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Gender

Bar celebra il «mese della bellezza eterosessuale»: birra gratis ai non-gay

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Un bar sito in quel di Eagle, nello Stato statunitense dell’Idaho, si sta opponendo alla correttezza politica e all’ideologia LGBT celebrando giugno come «Hetero Awesomeness Month», ossia «mese della bellezza eterosessuale». Lo riporta LifeSiteNews.

 

Il gestore del locale Mark Fitzpatrick, un ex agente di polizia che si definisce un «cristiano credente nella Bibbia», offre birra gratis e sconti agli avventori eterosessuali che visitano il suo Old State Saloon a circa 16 chilometri a Ovest della capitale dello Stato, Boise.

 

«C’è l’aspettativa che dovresti stare dietro e sostenere qualcosa», ha detto il Fitzpatrick ai media locali KTVB quando gli è stato chiesto perché lo sta facendo. «E le persone semplicemente lo rifiutano. Si alzano in piedi e dicono: “Adesso basta”, non vogliamo tutto questo».

 

 

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Secondo il suo profilo da agente immobiliare su Zillow.com, Fitzpatrick si è trasferito in Idaho sei anni fa dalla California meridionale. Il suo profilo X mostra che supporta il Bitcoin.

 

Ha tenuto eventi al Saloon intitolati «La pazzia woke rivelata», «L’inevitabilità del nazionalismo cristiano» e «la nefasta agenda dei vaccini». Ha anche condotto lotterie con armi da fuoco (cosa legale nello Stato) e ospitato raccolte fondi per gli agenti delle forze dell’ordine caduti in servizio.

 

 


Il Saloon ha registrato una popolarità fuori scala nelle ultime settimane, con vendite che hanno superato i record precedenti. Il mercoledì le coppie etero ricevono uno sconto del 15% sul conto.

 

Il giovedì, le donne eterosessuali ricevono uno sconto sull’happy hour. Gli uomini eterosessuali ricevono una pinta gratis il lunedì.

 

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Il bar ha ricevuto attenzione nazionale e internazionale. Ne hanno parlato organi di stampa locali e nazionali e internazionali come l’Idaho Statesman, il New York Post e il Daily Mail del Regno Unito.

 

Il Fitzpatrick ha avviato una campagna di raccolta fondi con l’obiettivo di costruire un centro comunitario pro-famiglia. Spiega che c’è stata una significativa resistenza da parte delle voci pro-LGBT.

 

«Da quando abbiamo annunciato il Mese della bellezza etero, abbiamo avuto alcune reazioni significative: furto della nostra proprietà, venditori che si rifiutano di soddisfare i nostri ordini di ingredienti, cancellazione del catering per matrimoni, diffamazione, calunnie – persino il proprietario è stato falsamente accusato di essere un molestatore sessuale!» è scritto sulla pagina GoFundMe, che ha ricevuto oltre 11.000 dollari in donazioni.

 

Forse non sorprende che l’account del Saloon su X, ex Twitter, abbia subito problemi tecnici. L’azienda spiega che, nonostante l’elenco dei suoi follower sia cresciuto fino a raggiungere diverse migliaia solo negli ultimi giorni, il numero dei follower si reimposta ripetutamente a meno di un centinaio.

 

 

 

Il giornalista di LifeSiteNews ha tentato di seguire l’account in quattro occasioni solo per doverlo «seguire di nuovo» ogni volta. I sostenitori del Saloon hanno tentato di attirare l’attenzione del proprietario di X, Elon Musk, per risolvere il problema, che alcuni hanno definito essere una forma di shadow ban, ossia di censura invisibile – la pagina è visibile ma non viene distribuita normalmente nei feed degli altri utenti.

 

In risposta ai critici goscisti, Fitzpatrick ha pubblicato un post su Facebook spiegando perché non si inchinerà al «Mese del Pride», sottolineando che «Non cambieremo idea e non cederemo al gruppo di coloro che stanno rispondendo al vetriolo».

 

«TUTTI sono invitati a venire a celebrare l’eterosessualità con noi a giugno!» ha dichiarato il gestore del bar.

 

Il caso ricorda da vicino quello dei cosiddetti «Straight Pride», una serie di manifestazioni sorte in reazione all’omotransessualizzazione della società già negli anni Novanta.

 

Parate dello Straight Pride si sono tenute in Canada nel 2005 e nel 2018, a Budapest nel 2010, e San Paolo del Brasile nel 2011, a Boston e financo nella Mecca LGBT, San Francisco, nel 2019.

 

Nell’ambito della teoria del gender oramai interamente assimilata dalla società e dagli Stati, vi è stato il tentato inserimento dei «super straight» («super etero»), ossia di persone che dichiarano che il proprio genere è di essere totalmente eterosessuali al punto da giammai avere rapporti con i transessuali: un «genere» basato su inclinazioni sessuali che, in teoria, dovrebbe essere accettato da LGBT e autorità, ma così non sembra essere.

 

Il trend super straight è esploso su TikTok nel primo 2021, per poi dilagare su siti come 4chan, Reddit, Twitter.

