Vaccini
Bambini vaccinati vs bambini non vaccinati: parla Robert Kennedy (parte I)
Renovatio 21 traduce questo articolo di Robert Kennedy jr. per gentile concessione di Children’s Health Defense
L’Institute of Medicine (IOM) ha più volte richiesto al CDC di avviare studi che permettano di «comparare lo stato di salute dei bambini vaccinati e non vaccinati».
Nel corso di un’audizione al Congresso nel novembre 2012 davanti alla Commissione di Sorveglianza e Riforme Governative sul tema dell’autismo, la dr.ssa Coleen Boyle, direttrice del Centro Nazionale sui Difetti di Nascita e Menomazioni legate allo Sviluppo, ha fornito risposte evasive ai legislatori che la incalzavano proprio su questo punto. Con le spalle al muro, la dottoressa ha finalmente ammesso: «Non abbiamo confrontato i bambini vaccinati coi non vaccinati».
Si trattava di una dichiarazione falsa.
Boyle sapeva che il CDC aveva commissionato un ricercatore interno, Thomas Verstraeten, per condurre uno studio comparativo sui bambini vaccinati e non vaccinati basato sul gigantesco Vaccine Safety Datalink (VSD) nel 1999 (un riassunto delle scoperte di Verstraeten è nella slide 2). Verstraeten aveva scoperto un drammatico legame tra i vaccini anti-epatite B contenenti mercurio e molte malattie neurologiche, tra cui l’autismo, e si stava preparando a pubblicare lo studio. Il CDC condivise lo studio con i quattro produttori di vaccini, ma tenne all’oscuro i cittadini americani.
Il ricercatore interno Verstraeten aveva scoperto un drammatico legame tra i vaccini anti-epatite B contenenti mercurio e molte malattie neurologiche, tra cui l’autismo, e si stava preparando a pubblicare lo studio
Il maggior produttore mondiale di vaccini, GSK, relegò Verstraeten a occupazioni di scarsa importanza e responsabilità a Bruxelles e il CDC passò i dati al direttore del CDC Frank DeStefano e a un altro ricercatore, Robert Davis che lavorava come consulente dell’industria dei vaccini.
I due manipolarono i dati per quattro anni, rimuovendo tutti i bambini non vaccinati, per occultare i segnali dell’autismo prima di pubblicare una versione depurata allo scopo di discolpare i vaccini. Il CDC, poi, vietò l’accesso pubblico ai dati del VSD e, ancora oggi, impedisce i tentativi di accesso ai ricercatori che studiano lo stato di salute della popolazione vaccinata a confronto con quella non vaccinata.
Nonostante i tentativi di occultamento da parte del CDC, alcuni scienziati indipendenti e istituzioni di ricerca (come la UCLA) sono riusciti a condurre e pubblicare studi aggiuntivi su vaccinati vs. non vaccinati sin dal 1999. Questi studi mostrano un’alta incidenza di malattie croniche e disturbi cerebrali e immunitari tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Riassumo alcune delle relazioni citate nelle slide seguenti:
Nonostante i tentativi di occultamento da parte del CDC, alcuni scienziati indipendenti e istituzioni di ricerca (come la UCLA) sono riusciti a condurre e pubblicare studi aggiuntivi su vaccinati vs. non vaccinati sin dal 1999. Questi studi mostrano un’alta incidenza di malattie croniche e disturbi cerebrali e immunitari tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati
Titoli delle slide vaccinati vs non vaccinati:
- Generazione 1: lo studio di Verstraeten sul vaccino anti-epatite B mai pubblicato mostra un drammatico aumento del rischio di autismo (x7,6), disturbi del sonno (x5), disturbi del linguaggio (x2,1) e disordini dello sviluppo neurologico (x1,8);
- I vaccini dTpa e contro il tetano aumentano la probabilità di allergie (x1,63) nei bambini;
- Il vaccino contro l’epatite B aumenta i bisogni educativi speciali di 8,63 volte;
- Il vaccino contro l’epatite B nei neonati maschi triplica il rischio di autismo;
- Il vaccino antinfluenzale aumenta il rischio di infezioni parainfluenzali (x4,4);
- dTpa aumenta la mortalità delle ragazze di 10 volte;
- Le vaccinazioni dei nati prematuri aumenta la probabilità di disturbi neurologici (x6,6);
- I vaccini aumentano il rischio di riniti allergiche (x30), allergie (x3,1), ADHD (x4,2), autismo (x4,2), eczema (x2,9), disturbi dell’apprendimento (x5,2) e disturbi dello sviluppo neurologico (x3,7).
(Vedi le slide della Parte 1 o la presentazione completa Vaccinati vs Non Vaccinati.)
[Nota del CHD: Questa è una serie che esamina le ricerche pubblicate sulla salute delle persone vaccinate a confronto con quelle non vaccinate. La Parte 2 considera le ricerche sui vaccini MPR, antipolio, HPV e anti-Epatite B e i loro effetti sull’incidenza di morbo di Crohn, colite ulcerosa, diabete di tipo 1, autismo, asma e pubertà precoce. La Parte 3 si occupa del vaccino anti-Epatite B contenente thimerosal, influenza H1N1 e HPV e l’aumento dei casi di ADHD, autismo, aborti spontanei, paralisi di Bell, celiachia e infiammazioni intestinali e disturbi della memoria.]
Robert Kennedy Jr
Scaricate qui il PDF con le slide in inglese.
© 25 giugno 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD
Vaccini
Il vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
I recenti titoli che decantano la superiore efficacia del vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer ignorano le scoperte della stessa Pfizer secondo cui, per le persone con più di 65 anni, il loro prodotto a mRNA è più pericoloso dei vaccini antinfluenzali standard, che sono già inefficaci e dannosi. Lo riporta LifeSite.
