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Big Pharma

Il lato oscuro di AstraZeneca

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Il drastico stop subito in tutta Europa dalla Big Pharma anglosvedese sta colpendo l’opinione pubblica continentale. Dalla quale, come sempre, sono tenute lontane le domande fontamentali – perfino le più semplici.

 

Dall’opinione pubblica, come sempre, sono tenute lontane le domande fontamentali – perfino le più semplici

Per esempio: cos’è AstraZeneca? Cosa ha fatto nel passato recente? Quale track record per i suoi farmaci e per i suoi esperimenti? Per cosa era finita sui giornali internazionali e nostrani?

 

Renovatio 21 ne aveva accennato un anno fa, quando ci parve che l’evento grottesco organizzato dal governo Conte 2 a Villa Pamphilj – gli infausti, ridicoli «Stati Generali« – altro non fosse che il lancio del vaccino come unico orizzonte d’attesa dell’intera narrazione pandemica.

 

C’era all’epoca, la sensazione che in Italia e in Europa qualcuno spingesse per il vaccino oxoniano, forse per cointeressenze brevettuali che hanno imprese italiane molto immischiate con la politica. La trasmissione Report ha fatto nomi e cognomi degli onorevoli «amici» di quell’azienda e avrebbe anche scoperto che il brevetto principale (il virus della scimmia che serve da «vettore» per questo farmaco) in realtà non è in mani italiane, ma svizzere – quantomeno da un punto di vista societario.

Cos’è AstraZeneca? Cosa ha fatto nel passato recente? Quale track record per i suoi farmaci e per i suoi esperimenti? Per cosa era finita sui giornali internazionali e nostrani?

 

La verità è che scavando anche molto meno di quanto fanno le inchieste di Report emergono controversie a bizzeffe. Anche e soprattutto, come indicato negli ultimi casi riportati qui sotto, controversie italiane.

 

 

Vaccino HPV e Nobel

Nel 2008 AstraZeneca fu indagata dall’unità anticorruzione della polizia svedese per un presunto grave conflitto di interessi con l’assegnazione del premio Nobel al virologo tedesco Harald zur Hausen studioso del virus del papilloma umano (HPV). Ciò avrebbe rappresentato un conflitto di interessi dovuto al fatto che essa ha tra i propri prodotti due vaccini anti HPV.

2008 AstraZeneca è indagata dalla polizia svedese per un presunto conflitto di interessi con l’assegnazione del premio Nobel ad uno studioso del virus del papilloma umano (HPV)

 

«Due figure chiave della commissione di selezione hanno infatti forti legami con la casa farmaceutica. Che, guarda caso, ha forti interessi nella produzione del vaccino contro l’HPV» scrisse La Stampa.

 

«Non si può negare però che l’AstraZeneca abbia degli interessi strettamente legati al lavoro svolto da Harald zur Hausen. Nel 2007, infatti, la multinazionale con sede a Londra ha acquistato una società che produce un componente essenziale per la realizzazione del vaccino contro il virus HPV – vaccino che viene poi realizzato da società terze» continuava il quotidiano torinese. AstraZeneca si disse estranea alle vicende.

 

 

Antipsicotico con frode

Nell’aprile del 2010 AstraZeneca trovò l’accordo in una causa legale USA da 520 milioni di dollari per liquidare le accuse secondo cui la società aveva frodato Medicare, Medicaid e altri programmi di assistenza sanitaria finanziati dal governo americano. Il processo era relativo alle pratiche di marketing e promozionali per un antipsicotico atipico di successo prodotto da AstraZeneca, il Seroquel.

 

2010: AstraZeneca paga 520 milioni di dollari per aver indirizzato la sua commercializzazione illegale dell’antipsicotico Seroquel verso i medici che in genere non trattano la schizofrenia o il disturbo bipolare

Secondo l’accordo transattivo, AstraZeneca ha indirizzato la sua commercializzazione illegale dell’antipsicotico Seroquel verso i medici che in genere non trattano la schizofrenia o il disturbo bipolare, come i medici che curano gli anziani, i medici di base, i medici pediatrici e adolescenti e in strutture e carceri a tempo determinato . Nel marzo 2011, AstraZeneca ha sistemato la causa negli Stati Uniti per un totale di $ 68,5 milioni da dividere in 38 stati.

 

 

Psicofarmaco e suicidio

Il farmaco antipsicotico Seroquel nel 2004 fu al centro di un’altra controversia, quando Dan Markingson, un partecipante ad una ricerca dell’Università del Minnesota, si suicidò mentre mentre era parte di uno studio farmaceutico sponsorizzato dall’industria confrontando tre antipsicotici atipici approvati dalla FDA: Seroquel (quetiapina), Zyprexa (olanzapina) e Risperdal (risperidone).

