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Farmaci

I medici americani vogliono vaccinare i dodicenni anche senza il consenso dei genitori

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Heart Defense.

 

 

 

Ad un raduno annuale, concluso da poco, della American Medical Association (AMA) a Chicago, i delegati AMA hanno deciso di adottare una nuova politica che sembra essere una vera bomba. Il potente gruppo commerciale ha accettato di sviluppare modelli di leggi che fanno pressioni sulle legislazioni dei singoli stati per permettere ai minori di «scavalcare il rifiuto dei genitori sui vaccini».

 

Nel 2000, la Corte Suprema riconfermò il diritto fondamentale dei genitori di provvedere alla cura, alla custodia e al controllo dei figli, diritto riconosciuto dagli stati fino al compimento dei 18 anni. Per quanto riguarda i vaccini, il National Childhood Vaccine Injury Act, approvato nel 1986, impone agli operatori sanitari di fornire materiale informativo sui vaccini ai genitori o tutori legali di tutti i bambini che si intende vaccinare «prima di somministrare qualsiasi vaccino».

Il potente gruppo dei medici americani AMA ha accettato di sviluppare modelli di leggi che fanno pressioni sulle legislazioni dei singoli stati per permettere ai minori di «scavalcare il rifiuto dei genitori sui vaccini

 

È un problema il fatto che la nuova politica della AMA vada contro i precedenti legali e le consuetudini sociali?

Apparentemente, i rappresentanti della AMA non si preoccupano di «intaccare i diritti genitoriali» e sono entusiasti della nuova politica dell’organizzazione. Non vogliono soltanto che i dodicenni possano esprimere consenso sui vaccini ignorando le «idee sbagliate» dei genitori – anche se i genitori devono comunque pagare – ma credono anche che debbano essere i medici a giudicare un bambino «sufficientemente maturo» per acconsentire al vaccino.

 

Una domanda che tutti quelli che conoscono un po’ della storia della AMA dovrebbero porsi è: perché dovremmo fidarci delle decisioni prese dalla AMA al posto dei genitori?

 

Mentre le persone devono avere 21 anni per bere alcolici, 18 anni per acquistare sigarette ed eleggere il presidente, i bambini di qualsiasi età possono decidere di farsi vaccinare, a prescindere dai rischi

Influenza smisurata

Il numero di membri della AMA è crollato negli ultimi decenni. Un’analisi del 2011 sul calo delle adesioni mostra che solo il 15 % dei medici praticanti è iscritto all’associazione, contro il 75% dei primi anni Cinquanta.

 

Il calo di iscritti, comunque, non coincide con un calo di influenza. Infatti, la AMA ha a disposizione strumenti potenti per fare in modo che «rimanga influente a livello nazionale». Tali strumenti includono un comitato di azione politica e un ricco bottino proveniente dalle lobby (con 20 milioni di dollari spesi nel 2018 e destinati ad aumentare), il che si traduce in un’influenza smisurata sulle politiche sanitarie e sulla percezione del pubblico.

La AMA possiede un’influenza smisurata sulle politiche sanitarie e sulla percezione del pubblico

 

Un rapporto del 2016 sui lobbysti di Capitol Hill ha inserito la AMA tra le «associazioni più influenti» di Washington, tra i «pochi selezionati che hanno mostrato la capacità di portare a termine i progetti.» Un ex direttore della AMA ha ammesso quanti riportato sopra, affermando che «quello che fa la AMA, e che le riesce meglio, è nell’area della sensibilizzazione.» Un’analisi delle 20 compagnie che si occupano della salute ha scoperto che la AMA si classifica al primo posto per la «spesa più alta di tutti i tempi» e al quinto di spesa tra i «lobbysti, senza contare le industrie».

 

I lobbisti che AMA assume sono gli stessi utilizzate dall’industria farmaceutica

I lobbisti che AMA assume sono gli stessi utilizzate dall’industria farmaceutica. La lista delle Fondazioni AMA con i membri di spicco della Corporate Roundtable è composta quasi completamente da membri dell’industria farmaceutica – tra cui le quattro compagnie che producono i vaccini per l’infanzia negli Stati Uniti (Merck, GlaxoSmithKline, Pfizer e Sanofi).

