Animali
Elefanti linciati dopo l’uccisione di un bambino
In Kenya, un gruppo di residenti della città di Rombo, situata al confine con la Tanzania, ha causato la morte di due elefanti, portando così a tre il totale degli esemplari uccisi nell’area in soli sette giorni. Lo riportano media kenyoti.
«I residenti furiosi, armati di frecce, hanno dato la caccia agli elefanti e sono riusciti a ucciderne due» scrive Kenya News Agency. «Un altro elefante-canaglia è stato ucciso dagli ufficiali del Kenya Wildlife Service dopo che si è scatenato e ha caricato i residenti locali».
Le persone coinvolte sostengono che uno degli elefanti aveva invaso un villaggio, cagionando la morte di un bambino e ferendo gravemente sua madre.
Secondo il capo Olgirra Location, John Logela, Nempuris Nkaitol, 24 anni, del villaggio di Nyaru, portava sulla schiena il suo bambino di due anni ed era andata al centro commerciale di Nyaru per comprare cibo per la cena. Mentre tornava a casa verso le 19:30, è stata inseguita da un elefante che ha calpestato lei e il bambino, uccidendo il ragazzo sul colpo spaccandogli la testa, mentre la madre ha riportato gravi ferite alla coscia sinistra.
A causa della mancata risposta tempestiva da parte dei ranger del Servizio Nazionale per la Fauna Selvatica (KWS), il manipolo deciso di farsi «giustizia» da soli, senza attendere altro.
La madre è stata salvata dagli abitanti del villaggio dopo che l’elefante è fuggito nell’oscurità. Le condizioni della donna sono gravi: è stata portata d’urgenza al Rombo Mission Hospital, poi è stata mandata al Loitokitok Sub-County Hospital, dove è stata ricoverata in gravi condizioni, e successivamente trasferita al Kenyatta National Hospital, dove è in cura.
Il comandante della polizia di Loitokitok, Shadrack Ruto, ha confermato l’accaduto e ha attribuito la presenza degli elefanti nel villaggio alla siccità.
Tuttavia, i grandi mammiferi, che sconfinano dai parchi nazionali, sono noti per i danni che possono causare i raccolti dei contadini degli agricoltori della zona.
Le immagini che seguono sono molto violente ed inadatte a minori e a persone di forte sensibilità.
💔 — In Olgira village, Rombo, Kajiado County, residents tragically killed an elephant using spears.
The growing human-wildlife conflict continues to affect our tourism sector. pic.twitter.com/yg9f2cNBnw
— ADDI ™ (@AdamMaina_) August 6, 2023
La cultura popolare occidentale, che rende l’elefante come creatura docile, anche perché erbivora, crea un inganno che, come nel caso dell’ippopotamo, può rivelarsi mortale.
Gli elefanti sono creature pericolose, temute assai in Africa e rispettate in India.
I casi di elefanti che attaccano esseri umani sono piuttosto cruenti: il pachiderma spezza le ossa dei malcapitati con il suo peso e può staccare gli arti con la forza della sua proboscide.
La storia ricorda anche l’esistenza di una «pena di morte tramite elefante», usa nel Sud e nel Sud-Est dell’Asia, dove gli elefanti asiatici venivano usati per schiacciare, smembrare o torturare i prigionieri nelle esecuzioni pubbliche.
Gli animali venivano addestrati a uccidere le vittime immediatamente o a torturarle lentamente per un periodo prolungato. Più comunemente impiegati dai raja (i re indiani) e da altri sovrani dell’Asia, gli elefanti erano usati per indicare sia il potere di vita e di morte del sovrano sui suoi sudditi sia la sua capacità di controllare gli animali selvatici.
Gli elefanti venivano occasionalmente usati nel processo per ordalia in cui il prigioniero condannato veniva rilasciato se riusciva a respingere l’elefante.
Testimonianze scultoree degli elefanti-boia datano all’XII-XII secolo, ad esempio nel tempio del Sole di Modhera, in Gujarat, India.
Si racconta che in anni recenti una scena non dissimile, con protagonista un elefante impazzito durante un cerimoniale indù, fu mandata in TV in India, con estremo effetto sulla popolazione del subcontinente.
In rete, ad ogni modo, i video di elefanti che attaccano gli esseri umani nella savana africana o dentro le città indiane si moltiplicano di anno in anno.