 

2004: un partecipante ad una ricerca dell’Università del Minnesota, si suicidò mentre mentre era parte di uno studio sullo psicofarmaco antipsicotico Seroquel. Lo studio era progettato e finanziato da AstraZeneca, il produttore di Seroquel

Lo studio fu  progettato e finanziato da AstraZeneca, il produttore di Seroquel, e richiedeva che 400 soggetti avessero vissuto il loro primo episodio psicotico per somministrare uno dei tre farmaci per un anno. «I ricercatori hanno scoperto che il suicida era in cura con Seroquel, il farmaco prodotto dallo sponsor dello studio, AstraZeneca» scrive Mother Jones.

 

L’articolo Mother Jones intitolato «La Corruzione mortale dei test clinici» raccontò il caso chiedendosi: «Quando rischi la vita e gli arti per testare un farmaco, stai aiutando la scienza o Big Pharma?».

 

 

Dirigenti evasori e molestatori sessuali

1996: 79 dinne accusano tre dirigenti di Astra USA di molestie sessuali. Il CEO Bildman viene accusato di evasione fiscale.

L’amministratore delegato di Astra USA (poi confluita in AstraZeneca) fino al 1996, Lars Bildman, poi denunciato dalla stessa azienda, fu accusato di evasione fiscale per 1 milioni di dollari nonché di molestie sessuali: il 13 maggio 1996, sulla stampa apparve il caso di ben 79 donne che dicevano di essere state molestate da tre dirigenti di Astra negli USA, tra cui il CEO Lars Bildman.

 

La società arrivò a pagare 9,8 milioni di dollari per chiudere la causa per molestie sessuali.

 

Nexium

Nel 2007, Marcia Angell, ex caporedattore del New England Journal of Medicine e docente di medicina sociale presso la Harvard Medical School, ha dichiarato al settimanale tedesco  Stern (in un articolo intitolato «Come l’industria manipola i medici e inganna i pazienti»), che gli scienziati di AstraZeneca avevano travisato le loro ricerche sull’efficienza del farmaco Nexium, un medicinale contro il reflusso gastrico che risulta essere il farmaco più venduto da AstraZeneca.

 

2007: il settimanale tedesco Stern parla del caso del farmaco Nexium in un articolo intitolato «Come l’industria manipola i medici e inganna i pazienti»

La dottoressa Angel sostiene che «invece di usare dosi presumibilmente comparabili [di ciascun farmaco], gli scienziati dell’azienda hanno usato Nexium in dosi più elevate. Hanno confrontato Nexium 20 e 40 mg con Prilosec 20 mg. Con le carte contrassegnate in questo modo, Nexium sembrava un miglioramento – che tuttavia era solo piccolo e mostrato solo in due dei tre studi».

 

«Il Nexium (esomeprazolo) secondo gli autori è “in cima alla lista” dei farmaci che sono commercializzati dalle aziende farmaceutiche direttamente ai medici, che ricevono doni in denaro e/o beni quando prescrivono il farmaco in questione. Questo comportamento della AstraZenenca, ha comportato per il sistema sanitario pubblico tedesco un supplemento di spesa di 139,50 milioni di dollari rispetto all’utilizzo del “vecchio” omeprazolo che aveva il brevetto scaduto» scrive Wikipedia citando Stern.

 

 

2010: la multinazionale accetta di pagare una multa di 505 milioni di sterline per un la questione fiscale del trasferimento a paesi con regimi fiscali più favorevoli

Multa milionaria per trasferimento fiscale

Nel 2010, scrive il quotidiano britannico Guardian, la multinazionale accetta di pagare una multa di 505 milioni di sterline per un la questione fiscale del trasferimento a paesi con regimi fiscali più favorevoli. Il meccanismo è noto come transfer pricing.

 

«AstraZeneca dichiarò che che realizza oltre il 70% dei suoi profitti all’estero e paga le tasse necessarie all’estero – scrive il Guardian – Tuttavia, la divisione americana di AstraZeneca fu ominata nel 2004 come una delle 30 società coinvolte in un piano di elusione fiscale venduto dalla società statunitense KPMG. Si stima che il regime sia costato alle autorità fiscali statunitensi, che lo hanno definito “abusivo”, con entrate perse di quasi 1 miliardo di sterline».

2014:  i PM di Milano  rinviano a giudizio 23 manager e consiglieri o ex consiglieri di amministrazione delle multinazionali Pfizer e AstraZeneca con l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta

Caso Marvecs Italia

Nel 2014 i pm di Milano Gaetano Ruta e Luigi Orsi rinviano a giudizio 23 manager e consiglieri o ex consiglieri di amministrazione delle multinazionali Pfizer e AstraZeneca con l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta. Le indagini avevano riguardato a cessione di rami di azienda da parte di AstraZeneca e Pfizer alla società Marvecspharma Service Srl, poi fallita.