 

Le pubblicità delle compagnie farmaceutiche dominano le pagine della rivista della AMA , JAMA, anche se molti «sono gli stessi farmaci che … uccidono decine di migliaia di americani ogni anno, secondo i principali ricercatori sulla sicurezza dei farmaci della FDA.» La AMA non esita ad apporre il marchio di approvazione per prodotti e farmaci – ottenendo sostanziosi contributi pubblicitari – «nonostante il fatto che l’organizzazione non abbia potere di testare i farmaci».

 

La AMA non esita ad apporre il marchio di approvazione per prodotti e farmaci – ottenendo sostanziosi contributi pubblicitari – «nonostante il fatto che l’organizzazione non abbia potere di testare i farmaci».

Nel 2011, Forbes evidenziò come la AMA fosse in grado di ottenere enormi ricompense finanziarie tramite il suo sistema di codifica dei servizi medici Current Procedural Terminology (CPT), utilizzato da operatori sanitari, contribuenti e strutture in tutti gli Stati Uniti. Vista l’importanza del CPT per i programmi pubblici come Medicare, il sistema è un vero e proprio «monopolio concesso dal governo» per cui AMA viene pagata. Nel 2010, un quarto delle entrate totali della AMA erano dovute al CPT – il doppio di quello che l’organizzazione riceveva dalle adesioni. Questo «immenso conflitto di interessi», secondo l’editorialista di Forbes, rende la AMA «uno strumento per gli interessi di Washington più che dei medici».

 

AMA ha anche un passato di estorsioni. L’economista Milton Friedman scrisse alcuni anni fa sull’attacco congiunto dell’AMA contro i chiropratici e i medici omeopatici, e nel 1987 in una causa per violazione delle leggi antitrust presentata dai chiropratici, il giudice stabilì che la AMA aveva cospirato «per limitare ed eliminare una professione riconosciuta nei cinquanta stati». Il giudice considerò anche «la lunga storia di azioni illegali» dell’Associazione. Nei primi anni 2000, poi, i tribunali giudicarono AMA (insieme ad altre compagnie sanitarie) colpevole di estorsione per la manipolazione dei software di codifica.

AMA ha anche un passato di estorsioni. Alcuni anni fa ci fu l’attacco congiunto dell’AMA contro i chiropratici e i medici omeopatici, e nel 1987, il giudice stabilì che la AMA aveva cospirato «per limitare ed eliminare una professione riconosciuta nei cinquanta stati»

 

L’esclusione dei genitori

Gli sforzi per escludere i genitori dalle decisioni riguardanti la salute dei figli sono iniziati già da qualche tempo, in particolare nella sfera della procreazione. Per i servizi relativi alla contraccezione e alle malattie sessualmente trasmissibili, gli operatori sanitari sono ben felici di escludere i genitori, asserendo che il bisogno di confidenzialità dei giovani è «più importante» del diritto dei genitori di essere informati sulle condizioni dei figli.

 

Ora, i ricercatori stanno tracciando il sentiero per fare lo stesso con i vaccini. Nel 2014, i massimi esperti sulla salute degli adolescenti hanno definito il consenso dei genitori come un «ostacolo ai vaccini» e hanno chiesto «strategie per aumentare la capacità dei minori non accompagnati … di ricevere vaccini secondo le linee guida legali, etiche e professionali.» L’infermiera della scuola che ha somministrato a un undicenne il vaccino HPV senza il consenso dei genitori – dicendo alla madre che gli aveva dato solo la borsa del ghiaccio – ha rispettato le « linee guida legali, etiche e professionali»?

 

Per i servizi relativi alla contraccezione, gli operatori sanitari sono ben felici di escludere i genitori, asserendo che il bisogno di confidenzialità dei giovani è «più importante» del diritto dei genitori di essere informati. Ora, i ricercatori stanno tracciando il sentiero per fare lo stesso con i vaccini

I critici della AMA sostengono che l’organizzazione abbia promosso uno «stato di polizia medico-farmaceutico totalitario» sin dalla sua fondazione nella metà dell’Ottocento.

