Spirito
Il sito web del Giubileo rimuove la menzione del pellegrinaggio della FSSPX
Dobbiamo dirlo subito: il sito web del Giubileo menzionava il pellegrinaggio della Fraternità, ma questa menzione è improvvisamente scomparsa. Rimane solo la prova inconfutabile dello screenshot preso da FSSPX.News. Questa cancellazione è, a nostro avviso, superflua. È il segno di una mentalità meschina, ristretta e, soprattutto, contraddittoria.
Come riportato da un articolo, il sito web in lingua italiana Jubilaeum 2025 annunciava inequivocabilmente il pellegrinaggio della Fraternità Sacerdotale San Pio X a partire dal 21 agosto. Questa menzione è stata cancellata, senza che fosse possibile specificarne la data esatta. In ogni caso, non esiste più. Mentre tutti i pellegrinaggi annunciati, passati, presenti o futuri, sono ancora menzionati.
Bisogna presumere che gli 8.000 pellegrini – almeno – che hanno visitato le basiliche, recitato le preghiere del Giubileo e pregato per il Pontefice regnante non fossero cattolici, per meritare tale rifiuto e disprezzo. Probabilmente non sono molti i pellegrinaggi di una congregazione religiosa che hanno radunato così tante persone a Roma.
Tuttavia, il sito web del Giubileo preferisce mantenere la menzione di un pellegrinaggio previsto per il 6 settembre, che riguarda il movimento la Tenda di Gionata, un movimento pro-LGBT. (…)
Nello stesso articolo, monsignor Rino Fisichella, Proprefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e Delegato per il Giubileo, a seguito di una controversia suscitata dall’iscrizione, dalla cancellazione e poi dalla nuova iscrizione del pellegrinaggio contestato, ha dichiarato: «includiamo tutti coloro che ci chiedono di fare esperienza di fede. (…) Pertanto, non vedo perché qualcuno debba essere escluso».
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La domanda sorge spontanea: Mons. Fisichella ritiene che i pellegrini venuti con la Fraternità San Pio X non fossero lì per fare esperienza di fede? Perché erano lì allora? Per cosa li critica?
Si deve quindi concludere che la proposta di monsignor Fisichella debba essere intesa come un’eccezione; deve essere intesa aggiungendo la clausola essenziale: «non vedo perché qualcuno debba essere escluso, tranne la Fraternità San Pio X». Questi pellegrini non esistono; non sono mai venuti, non hanno pregato; non c’è modo che vengano nemmeno menzionati.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine da FSSPX.News
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Il Vaticano rifiuta di formulare un «giudizio definitivo» sulle donne diacono
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Spirito
Papa Leone XIV inaugura il suo magistero aereo
Come il suo predecessore, Leone XIV adottò la pratica di tenere conferenze stampa in aereo al ritorno dal viaggio apostolico. Il 2 dicembre 2025, il pontefice rispose a domande su vari argomenti: il sinodo tedesco, le guerre in Ucraina e in Medio Oriente e il dialogo con l’Islam. Su questi argomenti, le sue risposte, spesso convenzionali, erano in netto contrasto con le dichiarazioni a volte esplosive di Francesco.
Si guadagna quota a 10.000 metri ? La domanda è lecita. In ogni caso, questo era l’ obiettivo dichiarato della prima conferenza stampa aerea del nuovo pontificato. L’intervista è iniziata con una domanda sul fatto che Leone XIV fosse un «papa americano» nel contesto del processo di pace in Medio Oriente e sui suoi rapporti con i leader chiave della regione e con l’ amministrazione Trump.
Il pontefice ha ribadito con forza la sua convinzione che una pace duratura sia possibile e ha confermato di aver parlato con diversi capi di Stato e con Washington. Ha promesso di proseguire questi sforzi, personalmente o tramite la Santa Sede, per realizzare questa aspirazione alla pace.
Fu poi affrontato il caso del Libano, gravemente colpito dal conflitto tra Israele e Hezbollah. Leone XIV ha confidato che la diplomazia vaticana non si limitava a dichiarazioni pubbliche: agiva attivamente «dietro le quinte». Rivelò che durante il suo viaggio aveva incontrato rappresentanti di vari gruppi coinvolti in conflitti interni e internazionali.
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Interrogato su possibili contatti con Hezbollah – attore chiave nella regione – il Santo Padre ha confermato che gli scambi sono avvenuti. Senza entrare nei dettagli, ha ribadito la posizione coerente della Chiesa: è imperativo deporre le armi e sedersi al tavolo dei negoziati, unico modo efficace per porre fine alla violenza.