 

AstraZeneca ed un’altra società avrebbero ceduto a Marvecs 91 lavoratori, ai quali, secondo l’accusa, Marvecs non avrebbe versato somme relative al TFR dei lavoratori.

 

2007 : presso il Senato della Repubblica Italiana viene fatta un’interrogazione riguardo alla situazione economica della Marvecs

Secondo la nota della Guardia di Finanza riportata da Reuters essa era «una società priva dell’adeguata autonomia patrimoniale, delle capacità organizzative e della strategia di mercato idonea ad impiegare produttivamente la forza lavoro ceduta».

 

«È stato accertato che, nell’imminenza del fallimento, sono stati distratti alcuni asset (marchi e beni) a danno della fallita e in favore di una società riconducibile sempre agli stessi indagati» aggiungevano le Fiamme Gialle.

 

Già nel 2007  presso il Senato della Repubblica Italiana fosse stata fatta un’interrogazione riguardo alla situazione economica della Marvecs. Nel 2010 venne fatta un’interpellanza parlamentare a riguardo da parte dell’onorevole Scilipoti.

2015 il ciclista Fabio Taborre risultò positivo al test antidoping per il farmaco vietato FG-4592. Il farmaco è stato sviluppato congiuntamente da FibroGen e AstraZeneca.

 

Doping ciclistico italiano

Nel luglio 2015, il ciclista Fabio Taborre risultò positivo al test antidoping per il farmaco vietato FG-4592 in un controllo fuori gara. Come scrive La Gazzetta dello Sport, FG-4592 (Roxadustat) era allo stadio di studio clinico di fase 3 e non era stato ancora commercializzato. Il farmaco è stato sviluppato congiuntamente da FibroGen e AstraZeneca.

 

L’FG-4592 viene assunto per via orale e stimola la produzione naturale di EPO in modo simile all’allenamento in quota.

 

2013:  il presidente della commissione antitrust italiana Gnella relazione annuale presentata al Parlamento stigmatizza il comportamento dominante di alcune multinazionali farmaceutiche tra cui l’AstraZeneca

 

Antitrust

Nel 2013, il presidente della commissione antitrust italiana Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale presentata al Parlamento, stigmatizzò il comportamento dominante di alcune multinazionali farmaceutiche tra cui l’AstraZeneca.

 

«La Commissione [Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ndr] ha richiamato l’attenzione sui pregiudizi alla concorrenza che si possono instaurare in questo mercato attraverso il regulatory gaming, prima con un’indagine conoscitiva e poi con la decisione sul caso AstraZeneca, in cui è venuto in rilievo proprio l’abuso di posizione dominante di un’impresa che sfruttava le pieghe della regolazione per mantenere abusivamente una posizione di esclusiva. La decisione è stata confermata dalla Corte di Giustizia nel dicembre 2012».

 

Tutte queste storie qui riportate sono pubbliche. Vi sono articoli di giornali e (almeno, al momento) pagine di Wikipedia sull’argomento.

 

Abbiamo impressione che, in questa tragica avventura del vaccino sperimentale, ci sarà tanto, tantissimo da scrivere. Ma ci chiediamo: chi vorrà farlo?

Abbiamo impressione che, in questa tragica avventura del vaccino sperimentale, ci sarà tanto, tantissimo da scrivere.

 

Ma ci chiediamo: chi vorrà farlo?

 

 

 

 

 

 

 

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Big Pharma

AstraZeneca ammette che il vaccino può provocare trombosi mortali: documenti giudiziari

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AstraZeneca ha ammesso per la prima volta in documenti giudiziari che il suo vaccino anti-COVID può causare un raro effetto collaterale potenzialmente mortale, in un’apparente dietrofront che potrebbe aprire la strada a un pagamento legale multimilionario. Lo riporta il Telegraph.

 

Il colosso farmaceutico è stato citato in giudizio in un’azione collettiva per aver affermato che il suo vaccino, sviluppato con l’Università di Oxford, avrebbe causato morte e lesioni gravi in ​​dozzine di casi.

 

Gli avvocati dei ricorrenti sostengono che il vaccino abbia prodotto un effetto collaterale che ha avuto un effetto devastante su un piccolo numero di famiglie.

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Il primo caso è stato presentato l’anno scorso da Jamie Scott, padre di due figli, che è rimasto con una lesione cerebrale permanente dopo aver sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia al cervello che gli ha impedito di lavorare dopo aver fatto il vaccino nell’aprile 2021. L’ospedale aveva chiamato la moglie tre volte per dirle che suo marito stava per morire.