Animali
Trafficante di droga latitante catturato mentre passeggiava con un delfino morto
La polizia russa ha arrestato un sospettato di traffico di droga di 40 anni, dopo che è stato visto dalle telecamere a circuito chiuso mentre trasportava con disinvoltura quello che è stato descritto come un «delfino morto» nella località di Sochi sul Mar Nero.
Un bizzarro video che circola online mostra l’uomo, che era su una lista di ricercati, mentre trasporta il cetaceo defunto nel suo appartamento.
La polizia locale ha detto giovedì che dopo aver esaminato il filmato, ha identificato l’uomo come un fuggitivo della regione di Mosca, ricercato con l’accusa di traffico di droga.
A russian man wanted for drug dealing was caught after walking down the streets with a dead dolphin. pic.twitter.com/sSEPZ3Qjg3
— BroSINT 69™ (@osint_69) April 26, 2024
Sostieni Renovatio 21
La polizia russa ha descritto l’animale come un «delfino morto», anche se i filmati suggeriscono che in realtà si trattasse di una focena, una piccola specie di balena imparentata più con i beluga e i narvali che con i delfini.
L’animale era già morto quando il sospettato lo ha trovato sulla spiaggia, ha osservato la polizia, senza spiegare perché avesse deciso di portarlo con sé.
Il sospettato è stato preso in custodia nella sua residenza nella cittadina balneare di Adler, appena a sud di Sochi. Tra breve sarà consegnato alle autorità della regione di Mosca per affrontare l’accusa di traffico di droga in quantità eccezionalmente elevate. Se ritenuto colpevole, rischia tra i 15 e i 20 anni dietro le sbarre.
Come riportato da Renovatio 21, il traffico di droga e le grandi creature marine si sono incrociati in un’altra storia di questi tempi, quella degli squali strafatti di cocaina a causa dei carichi criminali finiti in mare.
È noto che cetacei sono stati addestrati per fini militari, al punto che vi è un beluga in Norvegia sospettato di essere una spia russa. È possibile che le organizzazioni criminali utilizzino i mammiferi marini per i loro loschi piani?
Ci chiediamo quindi: che anche la focena morta del Mar Nero fosse direttamente coinvolta in uno schema di narcotraffico?
Dopo le nefandezze viste in questi ultimi mesi da parte di orche, delfini e balenotteri, niente ci potrebbe ancora stupire.
Anzi diciamo pure che non vi sarebbe nessuna sorpresa a scoprire che la bestia marina era in realtà il vero capo del traffico criminale.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da Twitter
Animali
Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Animali
49 sadiche orche assassine stanno scioccando i biologi marini
Gli scienziati conoscono tre distinti ecotipi di orche assassine – offshore, transitorie e residenti – che compongono la popolazione di orche lungo la costa della California e dell’Oregon. Tuttavia un nuovo studio suggerisce, attingendo ai dati raccolti in più di 25 anni, che potrebbe esserci un quarto gruppo in agguato nell’oceano aperto, che mostra attributi fisici, modelli alimentari e strategie di caccia diversi. Lo riporta la rivista scientifica americana Popular Mechanics.
Gli scienziati dell’Università della British Columbia (UBC) hanno probabilmente identificato un nuovo gruppo di orche situato lontano dalla costa della California e dell’Oregon in grado di comunicare con un nuovo «dialetto».
Si tratta di un gruppo di 49 cetacei assassini avvistati durante nove incontri dal 1997 al 2021. Gli scienziati ipotizzano che un nuovo gruppo potrebbe essersi formato in mare aperto, anche se non escludono la possibilità che si tratti di una sottopopolazione di un altro gruppo. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Aquatic Mammals.
Sostieni Renovatio 21
Esistono tre ecotipi di orche, forme distinte all’interno di una specie, che vivono al largo delle coste della California e dell’Oregone: orche residenti, orche dette offshore ed orche transitorie. Queste orche differiscono fisicamente (pinne arrotondate o appuntite, ecc…), comportamentali e alimentari.
I ricercatori ora sostengono che un quarto ecotipo, attualmente ancora senza nome, potrebbe esistere anche più lontano, in mare aperto. Analizzando le 49 orche avvistate in nove incontri, nessuna di loro è stata abbinata a nessuno dei tre gruppi di orche. Ma sono stati i loro crudeli schemi di caccia a stupire davvero i ricercatori.
