Epidemie
COVID-19: l’occasione per lanciare una «Nuova Era» di vaccini pericolosi e geneticamente modificati

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.
Questo articolo rappresenta la prima parte di una serie in due parti che esamina le tecnologie del vaccino COVID-19 e le loro implicazioni. Renovatio 21 ha cominciato a scrivere della questione tecnologica rispetto al vaccino per il Coronavirus da qualche settimana. Continueremo anche nei prossimi giorni, in quanto la Pandemia sta spianando la strada ad una mutazione tecnologica che potrebbe inoculare – obbligatoriamente! – nella popolazione vaccini mai approvati sinora.
Aiutata e incoraggiata dal generoso Gates e dai finanziamenti militari, la tanto acclamata pianificazione del vaccino COVID-19 procede rapidamente
Per settimane, i giornalisti hanno sostenuto i vaccini esenti da ogni responsabilità che salveranno il mondo – come hanno dichiarato Bill Gates e Tony Fauci – da quella che Gates ha soprannominato «Pandemia I».
Mentre Microsoft News diffonde storie autocelebrative per il riorientamento della Gates Foundation dalle sue priorità per dedicare «totale attenzione alla pandemia», Fauci, facendo il giro dei talk show, promette che un vaccino debutterà nel gennaio 2021.
Per qualcuno, l’RNA del virus SARS-CoV-2, «è già mutato in almeno 30 diverse varianti genetiche». Le varianti includono 19 modifiche mai osservate prima, così come «rari cambiamenti che gli scienziati non avrebbero mai immaginato potessero accadere»
Per non essere da meno, la Casa Bianca ha lanciato «Operation Warp Speed» – uno sforzo congiunto farmaceutico-governativo-militare volto a «ridurre sostanzialmente i tempi di sviluppo di un vaccino» – e il Presidente Trump ne promette uno entro la fine dell’anno.
La vaccinazione planetaria contro il COVID-19 – obiettivo palese che tutti gli attori in campo attendono bramosamente – ignora una serie di ostacoli. Per qualcuno, l’RNA del virus SARS-CoV-2, «è già mutato in almeno 30 diverse varianti genetiche». Le varianti includono 19 modifiche mai osservate prima, così come «rari cambiamenti che gli scienziati non avrebbero mai immaginato potessero accadere».
La conoscenza di queste mutazioni può rivelarsi utile per i medici che desiderano personalizzare meglio i trattamenti COVID-19, ma la proliferazione delle mutazioni rende estremamente incerte le possibilità di sviluppare un vaccino efficace.
La proliferazione delle mutazioni rende estremamente incerte le possibilità di sviluppare un vaccino efficace
Non c’è da preoccuparsi, dicono gli enti finanziati da Gates (e anche dal Pentagono). Gli scienziati che lavorano nel fiorente campo della biologia sintetica sono fiduciosi di poter «superare» e beffare la natura utilizzando tecnologie di vaccinazione all’avanguardia come il trasferimento genico e le nanoparticelle autoassemblanti, insieme a nuovi e invasivi meccanismi di somministrazione e registrazione dei vaccini come i tatuaggi a punti quantici leggibili con uno smartphone.
È importante che i ricercatori che hanno sperimentato questi approcci non siano mai stati in grado di superare gli «effetti collaterali negativi»? Sembra proprio di no. Aiutata e incoraggiata dal generoso Gates e dai finanziamenti militari, la tanto acclamata pianificazione del vaccino COVID-19 procede rapidamente.
Negli anni ’80, i produttori furono entusiasti quando gli scienziati svilupparono nuove tecniche di ingegneria genetica (tecnologia del DNA ricombinante) attraverso l’uso di «sistemi di espressione» (batteri, lieviti, cellule di insetti, cellule di mammiferi o piante come il tabacco)
Velocità, non sicurezza
Dal punto di vista della produzione, i produttori di vaccini – e in particolare quelli che producono vaccini virali – hanno a lungo sfidato i limiti delle tradizionali tecnologie dei vaccini, che si basano su processi che implicano necessariamente «un considerevole scarto temporale tra la produzione di antigeni e la consegna del vaccino».
I ricercatori hanno ribadito questo punto nel 2018, scrivendo su Nature Reviews Drug Discovery che «per la maggior parte dei vaccini virali emergenti, l’ostacolo principale non è l’efficacia degli approcci convenzionali ma la necessità di uno sviluppo più rapido e di una diffusione su vasta scala».
