Gender
Ciclista trans provoca trauma cranico ad un’atleta adolescente, sostiene il network delle donne sportive
L’invasione degli atleti transessuali che vogliono competere nelle manifestazioni femminili colpisce anche la BMX.
In uno sviluppo recente, una ciclista adolescente che compete nel circuito della BMX ha detto che non sarà in grado di competere in un evento imminente a causa di una commozione cerebrale subita in una collisione con un ciclista transgender.
In un post su Instagram mercoledì, la ciclista britannica di BMX Sasha Pardoe, 16 anni, che frequenta ancora il liceo, ha dichiarato che le è stato detto che a causa dell’infortunio non ha potuto competere nella Coppa del Mondo BMX Freestyle FISE UCI che si è tenuto in Francia.
«Fa schifo dire che mi è stato detto che non posso correre @fiseworld a causa di una commozione cerebrale dall’allenamento di ieri», ha scritto la Pardoe. «Mi piacerebbe correre e mi sentivo come se avessi molto da dare», ha continuato aggiungendo un’emoji di donna che scrolla le spalle.
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Secondo il gruppo Independent Council on Women’s Sports (ICONS), l’incidente di Pardoe è avvenuto quando il ciclista transgender Chelsea Wolfe, un maschio biologico, si è scontrato con lei, notando che la liceale ha perso una «possibilità di 7.000 euro di vincere un premio in denaro per mancanza di autorizzazione medica».
Non è del tutto chiara la dinamica dell’incidente, e la Pardoe, a differenza di altre colleghe cicliste, non sembra avere alcuna animosità nei confronti dei transessuali che competono nella categoria femminile.
Analizzando il background di Wolfe, ICONS ha sottolineato che si è classificato primo in una competizione in Texas lo scorso aprile e che ha utilizzato una piattaforma di social media per colpire le persone che non supportano i transgender nello sport come «adulti dementi».
After winning his 1st @UCI_cycling elite competition in TX last Apr, @usacycling applauded Wolfe's IG post calling women & legislators who support fair play & equal opportunities for women "demented adults" & donating the winning prize money meant for female riders to the ACLU. pic.twitter.com/fOFqyho9tx
— ICONS (@icons_women) May 17, 2023
ICONS ha inoltre spiegato che il ciclista è stato precedentemente un membro della squadra olimpica nazionale degli Stati Uniti ed è «sulla buona strada per qualificarsi per la squadra olimpica femminile degli Stati Uniti per Parigi 2024», poiché il Comitato olimpico internazionale non ha regole che impediscano ai transgender di competere negli sport femminili.
In questi anni sono state mosse accuse allo stesso Comitato Olimpico di favorire gli atleti trans.
La storia delle commozioni cerebrali e di altri danni fisici subiti dalle donne in impatti con transessuali ad eventi sportivi è già lunga e fornisce nuovi episodi su base regolare.
Cinque mesi fa era emerso in rete un filmato da un torneo di hockey tra transessuali sostenuto dalla lega professionale hockeistica americana NHL dove si vede un giocatore maschio transgender che si schianta contro i tabelloni in un incidente che coinvolge una femmina pure lei transgender, ma biologicamente donna, cui sarebbe poi stata diagnosticata una commozione cerebrale.
“Get a stretcher! Get a medic!”
Words heard at the first NHL All-Trans Draft Tournament after a male player casually bumps into a female player. The contact doesn’t look serious on video. But the size diff between players is so great that the female suffers a concussion. ???? pic.twitter.com/U4y0huo0oA
— WomenAreReal (@WomenAreReals) December 9, 2022
A ottobre 2022 un distretto scolastico della Carolina del Nord aveva votato per rinunciare a tutte le partite di pallavolo femminile contro una scuola rivale che presentava un giocatore di sesso maschile che si identificava come trans per problemi di sicurezza dopo aver ferito una ragazza di una squadra avversaria con una palla tirata con forza in faccia.
Un video diventato virale mostrava la ragazza crollare a terra dopo essere stata colpita dalla palla. Secondo quanto riferito, ha subito lesioni alla testa e al collo e sintomi di commozione cerebrale a lungo termine.
HS Volleyball Player injured by Transgender Competitor in North Carolina pic.twitter.com/bpbLRs9GvU
— Verónica López ☕ (@veroniquella) October 16, 2022
Il caso più sconcertante, consumatosi oramai qualche anno fa, fu quello del lottatore transessuale di arti marziali miste (MMA) Fallon Fox.