 

AstraZeneca contesta le affermazioni ma ha accettato, in un documento legale presentato all’Alta Corte a febbraio, che il suo vaccino anti-COVID «può, in casi molto rari, causare TTS», cioè la trombosi con sindrome trombocitopenica.

 

La TTS è una condizione rara, in cui una persona sviluppa coaguli di sangue che possono ridurre il flusso sanguigno se combinati con un basso numero di piastrine, causando difficoltà nell’arrestare il sanguinamento. I sintomi della TTS comprendono forti mal di testa e dolori addominali.

 

Cinquantuno casi sono stati depositati presso l’Alta Corte, con vittime e parenti in lutto che chiedono danni per un valore stimato fino a 100 milioni di sterline.

 

«L’ammissione di AstraZeneca – fatta in difesa legale contro la richiesta del signor Scott all’Alta Corte – fa seguito ad un intenso dibattito legale» scrive il Telegraph. «Potrebbe portare a dei pagamenti se l’azienda farmaceutica accettasse che il vaccino è stato la causa di malattie gravi e morte in casi legali specifici».

 

Si apprende inoltre che «il governo si è impegnato a sottoscrivere le spese legali di AstraZeneca». Il governo britannico ha manlevato AstraZeneca da ogni azione legale ma finora si è rifiutato di intervenire.

 

In una lettera di risposta inviata nel maggio 2023, AstraZeneca ha detto agli avvocati di Scott che «non accettiamo che la TTS sia causata dal vaccino a livello generico».

 

Tuttavia, nel documento legale presentato all’Alta Corte a febbraio, AstraZeneca avrebbe affermato: «È ammesso che il vaccino AZ possa, in casi molto rari, causare TTS. Il meccanismo causale non è noto».

 

«Inoltre, la TTS può verificarsi anche in assenza del vaccino AZ (o di qualsiasi vaccino). Il nesso di causalità in ogni singolo caso sarà oggetto di prova da parte di esperti».

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Gli avvocati sostengono che il vaccino AstraZeneca-Oxford è «difettoso» e che la sua efficacia è stata «ampiamente sopravvalutata», affermazioni che AstraZeneca nega fermamente.

 

Gli scienziati avevano identificato per la prima volta un collegamento tra il vaccino e una nuova malattia chiamata trombocitopenia e trombosi immunitaria indotta da vaccino (VITT) già nel marzo 2021, poco dopo l’inizio del lancio del vaccino COVID-19. Gli avvocati dei ricorrenti sostengono che VITT è un sottoinsieme di TTS, sebbene AstraZeneca non sembri riconoscere il termine.

 

Kate Scott, la moglie del signor Scott, ha detto al Telegraph che «il mondo della medicina ha riconosciuto da molto tempo che la VITT è stata causata dal vaccino. Solo AstraZeneca si è chiesta se le condizioni di Jamie siano state causate dal vaccino».

 

«Ci sono voluti tre anni perché arrivasse questa ammissione. È un progresso, ma vorremmo vedere di più da loro e dal governo. È tempo che le cose si muovano più rapidamente. Spero che la loro ammissione significhi che saremo in grado di risolvere la questione il prima possibile. Abbiamo bisogno di scuse e di un giusto risarcimento per la nostra famiglia e per le altre famiglie che sono state colpite. Abbiamo la verità dalla nostra parte e non ci arrenderemo».

 

Sarah Moore, partner dello studio legale Leigh Day, che sta portando avanti le azioni legali, ha dichiarato che «AstraZeneca ha impiegato un anno per ammettere formalmente che il loro vaccino può causare devastanti coaguli di sangue, quando questo fatto è stato ampiamente accettato dal mondo clinico dalla fine del 2021».

 

«In questo contesto, purtroppo sembra che AZ, il governo e i suoi avvocati siano più propensi a fare giochi strategici e ad accumulare spese legali piuttosto che impegnarsi seriamente con l’impatto devastante che il loro vaccino AZ ha avuto sulla vita dei nostri clienti».

 

In un comunicato AstraZeneca ha dichiarato: «La nostra solidarietà va a chiunque abbia perso i propri cari o abbia riportato problemi di salute. La sicurezza dei pazienti è la nostra massima priorità e le autorità di regolamentazione dispongono di standard chiari e rigorosi per garantire l’uso sicuro di tutti i medicinali, compresi i vaccini».

 

«Dall’insieme delle prove contenute negli studi clinici e nei dati del mondo reale, è stato continuamente dimostrato che il vaccino AstraZeneca-Oxford ha un profilo di sicurezza accettabile e le autorità di regolamentazione di tutto il mondo affermano costantemente che i benefici della vaccinazione superano i rischi di effetti collaterali potenzialmente estremamente rari».