Il vaccino contro l’epatite B è stato il primo a impiegare questo approccio di produzione «completamente nuovo» e un certo numero di vaccini COVID-19 attualmente in fase di realizzazione stanno impiegando le stesse tecniche
Negli anni ’80, i produttori furono entusiasti quando gli scienziati svilupparono nuove tecniche di ingegneria genetica (tecnologia del DNA ricombinante) che, attraverso l’uso di «sistemi di espressione» (batteri, lieviti, cellule di insetti, cellule di mammiferi o piante come il tabacco), rese possibile avviare la produzione di vaccini e produrre i cosiddetti «vaccini a subunità».
Il vaccino contro l’epatite B è stato il primo a impiegare questo approccio di produzione «completamente nuovo» e un certo numero di vaccini COVID-19 attualmente in fase di realizzazione stanno impiegando le stesse tecniche. Tuttavia, un fattore complicante dei vaccini a subunità è che devono essere associati ad adiuvanti «immunopotenzianti» che tendono ad innescare una risposta immunitaria squilibrata.
Intenzionati ad ottimizzare ulteriormente la tecnologia dei vaccini e di permettere le scorte di vaccini in un arco di tempo ancora più breve, i ricercatori hanno iniziato ad armeggiare a metà degli anni ’90 con vaccini agli acidi nucleici, che includono vaccini DNA e vaccini RNA messaggero (mRNA).
Tuttavia, un fattore complicante dei vaccini a subunità è che devono essere associati ad adiuvanti «immunopotenzianti» che tendono ad innescare una risposta immunitaria squilibrata
Come forma di terapia genica, entrambi rappresentano un significativo allontanamento dai vaccini classici. Mentre questi ultimi introducono un antigene per produrre una risposta immunitaria, i vaccini con acido nucleico inviano invece le istruzioni al corpo per produrre l’antigene stesso. Come spiega un ricercatore, gli acidi nucleici «fanno sì che le cellule formino frammenti del virus», con l’obiettivo che il sistema immunitario «crei una risposta a quei frammenti del virus».
I ricercatori hanno rapidamente appreso che entrambe le opzioni di vaccinazione a DNA e mRNA presentano gravi svantaggi e, di conseguenza, i vaccini di questo tipo non sono mai stati autorizzati.
I vaccini con acido nucleico inviano invece le istruzioni al corpo per produrre l’antigene stesso. Gli acidi nucleici «fanno sì che le cellule formino frammenti del virus», con l’obiettivo che il sistema immunitario «crei una risposta a quei frammenti del virus»
Tuttavia, quasi un quarto (20/83) dei vaccini elencati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come «candidati» contro il COVID-19 al 23 aprile — compresi due dei principali contendenti — sono vaccini a DNA (Inovio) o mRNA (Moderna) vaccini (vedi tabella).
Vaccini a DNA
I vaccini a DNA sono destinati a penetrare fino in fondo nel nucleo di una cellula. Secondo uno scienziato biotecnologico, «Questo è un compito incredibilmente difficile dato che i nostri nuclei si sono evoluti per impedire l’ingresso di qualsiasi DNA esterno (pensate ai virus!)». Non sorprende, quindi, quando alcuni vaccini a DNA sono passati agli studi clinici alla fine degli anni 2000, è stata rilevata «potenza non ottimale».
«Elettroporazione» – shock elettrici applicati sul sito del vaccino DMA (usando un «dispositivo intelligente») per rendere le membrane cellulari più permeabili e far penetrare a forza il DNA nelle cellule
Gli scienziati hanno poi avuto l’idea di risolvere questo problema aumentando il rilascio del vaccino tramite «elettroporazione» – shock elettrici applicati sul sito del vaccino (usando un «dispositivo intelligente») per rendere le membrane cellulari più permeabili e far penetrare a forza il DNA nelle cellule. I miglioramenti nell’efficacia del vaccino sono stati abbastanza significativi da rendere l’elettroporazione una caratteristica chiave della concezione di alcuni candidati vaccini per il COVID-19 oggi, incluso il vaccino di Moderna che sta accelerando verso gli studi clinici di Fase 2.
Un secondo aspetto dei vaccini a DNA – le proprietà che alterano il gene – è ancora più preoccupante e rimane irrisolto. I vaccini a DNA, per definizione, comportano il rischio di «integrazione del DNA esogeno nel genoma ospite, che può causare gravi mutagenesi e indurre nuove malattie».
I vaccini a DNA, per definizione, comportano il rischio di «integrazione del DNA esogeno nel genoma ospite, che può causare gravi mutagenesi e indurre nuove malattie»
In termini più comprensibili, «la modifica del DNA è come inserire un ingrediente estraneo in una ricetta esistente, che può cambiare la pietanza risultante». L’incorporazione permanente di geni sintetici nel DNA del ricevente produce essenzialmente un essere umano geneticamente modificato, con effetti a lungo termine sconosciuti.
Parlando della terapia genica del DNA, un ricercatore ha affermato che: «Integrazioni genetiche che utilizzano terapie geniche virali… possono avere un effetto devastante se l’integrazione è stata collocata nel punto sbagliato del genoma».
