Connettiti con Renovato 21

Arte

Eric Clapton lancia una canzone contro la prigione pandemica

Pubblicato

il

 

 

Eric Clapton pubblica un’altra canzone dal sapore politicamente scorretto decisamente anti lockdown dal titolo This Has Gotta Stop, che tra i suoi versi recita apertis verbis una condanna dell’attuale situazione in cui è finito il mondo:

 

«Basta, non lo posso più sopportare / Sono in giro da molto, molto tempo /Vedo tutto questo e sono abituato a essere libero».

 

La canzone ha un andamento blues molto deciso e frizzante, ed è stata scritta dallo stesso Clapton e prodotta dal suo collaboratore Simon Climie con Sonny Emery alla batteria, Nathan East al basso, Sharon White ai cori e con Nick Ingman e Perry Montague-Mason per quanto riguarda gli arrangiamenti e la sezione archi.

 

«Basta, non lo posso più sopportare / Sono in giro da molto, molto tempo /Vedo tutto questo e sono abituato a essere libero»

 

Il bluesman britannico è in aperta polemica con tutto quello che riguarda le restrizioni e gli obblighi che i governi, in ispecie quello britannico, hanno imposto ai propri cittadini.

 

Già lo scorso dicembre, insieme a Van Morrison, pubblicarono un brano intitolato Stand and Deliver, per protestare contro il lockdown indetto dal governo di Londra. 

«Ho preso la prima dose di AZ [AstraZeneca] e subito ho avuto reazioni gravi che sono durate dieci giorni. Le mie mani e i miei piedi erano congelati, insensibili o in fiamme, e praticamente inutili per due settimane, temevo che non avrei mai più suonato»

 

Il Clapton, nei mesi invernali, ha ricevuto le due dosi di siero contro il COVID con delle conseguenze fisiche sinceramente fastidiose e preoccupanti come lui stesso racconta:

 

«Ho preso la prima dose di AZ [AstraZeneca] e subito ho avuto reazioni gravi che sono durate dieci giorni. Le mie mani e i miei piedi erano congelati, insensibili o in fiamme, e praticamente inutili per due settimane, temevo che non avrei mai più suonato».

 

Parole forti dette da un musicista che si è «fidato» del proprio governo riguardo al vaccino, o presunto tale, ma che sulla propria pelle ha subìto gravi conseguenze nonostante «la propaganda dicesse che il vaccino era sicuro per tutti», disse proprio il chitarrista qualche mese fa, ma i fatti stanno dimostrando il contrario.

 

Nelle canali mainstream italioti i vari nani, saltimbanchi e ballerine starnazzano critiche a pappagallo verso artisti come Clapton che esprimono con coerente coraggio un suo pensiero che, ahimè, differisce dalla vulgata corrente e che quindi è condannabile e criticabile dai salottieri televisivi. 

 

Clapton non intende esibirsi dove è richiesto il lasciapassare sanitario. «Non mi esibirò dove viene richiesto»

Slowhand ha anche detto che non intende esibirsi dove è richiesto il lasciapassare sanitario. «Non mi esibirò dove viene richiesto», ha ribadito con fermezza il cantautore britannico.

 

La dichiarazione di Clapton è stata resa nota attraverso l’account Telegram del produttore cinematografico e architetto Robin Monotti, anch’egli scettico nei confronti del vaccino COVID-19 e critico nei confronti delle misure messe in campo dal governo inglese.

 

Ben vengano i Clapton, i Van Morrison, i Richard Ashcroft che esprimono una sorta di forma di ribellione nei confronti di queste leggi liberticide che ci vengono imposte in nome della «lotta alla pandemia».

 

Da noi poche voci dissonanti del «circolo degli artisti» si sono levate in timidi, ma intelligenti proteste contro questo sistema; non c’è da stupirsi nel vedere se solo una esigua quantità di personaggi cerca di criticare i vari lockdown, sieri salvifici e tessere verdi, perché tutto il resto è uniformato al potere ideologico costituito.