 

La retorica è molto forte, ma sembra chiaro che sui vaccini la AMA desideri mantenere una posizione drastica. Dopo l’annuncio della AMA sulla volontà di ignorare le opinioni dei genitori, uno scrittore conservatore evidenzia le contraddizioni: «Mentre le persone devono avere 21 anni per bere alcolici, 18 anni per acquistare sigarette ed eleggere il presidente, i bambini di qualsiasi età possono decidere di farsi vaccinare, a prescindere dai rischi, che sono sufficienti a garantire l’esistenza di un National Vaccine Injury Compensation Program».

 

I legislatori che volessero montare sul carro della AMA dovrebbero pensarci bene, prima di buttare all’aria i diritti dei genitori in modo così sprezzante.

 

 

© 18giugno 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD

 

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Farmaci

L’FDA, portata in tribunale, rimuove il post contro l’ivermectina

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Secondo un accordo datato 21 marzo, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha accettato di rimuovere post e pagine web sui social media che invitavano le persone a interrompere l’assunzione di ivermectina per curare il COVID-19. Lo riporta Epoch Times.

 

La FDA ha già rimosso una pagina che diceva: «devo prendere l’ivermectina per prevenire o curare il COVID-19? NO».

 

Entro 21 giorni, la FDA rimuoverà un’altra pagina intitolata «perché non dovresti usare l’ivermectina per trattare o prevenire il COVID-19», secondo l’annuncio della transazione, che è stato depositato presso il tribunale federale nel sud del Texas.

 

«La FDA non ha autorizzato o approvato l’ivermectina per l’uso nella prevenzione o nel trattamento del COVID-19 negli esseri umani o negli animali», si legge attualmente nella pagina. Dice anche che i dati non mostrano che l’ivermectina sia efficace contro COVID-19, nonostante alcuni studi citati dimostrino che l’ivermectina è efficace contro la malattia.

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La FDA nell’accordo ha inoltre accettato di eliminare diversi post sui social media che si sono espressi fortemente contro l’ivermectina, incluso uno che affermava: «non sei un cavallo. Non sei una mucca. Sul serio, voi tutti. Smettila».

 

In cambio, i medici che hanno fatto causa all’agenzia respingono le loro richieste, si legge nel documento.

 

«La FDA perde la sua guerra contro l’ivermectina e accetta di rimuovere tutti i post sui social media e le direttive dei consumatori riguardanti ivermectina e COVID, incluso il suo tweet più popolare nella storia della FDA», ha detto in una nota la dottoressa Mary Talley Bowden, uno dei medici. «Questo caso fondamentale costituisce un importante precedente nel limitare l’intervento eccessivo della FDA nel rapporto medico-paziente».

 

«Siamo estremamente soddisfatti del risultato dell’accordo in quanto è una vittoria per ogni medico e paziente negli Stati Uniti», ha aggiunto il dottor Paul Marik, direttore scientifico della FLCCC Alliance e un altro querelante. «La FDA ha interferito nella pratica medica con il suo linguaggio irresponsabile e con i suoi post sull’ivermectina. Non sapremo mai quante vite sono state colpite dal fatto che ai pazienti è stato negato l’accesso a un trattamento salvavita perché il loro medico “stava semplicemente seguendo le indicazioni della FDA».

 

L’ivermectina è stata approvata dalla FDA nel 1996 per il trattamento di diverse condizioni, tra cui l’oncocercosi, una malattia tropicale causata da un verme parassita.

 

Negli Stati Uniti, è prassi comune che i medici prescrivano medicinali off-label, cioè per uno scopo diverso da quello per cui il medicinale è approvato.

 

Dopo che alcuni medici hanno iniziato a prescrivere l’ivermectina per il COVID-19, la FDA ha intensificato la sua campagna, incluso il post del 21 agosto 2021 su Twitter.