 

L’azienda sottolinea che le informazioni sul prodotto relative al vaccino sono state aggiornate nell’aprile 2021, con l’approvazione dell’autorità di regolamentazione del Regno Unito, per includere “la possibilità che il vaccino AstraZeneca-Oxford sia in grado, in casi molto rari, di essere un fattore scatenante» per la TTS.

 

L’azienda non riconosce le affermazioni di aver compiuto un dietrofront nel riconoscere che il vaccino può causare TTS nei documenti giudiziari, scrive il Telegraph.

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Il vaccino – annunciato al momento del suo lancio da Boris Johnson come un «trionfo per la scienza britannica» – non è più utilizzato nel Regno Unito.

 

Nei mesi successivi al lancio, gli scienziati hanno identificato l’effetto collaterale potenzialmente grave del vaccino. È stato quindi raccomandato di offrire un vaccino alternativo ai minori di 40 anni perché il rischio del vaccino AstraZeneca superava il danno rappresentato da Covid.

 

I dati ufficiali dell’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA) mostrano che si sospetta che almeno 81 decessi nel Regno Unito siano stati collegati alla reazione avversa che ha causato la coagulazione in persone che avevano anche un basso numero di piastrine.

 

In totale, secondo i dati dell’MHRA, quasi una persona su cinque che soffriva di questa condizione è morta.

 

Il governo britannico gestisce il proprio programma di compensazione per il vaccino, ma le presunte vittime sostengono che il pagamento una tantum di 120.000 sterline sia inadeguato.

 

I dati ottenuti nell’ambito di una richiesta relativa alla libertà di informazione mostrano che dei 163 pagamenti effettuati dal governo entro febbraio di quest’anno, almeno 158 sono andati a destinatari del vaccino AstraZeneca.

 

AstraZeneca è la seconda più grande società quotata in borsa nel Regno Unito, con una capitalizzazione di mercato di oltre 170 miliardi di sterline. Il suo amministratore delegato, Sir Pascal Soriot, è il capo più pagato tra le società FTSE 100, con guadagni vicini a 19 milioni di sterline.

 

Come riportato da Renovatio 21, le cause in Gran Bretagna che sostengono che il siero abbia causato morti e lesioni gravi sono molteplici. Autopsie su cittadini morti erano giunti a conclusioni sulla coagulazione del sangue dei vaccinati ancora due anni fa. Ricerche supponevano una correlazione tra coaguli e vaccino ancora nel 2021.

 

Durante un’intervista di inizio 2022 il professor Sir Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group e presidente del Comitato Congiunto Britannico per la Vaccinazione e l’Immunizzazione (JCVI), aveva affermato che il lancio del vaccino contro il COVID dovrebbe essere frenato per «concentrarsi sui vulnerabili» piuttosto che iniettare infiniti booster all’intera popolazione.

 

«Non possiamo vaccinare il pianeta ogni quattro o sei mesi. Non è sostenibile o conveniente» aveva detto lo scienziato.

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Come riportato da Renovatio 21, ancora tre anni fa per i periti della Procura, la morte della giovane Camilla per trombosi – una vicenda che sconvolse l’Italia allora in piena campagna di vaccinazione genica universale – «è ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del vaccino anti COVID». La 18enne ligure si era vaccinata con un siero AstraZeneca.

 

«Non avevo mai visto un cervello ridotto in quelle condizioni da una trombosi così estesa e grave» dichiarò a La Stampa il direttore della clinica neurotraumatologica che aveva seguito il caso genovese.

 

I genitori di Camilla avevano ripetuto che la ragazza, morta dopo la prima dose, non aveva patologie pregresse, né assumeva farmaci di qualsiasi tipo. La famiglia aveva poi assentito all’espianto degli organi della ragazza.

 

Il padre di Camilla è morto per un malore improvviso nel marzo 2022, a neanche un anno dalla tragica scomparsa della figlia. Il nonno paterno di Camilla era morto a poche settimane di distanza dalla nipote ancora nell’estate 2021.

 

In Italia, ad ogni modo, sui giornali sono molti i casi finiti sui giornali, casi che riguardano anziani, adulti e pure i giovani. Effetti avversi gravi e mortali sono stati discussi anche in Canada, in Austria e in tantissimi altri Paesi.

 

Tre anni fa la somministrazione del vaccino AZ alle donne incinte fu sospesa in Brasile, mentre la Corea del Sud ha rifiutato il siero AZ per gli over 65. Degna di nota la mossa degli USA che nel 2021 inviarono dosi extra di AstraZeneca in Messico e in Canada.

 

AstraZeneca, la grande farmaceutica a cui l’allora ministro della saluta Speranza aveva detto nel 2020 di aver ordinato 400 milioni di dosi, era già nota anche in Italia per vicende controverse riprese anche in Parlamento. Nel 2013, il presidente della commissione antitrust italiana Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale presentata al Parlamento, stigmatizzò il comportamento dominante di alcune multinazionali farmaceutiche tra cui l’AstraZeneca.