 

I cantori delle «vite spericolate piene di guai» e i suoi adepti si sono mostrati indefessi difensori della mascherina prima e poi tifosi del tanto discusso «lasciapassare» per accedere ai loro spettacoli dal vivo. 

 

Il rock, che è sempre stata considerata una musica, un’espressione artistica, uno stile di vita ribelle – ma solo nella realtà apparente – oggi più che mai lo vediamo «svuotato» della sua sostanza antisistema, e lo vediamo per quello che è, o che forse è sempre stato, ossia il «veicolo» usato da certi poteri per influenzare le masse a seconda dei propri scopi.

 

Viva la musica veramente ribelle di chi ha il coraggio della sincerità ideologica e artistica.

 

 

 

 

Immagine di Majvdl via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons  Attribution-Share Alike 3.0 Unported2.5 Generic2.0 Generic1.0 Generic

Continua a leggere

Arte

Quattro Stati UE boicotteranno l’Eurovision 2026 a causa della partecipazione di Israele

Pubblicato

il

Da

Spagna, Irlanda, Slovenia e Paesi Bassi hanno annunciato il boicottaggio del prossimo Eurovision Song Contest in seguito alla conferma della partecipazione di Israele. All’inizio del 2025 diverse emittenti avevano chiesto all’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), organizzatrice dell’evento, di escludere Israele accusandolo di brogli nel voto e per il conflitto in corso a Gaza.

 

L’ultima tregua, mediata dagli Stati Uniti, avrebbe dovuto porre fine ai combattimenti e permettere l’arrivo di aiuti umanitari nell’enclave, ma da quando è entrata in vigore gli attacchi israeliani hanno causato 366 morti, secondo il ministero della Salute di Gaza.

 

Il tutto si inserisce in un anno di escalation iniziato con l’offensiva israeliana lanciata in risposta all’attacco di Hamas dell’ottobre 2023, che provocò 1.200 morti e il rapimento di 250 ostaggi. Da allora, secondo le autorità sanitarie locali, l’operazione militare israeliana ha ucciso oltre 70.000 palestinesi.

Iscriviti al canale Telegram

Le decisioni di ritiro sono arrivate giovedì, subito dopo l’approvazione da parte dell’EBU di nuove regole di voto più rigide, varate in risposta alle accuse di diverse emittenti europee secondo cui l’edizione 2025 era stata manipolata a favore del concorrente israeliano.

 

Poche ore più tardi l’emittente olandese AVROTROS ha comunicato l’addio al concorso: «La violazione di valori universali come l’umanità, la libertà di stampa e l’interferenza politica registrata nella precedente edizione dell’Eurovision Song Contest ha oltrepassato un limite per noi».

 

L’emittente irlandese RTÉ ha giustificato la propria scelta con «la terribile perdita di vite umane a Gaza», la crisi umanitaria in corso e la repressione della libertà di stampa da parte di Israele, annunciando anche che non trasmetterà l’evento.

 

Anche la televisione pubblica slovena RTVSLO ha confermato il ritiro: «Non possiamo condividere il palco con il rappresentante di un Paese che ha causato il genocidio dei palestinesi a Gaza», ha dichiarato la direttrice Ksenija Horvat.

 

Successivamente è arrivata la decisione della spagnola RTVE, che insieme ad altre sette emittenti aveva chiesto un voto segreto sull’ammissione di Israele. Respinta la proposta dall’EBU, RTVE ha commentato: «Questa decisione accresce la nostra sfiducia nell’organizzazione del concorso e conferma la pressione politica che lo circonda».

Aiuta Renovatio 21

Per far fronte alle polemiche, gli organizzatori dell’Eurovision hanno introdotto nuove misure anti-interferenza: limiti al televoto del pubblico, regole più severe sulla promozione dei brani, rafforzamento della sicurezza e ripristino delle giurie nazionali già nelle semifinali.