Il papa ha poi risposto a domande più personali sui suoi inizi come Pastore Supremo e sui sentimenti provati al momento della sua elezione. Con umorismo, ha raccontato di aver pensato di più al suo futuro ritiro quando il Sacro Collegio lo ha scelto. Riguardo al conclave, il successore di Francesco ha sottolineato la segretezza che lo circonda e si è rammaricato per le fughe di notizie avvenute dopo la sua elezione.
Al momento di accettare il pontificato sovrano, colui che pochi secondi prima era immobile, il cardinale Robert Prevost, ha affermato di aver praticato il «lasciar andare» di fronte alla volontà divina, frutto in particolare della lettura di La Pratica della Presenza di Dio, di frate Lorenzo della Resurrezione, un carmelitano scalzo francese del XVII secolo.
Affrontando le tensioni tra NATO e Russia, il Papa ha sottolineato la complessità dei conflitti moderni. Ha espresso una visione sfumata delle iniziative di pace in Ucraina: mentre gli Stati Uniti possono proporre piani, il pieno coinvolgimento dell’Europa nei negoziati rimane, a suo avviso, una questione cruciale. Ha sottolineato in particolare il ruolo dell’Italia, che, in virtù della sua storia e cultura, possiede, a suo avviso, una «capacità unica di mediazione» che la Santa Sede è pronta a incoraggiare per raggiungere una «pace giusta».
Il pontefice ha poi delineato i suoi programmi di viaggio: l’Africa ha avuto un ruolo di primo piano, con una preferenza personale per l’Algeria; l’America Latina (Argentina, Uruguay, Perù) è rimasta una possibilità in una fase successiva.
Riferendosi alla situazione esplosiva in Venezuela, ha sottolineato che la Chiesa locale e il nunzio apostolico stavano lavorando instancabilmente per allentare le tensioni per il bene della popolazione, principale vittima del conflitto. Interrogato su possibili minacce di intervento militare o di operazioni volte a «eliminare» l’attuale governo, Leone XIV si è mostrato molto cauto e ha chiaramente favorito la ricerca del dialogo.
Interrogato sull’Islam, che molti cattolici percepiscono come una minaccia all’identità cristiana dell’Occidente, il Papa ha ripetuto alcuni luoghi comuni: le paure sono spesso «strumentalizzate» da «chi si oppone all’immigrazione», e ha presentato il Libano come una «lezione» di convivenza tra musulmani e cristiani, a rischio di apparire estraneo alla realtà vissuta da molti.
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Interrogato sul Cammino sinodale tedesco e sulla sua influenza sulla Chiesa, Leone XIV si mosse con cautela, riconoscendo che la sinodalità può essere vissuta in modo diverso a seconda del contesto, ma espresse una preoccupazione: alcuni aspetti del Cammino sinodale in Germania potrebbero non riflettere fedelmente le aspirazioni dei cattolici tedeschi. Ribadì l’ importanza del dialogo continuo tra i vescovi tedeschi e la Curia romana per garantire che il «Cammino sinodale tedesco» non si allontani dal cammino della Chiesa universale.
Infine, il Papa ha concluso spiegando il significato del suo motto, In Illo Uno Unum («In Colui che è Uno, noi siamo uno»), in risposta a una domanda sul contributo dei cristiani orientali all’Occidente. In un mondo segnato dall’individualismo , ha portato come esempio quei cristiani capaci di offrire un «bacio» o un «abbraccio» nonostante le ferite della guerra.
A suo avviso, quanto più l’umanità promuoverà l’amicizia, il dialogo e la comprensione, tanto più si allontanerà dalla guerra e dall’odio. Un appello nobile nelle sue intenzioni, ma che non può essere realizzato senza una conversione soprannaturale e genuina alla fede nell’unico Signore Gesù Cristo.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Mons. Viganò: «chi non riconosce Maria Santissima come Regina e Signora, non riconosce Gesù Cristo come Re»
Salve, Regina. Con queste parole inizia una delle preghiere più dense di dottrina e di spiritualità, e allo stesso tempo più care al popolo cristiano. È il saluto semplice, composto, reverente, di una schiera infinita di anime che da ogni parte del mondo – e dalle pene… pic.twitter.com/2fH1Ro36Oq
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) December 1, 2025
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