Il motivo della falsa informazione da parte dei media tradizionali e del prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) è che Pfizer ha occultato i risultati dei test del suo prodotto sugli anziani, che hanno evidenziato effetti avversi più accentuati del farmaco.
«I risultati sono così pessimi che non è chiaro se la Food and Drug Administration potrebbe o vorrebbe approvare un vaccino a mRNA sulla base di questi dati», ha scritto il giornalista Alex Berenson, noto per le sue inchieste durante la pandemia. «Pfizer sembra sapere benissimo che questi risultati sono disastrosi».
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«Pfizer non ha mai annunciato i risultati, tenendoli nascosti per anni», ha scritto Berenson sul suo Substack. «Dimostrano che gli anziani che hanno ricevuto l’mRNA hanno avuto PIÙ infezioni influenzali, decessi ed effetti collaterali rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
Pertanto, è improbabile che il vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer venga approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) di Trump.
«Un vaccino antinfluenzale a mRNA non ha funzionato negli anziani», ha dichiarato il commissario della FDA, il dottor Marty Makary, a Fox News nel fine settimana. «La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio».
«Non ci limiteremo ad approvare automaticamente nuovi prodotti che non funzionano, che falliscono in una sperimentazione clinica. Sarebbe una presa in giro della scienza se approvassimo automaticamente prodotti senza dati», ha affermato Makary. «Questo era il modus operandi dell’amministrazione Biden», ha aggiunto.
I risultati nascosti sono oltremodo sconvolgenti per gli anziani. Secondo Berenson:
«Gli anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA avevano circa il 6% di probabilità in più di contrarre l’influenza rispetto a quelli sottoposti a vaccinazione standard. E 49 anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA sono deceduti, rispetto ai 46 sottoposti a vaccinazione antinfluenzale».
«Lo studio ha anche rivelato un significativo segnale di sicurezza per gli mRNA sul danno renale. A ventidue pazienti anziani che hanno ricevuto l’iniezione di mRNA è stata diagnosticata una lesione renale acuta, una malattia renale cronica o una malattia renale allo stadio terminale, rispetto ai nove che hanno ricevuto l’iniezione standard».
«Un altro dato preoccupante è che 17 anziani a cui è stato somministrato mRNA hanno sofferto di “insufficienza respiratoria acuta”, rispetto ai soli sei che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
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«Anche i pazienti trattati con mRNA avevano una probabilità molto maggiore di manifestare effetti collaterali meno gravi. Ad esempio, circa il 69% ha segnalato gonfiore nel sito di iniezione o altri effetti collaterali locali dopo la vaccinazione, rispetto al 26% di coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale».
«Ritengo che questo rappresenti una grave mancanza di integrità nel processo di revisione paritaria. Il comitato editoriale del NEJM dovrebbe fornire una spiegazione chiara di come si sia verificato questo errore e… richiedere agli autori di correggere gli articoli attuali e di riferire sui risultati completi dello studio», ha dichiarato alla testata Epoch Times Retsef Levi, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) .
«Ancora una volta, quando vengono condotti studi adeguati, si scopre che i vaccini a base di mRNA per persone sane non sono ancora pronti per il grande pubblico e probabilmente non lo saranno mai», conclude il Berensone.
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Vaccini
La FDA di Trump afferma che i vaccini COVID hanno ucciso almeno 10 bambini e promette nuove misure di sicurezza
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Fertilità
Un nuovo studio collega il vaccino contro il COVID al forte calo delle nascite
Un nuovo studio pubblicato dal docente norvegese Jarle Aarstad dell’Institute of Economics and Business, Inland Norway University of Applied Sciences collega la somministrazione dei vaccini anti-COVID-19 a un calo significativo delle nascite negli Stati Uniti.
Secondo l’analisi, condotta su dati del CDC relativi a vaccinazioni e nati vivi in 566 contee (circa 260 milioni di abitanti), nel 2023 si sono registrati negli USA quasi 70.000 nati vivi in meno rispetto a quanto atteso in assenza di vaccinazione di massa. Estrapolando il risultato all’intera popolazione, il ricercatore attribuisce alla campagna vaccinale una riduzione di circa del 2% dei nati vivi e un corrispondente calo di 0,03 punti nel tasso di fertilità totale (TFR), passato da 1,65 nel 2022 a 1,62 nel 2023.
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Lo studio conclude che la flessione osservata tra il 2022 e il 2023 è imputabile in misura preponderante all’effetto dei vaccini, mentre fattori strutturali tradizionali (inflazione, costo degli alloggi, partecipazione femminile al lavoro, carenza di servizi per l’infanzia, età media al primo figlio) non mostrano variazioni sufficienti a giustificare da soli un anno all’altro un calo di tale entità.
Il meccanismo biologico responsabile non è ancora chiarito: l’autore lascia aperta l’ipotesi di un aumento di infertilità temporanea o permanente nelle donne vaccinate oppure di un incremento di aborti spontanei e nati morti. Durante il biennio 2021-2022 numerosi reparti ostetrici statunitensi avevano segnalato un anomalo incremento di feti morti in utero.
Nel 2024 il TFR americano è ulteriormente sceso al minimo storico di 1,60, alimentando il timore che parte dei danni alla fertilità femminile possa rivelarsi irreversibile.
Lo studio sottolinea che, a differenza di altri determinanti demografici (livello di istruzione, età al matrimonio, scelta di non avere figli) che rientrano nella sfera della libera decisione individuale, la vaccinazione anti-COVID è stata in molti casi imposta o fortemente incentivata da datori di lavoro, enti pubblici e misure governative, limitando di fatto la libertà di scelta di decine di milioni di cittadini.
I dati completi della ricerca sono stati resi pubblici e sono attualmente in fase di revisione paritaria.
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