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa arrivò in finale all’Eurovisione una sedicente «strega» non binaria che dichiarò di aver come scopo il «far aderire tutti alla stregoneria».

 

Vi furono polemiche quattro anni fa quando la Romania accusò che l’organizzazione ha cambiato il voto per far vincere l’Ucraina.

 

Due anni fa un’altra vincitrice ucraina dell’Eurovision fu inserita nella lista dei ricercati di Mosca.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Russia ha lanciato un’«alternativa morale» all’Eurovision, che secondo il ministro degli Esteri di Mosca Sergej Lavrov sarà «senza perversioni».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di David Jones via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Continua a leggere

Arte

Bibita col DNA di Ozzy Osbourne disponibile con pagamento a rate

Pubblicato

il

Da

Una nuova partnership kitsch tra John «Ozzy» Osbourne e Liquid Death, il marchio di acqua in lattina, ha lanciato sul mercato una serie limitata di lattine di tè freddo infuso con il DNA del «reverendo rock».   Ovviamente il prodotto è andato subito a ruba ed è esaurito. Le lattine sono state tutte tracannate e schiacciate da Osbourne in persona, lasciando «tracce di DNA della sua saliva che ora potete possedere», secondo il sito web di Liquid Death.   Ma diciamoci la verità, non si compra lo scarto salivare di una rockstar per dissetarsi: lo si compra per fare necro-collezionismo probabilmente. Le leggende attorno al personaggio sono molteplici: si diceva che Ozzy fosse un mutante genetico, capace di resistere a secchiate di droga, alla rabbia per aver morso un pipistrello vivo e a un incidente quasi mortale in quad.   «Ozzy Osbourne è 1 su 1», recita il testo pubblicitario del sito, «ma stiamo vendendo il suo vero DNA così potrete riciclarlo per sempre».

Sostieni Renovatio 21

Ogni lattina viene consegnata in un «barattolo per campioni sigillato in laboratorio», etichettato con il nome del donatore, il numero del campione (su dieci) e la data del prelievo. Ozzy ha persino firmato il contenitore, apparentemente dando un assegno in bianco per qualsiasi futura clonazione.   «Ora, quando la tecnologia e la legge federale lo consentiranno, potrete replicare Ozzy Osbourne e godervi la sua musica per centinaia di anni nel futuro», si legge sul sito web. I pezzi disponibili sono solo 10 e sono stati venduti a 450 dollari ciascuno, anche in comode rate.    Vista la rarità del prodotto, il «bagarinaggio online» non poteva mancare: su eBay ce ne sono state due in vendita, ciascuna a migliaia di dollari.   Sui social media, i fan erano entusiasti della partnership di Ozzy con il suo brand, anche se il prezzo ha fatto storcere il naso a qualcuno. «Accidenti, avrei dovuto salvare il tuo DNA quando mi hai sputato addosso nell’84 durante un concerto alla LB Arena», ha scritto un fan su X.   Ozzy Osbourne, che da giovane sul palco aveva pure mangiato un pipistrello, è perito quattro mesi fa. Il fatto che fosse stato iniettato col vaccino COVID, che ci dicono venire da un chirottero di Wuhano, lo rende in qualche modo un personaggio simbolico della pandemica, e non solo di quella: alcuni hanno ipotizzato che la morte, avvenuta dopo una «lunga battaglia» (in genere dicono per qualche ragione così) contro il morbo di Parkinson, potrebbe costituire un caso di eutanasia.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Carlos Varela via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Continua a leggere

Arte

Arruolamento forzato anche per l’autista ucraino di Angelina Jolie

Pubblicato

il

Da

La visita a sorpresa della star di Hollywood ed ex ambasciatrice umanitaria ONU Angelina Jolie in Ucraina martedì scorso è stata interrotta dagli agenti della leva obbligatoria, che hanno arrestato un membro del suo entourage e lo hanno arruolato. Lo riporta la stampa locale.

