Geopolitica
I leader israeliani chiedono la distruzione di Gaza: dichiarazioni raccolte dal Sud Africa per la Corte Internazionale di Giustizia
Il ricorso di 84 pagine del Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia chiede misure per impedire allo Stato di Israele di commettere atti di genocidio raggruppando quantità di materiale raccolto in questi mesi di guerra e massacro,
Non solo tale materiale racconta della profondità della devastazione inflitta, ma documenta delle dichiarazioni fatte dai leader israeliani che chiedono la distruzione di Gaza e considerano i palestinesi meno che umani.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che la lotta contro Hamas dopo il 7 ottobre rappresenta «una lotta tra i figli della luce e i figli delle tenebre, tra l’umanità e la legge della giungla» e una «guerra tra i figli della luce e i figli delle tenebre».
Alla fine di ottobre e in una lettera del 3 novembre ai soldati israeliani, Netanyahu aveva fatto riferimento alla storia biblica della distruzione di Amalek da parte degli israeliti. «Devi ricordare ciò che Amalek ti ha fatto, dice la nostra sacra Bibbia. E ce lo ricordiamo», aveva detto Netanyahu. Si tratta di un chiarissimo riferimento all’antico testamento: «Và dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini». (1 Samuele 15, 3)
Gli amaleciti, dunque, vanno sterminati.
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Il 12 ottobre, il presidente Isaac Herzog ha dichiarato: «c’è un’intera nazione là fuori ad essere responsabile. Non è vera questa retorica sui civili non consapevoli, non coinvolti. Non è assolutamente vero… e combatteremo finché non spezzeremo loro la spina dorsale».
Il 10 novembre, il ministro della Sicurezza nazionale, il controverso Itamar Ben-Gvir, ha dichiarato: «quando diciamo che Hamas dovrebbe essere distrutto, intendiamo anche coloro che festeggiano, coloro che sostengono e coloro che distribuiscono caramelle: sono tutti terroristi e dovrebbero anche loro essere distrutti».
Il documento sudafricano rileva che il 1° novembre il ministro del Patrimonio israeliano Amichai Eliyahu ha pubblicato su Facebook: «il nord della Striscia di Gaza, più bello che mai. Tutto è ingrandito e appiattito, semplicemente un piacere per gli occhi». Il ministro, ricordiamo, aveva perfino parlato di un’opzione di nuclearizzazione di Gaza.
«Gaza non tornerà a cosa era prima. Noi elimineremo tutto» avrebbe detto il ministro della Difesa dello Stato Ebraico Yoav Gallant il 13 ottobre. «Noi elimineremo tutto».
«Se non ci prenderà un giorno, ci prenderà una settimana. Ci prenderà settimane o anche mesi, raggiungeremo ogni posto».
Yoav Gallant, Israeli Defence Minister:
“Gaza won’t return to what it was before. We will eliminate everything.” pic.twitter.com/tIdzwFRxwZ— In Context (@incontextmedia) October 14, 2023
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«Ora tutti abbiamo un fine comune: la cancellazione della Striscia di Gaza dalla faccia della Terra» avrebbe detto Nissim Vaturi, vice-speaker del Parlamento israeliano (la Knesset) e membro della commissione di affari esteri e sicurezza.
«Stiamo conducendo la Nakba di Gaza» ha dichiarato Avi Dichter, ministro dell’Agricoltura israeliano, in riferimento alla cacciata dei palestinesi del 1948 a seguito della formazione dello Stato di Israele.
Come riportato da Renovatio 21, tre settimane fa era emerso un video in cui il comandante di un battaglione israeliano raccontava che le sue truppe «entrate a Beit Hanoun e lì avevano fatto come hanno fatto Shimon e Levi a Nablus», riferendosi alla storia biblica in cui furono massacrati tutti gli abitanti maschi della città.
In una trasmissione radiofonica, il capo di un consiglio comunale di Metula, nel nord di Israele, ha dichiarato che la Striscia di Gaza dovrebbe essere completamente rasa al suolo e trasformata in un museo vuoto come il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, scoraggiando i palestinesi dal provare a viverci di nuovo
Secondo il New York Times, l’attuale guerra lanciata dalle forze israeliane su Gaza rappresenta ora per gli arabi il conflitto più mortale dal 1948.
Due mesi fa, secondo il Washington Post, un abitante di Gaza ogni 200 era stato ucciso.
