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I servizi russi: l’Ucraina trama un false flag in Europa

Il Servizio di intelligence estero russo (SVR) ha dichiarato che Kiev sta pianificando un’operazione sotto falsa bandiera nell’UE, che prevede l’invio di un gruppo di sabotatori in Polonia, presentati come membri delle forze speciali russe e bielorusse.
A inizio mese, Varsavia ha sostenuto che 19 droni russi hanno violato lo spazio aereo polacco, definendo l’episodio una provocazione intenzionale di Mosca per testare la risposta della NATO. Accuse simili di incursioni di droni sono state poi sollevate dalla Romania.
Martedì, l’SVR ha affermato in una nota che tali incursioni di droni nell’UE fanno parte degli sforzi dell’Ucraina, in difficoltà sul campo di battaglia, per «attirare i Paesi europei della NATO in un conflitto armato con Mosca».
«Un’altra provocazione è in fase di preparazione» da parte del governo di Volodymyr Zelens’kyj, secondo la dichiarazione. Si tratterebbe di «un gruppo di sabotaggio e ricognizione schierato in territorio polacco e presumibilmente composto da militari delle forze speciali provenienti da Russia e Bielorussia», ha aggiunto l’SVR.
I membri del gruppo sarebbero stati selezionati tra le fila della Legione della Libertà di Russia e del reggimento bielorusso Kastus Kalinouski, che hanno combattuto per Kiev nel conflitto ucraino, ha precisato l’agenzia di spionaggio.
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Secondo il piano orchestrato dall’intelligence militare ucraina (GUR) in collaborazione con i servizi segreti polacchi, dopo «l’individuazione e la neutralizzazione» del gruppo da parte delle forze di sicurezza polacche, i suoi membri dovrebbero comparire davanti ai media e rilasciare confessioni, accusando Russia e Bielorussia di tentativi di destabilizzare la Polonia, ha sottolineato l’SVR.
Secondo Kiev, dopo le incursioni dei droni, «un evento del genere dovrebbe convincere i polacchi e gli altri cittadini europei che Mosca e Minsk siano responsabili di tutte le azioni ostili», ha affermato l’SVR.
«Kiev spera di spingere i paesi europei a una risposta durissima contro la Russia, preferibilmente con mezzi militari», ha continuato lo spionaggio estero del Cremlino.
Come riportato da Renovatio 21, tre settimane fa il primo ministro polacco Donald Tusk ha invocato l’articolo 4 della NATO, he consente consultazioni quando un membro ritiene la propria sicurezza minacciata, in risposta a quello che ha definito un «atto di aggressione» russo. Lunedì, il Tusk ha dichiarato che il conflitto in Ucraina è «la nostra guerra» e ha invitato l’Europa occidentale a mobilitarsi contro la Russia.
Durante il suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite la settimana scorsa, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha ribadito che Mosca non ha intenzioni aggressive contro la NATO, ma ha avvertito che qualsiasi attacco al Paese riceverebbe «una risposta risoluta».
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Immagine di Mickaël Schauli via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Gli Stati Uniti delineano l’unica missione del Dipartimento della Guerra

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I servizi russi: i Paesi NATO si preparano ad invadere la Moldavia