 

L’episodio si è verificato a un posto di blocco militare vicino a Yuzhnoukrainsk, nella regione di Nikolaev, mentre il convoglio di Jolie era diretto verso una zona della regione di Kherson controllata da Kiev.

 

Nonostante avesse segnalato alle autorità di trasportare una «persona importante», un componente del gruppo – identificato in alcuni resoconti come autista, in altri come guardia del corpo – è stato fermato dagli ufficiali di reclutamento.

 

Un video circolato su Telegram mostra la Jolie (il cui vero nome è Angelina Jolie Voight, figlia problematica dell’attore supertrumpiano John Voight) recarsi di persona al centro di leva per tentare di ottenerne il rilascio.

 

Iscriviti al canale Telegram

Secondo TASS, avrebbe persino cercato di contattare l’ufficio del presidente ucraino Volodymyro Zelens’kyj. Fonti militari ucraine avevano inizialmente riferito all’emittente locale TSN che la presenza della diva al centro non era legata all’arresto, sostenendo che aveva semplicemente «chiesto di usare il bagno». Le autorità hanno poi precisato che l’uomo, cittadino ucraino nato nel 1992 e ufficiale di riserva senza motivi di esenzione, era trattenuto per verifiche sulla mobilitazione.

 

Alla fine, l’attrice americana ha lasciato il membro dello staff e ha proseguito il viaggio. Gli addetti alla leva di Kiev sono stati aspramente criticati per i video virali che mostrano uomini trascinati nei furgoni, pratica nota come «busificazione».

 

L’indignazione pubblica è cresciuta, con numerose denunce di scontri violenti e persino decessi legati alla mobilitazione forzata. Il mese scorso, il giornalista britannico Jerome Starkey ha riferito che il suo interprete ucraino è stato «arruolato con la forza» a un posto di blocco di routine. «Il tuo amico è andato in guerra. Bang, bang!», avrebbe scherzato un soldato.

 

Anche le modalità di coscrizione ucraine hanno attirato l’attenzione internazionale: a settembre, il ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto ha condannato quella che ha definito «una caccia all’uomo aperta», accusando i governi occidentali di chiudere un occhio.

 

La Jolie aveva già visitato l’Ucraina nell’aprile 2022, poco dopo l’escalation del conflitto, in un periodo in cui numerose celebrità, come gli attori Ben Stiller e Sean Penn, si erano recate nel Paese. Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha sostenuto che le star di Hollywood venivano pagate tramite USAID – il canale USA per finanziare progetti politici all’estero, ormai chiuso – per promuovere narrazioni pro-Kiev.

 

In seguito l’autista, di nome Dmitry Pishikov, ha dato una sua versione dell’accaduto.

 

«A quel posto di blocco mi hanno fermato per qualche motivo, senza spiegazioni, e mi hanno chiesto di seguirli in auto per chiarire alcuni dettagli. Evidentemente con l’inganno», ha dichiarato Pishikov a TSN in un’intervista pubblicata venerdì.

 

È stato portato in un centro di leva locale, dove è stato trattenuto con falsi pretesti, ha aggiunto. «”Dieci minuti, c’è un piccolo dettaglio, ti lasceremo andare non appena avremo chiarito la situazione”, hanno detto. Hanno mentito», ha riferito all’emittente, aggiungendo di essere ancora «un po’ indignato» per le azioni dei funzionari della coscrizione.

 

L’uomo dichiarato a TSN che venerdì si trovava in un centro di addestramento militare e che «verrà addestrato e presterà servizio nell’esercito».

 

Igor Kastyukevich, senatore della regione russa di Kherson – la parte controllata dall’Ucraina visitata da Jolie – ha condannato il viaggio definendolo «un’altra trovata pubblicitaria che sfrutta la fame e la paura». Nessuna visita di star di Hollywood «che usa i soldi dei contribuenti americani ed europei» aiuterà la gente comune, ha dichiarato alla TASS.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine da Twitter

Continua a leggere

Più popolari