 

I super straight hanno pure una loro bandierina colorata, come quella arcobalenata. È bicolore, fatta da un quadrato nero giustapposto ad uno giallo scuro.

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Gender

La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale

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La nuova prima ministra giapponese, Sanae Takaichi, prima donna a ricoprire questa carica, si oppone al «matrimonio» omosessuale.   Takaichi, insediatasi martedì, ha espresso durante un dibattito elettorale dello scorso mese la sua contrarietà al «matrimonio» omosessuale, pur definendo «giusta» una relazione omosessuale, secondo il sito di informazione LGBT Them.   Nel 2023, durante una riunione della commissione bilancio del governo, ha descritto la legalizzazione del «matrimonio» omosessuale come una «questione estremamente complessa», citando un articolo della costituzione giapponese che definisce il matrimonio come basato sul «consenso reciproco di entrambi i sessi».   Le posizioni di Takaichi sul «matrimonio» omosessuale, non legale in Giappone, sono in contrasto con l’opinione pubblica del Paese, prevalentemente laica. Un sondaggio Pew del 2023 ha rilevato che circa il 70% dei giapponesi sostiene il «matrimonio» omosessuale, il tasso di approvazione più alto tra i Paesi asiatici analizzati.   Diverse città e località giapponesi emettono «certificati di unione» per le coppie omosessuali. Ad esempio, nel 2015 il distretto di Shibuya a Tokyo ha approvato una normativa che riconosce le coppie omosessuali «come partner equivalenti a quelli sposati per legge».

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Inoltre, l’anno scorso un’Alta corte giapponese ha stabilito che il divieto del codice civile sul «matrimonio» omosessuale viola il principio costituzionale contro la discriminazione basata su «razza, credo, sesso, status sociale o origine familiare». Tuttavia, le Alte corti giapponesi non possono abrogare il divieto, rendendo la sentenza simbolica.   Paradossalmente, nonostante sia la prima donna a capo del governo giapponese, l’amministrazione di Takaichi è stata criticata dalla sinistra come un ostacolo per la «parità di genere» e i «diritti delle minoranze sessuali». L’emittente pubblica americana PBS News l’ha definita «non femminista».   Takaichi sostiene la successione esclusivamente maschile della famiglia imperiale, che ha un ruolo cerimoniale, e si oppone alla possibilità per le coppie sposate di mantenere cognomi separati, sostenendo che ciò potrebbe «minare la struttura sociale basata sulle unità familiari». Tuttavia, non insiste sul fatto che la donna debba adottare il cognome del marito. Curiosamente, il marito di Takaichi, il politico LDP Taku Yamamoto, ha preso il suo cognome quando si sono risposati, per cui ora legalmente si chiama Taky Takaichi   «La nascita della prima donna primo ministro giapponese è storica, ma (Takaichi) rappresenta un’ombra per la parità di genere e i diritti delle minoranze sessuali», ha dichiarato a PBS Soshi Matsuoka, attivista LGBT. «Le opinioni di Takaichi su genere e sessualità sono estremamente conservatrici e potrebbero costituire un grave ostacolo per i diritti, in particolare per le minoranze sessuali».   Il Giappone resta uno dei pochi Paesi sviluppati, insieme a Paesi come Corea del Sud e Repubblica Ceca, a non aver legalizzato il «matrimonio» omosessuale.

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Immagine di 内閣広報室|Cabinet Public Affairs Office via Wikimedia pubblicata su licenza Attribution 4.0 International
   
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Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali

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Il presidente del Parlamento austriaco ha vietato l’uso del cosiddetto linguaggio «inclusivo di genere» nelle comunicazioni ufficiali dell’organo legislativo.

 

Walter Rosenkranz, presidente del Nationalrat (Consiglio nazionale, la Camera bassa del Parlamento austriaco), ha recentemente annunciato che il Parlamento tornerà a utilizzare la forma maschile generica delle parole o, in alternativa, la forma maschile e femminile insieme, come nell’espressione «Gentili signore e signori» («Sehr geehrte Damen und Herren»).

 

In precedenza, il Parlamento di Vienna aveva adottato una variante ideologica che prevedeva l’inserimento di lettere maiuscole interne, due punti, asterischi o barre all’interno di sostantivi per includere persone di generi diversi, compresi coloro che si identificano come «transgender».

 

Questo adattamento linguistico, promosso da attivisti di sinistra in molte istituzioni austriache e tedesche, è estraneo alla lingua tedesca scritta. L’Associazione per la Lingua Tedesca ha più volte criticato questo linguaggio «inclusivo di genere», definendolo una «lingua ideologica» che «viola le regole ortografiche vigenti» e cerca di «rieducare» i cittadini. I sondaggi indicano che l’80-90% dei tedeschi rifiuta questo linguaggio ideologico.