Discutendo specificamente dei vaccini a DNA, la Harvard College Global Health Review spiega:
L’incorporazione permanente di geni sintetici nel DNA del ricevente produce essenzialmente un essere umano geneticamente modificato, con effetti a lungo termine sconosciuti
«I potenziali effetti collaterali potrebbero includere l’infiammazione cronica, poiché il vaccino stimola continuamente il sistema immunitario a produrre anticorpi. Altre preoccupazioni includono la possibile integrazione del DNA plasmidico nel genoma ospite del corpo, con conseguenti mutazioni, problemi nella replicazione del DNA, innesco di risposte autoimmuni e attivazione di geni cancerogeni».
Vaccini mRNA
Poiché i vaccini mRNA sono «particolarmente adatti allo sviluppo rapido», forse non sorprende che stiano attirando l’attenzione come «i favoriti contro il Coronavirus».
«I potenziali effetti collaterali potrebbero includere l’infiammazione cronica, poiché il vaccino stimola continuamente il sistema immunitario a produrre anticorpi. Altre preoccupazioni includono mutazioni innesco di risposte autoimmuni e attivazione di geni cancerogeni»
Secondo quanto riferito, i vaccini mRNA possono far risparmiare «mesi o anni per standardizzare e accelerare… la produzione di massa».
Sfruttando la situazione, gli addetti ai lavori dichiarano casualmente che «mentre nessun vaccino mRNA è mai stato autorizzato, la minaccia di una pandemia è un grande incentivo per accelerarne il progresso».
Le aziende adorano l’approccio mRNA nonostante le osservazioni secondo cui le grandi molecole di mRNA sono «intrinsecamente instabili», «inclini al degrado» e possono causare iperattività del sistema immunitario.
Tra i lati positivi, dal punto di vista degli scienziati vaccinali, i vaccini mRNA devono raggiungere solo il citoplasma cellulare anziché il nucleo – una «sfida tecnica apparentemente più semplice» – sebbene l’approccio richieda ancora «tecnologie di rilascio che possono garantire la stabilizzazione dell’mRNA in condizioni fisiologiche».
Gli addetti ai lavori dichiarano casualmente che «mentre nessun vaccino mRNA è mai stato autorizzato, la minaccia di una pandemia è un grande incentivo per accelerarne il progresso»
Formulazioni come il vaccino mRNA-1273 di Moderna affrontano queste sfide utilizzando «modifiche chimiche per stabilizzare l’mRNA» e nanoparticelle liquide per «produrlo in una forma iniettabile».
Gli approcci dell’mRNA sembrano attrarre ricercatori con una visione altamente meccanicistica degli esseri umani.
Uno di questi individui elogia l’mRNA per la sua «programmabilità» intrinseca, affermando: «Proprio come [un] computer [sistema operativo], la terapia con mRNA può riprogrammare il corpo per produrre le sue terapie» [enfasi in originale].
I vaccini mRNA hanno mostrato una componente infiammatoria «intrinseca» che rende difficile stabilire un «profilo rischio/beneficio accettabile»
L’amministratore delegato di Moderna descrive gli approcci dell’mRNA, che utilizzano filamenti di mRNA «personalizzati» per «trasformare le cellule del corpo in fabbriche farmaceutiche ad hoc», «come un software: puoi semplicemente girare la manovella e far funzionare molti prodotti». Allo stesso modo, la rivista Nature (commentando la tecnologia dell’mRNA da «una prospettiva biotecnologica e industriale») si rallegra del fatto che l’approccio «consente un rapido raffinamento con combinazioni quasi illimitate di derivati».
I ricercatori vaccinali che hanno familiarità con i vaccini sia del DNA che dell’mRNA elogiano la sicurezza del vaccino mRNA, citando il fatto che i vaccini non devono penetrare nel nucleo cellulare. Tuttavia, con anni di sperimentazione sul vaccino mRNA alle spalle, nessuno di questi ricercatori ha ancora ottenuto la licenza. Perché?
I sostenitori dell’mRNA ammettono che esiste ancora una comprensione inadeguata dell’infiammazione e delle reazioni autoimmuni che possono derivarne
Una risposta potrebbe essere che negli studi preclinici, i vaccini mRNA hanno mostrato una componente infiammatoria «intrinseca» che rende difficile stabilire un «profilo rischio/beneficio accettabile».
I sostenitori dell’mRNA ammettono che esiste ancora una comprensione inadeguata dell’infiammazione e delle reazioni autoimmuni che possono derivarne. Ciò solleva molti interrogativi su cosa accadrà se i regolatori esaudiranno il desiderio dei produttori di vaccini mRNA per il COVID-19 di «un processo accelerato per ottenere quanto prima i vaccini mRNA per le persone».