«In uno dei primi incontri che i ricercatori hanno avuto con un branco di queste orche oceaniche, sono stati osservati mentre affrontavano un branco di nove capodogli femmine adulte, per poi scappare con un esemplare. È la prima volta che le orche assassine attaccano i capodogli sulla costa occidentale», ha detto in un comunicato stampa il primo autore Josh McInnes, uno studente di master alla UBC. «Altri incontri includono un attacco a un capodoglio pigmeo, la predazione di un elefante marino settentrionale e del delfino di Risso [detto anche grampo, ndr], e quella che sembrava essere una pausa post-pasto dopo aver mangiato una tartaruga liuto».
I dati raccolti descrivono questo branco come particolarmente aggressivo nella caccia rispetto alle altre orche. Orche assassine e stragiste – come sempre. Sadiche e infami. Come dimostra un altro particolare interessante.
I ricercatori hanno infatti notato anche un’altra caratteristica comune a quasi tutte le 49 orche: uno schema regolare del morso di un particolare squalo.
Tali cicatrici sono un regalo d’addio dello squalo tagliatore (Isistius brasiliensis), che fornisce un indizio significativo per discernere dove risiede abitualmente questa distinta popolazione di orche. Questi piccoli squali, che non superano mai il mezzo metro, usano labbra succhiatrici e denti appuntiti per lanciarsi sugli animali e poi girano il corpo per lasciare un foro a forma di stampino per biscotti (da cui il nome) dalla preda.
Insomma, la banda di orche sadiche ha il suo «tatuaggio»…
Aiuta Renovatio 21
Il problema delle orche teppiste andrebbe risolto una volta per tutte – e ad ogni latitudine del pianeta.
Renovatio 21 si è occupata varie volte della teppa di orche debosciate che incrocia presso Gibilterra, che ha scatenato qualcosa come un attacco al giorno, con la teppa cetacea a minacciare anche le spiagge spagnuole.
Tuttavia gli esempi del comportamento inaccettabile da parte di questi animali – che mascherano la loro malvagità impadronendosi dei colori del panda, simbolo delle specie protette – non accennano a fermarsi: solo la settimana scorsa a Mossel Bay, in Sud Africa, un’orca assassina ha sbranato dinanzi ad un pubblico umano uno squalo bianco, che è invece davvero una specie protetta dal CITES. La creatura, dopo aver assassinato il pescecane, ne avrebbe consumato pubblicamente il fegato.
Da tempo oramai Renovatio 21 chiede un la creazione di un movimento internazionale per sistemare il comportamento dei cetacei, chiaramente divenuto sconcio, indecente, immorale, scurrile, impudico, dissoluto, licenzioso, depravato, lascivo, volgare, sporco, laido, scostumato, svergognato, lubrico, scandaloso, turpe, disonesto e pericoloso.
Rilanciamo in nostro appello: quosque tandem… Fino a quando gli oceani, e l’umanità, dovranno sopportare lo scandalo di queste bestie prive di pudore?
Quanto ancora dovremmo tollerare i soprusi delle orche assassine, e bastarde, e infami, e maledette, e stronze?
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Salute2 settimane fa
I malori della 16ª settimana 2024
-
Pensiero2 settimane fa
Foreign Fighter USA dal fronte ucraino trovato armato in Piazza San Pietro. Perché?
-
Vaccini1 settimana fa
Lanciati i vaccini RNA monodose contro COVID e influenza per i bambini. I critici: «livelli di follia senza precedenti»
-
Autismo2 settimane fa
Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»
-
Cina1 settimana fa
TongTong, la «ragazzina» creata con l’Intelligenza Artificiale per la Cina senza figli
-
Cancro1 settimana fa
Vaccino mRNA, «aumenti significativi» delle morti per cancro dopo la terza dose: studio giapponese
-
Pensiero7 giorni fa
«Preghiera» pagana a Zeus ed Apollo recitata durante cerimonia di accensione della torcia olimpica. Quanti sacrifici umani verranno fatti, poi, con l’aborto-doping?
-
Droni1 settimana fa
I droni israeliani attirano i palestinesi con audio di bambini che piangono e poi gli sparano