttive occidentali «non si concentrano sull’accettazione incondizionata dei figli come dono di Dio, (…) ma sui desideri del cliente per un prodotto acquistato come qualsiasi altro sul mercato».
Sottolinea come le aziende emergenti nel campo delle tecnologie riproduttive, come Orchid e Nucleus, abbiano «sviluppato nuove tecnologie che, a loro dire, possono aiutare i clienti a essere ancora più selettivi riguardo a quali bambini accogliere in una famiglia e quali rifiutare».
Noor Siddiqui, CEO di Orchid, non ha nascosto il tipo di cambiamenti culturali annunciati dalla sua azienda. In un video condiviso su X, afferma che «il sesso è per divertimento e lo screening degli embrioni serve per avere figli. Sarebbe folle non sottoporsi a screening per queste cose».
Secondo Ross Douhat, editorialista del New York Times che ha intervistato la signora Siddiqui, «presto saremo in grado di indurre praticamente qualsiasi cellula somatica a trasformarsi in un ovulo o in uno spermatozoo, consentendo a un singolo ciclo di fecondazione in vitro di produrre non 15 embrioni, ma 15.000».
«E, supponendo che aziende come Orchid e Nucleus continuino a esistere, useranno senza dubbio le tecnologie di intelligenza artificiale per setacciare questo set molto più ampio, sceglierne una o due che funzionano per loro e scartare il resto», conclude.
Charles Camosy vi vede – senza però nominare quest’opera – l’avvento de Il mondo nuovo, la celebre distopia di Aldous Huxley. Camosy ritiene infatti che una delle conseguenze di questa evoluzione sarà il peggioramento delle «disuguaglianze sociali nella nostra società» a causa dei «vantaggi biologici di cui godranno i bambini nati nei ranghi più alti della scala sociale».
E continua: «la classe (definita dalla posizione nel processo di produzione sociale) sarà rafforzata da nuove condizioni di casta biologica, dando origine a una nuova biopolitica: avere un figlio con una disabilità o con un corpo meno scolpito condannerà le persone a caste inferiori».
«In seguito, quando queste pratiche diventeranno meno costose e più accessibili, sarà probabilmente esercitata una sorta di leggera pressione su tutti i genitori affinché ottimizzino i propri figli (le assicurazioni potrebbero rifiutarsi di coprire i costi dei figli non ottimizzati). Avere figli alla vecchia maniera sarà appannaggio di pochi fanatici religiosi “pazzi”».
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Il mondo nuovo
Questa è una replica esatta di quanto predetto da Aldous Huxley nel suo romanzo futuristico del 1931. Nel 1958, l’autore tornò su questo tema nel saggio Il mondo nuovo, dove osservò che il mondo stava iniziando ad assomigliare alla sua distopia, vecchia di oltre un quarto di secolo. Ammise in un’intervista che le cose si stavano muovendo molto più velocemente di quanto avesse mai immaginato.
Ma è anche l’affermazione sempre più pressante dell’eugenetica a costituire la base del pensiero non cattolico in tutte le epoche. Questa eugenetica emerse negli ambienti pagani, come sottolinea Charles Camosy; scomparve poi sotto l’influenza del cattolicesimo, per riapparire nei paesi protestanti a partire dal XVIII secolo.
Questa eugenetica riacquistò gradualmente una posizione dominante sotto l’influenza delle teorie di Charles Darwin e del cugino Francis Galton, nonché del malthusianesimo.
L’eugenetica è attualmente la filosofia e la pratica degli ambienti medici che operano nel campo della riproduzione. (…)
L’unico modo per opporsi a questa presa di possesso della vita come «materia da gestire» (dottor Pierre Simon), resta la dottrina cattolica, concepita nella sua interezza e senza concessioni.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News.
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