La corsa allo sviluppo di vaccini COVID-19 che alterano i geni sta inoltre accelerando la fusione dei gemelli siamesi che sono la farmaceutica e la biotecnologica.
La corsa verso il profitto
L’interruzione di quasi tutte le attività economiche, sociali, artistiche e religiose dovuta al SARS-CoV-2 è inquietante su molti livelli, non ultimo a causa di ciò che rivela sull’accettazione acritica da parte del pubblico della rotazione ufficiale e del suo desiderio di proiettili d’argento medici.
Come un ricercatore vaccinale presso l’Istituto svedese Karolinska ha dichiarato:
Il redditizio settore biofarmaceutico è ora il segmento in più rapida crescita nell’industria farmaceutica globale, attualmente rappresenta il 20% del mercato mondiale e mostra un tasso di crescita annuale che è più del doppio rispetto al settore farmaceutico convenzionale
«Quando la Cina ha messo in quarantena un’intera megalopoli a gennaio, la gente diceva che “solo la Cina può farlo”. Poi abbiamo visto misure altrettanto drastiche in diversi paesi democratici. Penso che la dica lunga sulla nostra fiducia nelle soluzioni mediche. Oggi ci aspettiamo di essere in grado di sviluppare medicinali e vaccini contro diverse malattie in un modo che non abbiamo fatto in passato».
La corsa allo sviluppo di vaccini COVID-19 che alterano i geni sta inoltre accelerando la fusione dei gemelli siamesi che sono la farmaceutica e la biotecnologica.
Il redditizio settore biofarmaceutico è ora il segmento in più rapida crescita nell’industria farmaceutica globale, attualmente rappresenta il 20% del mercato mondiale e mostra un tasso di crescita annuale che è più del doppio rispetto al settore farmaceutico convenzionale. E i vaccini COVID-19 stanno aiutando a salvare le instabili fondamenta di alcune aziende biofarmaceutiche.
È probabile che i vaccini COVID-19 geneticamente modificati inizino ad alterare in modo permanente i geni, innescando malattie autoimmuni e fungendo da catalizzatore per altre lesioni o decessi da vaccino. Senza essere ostacolati da alcuna responsabilità legale, nessuno degli attori commerciali o governativi responsabili probabilmente si preoccuperà.
Nel 2017, ad esempio, Moderna stava lottando per «mantenere a galla la sua sfacciata promessa di reinventare la medicina» dopo che una terapia sperimentale su cui contava si è rivelata troppo pericolosa per essere testata sull’uomo. D’un tratto, nel 2020, «le cattive notizie sul Coronavirus sono buone notizie per le azioni di Moderna». Anche altre società biofarmaceutiche che prima erano in bilico sono in procinto di realizzare profitti record dal COVID-19.
Mentre la biofarmaceutica persegue la sua corsa sfrenata, in barba all’etica medica, verso il pentolone d’oro del COVID-19, il pubblico deve osservare con sguardo critico i disincentivi del settore per la sicurezza e anche prendere una posizione ferma contro l’orribile prospettiva dell’obbligo del vaccino contro il Coronavirus.
Altrimenti, è probabile che i vaccini COVID-19 geneticamente modificati inizino ad alterare in modo permanente i geni, innescando malattie autoimmuni e fungendo da catalizzatore per altre lesioni o decessi da vaccino. Senza essere ostacolati da alcuna responsabilità legale, nessuno degli attori commerciali o governativi responsabili probabilmente si preoccuperà.
Il Team di Children’s Health Defense
Traduzione di Alessandra Boni
© 7 maggio 2020, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21
Epidemie
Il Congo dichiara una nuova epidemia di Ebola

Almeno 16 persone, tra cui quattro operatori sanitari, sono morte a causa di una nuova epidemia del mortale virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), hanno annunciato le autorità del paese dell’Africa centrale.
Finora sono stati segnalati 28 casi sospetti nella provincia di Kasai e i test di laboratorio hanno confermato il ceppo zairese della malattia, ha affermato giovedì il ministero della Salute congolese in una nota.
«Il tasso di mortalità è stimato al 57%, anche se le indagini e le analisi di laboratorio continuano a definire la situazione», ha affermato il ministero, aggiungendo che gli ultimi casi segnano la 16a epidemia registrata nella Repubblica Democratica del Congo.
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Il governo ha dichiarato di aver schierato squadre di risposta rapida, supportate da esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), per potenziare la sorveglianza epidemiologica e istituire strutture di triage e isolamento.
