Gender
I vescovi del Malawi vietano le «benedizioni» delle unioni omosessuali lanciate dal nuovo documento vaticano
La Conferenza episcopale del Malawi ha emesso una direttiva che vieta la benedizione delle unioni dello stesso sesso sulla scia della confusione su una dichiarazione vaticana che consente le benedizioni «per le coppie dello stesso sesso».
In una dichiarazione ufficiale della conferenza episcopale del Malawi si legge che «per evitare di creare confusione tra i fedeli stabiliamo che, per motivi pastorali, benedizioni di qualsiasi tipo e unioni omosessuali di qualsiasi tipo, non sono consentite in Malawi».
Lunedì 18 dicembre Papa Francesco e il cardinale Victor Manuel Fernández hanno emesso la Fiducia Supplicans, che consente «benedizioni per le coppie in situazioni irregolari e per le coppie dello stesso sesso» in contraddizione con l’immutabile insegnamento cattolico secondo cui la Chiesa non può benedire le relazioni peccaminose.
The Episcopal Conference of Malawi statement. pic.twitter.com/oWFIjwq50D
— Fr. Edmond Nyoka (@ednyoka) December 19, 2023
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La Conferenza Episcopale del Malawi scrive che la Fiducia Supplicans «NON riguarda la benedizione delle unioni dello stesso sesso» ma piuttosto la benedizione degli individui «indipendentemente dal loro stato», tuttavia il cardinale Fernandez ha sottolineato nella dichiarazione vaticana che le benedizioni da lui rivolte sono impartite alle relazioni in particolare.
«Nell’orizzonte qui delineato si colloca la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio» scrive il documento pubblicato dal Dicastero per la Dottrina della Fede. «In questi casi, si impartisce una benedizione che non solo ha valore ascendente ma che è anche l’invocazione di una benedizione discendente da parte di Dio stesso su coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo».
Il suggerimento di Fernández secondo cui ci sarebbe del «buono» nelle relazioni tra persone dello stesso sesso sfida anche la concezione cattolica che vede tali relazioni come gravemente moralmente peccaminose.
San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, scrive: «O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10 né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio» (1 Corinzi, 9-10)
Nella prima lettera ai Romani, riguardo all’impurità degli uomini e all’Ira di Dio, è scritto: «Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento» (1 Romani, 26-27).
Rimane un mistero come Bergoglio e Fernandez pensavano di fare uscire un documento del genere e farlo digerire tranquillamente all’episcopato africano, che, con i fedeli e i relativi Stati, in questi mesi aveva dimostrato un’opposizione feroce alla propaganda LGBT dentro e fuori dalle chiese.
Il mese scorso l’arcivescovo del Camerun, fresco della sua partecipazione al Sinodo a Roma, ha definito ciò che non è matrimonio tra uomo e donna come «stregoneria».
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Tre settimane fa i vescovi del Ghana hanno ringraziato il Parlamento per il disegno di legge a favore della famiglia contro l’agenda LGBT.
Come riportato da Renovatio 21, in una dichiarazione rilasciata ai media lo scorso 20 aprile, l’arcivescovo Martin Musonde Kivuva, presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, aveva chiesto una protezione costituzionale dei «valori culturali» dall’attivismo LGBT.
«Cari kenioti, come tutti sapete, abbiamo impugnato la sentenza della Corte Suprema del Kenya del 24 febbraio 2023 che concede alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer (LGBTQ) il diritto di formare e registrare associazioni in Kenya per spingere per i loro interessi», si leggeva nella nota.
La posizione del pontefice argentino ha ingenerato problemi al limite dell’incidente diplomatico. Prima della sua visita in Sud Sudan di inizio anno, il governo di Juba aveva fatto sapere per voce del suo ministro dell’Informazione Michael Makuei Lueth che «se Papa Francesco viene da noi e ci dice che non c’è differenza tra il matrimonio tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso, noi diremo “no”».
A fine 2022 la Conferenza Episcopale dello Zambia ha prodotto un comunicato difendendo le leggi anti-sodomia in vigore nel Paese e denunciando il peccato dell’omosessualità.
«Se non si fa nulla per sensibilizzare la nostra gente», aveva avvertito l’arcivescovo di Lusaka Alick Banda, la cultura LGBT «diventerà una norma accettabile in Zambia, nonostante l’esistenza di leggi che criminalizzano queste attività e peggio ancora sono offensive per i nostri valori culturali e cristiani».
Ciò non sembra aver alcun modo intaccato il programma di Bergoglio. Negli ultimi mesi abbiamo visto gli appelli pubblici di Bergoglio contro le leggi anti-sodomia in vigore in vari Stati del continente nero, fatti in coro con la chiesa anglicana, anch’essa alle prese con una rivolta dei vescovi africani riguardo la svolta omosessualista di Canterbury.
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5 attivisti transgender ceneranno con Papa Leone all’evento «Giubileo dei poveri» domenica
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Pastora tedesca «sposa» quattro uomini in un «matrimonio poliamoroso»
Una «pastora» protestante avrebbe «sposato» quattro uomini in un «matrimonio poliamoroso», scatenando polemiche in Germania. Lo riporta LifeSite.
A giugno, una pastora trentatreenne della Chiesa evangelica di Berlino-Brandeburgo-Slesia dell’Alta Lusazia, appartenente alla Chiesa protestante in Germania, ha celebrato un «matrimonio poliamoroso» con quattro uomini durante un «festival nuziale pop-up» a Berlino.
L’evento è stato recentemente riportato dalla stampa tedesca, suscitando polemiche e discussioni. Secondo quanto riportato la pastora, Lena Müller, avrebbe pubblicato una foto del «matrimonio» su Instagram, ma il post è stato successivamente cancellato.
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La Müllerra ha scritto del matrimonio su Instagram: «Venerdì sera ho avuto il privilegio di celebrare il mio primo matrimonio poliamoroso con Christopher e Gloria. Quattro giovani si sono detti “sì, lo voglio”, hanno celebrato l’amore con noi e si sono affidati alla colorata benedizione di Dio».
Di recente, la sedicente «femminista e pastora» ha parlato dell’evento alla Neue Osnabrücker Zeitung: «si vedeva subito che c’era molto amore tra loro. Per questo ci siamo subito trovati d’accordo come squadra: cosa avrebbe Dio contro il fatto che ora fossero quattro invece di due?»
Due degli uomini sono lettoni, uno thailandese e un altro spagnolo. Secondo la Müllerra, alcuni dei quattro uomini si conoscevano da molto tempo, ma solo quest’anno hanno iniziato una relazione poliamorosa.
Il vescovo protestante di Berlino, Christian Stäblein, ha sottolineato che la Chiesa protestante «accetta solo coppie sposate con rito civile» e che quindi il «matrimonio poliamoroso» non è valido. La chiesa protestante ha affermato in una dichiarazione che matrimoni e nozze «sono forme di benedizione per due persone attraverso Dio».
La chiesa protestante progressista e omotransessualista «sposa» coppie omosessuali da anni, ma il matrimonio tra più di due persone non è consentito in Germania ed è punibile dalla legge.
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I parlamentari del Kazakistan hanno votato per vietare la «propaganda LGBT»
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