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«Come istituzione governativa, dobbiamo rispettare le regole stabilite dal Consiglio per l’ortografia tedesca, l’unica istituzione riconosciuta dal governo», ha dichiarato Rosenkranz al quotidiano austriaco Krone. «Nel 2021, il Parlamento ha anche stabilito una base giuridica nel Piano di promozione delle donne. Voglio che le persone si attengano a questo e non inventino una propria lingua. Perché la vera uguaglianza si ottiene attraverso l’istruzione, le pari opportunità e il rispetto, non con i segni di punteggiatura».

 

«Il Parlamento è un luogo di democrazia, non di esperimenti linguistici», ha aggiunto. «Torniamo a una lingua che rispecchia lo spirito della Costituzione austriaca: universalmente comprensibile, oggettiva e inclusiva nel senso più autentico».

 

«Non a caso, il Bundestag tedesco e il Consiglio nazionale svizzero, così come quasi tutti i media stampati, non utilizzano un linguaggio neutro rispetto al genere», ha sottolineato il Presidente del Parlamento.

 

Le linee guida non si applicano ai discorsi tenuti nel Consiglio nazionale né ai testi presentati dai parlamentari, che, in virtù del loro mandato, sono liberi di redigere i propri documenti come preferiscono.

 

Rosenkranz, primo Presidente del Consiglio Nazionale austriaco nominato dal Partito della Libertà (FPÖ) è stato eletto dopo che l’FPÖ è diventato il partito più votato alle elezioni nazionali del 2024. Tuttavia, pur avendo ottenuto il maggior numero di voti, l’FPÖ non fa parte della coalizione di governo, poiché non dispone della maggioranza assoluta necessaria e gli altri partiti hanno rifiutato di allearsi con esso.

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Immagine di Gryffindor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

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Il transgenderismo è in declino tra i giovani americani: «una moda in declino»

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Un recente rapporto indica un calo nell’identificazione transgender tra i giovani americani, dopo il picco registrato durante l’amministrazione Biden.   Il rapporto, intitolato «The Decline of Trans and Queer Identity among Young Americans», redatto dal professor Eric Kaufmann, analizza i dati di studenti universitari negli Stati Uniti attraverso sette fonti.   I risultati mostrano che l’identificazione transgender è scesa a circa la metà rispetto al massimo raggiunto nel 2023, passando dal 7% al 4%.

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Tra il 2024 e il 2025, meno studenti universitari del primo anno si sono identificati come «trans o queer» rispetto agli studenti dell’ultimo anno, invertendo la tendenza osservata nel 2022-2023.   Anche l’identificazione come «non binario» (né uomo né donna) è diminuita della metà in tre delle cinque fonti di dati dello studio. L’identificazione eterosessuale è in aumento, pur rimanendo inferiore rispetto al 2020, mentre quella gay e lesbica è rimasta stabile.   «Questo suggerisce che la non conformità di genere/sessuale continuerà a diminuire», ha scritto Kaufmann su X, commentando i risultati, definendo l’identità transgender e queer una «moda» ormai in declino.   «Il calo delle persone trans e queer sembra simile allo svanire di una tendenza», ha affermato, sottolineando che tale cambiamento è avvenuto indipendentemente dalle variazioni nelle convinzioni politiche o nell’uso dei social media, ma con un ruolo significativo del miglioramento della salute mentale.   «Gli studenti meno ansiosi e, soprattutto, meno depressi [sono] associati a una minore percentuale di identificazioni trans, queer o bisessuali», ha aggiunto.   Come riportato da Renovatio 21, gennaio, il presidente Trump – che prima di rientrare alla Casa Bianca aveva promesso di fermare la «follia transgender» dal primo giorno della sua presidenza –ha firmato un ordine esecutivo per vietare al governo federale di finanziare o promuovere la transizione di genere nei minori. «Questa pericolosa tendenza sarà una macchia nella storia della nostra nazione e deve finire», ha dichiarato.   Sono seguiti interventi dell’amministrazione Trump contro il reclutamento di trans nell’esercito (nonché la cacciata dei già recluati) e la partecipazione di transessuali maschi alle gare sportive delle donne. «la guerra allo sport femminile è finita» ha dichiarato il presidente americano.

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Secondo il Williams Institute, il 76% delle persone transgender (circa 2,8 milioni) ha meno di 35 anni, di cui il 25% (724.000) è tra i 13 e i 17 anni. Il rapporto evidenzia che la composizione razziale delle persone transgender riflette quella degli Stati Uniti. Circa un terzo si identifica come donna, un terzo come uomo e un terzo come non binario.   Dal 2022, il Williams Institute stima che il numero di persone transgender sia cresciuto da 1,6 milioni a 2,8 milioni, un aumento del 75% in tre anni.   Come riportato da Renovatio 21, due anni fa uno studio dell’ente americano Public Religion Research Institute (PRRI) aveva rivelato che più di un americano su quattro (28%) di età compresa tra 18 e 25 anni, nota come Generazione Z, si è identificato come LGBT.   La «moda» ora può essere finita. Tuttavia, ci chiediamo: quale ne è stato il prezzo?   Quanti ragazzi castrati per sempre? Quante ragazze mutilate dei seni? Quanti adolescenti intossicati di steroidi sintetici? Quante famiglie lacerate e distrutte?

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