L’Ebola, una febbre emorragica altamente contagiosa, si diffonde attraverso il contatto diretto con fluidi corporei o tessuti infetti. I sintomi includono spesso febbre alta, affaticamento, mal di testa, mal di gola, vomito, diarrea, eruzioni cutanee ed emorragie interne o esterne.
Il Congo ha registrato l’ultima volta il virus nel 2022 nella provincia di Equateur, dopo una devastante epidemia tra il 2018 e il 2020 che ha ucciso quasi 2.300 persone. Il paese, attualmente alle prese con un conflitto armato nelle sue province orientali ricche di minerali, alimentato dal gruppo ribelle M23, ha anche sperimentato gravi epidemie negli ultimi mesi, che vanno da quelle descritte come «misteriose» al virus Mpox , precedentemente noto come vaiolo delle scimmie.
L’OMS ha dichiarato che consegnerà due tonnellate di forniture, tra cui dispositivi di protezione individuale, attrezzature per laboratori mobili e medicinali, per sostenere Kinshasa. Ha aggiunto che il Congo dispone di una scorta di trattamenti e di 2.000 dosi del vaccino Ervebo, che saranno inviate nel Kasai per vaccinare i contatti e gli operatori sanitari in prima linea.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio di quest’anno, anche la vicina Uganda ha dichiarato una nuova epidemia di Ebola dopo che un’infermiera di 32 anni è morta per insufficienza multiorgano. L’OMS ha registrato 14 casi, di cui 12 confermati e due probabili, con quattro decessi.
Come riportato da Renovatio 21, la lotta in Congo tra le forze governative e i ribelli del gruppo M23 secondo molti sostenuto dal Ruanda, sta continuando in queste ore, con i ribelli ad accusare gli accordi di pace.
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Nel frattempo si consumano anche cruenti attacchi contro i villaggi cristiani, con diecine di morti.
Come riportato da Renovatio 21, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) aveva lanciato un allarme secondo cui gli scontri in corso nella città di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo orientale, potrebbero causare la fuga di campioni di Ebola e di altri agenti patogeni da un laboratorio.
Come riportato da Renovatio 21, dichiarazioni di allarme simili sono state lanciate due anni fa dall’OMS anche nel caso del conflitto in Sudan, con rischi riguardo a biolaboratori che, abbiamo appreso, sono siti pure lì.
A maggio 2024 era emerso che scienziati cinesi hanno progettato in un laboratorio un virus con elementi dell’Ebola che ha ucciso un gruppo di criceti.
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Immagine di World Bank Photo via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Armi biologiche
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio

Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria suggerisce che il virus SARS-CoV-2 responsabile del COVID-19 mostra segni di «ingegneria deliberata» e che queste caratteristiche, tra cui la proteina spike presente anche nei vaccini mRNA contro il COVID-19, sono responsabili di danni alla salute diffusi a livello globale.
Lo studio, redatto da 11 esperti scientifici e legali, è stato pubblicato nell’edizione autunnale del Journal of American Physicians and Surgeons.
Gli autori sostengono che le caratteristiche artificiali del SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 siano probabilmente il risultato di una controversa ricerca sull’acquisizione di funzione, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche. La ricerca sul guadagno di funzione, che aumenta la trasmissibilità o la virulenza dei virus, è spesso utilizzata nello sviluppo dei vaccini.Secondo il documento, la diffusione del COVID-19, seguita dalla distribuzione dei vaccini a mRNA, ha provocato danni alla salute senza precedenti, che vanno da «malattie autoimmuni e catastrofi cardiovascolari a complicazioni della gravidanza e tumori aggressivi».
«Lungi dall’essere benigni, questi vaccini hanno provocato danni profondi, sconvolgendo quasi tutti gli apparati del corpo umano e contribuendo a livelli di morbilità e mortalità senza precedenti», afferma il documento. Il dottor Andrew Zywiec, primario presso Zywiec & Porter, è l’autore principale dello studio. Ha affermato che lo studio rivela un «modello di danno troppo costante e pervasivo per essere liquidato come casuale». «La tossicità sistemica scatenata da questi interventi, che si manifesta sotto forma di malattie autoimmuni, devastazioni cardiovascolari, tumori aggressivi e danni riproduttivi catastrofici, rappresenta non solo un fallimento della salute pubblica, ma un profondo tradimento della fiducia» ha aggiunto. Joseph Sansone, Ph.D., uno psicoterapeuta che ha intentato una causa per vietare i vaccini a mRNA in Florida, ha affermato che l’articolo è «estremamente significativo» in quanto è «il primo articolo di una rivista peer-reviewed che afferma che sia il COVID che le iniezioni di COVID violano la Convenzione sulle armi biologiche e che sia il COVID-19 che le iniezioni di COVID sono armi biologiche».Il virus SARS-CoV-2 è «indicativo di manipolazione di laboratorio»
Secondo l’articolo, il virus SARS-CoV-2 «presenta molteplici caratteristiche genomiche indicative di manipolazione di laboratorio», tra cui il sito di scissione della furina, che «aumenta l’infettività» e che è «assente nei virus simili alla SARS presenti in natura».
