Geopolitica
Etiopia e Somalia ripristineranno i rapporti diplomatici
L’Etiopia e la Somalia hanno concordato di ripristinare le relazioni diplomatiche, un anno dopo le tensioni scoppiate in merito all’accordo di accesso al Mar Rosso.
I due vicini dell’Africa orientale hanno annunciato la loro decisione in una dichiarazione congiunta su X sabato, in seguito alla visita del presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ad Addis Abeba, dove ha avuto colloqui con il primo ministro etiope Abiy Ahmed.
«I due leader hanno scambiato opinioni su una serie di questioni bilaterali e regionali di reciproco interesse e hanno tenuto discussioni costruttive sul rafforzamento delle relazioni fraterne tra i popoli dei due Paesi», si legge nella dichiarazione.
This afternoon, I bid farewell to President Hassan Sheikh Mohamud following productive discussions on deepening cooperation and strengthening bilateral ties during his working visit to Ethiopia. pic.twitter.com/OsJYqfgAkG
— Abiy Ahmed Ali 🇪🇹 (@AbiyAhmedAli) January 12, 2025
Le relazioni tra Addis Abeba e Mogadiscio si sono deteriorate all’inizio dell’anno scorso, dopo che l’Etiopia ha raggiunto un accordo preliminare con la regione separatista della Somalia, il Somaliland, per affittare la costa per scopi commerciali e costruire una base navale, presumibilmente in cambio del riconoscimento dell’indipendenza del territorio.
La Somalia, che considera il Somaliland un proprio territorio nonostante la provincia abbia dichiarato l’indipendenza nel 1991, ha denunciato il patto del 1° gennaio come un atto illegale di aggressione.
In risposta, Mogadiscio aveva espulso l’ambasciatore etiope, ha ordinato la chiusura di due consolati e ha richiamato il suo rappresentante ad Addis Abeba. La Somalia aveva anche rafforzato i legami con Egitto ed Eritrea, tramite un accordo di cooperazione a tre firmato in ottobre, mirato a migliorare la loro sicurezza regionale e marittima in mezzo alla reciproca sfiducia nei confronti dell’Etiopia.
Tuttavia, in seguito ai colloqui mediati dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad Ankara l’11 dicembre, i leader dei paesi in conflitto hanno concordato di trovare accordi commerciali per garantire che l’Etiopia, senza sbocco sul mare, «goda di un accesso affidabile, sicuro e sostenibile da e verso il mare, sotto l’autorità sovrana della Repubblica Federale di Somalia».
I negoziati tecnici sono stati annunziati per la fine di febbraio. Durante i colloqui svoltisi ad Addis Abeba sabato, il leader somalo e il suo omologo etiope hanno deciso di «accelerare i negoziati tecnici», hanno affermato i loro uffici.
I due Paesi del Corno d’Africa si sono inoltre impegnate a ripristinare e migliorare le loro «relazioni bilaterali attraverso una piena rappresentanza diplomatica nelle rispettive capitali».
«Sottolineando la grave e crescente minaccia rappresentata dai gruppi militanti estremisti nella regione, i leader hanno concordato di incaricare le rispettive agenzie di sicurezza di rafforzare la cooperazione nella promozione della pace e della stabilità nella regione», hanno dichiarato congiuntamente.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa Etiopia e regione del Tigrè avevano firmato un accordo di pace per terminare le ostilità tra le parti. Tuttavia l’esercito etiope ha affrontato milizie locali anche nello scorso anno.
Egitto ed Etiopia sono invece in conflitto per una diga in costruzione sul Nilo.
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Immagine da Twitter
Geopolitica
Orban come John Snow
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war. But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Geopolitica
Orban: i funzionari dell’UE «violano la legge»
Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha accusato i funzionari dell’UE di «violazione sistematica della legge» per il loro piano di privare gli Stati membri del diritto di veto sul congelamento degli asset russi.
Venerdì pomeriggio la Commissione Europea ha votato una proposta per attivare l’articolo 122 dei trattati UE, una clausola di emergenza che permette di adottare decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità. Tale misura consentirebbe all’Unione di mantenere indefinitamente il blocco dei beni sovrani russi e di destinare i profitti o gli interessi generati a sostegno dell’Ucraina, anche in presenza di opposizioni da parte di singoli Stati membri.
«Con la procedura di oggi, i burocrati di Bruxelles aboliscono con un solo tratto di penna l’obbligo di unanimità, un atto palesemente illegale», ha scritto Orban su X venerdì. «Lo stato di diritto nell’Unione Europea sta giungendo al termine e i leader europei si pongono al di sopra delle regole. Anziché garantire il rispetto dei trattati UE, la Commissione Europea viola sistematicamente il diritto europeo».
Orban ha denunciato che i «burocrati» e i guerrafondai dell’UE stanno spingendo per «protrarre la guerra in Ucraina, un conflitto che è chiaramente impossibile vincere».
Today, the Brusselians are crossing the Rubicon. At noon, a written vote will take place that will cause irreparable damage to the Union.
The subject of the vote is the frozen Russian assets, on which the EU member states have so far voted every 6 months and adopted a unanimous…
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) December 12, 2025
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«Con questo passo, lo stato di diritto nell’UE viene sostituito dal governo dei burocrati. In altre parole, si è instaurata una dittatura di Bruxelles», ha aggiunto. «L’Ungheria protesta contro questa decisione e farà tutto il possibile per ripristinare un ordine legittimo».
Dopo l’escalation del conflitto ucraino nel 2022, i partner occidentali di Kiev hanno congelato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, la maggior parte dei quali depositati presso Euroclear a Bruxelles. Nelle ultime settimane è scoppiata una forte controversia tra i Paesi europei favorevoli all’utilizzo di tali fondi come garanzia per un «prestito di riparazione» a Kiev e quelli contrari, che invocano rischi legali e finanziari.
L’attivazione della clausola di emergenza per un congelamento a tempo indeterminato toglierebbe a Stati oppositori come l’Ungheria la possibilità di veto sul rinnovo semestrale. Secondo il piano, il blocco rimarrebbe in vigore fino al pagamento da parte della Russia delle riparazioni post-conflitto all’Ucraina e fino a quando l’UE non riterrà cessata «una minaccia immediata» ai propri interessi economici derivante da possibili ritorsioni legali.
Mosca ha condannato come illegittimo qualsiasi tentativo di appropriazione dei suoi beni. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato questa settimana che la Russia reagirà a ogni espropriazione, aggiungendo che «derubare» il Paese rappresenta l’ultima carta rimasta ai sostenitori europei dell’Ucraina per continuare a finanziare Kiev nel conflitto con Mosca.
L’Ungheria si oppone da tempo a ulteriori aiuti a Kiev: Orban li ha paragonati al «mandare un’altra cassa di vodka a un alcolizzato». Budapest non è tuttavia isolata: anche il Belgio, che custodisce la maggior parte dei fondi, ha criticato duramente il piano, con il primo ministro Bart De Wever che lo ha definito «equivalente a rubare» denaro russo.
I capi di Stato e di governo dell’UE voteranno la proposta al vertice della prossima settimana.
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Immagine di Manfred Weber via Flickr con licenza CC BY-NC-SA 2.0
Geopolitica
Trump fa pressione su Zelens’kyj affinché ceda terreni alla Russia
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