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Immagine dell’11 ottobre 2023 di i Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Truppe israeliane subiscono perdite in un’incursione in Siria
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🚨 IDF releases footage of counterterror raid in southern Syria that ended in arrests and a fierce firefight
The IDF has published video showing the arrest of two members of the al-Jama’a al-Islamiyya terror organization in the village of Beit Jinn overnight, along with a clash… pic.twitter.com/eoh20Xsn41 — Israel War Room (@IsraelWarRoom) November 28, 2025
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Geopolitica
Trump «molto soddisfatto» della nuova leadership siriana
Il presidente statunitense Donald Trump ha espresso «grande compiacimento» per l’operato del nuovo esecutivo siriano insediatosi al potere.
Una coalizione capitanata dal fronte jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), affiliato regionale di Al-Qaeda, ha espugnato Damasco e spodestato il trentennale capo di Stato Bashar al-Assad alla fine dello scorso anno.
«Gli Stati Uniti sono estremamente soddisfatti dei progressi conseguiti» dopo l’ascesa al governo, ha proclamato Trump lunedì su Truth Social.
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Il neopresidente siriano Ahmed al-Sharaa, ex comandante dell’HTS conosciuto come al-Jolani, «si prodiga con impegno affinché si verifichino sviluppi positivi e che Siria e Israele instaurino un legame duraturo e fruttuoso», ha precisato.
È essenziale che Gerusalemme «non ostacoli la metamorfosi della Siria in una nazione fiorente», ha aggiunto Trump.
Qualche giorno prima, testate israeliane avevano reso noto che le Forze di difesa (IDF) avevano subito perdite in uno scontro con miliziani armati nel meridione siriano, dove l’anno scorso Israele ha annesso una fascia territoriale adiacente alle alture del Golan sotto occupazione.
Di recente, l’area ha ospitato pure azioni coordinate tra Stati Uniti e Siria. Le truppe americane e il dicastero dell’Interno siriano hanno smantellato oltre 15 magazzini di armamenti e narcotici riconducibili all’ISIS nel sud della nazione la settimana scorsa, come comunicato domenica dal Centcom.
Al-Sharaa ha ribadito il proprio impegno contro lo Stato Islamico nel corso della sua visita a Washington all’inizio del mese.
Dall’insediamento dei jihadisti nella stanza dei bottoni damascena ondate di violenza interconfessionale si sono ripetute, con migliaia di persone delle minoranze druse, alawite e cristiane uccise senza pietà.
Jolani, ex comandante jihadista legato ad Al-Qaeda e in passato nella lista nera del governo statunitense che aveva posto su di lui una taglia da 10 milioni di dollari, ha destituito il leader storico siriano Bashar Assad nel dicembre 2024. Da allora si è impegnato a ricostruire il Paese devastato dalla guerra e a tutelare le minoranze etniche e religiose.
Nonostante le promesse di al-Jolani di costruire una società «inclusiva», il suo governo «luminoso e sostenibile» è stato segnato da ondate di violenza settaria contro le comunità druse e cristiane, suscitando la condanna degli Stati Uniti.
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Pochi giorni prima della visita di Jolani alla Casa Bianca, Stati Uniti, Gran Bretagna e Nazioni Unite hanno rimosso al-Sharaa/ Jolani dalle rispettive liste di terroristi. Lunedì, Washington ha prorogato per altri 180 giorni la sospensione delle sanzioni, mentre la Siria cerca di normalizzare i rapporti bilaterali e ampliare la cooperazione in materia di sicurezza. Trump aveva ordinato una revisione della de-designazione come «terrorista» del Jolani ancora quattro mesi fa, all’altezza del loro primo incontro a Riadh.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa, proprio a ridosso dell’anniversario della megastrage delle Due Torri, al-Jolani visitò Nuova York per la plenaria ONU, venendo ricevuto in pompa magna dal segretario di Stato USA Marco Rubio e dall’ex generale americano, già direttore CIA, David Petraeus.
Come riportato da Renovatio 21, al-Jolani sta incontrando alti funzionari israeliani in un «silenzioso» sforzo di normalizzazione dei rapporti tra Damasco e lo Stato degli ebrei in stile accordi di Abramo.
Intanto, i massacri sono vittime dei massacri takfiri della «nuova Siria».
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Geopolitica
Papa Leone dice che l’unica soluzione è uno Stato palestinese
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