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Cardinale perseguitato dai comunisti recita l’esorcismo durante la messa in latino nella Basilica di San Pietro
 
																								
												
												
											Il cardinale albanese Ernest Simoni Troshani, esorcista incarcerato per la sua fede cattolica sotto il regime comunista del suo Paese, ha pronunciato un esorcismo durante una messa pontificia solenne nella Basilica di San Pietro questo fine settimana, nello stesso luogo dove il mese scorso si è tenuto un «pellegrinaggio LGBT» e dove, pochi anni fa, l’idolo della Pachamama è stato collocato sull’altare. Lo riporta LifeSite.
Il cardinale Simoni, 97 anni, che ha coraggiosamente scontato 18 anni di prigione inflittigli dal governo comunista albanese per la sua aperta professione di fede ed è stato costretto a lavorare in condizioni disumane, ha recitato la preghiera «Esorcismo contro Satana e gli angeli apostati» a San Michele, composta da Papa Leone XIII, durante la Messa latina tradizionale (TLM) del 25 ottobre, celebrata dal cardinale Raimondo Leone Burke nell’ambito del 14° pellegrinaggio annuale Summorum Pontificum.
🇻🇦🙏 FLASH | Le cardinal albanais Ernest Simoni a INVOQUÉ LES PRIÈRES D’EXORCISME composées par le pape Léon XIII en 1890, rappelant que le combat spirituel contre le mal demeure. pic.twitter.com/458iBuT79w
— L’Écho Chrétien (@lechochretien) October 27, 2025
«Supplichiamo il Dio della Pace di schiacciare Satana sotto i nostri piedi, affinché non possa più tenere prigionieri gli uomini e danneggiare la Chiesa. Offriamo le nostre preghiere al cospetto dell’Altissimo, affinché le misericordie del Signore vengano presto in nostro aiuto, affinché tu possa catturare il dragone, l’antico serpente, che è il diavolo e Satana».
«Noi ti scacciamo, ogni spirito immondo, ogni potenza satanica, ogni assalto dell’avversario infernale, ogni legione, ogni gruppo e setta diabolica, nel nome e con il potere del nostro Signore Gesù Cristo!»
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Il Simoni non è nuovo agli esorcismi massivi. Tre mesi fa il porporato aveva pregato di recente per la liberazione del mondo intero dall’influenza demoniaca durante una recente conferenza sugli esorcismi nel Nuovo Jersey. Il cardinal Simoni ha trascorso 28 anni in una prigione albanese per il «crimine» di aver celebrato la messa per l’anima di JFK
La solenne Messa celebrata dal cardinale Burke dall’altare della cattedra di San Pietro, con il permesso di papa Leone XIV, ha attirato migliaia di pellegrini da tutto il mondo, riempiendo la basilica.
La folla alla prima Messa tridentina celebrata all’interno di San Pietro dopo tre anni giunge mentre crescono le speculazioni sulla possibilità che papa Leone revochi il motu proprio Traditionis Custodes di papa Francesco del 2021, che aveva eliminato i permessi universali per la celebrazione della Messa tridentina concessi con il Summorum Pontificum.
La Basilica di San Pietro ha subito diverse profanazioni negli ultimi anni, tra cui un vaso di piante «offerto» alla «dea» pagana Pachamama, posto sull’altare papale della basilica e accolto da Papa Francesco durante la messa di chiusura del Sinodo sull’Amazzonia del 2019. Più di recente, all’inizio di settembre, un «pellegrinaggio LGBT» approvato dal Vaticano ha visto oltre 1.000 «pellegrini LGBT» varcare la Porta Santa di San Pietro.
Nel 2019, diversi prelati e studiosi cattolici, come l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, hanno rapidamente denunciato l’atto idolatra della Pachamama e hanno invitato i fedeli a riparare.
«È urgente riscoprire il senso della preghiera, della riparazione e della penitenza, del digiuno, dei ‘piccoli sacrifici’, dei fiorellini e soprattutto dell’adorazione silenziosa e prolungata davanti al Santissimo Sacramento», aveva detto monsignor Viganò.
La processione LGBT di settembre in San Pietro, considerata sacrilega, rientrava nel pellegrinaggio ufficiale del Vaticano organizzato da un gruppo catto-omotransessualista che sostiene che la Scrittura non condanni le relazioni omosessuali, insieme al gruppo Outreach del gesuita filo-omotransessualista padre James Martin.
Durante il pellegrinaggio, il corteo – guidato da una croce arcobaleno, con molti partecipanti accompagnati dai loro «partner» omosessuali, vestiti con i colori dell’arcobaleno e alcuni che sventolavano bandiere dell’«orgoglio LGBT» – ha varcato in processione la Porta Santa della Basilica di San Pietro. Una foto ritraeva un uomo non identificato con uno zaino recante la scritta «Fanculo le regole».
Il vescovo Schneider ha dichiarato che il pellegrinaggio costituisce un «abominio» che richiederebbe «riparazione pubblica» da parte del papa.
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo Leone sta nominando a ruoli chiave in Vaticano prelati pro-omotransessualismo.
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Sacerdote «benedice» Halloween e attacca i tradizionalisti
 
