Geopolitica
Donald Trump esorta Israele alla moderazione e a destituire Benjamin Netanyahu
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto ai suoi sostenitori e donatori di adoperarsi per la destituzione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Secondo il suo entourage, si tratterebbe di sanzionare la mancata reazione di Netanyahu alle rivelazioni dell’intelligence egiziana sull’imminente attacco di Hamas. Secondo i suoi avversari, Trump sarebbe invece mosso dal desiderio di vendicarsi per non essere stato sostenuto da Netanyahu alle elezioni presidenziali del 2020.
Trump ha inoltre esortato chi lo appoggia a fare pressione per indurre Israele alla ragione e alla moderazione.
Netanyahu e il ministro della Difesa, generale Yoav Gallant, hanno annunciato che Israele si sta preparando a «schiacciare gli animali» di Hamas e hanno chiesto a 1,1 milioni di palestinesi di scappare dalla città di Gaza per andare nel nulla.
Trump era considerato amico personale di Netanyahu nonché il presidente statunitense più favorevole a Israele. Con gli Accordi di Abramo aveva tentato di sostituire il conflitto israelo-palestinese con il business, ispirandosi al modello con cui il presidente Andrew Jackson aveva messo fine al genocidio degli indiani.
NOTE
«Trump Tells Allies He Wants Netanyahu “Impeached”», di Adam Rawnsley & Asawin Suebsaeng, Rolling Stones, 12 ottobre, 2023.
«Trump Reportedly Asking Key pro-Israel Allies if He Can Call for Netanyahu’s “Immediate Impeachment” After Hamas Attacks», Ben Samuels, Haaretz, 12 ottobre, 2023.
Articolo ripubblicato su licenza Creative Commons CC BY-NC-ND
Fonte: «Donald Trump esorta Israele alla moderazione e a destituire Benjamin Netanyahu», Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 13 ottobre 2023.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La polizia fa irruzione in una discoteca in Ucraina per una canzone russa
🇺🇦 Russian track — police raid The reason for the law enforcement visit to one of Odessa’s nightclubs was a song in Russian. It is about the track “Glamour” by Belarusian artist Uniqe, to which the club visitors started singing along en masse. The recording of this moment… pic.twitter.com/bANutwA9UU
— Zlatti71 (@Zlatti_71) November 2, 2025
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Geopolitica
Orban: Tusk ha trasformato la Polonia in vassallo di Bruxelles
Secondo il primo ministro ungherese Vittorio Orban, il leader polacco Donald Tusk ha trasformato il suo paese in un «vassallo di Bruxelles» ed è diventato «uno dei più rumorosi guerrafondai» d’Europa, nonostante la crescente stanchezza dei polacchi nei confronti del conflitto in Ucraina.
Sabato Orban ha pubblicato queste dichiarazioni su X, sostenendo che la retorica bellicosa di Tusk sul conflitto era un tentativo di distrarre i polacchi dai problemi interni.
«È diventato uno dei più rumorosi guerrafondai d’Europa, eppure la sua politica di guerra sta fallendo: l’Ucraina sta esaurendo i fondi europei e il popolo polacco è stanco della guerra», ha scritto l’Orban. «Non può cambiare rotta perché ha trasformato la Polonia in un vassallo di Bruxelles».
Prime Minister @donaldtusk has launched another attack against Hungary.
He is doing this because he is in big trouble at home. His party lost the presidential election, his government is unstable, and he is trailing in the polls. Together with @ManfredWeber, he has become one of…
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) November 1, 2025
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All’inizio della settimana, Tusk si è scagliato contro Orban durante un’intervista televisiva, sostenendo che per il primo ministro ungherese «Bruxelles, la democrazia e uno stato di diritto trasparente sono un problema».
Secondo un sondaggio pubblicato lunedì dall’emittente pubblica TVP, oltre la metà dei polacchi disapprovava l’operato di Tusk come primo ministro. Con la sua popolarità in calo, la sua coalizione ha perso le elezioni presidenziali di inizio anno contro il conservatore Karol Nawrocki, sostenuto dal partito di opposizione PiS.
Nonostante il crescente sentimento anti-ucraino in patria, Tusk ha esortato i membri dell’UE a continuare a finanziare Kiev con tutti i mezzi necessari. «Dobbiamo riconoscere che questa è la nostra guerra», ha dichiarato a un forum sulla sicurezza a Varsavia a settembre.
Orban ha a lungo sfidato l’UE sul suo sostegno militare all’Ucraina, rifiutandosi di inviare armi e sostenendo che i «burocrati guerrafondai di Bruxelles» stanno trascinando Budapest in un conflitto totale con la Russia.
All’inizio di quest’anno, il blocco ha accelerato il suo rafforzamento militare, investendo massicciamente nella produzione congiunta di armi con l’Ucraina, citando la presunta minaccia della Russia, accuse che Mosca ha respinto.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni il ministro degli Esteri di Budapest Pietro Szijjarto aveva accusato Tusk di «difendere i terroristi» in seguito alla sua richiesta di sospendere le indagini tedesche sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream.
Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia riprodotta secondo indicazioni
Geopolitica
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