Fox, un uomo transìto verso la forma femminile, si scontrò con un avversario nato femmina, la marzialista Taika Brents. Nel primo round, dopo nemmeno due minuti e mezzo di una lotta disordinata e non bella da vedere a causa del sangue, il transessuale Fox procurò una commozione cerebrale alla Brants, frantumandogli l’osso orbitale del cranio, e continuò a picchiare fino a che l’arbitro non decretò il KO tecnico.
This is MMA fighter Fallon Fox, who identifies as a "trans woman", fighting Tamikka Brents.
Brents suffered a concussion and a fractured skull and had to receive 7 staples!
This is a man attacking a woman for "entertainment purposes"! pic.twitter.com/M0W1qqQsqL— Sheldon Jackson (@SGJackson) February 6, 2021
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso il 43enne combattente di MMA Jake Shields, che ha gareggiato nel Rock Welterweight Champion ed è un ex Strikeforce Champion, ha ha postato su Twitter la sua sfida alla transessualizzazione dello sport.
«Dato che gli uomini trans sono veri uomini, vorrei sfidare i 10 uomini trans più duri del mondo a combattere» ha scritto lo Shields. «Li combatto senza campo di addestramento e senza riposo tra ogni combattimento. Andiamo, gente dell’alfabeto tirate fuori i vostri 10 migliori e dimostratemi che mi sbaglio»
Since trans men are real men I would like to challenge the 10 toughest trans men in the world to a fight
I fight them with no training camp and no rest between each fight
— Jake Shields (@jakeshieldsajj) April 20, 2023
«Questa è un’offerta seria, quindi preparate la vostra squadra».
Nessuno, ovviamente, ha risposto allo Shields. Nemmeno, a quanto sappiamo, Fallon Fox.
Immagine di Tim Rademacher via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)
Gender
La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale
La nuova prima ministra giapponese, Sanae Takaichi, prima donna a ricoprire questa carica, si oppone al «matrimonio» omosessuale.
Takaichi, insediatasi martedì, ha espresso durante un dibattito elettorale dello scorso mese la sua contrarietà al «matrimonio» omosessuale, pur definendo «giusta» una relazione omosessuale, secondo il sito di informazione LGBT Them.
Nel 2023, durante una riunione della commissione bilancio del governo, ha descritto la legalizzazione del «matrimonio» omosessuale come una «questione estremamente complessa», citando un articolo della costituzione giapponese che definisce il matrimonio come basato sul «consenso reciproco di entrambi i sessi».
Le posizioni di Takaichi sul «matrimonio» omosessuale, non legale in Giappone, sono in contrasto con l’opinione pubblica del Paese, prevalentemente laica. Un sondaggio Pew del 2023 ha rilevato che circa il 70% dei giapponesi sostiene il «matrimonio» omosessuale, il tasso di approvazione più alto tra i Paesi asiatici analizzati.
Diverse città e località giapponesi emettono «certificati di unione» per le coppie omosessuali. Ad esempio, nel 2015 il distretto di Shibuya a Tokyo ha approvato una normativa che riconosce le coppie omosessuali «come partner equivalenti a quelli sposati per legge».
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Inoltre, l’anno scorso un’Alta corte giapponese ha stabilito che il divieto del codice civile sul «matrimonio» omosessuale viola il principio costituzionale contro la discriminazione basata su «razza, credo, sesso, status sociale o origine familiare». Tuttavia, le Alte corti giapponesi non possono abrogare il divieto, rendendo la sentenza simbolica.
Paradossalmente, nonostante sia la prima donna a capo del governo giapponese, l’amministrazione di Takaichi è stata criticata dalla sinistra come un ostacolo per la «parità di genere» e i «diritti delle minoranze sessuali». L’emittente pubblica americana PBS News l’ha definita «non femminista».