Diverse altre caratteristiche del virus SARS-CoV-2 «migliorano l’evasione immunologica e la trasmissibilità tramite aerosol», rendendo il virus «insolitamente resistente… e cinque volte più stabile nell’aria» rispetto ad altri virus respiratori.«Queste caratteristiche combinate, insieme ai modelli di mutazione del virus, sono una forte prova che il SARS-CoV-2 non avrebbe potuto evolversi naturalmente», afferma il documento.
L’articolo cita due articoli di riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria, redatti da scienziati militari, che affermano che il SARS-CoV-2 contiene «prove di manipolazione» che rendono il virus un «patogeno attraente» per le sue caratteristiche, che ricordano quelle di un’arma biologica.
Queste manipolazioni «rappresentano una violazione della Convenzione sulle armi biologiche», sostiene il documento. Promulgata nel 1975, la convenzione «proibisce di fatto lo sviluppo, la produzione, l’acquisizione, il trasferimento, lo stoccaggio e l’uso di armi biologiche e tossiche». È stata firmata da quasi 200 Paesi.Un articolo accusa Fauci di aver deliberatamente nascosto le origini del SARS-CoV-2
Secondo il documento, la ricerca sull’acquisizione di funzione implica «tecniche di manipolazione virale» che possono portare allo sviluppo di agenti patogeni vietati dalla convenzione. Tuttavia, il governo degli Stati Uniti, in particolare il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, guidato dal dottor Anthony Fauci fino al 2022, è da tempo coinvolto nella ricerca sul guadagno di funzione, «inclusa una collaborazione di lunga data tra istituzioni finanziate dagli Stati Uniti e il Wuhan Institute of Virology» in Cina. I sostenitori della «teoria della fuga dal laboratorio» sulle origini del SARS-CoV-2 sostengono che la ricerca sul guadagno di funzione nel laboratorio di Wuhan e una successiva fuga di notizie abbiano portato allo scoppio dell’epidemia globale di COVID-19, che è stata insabbiata. Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIA, l’FBI, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, il Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria. Il documento fa riferimento al Progetto DEFUSE, una proposta presentata dall’EcoHealth Alliance e dagli scienziati di Wuhan alla Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti nel 2018. Sebbene la proposta sia stata respinta, descriveva la creazione di coronavirus con caratteristiche che ne aumentavano l’infettività, tra cui il sito di scissione della furina. EcoHealth Alliance e il suo ex presidente, il dottor Peter Daszak, hanno collaborato con i ricercatori di Wuhan. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha sospeso tutti i finanziamenti per EcoHealth Alliance dopo aver scoperto che l’organizzazione non aveva monitorato adeguatamente gli esperimenti rischiosi sul coronavirus. Il documento afferma che Fauci e l’intelligence statunitense non hanno mai rivelato l’esistenza della ricerca. Al contrario, «hanno oscurato quella che è, di fatto, la prova dell’intenzione di produrre un virus molto simile a quello che ha causato la pandemia di COVID-19». L’articolo cita una teleconferenza del 1° febbraio 2020 con Fauci e importanti virologi, tra cui diversi coautori dell’ormai famigerato articolo «The proximal origin of SARS-CoV-2». L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020. Sebbene diversi coautori di «Proximal Origin» abbiano espresso dubbi sul fatto che il SARS-CoV-2 si sia sviluppato naturalmente, Fauci «ha cercato di sopprimere» tali preoccupazioni durante la chiamata del 1° febbraio 2020. «Proximal Origin» è diventato uno degli articoli più citati del 2020, con oltre 6 milioni di accessi. Nel 2023, The Nation ha riportato che oltre 2.000 testate giornalistiche hanno citato l’articolo. Successivamente, il governo degli Stati Uniti, la comunità scientifica e i media hanno utilizzato il termine «origine prossimale» per promuovere la teoria «zoonotica» – o dell’origine naturale – dell’origine del SARS-CoV-2 e per screditare i sostenitori della «teoria della fuga di laboratorio». «L’occultamento deliberato di caratteristiche genomiche critiche ha ritardato la consapevolezza pubblica e gli sforzi di mitigazione della pandemia, consentendo potenzialmente una diffusione più ampia e un maggior numero di decessi», afferma il documento. A maggio, il presidente Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che ha sospeso la ricerca sul guadagno di funzione negli Stati Uniti per 120 giorni, in attesa dello sviluppo di un nuovo quadro normativo. Ha inoltre interrotto i finanziamenti statunitensi per tale ricerca in alcuni Paesi.La proteina Spike potrebbe causare danni irreversibili