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Immagine di UKinUSA via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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Big Pharma

Affermazioni fuorvianti sul vaccino Pfizer «hanno portato discredito» a Big Pharma: parla un autorità di autoregolamentazione britannica

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   La Prescription Medicines Code of Practice Authority, un organismo indipendente e di autoregolamentazione istituito dall’Associazione dell’industria farmaceutica britannica, ha stabilito che l’azienda ha violato cinque regole del suo Codice di condotta per la pubblicità.   Un’agenzia di regolamentazione del Regno Unito ha scoperto che i migliori dipendenti Pfizer «hanno portato discredito» all’industria farmaceutica quando hanno fatto affermazioni fuorvianti che promuovevano un «medicinale senza licenza» nei tweet sul vaccino COVID-19, ha riferito domenica The Telegraph.   La Prescription Medicines Code of Practice Authority (PMCPA), un organismo indipendente e di autoregolamentazione istituito dall’Associazione dell’industria farmaceutica britannica, ha stabilito che l’azienda avrebbe violato cinque regole del suo Codice di condotta per la pubblicità.   L’organismo di vigilanza dell’industria farmaceutica britannica UsForThem ha presentato un reclamo al PMCPA nel febbraio 2023. Il reclamo riguardava i tweet del 2020 dei massimi dirigenti Pfizer, tra cui il direttore medico britannico Berkeley Phillips. I tweet erano ancora visibili sui social al momento della presentazione della denuncia.

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L’organizzazione ha affermato che Pfizer «ha promosso in modo fuorviante e illegale il suo vaccino contro il COVID-19» riportando tassi di efficacia relativa molto elevati senza fornire informazioni sui tassi di efficacia assoluta o informazioni richieste sulla sicurezza.   UsForThem ha affermato che era importante presentare questa denuncia due anni dopo perché «tale comportamento scorretto era ancora più diffuso» di quanto si pensasse in precedenza, estendendosi «fino ai vertici» delle attività di Pfizer nel Regno Unito e «apparentemente continuando fino ad oggi».   Commentando l’importanza dei risultati, Daniel O’Conner di Trial Site News, che ha anche trattato la storia, ha dichiarato a The Defender: «il comportamento di Pfizer durante la pandemia è stato davvero scandaloso. E ovviamente l’obiettivo: grandi soldi».   O’Connor ha affermato che il «comportamento aziendale di Pfizer durante la pandemia», come rivelato da questa e altre sentenze del PMCPA, è «altrettanto insidioso» quanto i problemi con i percorsi normativi per i farmaci e i principali difetti negli stessi studi clinici che Trial Site News ha monitorato.   Pfizer ha una chiara esperienza di agire come «impresa di profitto inaccettabile durante la peggiore pandemia del secolo», ha aggiunto. «La domanda che abbiamo è chi ha dato loro potere nel governo».  

Grave censura per aver portato «discredito su» Big Pharma

La denuncia si concentrava su un tweet che Phillips di Pfizer ha condiviso su Twitter, ora X, originariamente realizzato da un dipendente Pfizer con sede negli Stati Uniti.   Il tweet affermava:   «Il nostro vaccino candidato è efficace al 95% nella prevenzione del COVID-19 e al 94% nelle persone di età superiore ai 65 anni. Archivieremo tutti i nostri dati presso le autorità sanitarie entro pochi giorni. Grazie a tutti i volontari della nostra sperimentazione e a tutti coloro che combattono instancabilmente questa pandemia».   Il comitato investigativo della PMCPA ha scoperto che quattro dipendenti di Pfizer UK avevano ritwittato il post e altri lo avevano messo «mi piace». Hanno detto che probabilmente il pubblico e gli operatori sanitari avrebbero visto il tweet.