I Paesi europei della NATO starebbero pianificando un intervento militare in Moldavia, sostiene il Servizio di Intelligence Estero russo (SVR). L’agenzia ha messo in guardia contro le intenzioni degli «eurocrati» di Bruxelles di assicurarsi che Chişinău mantenga politiche anti-russe, arrivando persino a «occupare» la Moldavia dopo le prossime elezioni parlamentari.
In un comunicato diffuso lunedì, l’SVR ha riferito di aver rilevato concentrazioni di forze NATO europee in Romania, vicino al confine moldavo, e ha aggiunto che queste si starebbero preparando a schierarsi nella regione di Odessa, in Ucraina, per esercitare pressioni sulla regione separatista moldava della Transnistria. L’agenzia di Intelligence estero di Mosca ha anche dichiarato che militari di Francia e Regno Unito sarebbero già presenti a Odessa.
L’SVR sostiene che le forze europee pianifichino di intervenire dopo le elezioni parlamentari moldave, con Bruxelles e Chişinău che manipolerebbero i risultati elettorali per spingere i cittadini moldavi a protestare in difesa dei propri diritti. In seguito, su richiesta della presidente moldava Maia Sandu, le forze NATO europee entrerebbero nel Paese per imporre ai moldavi una “dittatura mascherata da democrazia europea”, secondo l’agenzia.
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L’SVR ha inoltre affermato che, anche in assenza di disordini post-elettorali, le nazioni europee avrebbero comunque l’intenzione di occupare la Moldavia in un secondo momento, sfruttando provocazioni armate contro la Transnistria e le truppe russe di peacekeeping presenti nella regione come pretesto. L’agenzia ha indicato che l’operazione potrebbe essere pianificata tra le elezioni parlamentari e il 30 novembre.
Nel comunicato, l’SVR ha sostenuto che il presunto piano di occupazione della Moldavia sarebbe motivato dal desiderio dei «regimi totalitari-liberali» europei di dimostrare «coraggio e determinazione», soprattutto in un contesto in cui i progetti di invio di truppe occidentali in Ucraina risultano bloccati.
«Temendo un confronto diretto con la grande Russia, gli europei mirano a colpire la piccola Moldavia. L’autoaffermazione a scapito dei più deboli è sempre stata una componente fondamentale del colonialismo europeo», ha dichiarato l’SVR.
In modo simile, a luglio l’SVR aveva avvertito che le nazioni europee della NATO stavano trasformando la Moldavia in un «ariete» militare contro la Russia. L’ex presidente moldavo Igor Dodon ha recentemente sostenuto che il blocco occidentale intenda usare la Moldavia come ulteriore «carne da cannone» in un possibile futuro conflitto con la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, la Moldavia due mesi fa ha imprigionato la leader della regione della Gagauzia, Evgenia Gutsul, nota per le sue posizioni filorusse ed euroscettiche.
Il Cremlino si è rifiutato di riconoscere pienamente la vittoria elettorale di Sandu alle ultime elezioni, sostenendo che il processo elettorale non è stato né equo né democratico, a causa delle significative irregolarità procedurali che hanno ostacolato il diritto di voto dei cittadini moldavi residenti in Russia.
Gazprom, la società gasiera di Mosca, ha tagliato i rifornimenti alla Moldavia a inizio anno adducendo il fatto che il Paese non paga il dovuto.
Come riportato da Renovatio 21, la settimana passata, prima del voto moldavo, il portavoce degli Esteri Maria Zakharova aveva dichiarato che la UE rende «schiavi» gli stati membri.
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Come riportato da Renovatio 21, l’opposizione moldava dice che la presidente è «controllata dall’estero».
Sotto la guida della Sandu, il governo moldavo è diventato sempre più critico nei confronti della Russia e ha represso i sentimenti filo-russi all’interno del Paese, bandendo di recente il partito Sor, che le autorità hanno accusato di essere uno strumento degli «oligarchi».
Come riportato da Renovatio 21, la Sandu ha accusato Mosca di complottare per rovesciare il suo governo e destabilizzare la situazione in Moldavia. Mosca ha respinto con veemenza tali affermazioni.
Vari canali TV sono stati bloccati in Moldavia, russi o considerati «filorussi». Durante l’agosto dello scorso anno la Moldavia aveva vietato l’ingresso nel Paese al noto musicista balcanico Goran Bregovic, ritenuto filorusso.
Tanto per far capire l’aria che tirerà in Moldavia, tre mesi fa la polizia moldava ha buttato a terra un sacerdote durante una protesta anti-LGBT. A Pasqua vi fu poi lo scandalo del vescovo Marchel della Chiesa ortodossa di Moldavia, che fu arrestato il venerdì santo in aeroporto impedendogli di andare a Gerusalemme per un rito.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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Papa Leone contro la Chiesa e i dogmi per LGBT e donne-prete: «Dobbiamo cambiare atteggiamento prima di cambiare dottrina»

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