Secondo gli autori dello studio, lo sviluppo del SARS-CoV-2 e delle caratteristiche del COVID-19 che presentano proprietà di acquisizione di funzione simili hanno causato danni significativi alla salute pubblica globale. Il documento fa riferimento alle statistiche del Defense Medical Epidemiology Database che mostrano un aumento significativo dell’incidenza di miocardite (151,4%), embolia polmonare (43,6%), disfunzione ovarica (34,9%), malattia ipertensiva (22,9%), sindrome di Guillain-Barré (14,9%), cancro esofageo (12,5%) e cancro al seno (7%) nel 2021, l’anno in cui i vaccini contro il COVID-19 sono stati distribuiti a livello globale. Ulteriori dati militari statunitensi citati nel documento mostrano «aumenti persistenti» di miocardite, cancro agli organi digestivi, cancro al cervello e altre lesioni tra il 2022 e il 2025. Anche i danni riproduttivi sono aumentati significativamente in seguito alla distribuzione dei vaccini contro il COVID-19, sostiene il documento. Cita dati provenienti da fonti quali il Vaccine Adverse Event Reporting System ( VAERS ), gestito dal governo statunitense, il rapporto di sorveglianza post-marketing di Pfizer del 2021 e i dati degli studi clinici di fase 2/3 per il suo vaccino contro il COVID-19, che mostrano un aumento di aborti spontanei, nati morti e decessi neonatali. Lo studio cita la proteina spike nei vaccini mRNA contro il COVID-19 come uno dei probabili fattori responsabili dell’aumento dell’incidenza di tumori e altre patologie negli ultimi anni. «L’espressione proteica prolungata, esemplificata dal rilevamento della proteina spike S1 oltre 700 giorni dopo la vaccinazione contro il COVID, sottolinea il potenziale di danni irreversibili», afferma il documento. Il documento sostiene che la soppressione di «trattamenti comprovati o promettenti» come l’idrossiclorochina a favore dell’obbligo vaccinale universale contro il COVID-19 – e la decisione politica di implementare la vaccinazione di massa durante la pandemia – hanno ulteriormente aggravato la salute pubblica globale e hanno avuto «effetti dannosi sulla fiducia del pubblico». Il documento è stato pubblicato proprio mentre la Food and Drug Administration statunitense, all’inizio di questa settimana, ha interrotto l’ampia autorizzazione dei vaccini contro il COVID-19, limitando le iniezioni alle persone ad alto rischio di contrarre la malattia grave. All’inizio di questo mese, l’HHS ha annunciato di aver cancellato quasi 500 milioni di dollari in contratti e sovvenzioni per lo sviluppo di vaccini a mRNA. Un numero crescente di scienziati ha chiesto la sospensione o il ritiro dei vaccini a mRNA. Gli autori dello studio hanno affermato che i loro risultati rafforzano queste richieste. «L’aumento delle malattie autoimmuni, dei tumori aggressivi, delle interruzioni di gravidanza, dei decessi cardiovascolari, della frammentazione sociale e dei rischi incombenti delle piattaforme avanzate di mRNA richiedono un’immediata sospensione dell’uso di vaccini a mRNA e di prodotti biologici, indagini approfondite sui motivi alla base di questa violazione senza precedenti della fiducia pubblica e misure robuste per ripristinare terapie sicure e pratiche etiche di salute pubblica» hanno affermato. La dottoressa Irene Mavrakakis, una delle coautrici dell’articolo e professoressa associata presso il dipartimento di Chirurgia del Philadelphia College of Osteopathic Medicine, ha affermato che l’articolo sostiene le richieste di «ritiro completo di tutti i vaccini e farmaci biologici contro il COVID-19 e di una moratoria su tutti i farmaci biologici a mRNA». La Mavrakakis ha anche chiesto che vengano «perseguiti penalmente i decisori che sono stati penalmente negligenti e hanno mancato ai loro doveri». Ha affermato che i produttori di vaccini dovrebbero essere privati dell’immunità di cui godono ai sensi del National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 e del Public Readiness and Emergency Preparedness Act ( PREP Act ) del 2005. Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, concorda. Ha affermato che la ricerca sul guadagno di funzione «avrà sempre i suoi sostenitori», ma l’umanità si trova ad affrontare «rischi estremi e inevitabilmente paga un prezzo elevato per tale ricerca». «I laboratori possono avere perdite, e lo fanno», ha affermato. «Un singolo evento al Wuhan Institute of Virology alla fine del 2019 ha causato innumerevoli sofferenze e morti. Finché non saremo in grado di costruire un laboratorio a prova di perdite, non dovremmo assemblare virus che potrebbero devastare il mondo al suo interno». Michael Nevradakis Ph.D. © 29 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Epidemie
Caso di verme divoratore di carne umana in USA

Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha segnalato il primo caso umano di verme divoratore di carne umana associato ai viaggi nel Maryland, dopo il ritorno di un «paziente» da El Salvador. Lo riporta l’agenzia Reuters, citante il portavoce dell’HHS Andrew G. Nixon
Si tratta di una creatura chiamata New World screwworm (verme a vite del Nuovo Mondo), il cui nome scientifico è Cochliomyia hominivorax, conosciuta come «Mosca assassina», una specie di mosca parassita le cui larve (o vermi) mangiano i tessuti vivi degli animali a sangue caldo.
