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Persecuzioni

Il vescovo di Tolone chiede la riparazione per la cerimonia blasfema di apertura delle Olimpiadi

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Un vescovo francese della diocesi di Tolone Dominique Rey, ha condannato l’attacco della cerimonia di apertura a Nostro Signore e a coloro che Lo amano e Lo servono. Lo riporta LifeSiteNews.

 

«Molte persone, non solo cristiane, sono rimaste profondamente scandalizzate da quanto accaduto all’apertura dei Giochi Olimpici di Parigi, che comprendeva una parodia dell’Ultima Cena» ha detto monsignor Rey in una dichiarazione. «Abbiamo visto Cristo travestito da drag queen. I Giochi Olimpici sono un evento sportivo internazionale, destinato a promuovere l’unità, il rispetto e la fraternità. Non dovrebbe essere l’occasione per scene blasfeme e offensive. Il clima di pace che dovrebbe regnare durante questo evento dipende da questo».

 

«È nostra responsabilità, come cristiani, esprimere pubblicamente la nostra incomprensione, il nostro malcontento e la nostra sofferenza di fronte a tali espressioni che non hanno posto qui» ha continuato il vescovo. «Dobbiamo tenere a mente nelle nostre preghiere, attraverso atti di riparazione, in particolare attraverso l’Eucaristia e la celebrazione della Messa, fonte e culmine della vita cristiana, tutto ciò che ha offeso la fraternità e la pace che sono così preziose per noi in un mondo frammentato e così segnato dalla violenza».

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LifeSite ha raccolto anche il commento di monsignor Joseph Strickland, già vescovo di Tyler, Texas, epurato da Bergoglio.

 

«Il bigottismo verso i cristiani e la bestemmia di Gesù Cristo, il Figlio divino di Dio in mostra alle Olimpiadi, è un nuovo punto basso per la nostra comunità umana. Vergogna a coloro che hanno prodotto questa presa in giro, vergogna al Comitato Olimpico e alla nazione francese per averla permessa. Ciò offusca quella che dovrebbe essere la nobile celebrazione dello sport e della competizione».

 

«Esorto gli atleti a non correre per la corona sbiadita della fama mondana, ma piuttosto per la corona che non appassisce: la vita eterna in Gesù Cristo, il Figlio di Dio risorto».

 

Di fronte all’attacco blasfemo di venerdì sera al sacrificio di Nostro Signore e alla Sua indicibile sofferenza per la redenzione dell’uomo, e all’istituzione dell’Eucaristia, ci sono state molte reazioni arrabbiate e indignate.

 

Un noto domenicano, Padre Paul-Adrien, ha pubblicato un video in cui ha criticato la dichiarazione insipida fatta dalla Conferenza episcopale francese che deplorava che «questa cerimonia sfortunatamente includeva scene di scherno e derisione del cristianesimo, di cui ci rammarichiamo profondamente».

 

«Credo che questo non vada abbastanza lontano», ha detto il religioso. La deplorazione è un’«emozione passiva», mentre ciò di cui abbiamo bisogno qui è «un’emozione attiva». «Vorremmo vedere i vescovi francesi passare dal registro passivo a quello attivo» perché è il nostro «onore» che è stato «ingiustamente attaccato», e questo giustifica la «rabbia».

 

«Dobbiamo riarmarci, moralmente e intellettualmente, e smettere di accettare e sopportare tutto, perché il cristianesimo non è uno straccio, non è uno zerbino su cui tutto il mondo può pulirsi gli stivali: è il regno di Dio, il Vangelo predicato sulla terra, è la salvezza offerta ai peccatori… Abbiamo predicato troppo sulla misericordia. E avendo predicato tanto sulla misericordia, la gente lo prende per codardia. Ci sono dei limiti al dialogo… Anche questa è carità: in nome della carità, cercherò di impedire che la gente sprofondi nel male».

 

«Apparteniamo a una generazione di cristiani che ne ha abbastanza di essere sputati in faccia e non lo accetteremo, non lo accetteremo più. Hanno preso la nostra misericordia per codardia; oggi Dio ci chiede, in nome di questa misericordia a cui dobbiamo restituire il suo giusto posto, per ragioni pedagogiche e temporali, di smettere di essere misericordiosi. Per vincere, bisogna combattere. L’amore combatterà e l’amore vincerà», ha detto il frate.

 

La sua energica dichiarazione è una delle tante pubblicate su Internet dai preti francesi locali.

 

Padre Christian Venard, elemosiniere delle Forze Pubbliche di Monaco, ha pubblicato il seguente commento su X, in cui esorta la Chiesa cattolica a protestare contro gli attacchi scandalosi contro la fede con il pretesto della laicità:

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«Difenderete l’onore e la memoria delle decine di migliaia di sacerdoti, religiosi e religiose, uomini, donne e bambini che furono violentemente perseguitati e assassinati durante la Rivoluzione francese per odio verso la fede cattolica?» chiede Venard alla Conferenza Episcopale francese.