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I progressisti tedeschi agitano lo spauracchio dell’estrema destra
 
														Come segno delle fratture che dividevano la Chiesa in Germania e del timore dei progressisti di perdere terreno, due pesi massimi dell’episcopato intervennero oltre Reno per mettere in guardia i fedeli dalla tentazione di importare sulle rive del Reno le polarizzazioni osservate sulle rive del Potomac o del Mississippi.
«Tutto ciò che proviene dall’estrema destra è un fattore di divisione!». La frase suona quasi come un mantra del Libretto rosso di Mao, e farebbe quasi sorridere se il suo autore non fosse uno degli alti prelati più influenti della Germania: il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga.
Intervenendo l’11 ottobre davanti al suo consiglio diocesano, ha colto l’occasione per tracciare un parallelo tra le polarizzazioni politiche del cattolicesimo americano e quanto si osserva oltre Reno: «Questo sta accadendo anche qui. (…) La Chiesa in Germania non deve cedere alla tentazione della divisione su base politica», ha dichiarato, deplorando che «i movimenti di destra credono spesso di avere punti di convergenza con la Chiesa», ma tra loro molti «non sono democratici».
Confondendo in modo piuttosto goffo i cattolici tedeschi conservatori di destra con i «non democratici» come JD Vance o, peggio, Charlie Kirk, l’alto prelato sta ancora una volta tentando di screditare coloro che in Germania si oppongono al progressismo prevalente in tutte le sue forme.
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L’avvertimento del cardinale Marx si inserisce in un contesto più ampio di dibattiti interni alla Chiesa tedesca, in particolare sul Cammino sinodale. Inoltre, nel suo discorso, l’arcivescovo bavarese ha colto l’occasione per minimizzare le divisioni all’interno della Conferenza episcopale tedesca (DBK) riguardo agli attuali orientamenti politici: «non è vero che noi vescovi siamo divisi», ha affermato, in una chiara dimostrazione di diniego.
Ha inoltre respinto i timori di una profonda divisione tra i vescovi tedeschi. Sebbene alcuni di loro si oppongano alla creazione di un organo sinodale sovradiocesano, il vescovo Marx ha affermato che, se approvato da Roma, prevarrà il consenso. «Se Roma darà il via libera, i vescovi raggiungeranno un accordo insieme», ha affermato. Questa fiducia dimostrata è in netto contrasto con le palpabili tensioni che hanno caratterizzato le discussioni degli ultimi anni.
Secondo uno studio pubblicato a ottobre dalla rivista Communio, le proposte di riforma della Chiesa tedesca faticano a ottenere il sostegno della Santa Sede. Lo studio afferma che il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) non ha ancora approvato la proposta tedesca che delinea diverse linee guida pastorali per le benedizioni delle coppie omosessuali. Questo è un segno di divergenza, poiché Roma preferisce un approccio più conciliante nel caso Fiducia supplicans.
Così, il cardinale Victor Manuel Fernandez, prefetto della DDF e promotore della Dichiarazione sulla benedizione non rituale delle coppie irregolari, ha confermato a The Pillar che il suo dicastero «non ha approvato nulla» riguardo alla proposta tedesca. Analogamente, in un’intervista rilasciata a settembre ai giornalisti di Crux, lo stesso Papa Leone XIV ha deplorato l’iniziativa di alcune «Chiese del Nord Europa», che «stanno già pubblicando i rituali di benedizione».
Ma il cardinale Marx può contare su molti potenti alleati in patria: il vescovo Georg Bätzing di Limburgo, presidente della Conferenza episcopale tedesca (DBK), ha appena respinto le accuse di «disobbedienza episcopale»: «È semplicemente assurdo», ha dichiarato all’assemblea autunnale della DBK tenutasi alla fine del mese scorso. Il prelato ha difeso il documento sulle benedizioni, affermando che era stato redatto in stretta consultazione con Roma.
Ma dall’8 maggio 2025 e dall’elezione del successore di papa Francesco, sembra giunto il momento di rimettere a fuoco la situazione: non è facile, in questo contesto, avviare una svolta per un episcopato tedesco che sembra aver perso da tempo la via della fede.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di Dermot Roantree via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Mons. Eleganti critica il Vaticano per l’installazione del tappeto per la preghiera musulmana
 
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