Non sono stati resi noti dettagli sullo status di immigrazione del paziente, sebbene sia importante sottolineare che il Maryland è una roccaforte dell’estrema sinistra del Partito Democratico USA e un Sanctuary State, uno Stato-rifugio per gli immigrati.
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Dal 2023, le larve di mosca assassina si stanno spostando verso nord dall’America Centrale attraverso il Messico, con un nuovo caso identificato a luglio a circa 400 miglia a sud del confine statunitense, a Veracruz. La risposta del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) è stata quella di chiudere le attività transfrontaliere dei porti di ingresso del bestiame negli Stati Uniti per mitigare la minaccia alla biosicurezza.
«L’HHS ha segnalato negli Stati Uniti il primo caso umano di parassita del Nuovo Mondo associato ai viaggi. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno confermato la presenza del parassita il 4 agosto in un paziente di ritorno da El Salvador» scrive Reuters. «Fonti del settore avevano precedentemente riferito a Reuters che il paziente proveniva dal Guatemala, e le email della Beef Alliance avevano diffuso questa versione ai responsabili dell’allevamento. L’HHS non ha chiarito la discrepanza».
L’HHS afferma che il rischio per la salute pubblica degli Stati Uniti è molto basso. Quest’anno non sono stati segnalati casi di contagio tra gli animali negli Stati Uniti.
Gli esseri umani possono sopravvivere alle infestazioni dal verme a vite del Nuovo Mondo con un trattamento adeguato, ma questo è il primo caso negli Stati Uniti che ha fatto scattare l’allarme tra i funzionari della sanità pubblica e l’industria del bestiame. Se non trattati, questi parassiti possono uccidere gli ospiti, come bovini, animali selvatici e animali domestici.
Il Segretario del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA) Brooke Rollins ha recentemente annunciato i piani per un nuovo impianto sterile per mosche in Texas (base aerea miliare di Moore), ispirato alle passate campagne di eradicazione. La costruzione della struttura richiederà dai 2 ai 3 anni.
Anche il Messico sta costruendo un impianto per la produzione di mosche sterili da 51 milioni di dollari nel Sud. Attualmente, ne esiste solo uno (a Panama City), che produce 100 milioni di mosche sterili a settimana, ma ne serviranno 500 milioni per respingere le infestazioni fino al Darien Gap.
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L’USDA stima che un’epidemia di verme della vite senza fine del Texas potrebbe devastare l’industria bovina, causando perdite per 1,8 miliardi di dollari tra mortalità del bestiame, manodopera e costi di trattamento. La minaccia biologica arriva in un momento in cui il patrimonio bovino nazionale è il più piccolo degli ultimi 70 anni, i prezzi della carne bovina sono a livelli record e i margini di profitto degli allevamenti intensivi rimangono estremamente ridotti.
Una serie di fattori, tra cui la riduzione delle mandrie, la siccità e le tariffe doganali, sta facendo salire i prezzi della carne bovina nei supermercati a livelli record …
L’USDA classifica ufficialmente i vermi della vite come una «minaccia per la biosicurezza agricola» e, visti i recenti casi di cittadini cinesi sorpresi a introdurre clandestinamente funghi «agroterroristici» nel Paese, viene da chiedersi se questi parassiti potrebbero essere utilizzati come arma da parte di avversari stranieri per una guerra ibrida.
Come riportato da Renovatio 21, gli USA già in passato sono stati teatro di casi di batterio vibrio vulnificus, organismo noto per divorare la carne delle infezioni, detto anche batterio carnivoro. Parimenti, sono emersi altre creature inquietanti come l’ameba mangia cervello, segnalata nei fiumi del Nebraska e in Missouri.
Prioni sarebbero invece stati alla base anche di un’epidemia del 2019 di cervi-zombie: ai poveri ungulati, già martoriati dalle zecche portatrici di Lyme che ritengono il loro manto peloso il luogo migliore per accoppiarsi, viene «mangiato» il cervello da proteine infette, ingenerando così nelle tenere bestie cornute comportamenti di zomberia pura.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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