Geopolitica
Gerusalemme: i giochi proibiti del premier britannico Truss
Il 21 settembre 2022, seguendo le orme di Donald Trump cinque anni prima, l’inquilina di Downing Street in viaggio verso le Nazioni Unite, ha condiviso con la sua controparte israeliana – tutti sorrisi – la sua intenzione di trasferire l’ambasciata britannica nella Città Santa.
Una decisione, se verificata nei fatti, dal valore fortemente simbolico, e che non ha mancato di scatenare le ire dei palestinesi, denunciando una «flagrante violazione del diritto internazionale». Una decisione che ha fatto reagire anche diversi alti prelati della Chiesa cattolica.
Il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, ha deciso di scrivere al nuovo primo ministro britannico, esortandolo a riconsiderare la sua decisione: «un tale trasferimento dell’ambasciata britannica sarebbe gravemente pregiudizievole per ogni possibilità di pace duratura nella regione e per la reputazione internazionale del Regno Unito», ha avvertito il presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles.
Per l’alto prelato inglese «non c’è alcun motivo valido» per considerare lo spostamento dell’ambasciata britannica: «chiedo sinceramente al Presidente del Consiglio di riconsiderare l’intenzione espressa e di concentrare tutti gli sforzi sulla ricerca di una soluzione a due Stati, in quale Gerusalemme avrebbe uno status speciale garantito», ha insistito il cardinale.
Stessa storia dalla parte della Città Santa. Lo scorso 10 ottobre mons. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha firmato una dichiarazione congiunta con i leader delle altre confessioni cristiane presenti nella Città di David.
Il Patriarca ricorda che «lo status quo religioso a Gerusalemme resta essenziale per preservare l’armonia della Città Santa», uno status quo applicato implicitamente dalla «maggior parte dei governanti del mondo che si sono astenuti dall’insediare la propria ambasciata a Gerusalemme, fino a quando è stato raggiunto un accordo definitivo sul suo status».
La decisione di Liz Truss è, secondo mons. Pizzaballa, «controproducente», perché suggerisce che «l’occupazione di alcuni territori palestinesi e l’annessione di Gerusalemme est sarebbero accettabili», sottolinea il patriarca.
«Solo in occasione di tale iniziativa, crediamo, si potrà instaurare una pace giusta e duratura a Gerusalemme e in tutto il Medio Oriente», conclude.
Se il desiderio del Primo Ministro del Regno Unito si realizzasse, si tratterebbe dello sconvolgimento più significativo nella politica estera britannica da oltre un secolo, con conseguenze difficili da immaginare: sarebbe questa la flemma inglese?
Immagine screenshot da YouTube
Articolo previamente apparso su FSSPX.news
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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