 

L’organizzazione francese per i diritti dei cristiani AGRIF (Alleanza contro il razzismo e per il rispetto dell’identità francese e cristiana) ha annunciato che porterà in tribunale la propaganda LGBT, il materiale sessuale esplicito presentato a milioni di bambini che guardano l’evento, la glorificazione della violenza contro le donne e «l’abominevole sacrilegio contro Gesù Cristo», nella sua veste di organizzazione «antirazzista» ufficiale che può appropriarsi della giurisdizione a pieno titolo.

 

I cattolici francesi sono stati invitati in tutto il Paese a recitare il rosario domenica pomeriggio alle 17:00 nelle chiese, nelle cappelle e davanti alle edicole pubbliche lungo le strade.

 

In Libano, il ministro per la Gioventù e lo Sport, George Kallas, ha rilasciato una forte dichiarazione pubblica: «Le Olimpiadi di Parigi hanno subito una battuta d’arresto morale. La violazione della sacralità della religione cristiana ha minato la dignità e i valori della Francia. Se fossi stato presente alla cerimonia di apertura, mi sarei ritirato immediatamente».

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Persecuzioni

Uomo entra in monastero e bastona i frati uccidendone uno

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A Valencia un uomo è entrato in un convento in Spagna ferendo gravemente a bastonate i frati, fino ad ucciderne uno. Lo riporta l’agenzia ANSA.   L’autore del ferale attacco avvenuto sabato mattina nel monastero della congregazione del Santo Espíritu del Monte a Gilet, vicino Valencia, è stato arrestato. Sette frati sono rimasti feriti. Tra di loro, un sacerdote anziano si trova in condizioni molto critiche, ma è sopravvissuto all’aggressione, contrariamente a quanto era stato inizialmente comunicato dall’arcivescovado.   L’aggressore, un uomo spagnolo di 46 anni, è stato arrestato dagli agenti della guardia civile, secondo quanto riferito da fonti investigative all’agenzia Efe. L’attacco è avvenuto intorno alle 10 del mattino, quando l’uomo è riuscito a entrare nel monastero e a raggiungere le stanze di diversi religiosi ai piani superiori.   Stando alle testimonianze dei frati, l’uomo, armato di mazze e di una bottiglia, ha aggredito i monaci urlando frasi come «sono Gesù Cristo e ucciderò i frati». Una delle vittime, un sacerdote anziano, era stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche per poi spirare all’Hospital Clínico di Valencia. Aveva 76 anni.   Tra i feriti, restano ricoverati un frate di 95 anni e uno di 65 anni. L’aggressore, che era fuggito dopo l’assalto, è stato arrestato domenica dalla guardia civile nelle montagne circostanti per essere portato al magistrato per la convalida del fermo.

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Persecuzioni

Aggressione con coltello all’altare, ferito sacerdote a Singapore

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Padre Christopher Lee è stato colpito ieri sera nella cattedrale di San Giuseppe da una persona con precedenti per reati di droga. Sottoposto a intervento chirurgico è in fase di recupero. Il primo ministro Wong: «Non c’è posto per la violenza nel Paese». La diocesi chiede ai cattolici di pregare per la pronta guarigione, mentre l’Organizzazione interreligiosa di Singapore condanna l’incidente.

 

I parrocchiani della cattedrale di San Giuseppe, nel distretto di Bukit Timah, sono rimasti sotto shock ieri sera quando un uomo si è avvicinato al santuario con un coltello in mano e ha accoltellato padre Christopher Lee, mentre celebrava la messa. Il sospettato, un singalese di Singapore di 37 anni con precedenti penali per lesioni gravi e reati legati alla droga, è stato disarmato dai fedeli presenti e successivamente arrestato dagli agenti di polizia.

 

Sulla base delle indagini preliminari, la polizia ritiene che il sospettato abbia agito da solo e che l’attacco non sia stato un atto di terrorismo.

 

L’Organizzazione interreligiosa di Singapore ha subito condannato l’incidente, mentre il primo ministro Lawrence Wong ha invitato alla calma, affermando che «la violenza non ha posto nel Paese», esortando «tutti a sostenersi a vicenda in uno spirito di armonia e resilienza».

 

Ha anche detto in un post sui social media: «sono molto scioccato e rattristato nell’apprendere che un prete, padre Christopher Lee, è stato accoltellato nella chiesa di San Giuseppe durante la messa. Preghiamo per la sua completa e rapida guarigione. Soprattutto, dobbiamo salvaguardare la sicurezza e la sacralità dei nostri luoghi di culto, luoghi in cui le persone cercano pace, conforto e comunità».

