Economia
Il debito speculativo globale dietro l’impulso alla guerra?
Oramai più di 15 anni fa vi fu il famoso tracollo finanziario che sconvolse Wall Street e il mondo, la crisi del 2007-2008. Come perfino i film di Hollywood ammettono (La grande scommessa in testa) nessuna soluzione al problema fondamentale che aveva creato la catastrofe economica è stata implementata – in verità non è stata nemmeno cercata.
La «soluzione» del connubio tra finanza e politica sull’orlo del precipizio è stata quella di ipergonfiare ulteriormente la bolla finanziaria speculativa con Quantative Easing e tassi di interesse pari a zero: stampaggio di danaro senza fine per tutti, «soldi facili» per i soliti noti, che invece di andare in galera, si sono pagati il superbonus che credevano di meritare.
Ciò, ovviamente, non ha fatto altro che peggiorare il problema che ha portato in primo luogo alla crisi del 2008. Non è impensabile, dunque, che anche questa volta si stiano studiando pratiche per salvare gli speculatori dal crash.
Una delle soluzioni potrebbe essere la guerra. Con il controllo del mondo unipolare oramai andato e la dedollarizzazione galoppante, resta la possibilità di creare destabilizzazioni e guerre per sperare di riportare indietro le lancette del debito-buco nero che incombe sull’economia mondiale, e cioè sul suo oligarcato.
Le tensioni con Mosca e Pechino (e Teheran, e Erevan, e Niamey, e chissà cos’altro) potrebbero fare alla bisogna degli speculatori internazionali arrivati al capolinea.
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Il pensiero sorge notando come tra il 2007 e il 2023 il debito mondiale totale di ogni tipo sia cresciuto da 150 mila miliardi di dollari a 310 mila miliardi di dollari, raddoppiando in quei 16 anni.
Durante tutto questo periodo, i tassi di interesse sono rimasti prossimi allo zero per la maggior parte del tempo. Poi, la Fed e le altre Banche Centrali sono passate alla «stretta quantitativa» (Quantative Tapering) per cercare di controllare un’esplosione iperinflazionistica, e i tassi di interesse sono stati aumentati a partire da marzo 2022.
Oggi il tasso dei fondi Fed si attesta a un enorme 5,33%. Questo colpo di frusta sui tassi di interesse ha causato un tracollo del mercato obbligazionario e un’impennata delle «perdite non realizzate» sui libri contabili delle banche su entrambe le sponde dell’Atlantico, poiché il prezzo delle vecchie obbligazioni a tasso zero da loro detenute verrebbe drasticamente ridotto se fossero venduto nell’ambiente odierno del 5,33%.
L’altra grave crisi causata da questa politica di interessi «più alti più a lungo» è che è quasi impossibile per molti debitori rifinanziare i loro vecchi prestiti alla scadenza, e il servizio del debito che devono pagare è ora alle stelle.
La «bolla di tutto» potrebbe esplodere in un numero qualsiasi di settori debitori diversi: debito dei settori in via di sviluppo, settore immobiliare, prestiti agli studenti, speculazione sulle materie prime, tutto quello che vuoi.
Per gli Stati Uniti, tra il 2007 e il 2023 il debito è quadruplicato, da 8 mila miliardi di dollari a 33 mila miliardi di dollari. Nel 2007, gli Stati Uniti detenevano il 5% del debito mondiale totale; nel 2023 era superiore al 10% del totale.
Ma il problema è ancora peggiore. Il debito mondiale totale, pari a 310 mila miliardi di dollari, rappresenta solo una piccola parte (circa il 15%) del totale degli aggregati finanziari mondiali, compresi i derivati, che ora sfiora i 2 quadrilioni di dollari.
Questa è la vera bomba del debito che potrebbe esplodere in qualsiasi momento.
Questo potrebbe essere il vero innesco alla Terza Guerra Mondiale.