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La giuria ha concordato con le accuse di UsForThem secondo cui il messaggio conteneva informazioni limitate sull’efficacia e nessuna informazione sulla sicurezza, in violazione delle regole sull’inganno del pubblico e sulla fornitura di dati accurati sulla sicurezza.   Il panel ha inoltre sottolineato che i codici di condotta esistenti vietano la promozione dei medicinali prima della loro autorizzazione all’immissione in commercio. Tuttavia, in diretta violazione dei codici, i tweet dei dipendenti Pfizer hanno portato alla «diffusione proattiva di un farmaco senza licenza su Twitter agli operatori sanitari e al pubblico nel Regno Unito», ha rilevato la commissione.   I tweet violavano anche la politica stessa di Pfizer che vieta ai dipendenti Pfizer di interagire con i social media relativi ai medicinali e ai vaccini dell’azienda.   Il comitato PMCPA ha concluso che «Pfizer ha portato discredito e ridotto la fiducia nell’industria farmaceutica», il che, secondo lui, è una seria censura che riserva a gravi violazioni come quella in cui un’azienda ha promosso un farmaco prima ancora che fosse stato autorizzato.   I casi che si ritiene abbiano portato discredito all’industria vengono pubblicizzati sulla stampa medica, farmaceutica e infermieristica.   Un portavoce di Pfizer UK ha affermato che la società «riconosce e accetta pienamente le questioni evidenziate da questa sentenza PMCPA» e che è «profondamente dispiaciuta», secondo The Telegraph.   Pfizer ha inoltre affermato che esaminerà l’uso dei social media da parte dei propri dipendenti per garantire che rispettino i codici attuali e per prevenire tali problemi in futuro.   Il giornale ha anche riferito che Phillips, il cui re-tweet era principalmente in questione, ha affermato che il post era «accidentale e non intenzionale». «Detto questo, abbiamo immediatamente accettato la sentenza del caso e facciamo tutto il possibile per garantire che i nostri dipendenti aderiscano alla nostra rigorosa politica sui social media e al Codice di condotta del settore quando utilizzano i loro social media personali» ha aggiunto.  

Altri cinque rimproveri legati alla promozione del vaccino anti-COVID

Pfizer è stata rimproverata sei volte dall’autorità di regolamentazione per la sua promozione non etica del vaccino COVID-19.   Il 4 marzo, pochi giorni dopo che la PMCPA aveva annunciato la sua sentenza sui tweet del 2020 che promuovevano il vaccino, l’agenzia ha anche annunciato una seconda sentenza , rilevando che Pfizer aveva violato un’altra clausola del codice di condotta in un tweet del 2022 di Pfizer UK che «non è riuscita a mantenere standard professionali».   Tale sentenza, emessa anche in risposta a una denuncia presentata da UsForThem, riguardava una serie di tre tweet pubblicati sul feed Twitter di Pfizer UK che includevano un collegamento a un articolo di Pulse Today.

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Quel tweet diceva:   «Mentre il Regno Unito entra nel suo primo «inverno sbloccato» dal 2019, il nostro [dichiarato dipendente medico senior di Pfizer] spiega l’impatto devastante che le malattie respiratorie possono avere durante i mesi più freddi. Leggi di più @PulseToday 👇#WinterPressures».   Il tweet rimandava a un articolo promozionale — ripubblicato qui — commissionato da Pfizer su un sito web per operatori sanitari, ma non era chiaramente contrassegnato come contenuto promozionale pagato da Pfizer.   Il PMCPA in questo caso ha affermato di essere preoccupato che i tweet fossero disponibili al grande pubblico mentre il materiale nell’articolo di PulseToday era destinato agli operatori sanitari. Ciò ha violato gli elevati standard creati dai codici di condotta, hanno affermato le autorità di regolamentazione.   Nel febbraio 2023, l’agenzia ha scoperto che il CEO di Pfizer Albert Bourla, Ph.D., ha rilasciato commenti «fuorvianti» e «non qualificati» promuovendo l’uso dei vaccini mRNA contro il COVID-19 per i bambini piccoli durante un’intervista alla BBC.   In quel caso, UsForThem ha accusato il redattore medico della BBC, Fergus Walsh, di aver condotto l’intervista «come un’amichevole chiacchierata davanti al caminetto», dando a Bourla «un’opportunità promozionale gratuita che il denaro non può comprare» permettendogli di promuovere la diffusione del vaccino, in particolare tra i giovani. bambini per i quali il vaccino non era stato nemmeno autorizzato.   All’epoca, nessun vaccino contro il Covid-19 era stato approvato dall’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito per i bambini sotto i 12 anni, quindi la commissione ha ritenuto che i commenti di Bourla violassero il codice.   Due delle altre sentenze del PMCPA su Pfizer riguardavano i post di LinkedIn e una riguardava affermazioni fatte in un comunicato stampa.   La sanzione per la serie di violazioni, ha riferito The Telegraph, è una multa di 34.800 sterline.   Ben Kingsley, responsabile degli affari legali di UsForThem, ha dichiarato al Telegraph che «è sorprendente quante volte i dirigenti senior di Pfizer siano stati ritenuti colpevoli di gravi violazioni normative, in questo caso incluso il reato più grave di tutti ai sensi del Codice di condotta del Regno Unito».   «Tuttavia le conseguenze per Pfizer e le persone interessate continuano ad essere ridicole. Questo sistema di regolamentazione senza speranza per un’industria della vita e della morte multimiliardaria è diventato una farsa, che ha un disperato bisogno di riforme», ha affermato Kingsley.   «È assolutamente necessaria una radicale revisione del quadro normativo e legale in base al quale questo settore distrutto e corrotto può operare», ha twittato UsForThem.   I critici negli Stati Uniti hanno chiesto che i regolatori nazionali ritengano Pfizer responsabile in questo caso. In un tweet, Jay Bhattacharya, MD, Ph.D. di Stanford., ha invitato la Food and Drug Administration statunitense a farlo.   James Lyons-Weiler, Ph.D., ha scritto che la Federal Trade Commission e la Security and Exchange Commission intraprendono azioni simili.   Brenda Baletti Ph.D.   ©8 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Alimentazione