Takaichi sostiene la successione esclusivamente maschile della famiglia imperiale, che ha un ruolo cerimoniale, e si oppone alla possibilità per le coppie sposate di mantenere cognomi separati, sostenendo che ciò potrebbe «minare la struttura sociale basata sulle unità familiari». Tuttavia, non insiste sul fatto che la donna debba adottare il cognome del marito. Curiosamente, il marito di Takaichi, il politico LDP Taku Yamamoto, ha preso il suo cognome quando si sono risposati, per cui ora legalmente si chiama Taky Takaichi
«La nascita della prima donna primo ministro giapponese è storica, ma (Takaichi) rappresenta un’ombra per la parità di genere e i diritti delle minoranze sessuali», ha dichiarato a PBS Soshi Matsuoka, attivista LGBT. «Le opinioni di Takaichi su genere e sessualità sono estremamente conservatrici e potrebbero costituire un grave ostacolo per i diritti, in particolare per le minoranze sessuali».
Il Giappone resta uno dei pochi Paesi sviluppati, insieme a Paesi come Corea del Sud e Repubblica Ceca, a non aver legalizzato il «matrimonio» omosessuale.
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Immagine di 内閣広報室|Cabinet Public Affairs Office via Wikimedia pubblicata su licenza Attribution 4.0 International
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Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali
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Gender
Il transgenderismo è in declino tra i giovani americani: «una moda in declino»
Un recente rapporto indica un calo nell’identificazione transgender tra i giovani americani, dopo il picco registrato durante l’amministrazione Biden.
Il rapporto, intitolato «The Decline of Trans and Queer Identity among Young Americans», redatto dal professor Eric Kaufmann, analizza i dati di studenti universitari negli Stati Uniti attraverso sette fonti.
I risultati mostrano che l’identificazione transgender è scesa a circa la metà rispetto al massimo raggiunto nel 2023, passando dal 7% al 4%.
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Tra il 2024 e il 2025, meno studenti universitari del primo anno si sono identificati come «trans o queer» rispetto agli studenti dell’ultimo anno, invertendo la tendenza osservata nel 2022-2023.
Anche l’identificazione come «non binario» (né uomo né donna) è diminuita della metà in tre delle cinque fonti di dati dello studio. L’identificazione eterosessuale è in aumento, pur rimanendo inferiore rispetto al 2020, mentre quella gay e lesbica è rimasta stabile.
«Questo suggerisce che la non conformità di genere/sessuale continuerà a diminuire», ha scritto Kaufmann su X, commentando i risultati, definendo l’identità transgender e queer una «moda» ormai in declino.
«Il calo delle persone trans e queer sembra simile allo svanire di una tendenza», ha affermato, sottolineando che tale cambiamento è avvenuto indipendentemente dalle variazioni nelle convinzioni politiche o nell’uso dei social media, ma con un ruolo significativo del miglioramento della salute mentale.
«Gli studenti meno ansiosi e, soprattutto, meno depressi [sono] associati a una minore percentuale di identificazioni trans, queer o bisessuali», ha aggiunto.
Come riportato da Renovatio 21, gennaio, il presidente Trump – che prima di rientrare alla Casa Bianca aveva promesso di fermare la «follia transgender» dal primo giorno della sua presidenza –ha firmato un ordine esecutivo per vietare al governo federale di finanziare o promuovere la transizione di genere nei minori. «Questa pericolosa tendenza sarà una macchia nella storia della nostra nazione e deve finire», ha dichiarato.
Sono seguiti interventi dell’amministrazione Trump contro il reclutamento di trans nell’esercito (nonché la cacciata dei già recluati) e la partecipazione di transessuali maschi alle gare sportive delle donne. «la guerra allo sport femminile è finita» ha dichiarato il presidente americano.
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Secondo il Williams Institute, il 76% delle persone transgender (circa 2,8 milioni) ha meno di 35 anni, di cui il 25% (724.000) è tra i 13 e i 17 anni. Il rapporto evidenzia che la composizione razziale delle persone transgender riflette quella degli Stati Uniti. Circa un terzo si identifica come donna, un terzo come uomo e un terzo come non binario.
Dal 2022, il Williams Institute stima che il numero di persone transgender sia cresciuto da 1,6 milioni a 2,8 milioni, un aumento del 75% in tre anni.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa uno studio dell’ente americano Public Religion Research Institute (PRRI) aveva rivelato che più di un americano su quattro (28%) di età compresa tra 18 e 25 anni, nota come Generazione Z, si è identificato come LGBT.
La «moda» ora può essere finita. Tuttavia, ci chiediamo: quale ne è stato il prezzo?
Quanti ragazzi castrati per sempre? Quante ragazze mutilate dei seni? Quanti adolescenti intossicati di steroidi sintetici? Quante famiglie lacerate e distrutte?
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