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Channel News Asia riferisce che oggi le messe domenicali si sono svolte come di consueto sotto gli occhi attenti delle pattuglie della polizia e dei poliziotti presenti nei pressi della chiesa.

 

Parlando ad AsiaNews, una cattolica di Singapore, Stella Hendricks ha detto di essere rimasta sconvolta quando ha saputo dell’incidente. Ha detto che Singapore è nota per essere tra le città più sicure al mondo e nessuno si aspetterebbe mai che ciò accadesse in una chiesa che dovrebbe essere un posto più sicuro delle strade esterne.

 

«Non si è mai verificato un incidente del genere in nessuno dei luoghi di culto qui a Singapore, poiché il governo ha sempre incoraggiato i rapporti interreligiosi pacifici e il rispetto reciproco per la cultura, la religione e le tradizioni praticate nelle comunità di tutte le culture».

 

Hendricks, che frequanta la vicina parrocchia di Maria Stella del Mare, ha detto di essere contenta che l’incidente «non sia stato più grave di così» e che il sacerdote ferito si stia riprendendo bene dopo l’operazione.

 

Con 395mila cattolici, quella di Singapore è una Chiesa vivace ed è una delle popolazioni cristiane più dinamiche del Sud-est asiatico, con numeri in crescita. Secondo gli ultimi dati ufficiali del 2023, la popolazione di Singapore ammontava a 5,92 milioni di cittadini, con cinesi, malesi e indiani come principali gruppi.

 

Di questi 5,92 milioni di persone, 4,15 milioni sono residenti, di cui 3,61 milioni di cittadini e 540.000 residenti permanenti. I restanti 1,77 milioni di persone che vivono a Singapore sono classificati come non residenti, per lo più lavoratori residenti senza diritti politici che solitamente non vengono conteggiati nelle statistiche.

 

Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.

Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Persecuzioni

Haiti, bruciato il convento e l’ospedale delle Suore della Carità

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L’Agenzia Fides denuncia il delitto commesso da una delle bande armate che terrorizzano la capitale di Haiti, Port-et-Prince, e la regione circostante, commesso lo scorso 26 ottobre. In serata, un gruppo armato, agli ordini di Jimmy Chérizier, soprannominato «Barbecue» per i suoi appetiti incendiari, è entrato nel cortile del convento.   Secondo il racconto delle suore, gli uomini dell’ex poliziotto diventato capobanda «sono entrati nel convento e hanno preso possesso anche dell’ospedale» secondo Franceinfo. Hanno abbattuto parte dei muri prima di svuotare i due edifici dai letti e da tutte le attrezzature mediche e dar loro fuoco.   «Le suore e il personale medico non hanno subito aggressioni», riferisce la stessa fonte.

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Lo scorso settembre la polizia haitiana ha chiesto alle suore di abbandonare il quartiere e di chiudere la loro casa. Le forze dell’ordine non si sono sentite in grado di proteggerli dalla forza delle bande, e in un’area che oggi è considerata il territorio del G-9 et fanmi (G-9 e la famiglia), di cui Barbecue è il leader.   La casa delle Suore Missionarie della Carità è stata aperta nel 1979. Da allora, migliaia di haitiani sono entrati nelle sue mura per ricevere aiuti alimentari, cure, interventi chirurgici o cure mediche. Secondo Fides, infatti, l’ospedale accoglie circa 1.500 pazienti all’anno in ricovero gratuito e quasi 30.000 pazienti all’anno in ambulatori gratuiti.   Questo attacco rivela un peggioramento della situazione – se davvero potrebbe peggiorare. Perché fino ad allora anche le bande rispettavano le Suore della Carità e la loro missione essenziale verso la popolazione.   Ma secondo una fonte «Barbecue ha perso ogni razionalità, ogni rispetto per le suore e per la gente, perché sa benissimo che sono le persone più povere a beneficiare del servizio delle suore e che ne hanno beneficiato per tutti questi anni».   Sembra che l’avidità sia stata il motivo dell’attacco. Suor Paësie, missionaria ad Haiti, che ha fornito i dettagli della tragedia, precisa che «gli oggetti saccheggiati vengono venduti finora al mercato vicino a Saint-Joseph».   Dallo scorso luglio è stata avviata dalle Nazioni Unite una missione multinazionale di sostegno alla sicurezza, con l’arrivo di un primo contingente di agenti di polizia keniani. El Salvador ha approvato l’invio di un contingente militare all’inizio di ottobre. Ma queste forze sembrano ben poche di fronte alle terribili bande che terrorizzano la capitale haitiana.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news

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