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Cina
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Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
Netflix avrebbe raggiunto un accordo per acquisire Warner Bros., inclusi i suoi studi cinematografici e televisivi, HBO e HBO Max, attraverso una transazione mista in contanti e azioni che valuta Warner Bros. Discovery a un valore aziendale di 82,7 miliardi di dollari (valore azionario di 72 miliardi di dollari), pari a 27,75 dollari per azione.
L’intesa dovrebbe essere finalizzata nel terzo trimestre del 2026, dopo lo scorporo programmato da parte di WBD della sua divisione Global Networks in una società quotata autonoma («Discovery Global»). Questa operazione giunge a pochi mesi dalla proposta avanzata da Paramount-Skydance per rilevare WBD.
L’accordo tra Netflix e WBD fonderà la piattaforma di streaming con un catalogo secolare e con franchise iconici come i supereroi della DC Comics, Harry Potter, Game of Thrones, I Soprano e The Big Bang Theory.
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In una nota ufficiale, Netflix ha dichiarato che l’operazione espanderà la sua library di contenuti, potenzierà le capacità produttive e favorirà una crescita sostenibile nel lungo periodo: «fornendo agli utenti una gamma più vasta di serie e film di alto livello, Netflix si attende di conquistare e trattenere un maggior numero di abbonati, incrementare l’engagement e generare entrate e profitti operativi aggiuntivi. L’azienda prevede inoltre di conseguire risparmi sui costi per almeno 2-3 miliardi di dollari annui entro il terzo anno e che la fusione avrà un effetto positivo sull’utile per azione GAAP già a partire dal secondo anno».
Secondo i termini dell’accordo, ogni azione WBD sarà convertita in 23,25 dollari in contanti più 4,50 dollari in azioni Netflix. I board di entrambe le società hanno approvato l’operazione all’unanimità.
La chiusura è attesa tra 12 e 18 mesi, subordinata all’esame regolatorio e all’ok degli azionisti di WBD. All’inizio dell’anno, Netflix ha superato le controfferte, tra cui quelle di Paramount-Skydance e Comcast.
Bloomberg ha rilevato che Hollywood non accoglie con entusiasmo questo nuovo connubio tra Netflix e WBD.
Warner Bros. Discovery ha avviato negoziati esclusivi per cedere i suoi studi cinematografici e televisivi insieme a HBO Max a Netflix, stando a fonti interne alla major – un’indicazione che il colosso dello streaming ha avuto la meglio su Paramount-Skydance e Comcast. Un’intesa del genere ridisegnerebbe il settore dell’intrattenimento e rappresenterebbe un turning point strategico per Netflix, già leader per capitalizzazione a Hollywood. Paramount ha bollato il processo di cessione come «contaminato», mentre l’attrice Jane Fonda, due volte premio Oscar, ha descritto il suo potenziale effetto sull’industria con un aggettivo più severo: «catastrofico».
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Nata come servizio di noleggio DVD via posta, Netflix ha prima annientato la catena Blockbuster e ora sta replicando il colpo con Hollywood, snobbando in larga misura le uscite cinematografiche in sala. L’accordo catapulterebbe Netflix al rango di superpotenza negli studi hollywoodiani. Tuttavia, il tutto resta appeso all’approvazione dei regolatori, con il repubblicano californiano Darrell Issa che ha già espresso opposizione a qualsivoglia acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix.
L’industria cinematografica è minacciata dall’avvento dell’IA, che potrebbe presto consentire a chiunque di produrre contenuti di livello cinematografico in un click, disintegrando un’intera filiera di lavoratori che vanno dagli attori ai cineoperatori, agli addetti al casting, agli elettricisti, registi, etc.
Si spiega così la corsa di Netflix verso le IP, cioè le proprietà intellettuali: avere un personaggio conosciuto e diffuso come, ad esempio Harry Potter, anche nell’era del cinema generato dall’AI potrebbe avere un valore strategico ed economico.
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Immagine di Fourbyfourblazer via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Economia
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