Pfizer sospende la nuova pillola dimagrante dopo che i pazienti hanno riscontrato gravi effetti collaterali

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La nuova pillola sperimentale per la perdita di peso della Pfizer ha funzionato nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato, ma con alla perdita di peso si sono aggiunti effetti collaterali così gravi che la ricerca è stata interrotta.

 

In un comunicato stampa, il colosso farmaceutico ha affermato che avrebbe interrotto gli studi clinici sul danuglipron, la sua pillola dimagrante da prendere due volte al giorno. Questo farmaco utilizza un meccanismo simile a semaglutide, perché un’ampia percentuale delle persone che l’hanno assunto nelle prime due fasi sperimentali ha avuto disturbi gastrointestinali ed effetti indesiderati come nausea e diarrea.

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«Mentre gli eventi avversi più comuni erano lievi e di natura gastrointestinale coerenti con il meccanismo, sono stati osservati tassi elevati (fino al 73% di nausea; fino al 47% di vomito; fino al 25% di diarrea)», si legge nel comunicato stampa. «Tassi di interruzione elevati, superiori al 50%, sono stati osservati con tutte le dosi rispetto a circa il 40% con il placebo».

 

«Al momento, la formulazione di danuglipron due volte al giorno non avanzerà negli studi di Fase 3» scrive il comunicato.

 

Come il semaglutide, il principio attivo dei famosissimi iniettabili Ozempic e Wegovy, il danuglipron è un agonista del recettore del peptide-1 (GLP-1) simile al glucagone, il meccanismo esatto è oggetto di dibattito ma che a livello generale si ritiene imiti la sensazione di pienezza nell’intestino. Sebbene le iniezioni di semaglutide – che solo negli ultimi anni sono state approvate in USA per la perdita di peso – siano sempre più in voga, anch’esse possono avere alcuni importanti effetti collaterali gastrointestinali.

 

Con la popolarità degli iniettabili di semaglutide è arrivata una crescente spinta a trovare un modo per ottenere gli effetti del farmaco sotto forma di pillola. Fino a quando Pfizer non ha deciso di interrompere i suoi studi, il danuglipron sembrava destinato a diventare il prossimo grande passo nel trattamento della perdita di peso, soprattutto considerando che i risultati di studi precedenti suggerivano che fosse efficace quanto Ozempic.

 

L’azienda a fronte degli investimenti fatti e dei possibili grandi guadagni, ha sostenuto nella sua dichiarazione che, sebbene stia interrompendo i test sul danuglipron, sta ancora cercando di immettere sul mercato una pillola dimagrante.

 

«I risultati degli studi in corso e futuri sulla formulazione a rilascio modificato di danuglipron una volta al giorno forniranno informazioni su un potenziale percorso da seguire con l’obiettivo di migliorare il profilo di tollerabilità e ottimizzare sia la progettazione che l’esecuzione dello studio», ha affermato il dottor Mikael Dolsten, direttore scientifico e presidente di Pfizer.

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«Lo sviluppo futuro di danuglipron si concentrerà su una formulazione una volta al giorno, con dati farmacocinetici attesi nella prima metà del 2024» annuncia il comunicato Pfizer.

 

Come riportato da Renovatio 21, il semaglutide – commercializzato come Ozempic – sta rivoluzionando il settore farmaceutico e si annuncia, secondo alcuni analisti, come quello che potrebbe divenire il farmaco più venduto della storia. Il fenomeno potrebbe avere consegue trasformative per la società e l’economia: la banca d’affari Morgan Stanley ha pubblicato un rapporto sull’impatto dei farmaci contro l’obesità sui produttori di cibo spazzatura.

 

Il problema degli effetti collaterali tuttavia è già stato posto.

 

Come riportato da Renovatio 21, oltre al pericolo per le donne incinte, vi sarebbe un’inchiesta in corso per stabilire se esiste una possibile correlazione tra l’assunzione del semaglutide e l’ideazione di pensieri suicidi.

 

Una recente intervista di Tucker Carlson ad un ex dirigente di enti di regolazione del farmaco ha aperto numerosi dubbi riguardo gli effetti avversi del farmaco e riguardo alla bontà dell’intera filiera industrial-sanitario-statale che si prepara a sostenerne la massima diffusione.

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