 

Il dottor Bowden e altri due medici hanno citato in giudizio la FDA, sostenendo che le azioni dell’agenzia andavano oltre la sua autorità, conferitale dal Congresso.

 

Il giudice distrettuale statunitense Jeffrey Brown ha archiviato il caso nel 2022, stabilendo che la FDA non ha agito al di fuori dell’autorità. Ma una corte d’appello nel 2023 si è pronunciata a favore dei medici, ritenendo che l’agenzia «non ha identificato alcuna autorità che le consenta di raccomandare ai consumatori di “smettere” di prendere medicine».

 

Tra il momento della sentenza e l’accordo, la FDA ha rifiutato di modificare qualsiasi delle sue dichiarazioni sull’ivermectina e ha chiesto un nuovo archiviazione della causa.

 

I dottori Robert Apter, Bowden e Marik hanno portato avanti il ​​caso nel 2022. Hanno affermato di aver subito ripercussioni dopo aver prescritto ivermectina a pazienti affetti da COVID-19 e che la colpa era della FDA.

 

«Questo rifiuto ritarda i suoi pazienti nell’ottenere il trattamento prescritto – quando l’intervento precoce è fondamentale – mentre cercano una farmacia per compilare la loro prescrizione, se riescono a trovarne una», si legge nella causa.

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Come riportato da Renovatio 21, vi sono stati vari casi in cui strutture sanitarie sono state denunciate per aver rifiutato di somministrare l’ivermectina.

 

L’efficacia dell’ivermectina nell’impedire la morte da COVID è stata dichiarata, secondo uno studio, del 92%.

 

In un bizzarro risvolto della storia del crack del banco di criptovalute FTX, è emerso che il mega-bancarottiere recentemente condannato Sam Bankman-Fried, secondo grande donatore del Partito Democratico USA dopo George Soros, potrebbe aver finanziato studi contro ivermectina e idrossiclorochina.

 

Per capire la magnitudine dell’insabbiamento riguardo l’ivermectinaRenovatio 21 ha condiviso un breve video inglese sottotitolato in italiano, di cui consigliamo la visione.

 

La censura sull’ivermectina ha colpito anche il popolarissimo podcaster Joe Rogan, accusato dalla CNN di aver utilizzato, una volta malato di COVID, uno «sverminatore per cavalli».

 

Tuttavia, giudici e senati di stati americani hanno portato per legge la sanità alla possibilità di somministrare il farmaco ai pazienti.

 

Tutto questo mentre si registravano casi come quello di città del Messico, dove le morti per COVID sono crollate dopo la somministrazione massiva di ivermectina alla popolazione.

 

Come ha avuto a dire il dottor McCullough su vaccinazioni obbligatorie e proibizione dell’ivermectina, potrebbe trattarsi di una «collusione globale» per «causare tutti i danni e le morti possibili».

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Bioetica

«Ritirato» studio che si opponeva alla pillola abortiva

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.   Il mondo accademico non è solo tè e focaccine nella sala comune degli anziani. A volte è uno sport cruento, con vincitori e vittime, vincitori e perdenti. Alzare la testa al di sopra dei parapetti attaccando l’aborto in una rivista scientifica è un modo sicuro per attirare un maggiore controllo – e possibilmente una ritrattazione.   Sage Publications ha appena ritirato tre articoli di ricercatori pro-vita pubblicati sulla rivista Health Services Research and Managerial Epidemiology. Sebbene vi siano state alcune preoccupazioni circa la modalità di presentazione dei dati, la questione principale sembra essere stata un potenziale conflitto di interessi.   L’avviso di ritiro diceva:   «Un lettore ha contattato la rivista con dubbi sull’articolo del 2021 sul fatto che la presentazione dei dati nelle Figure 2 e 3 sia fuorviante, se vi siano difetti nella selezione dei dati di coorte e se le affiliazioni degli autori con organizzazioni di difesa della vita, compreso il Charlotte Lozier Institute, presentano conflitti di interessi che gli autori avrebbero dovuto dichiarare come tali nell’articolo».   Ciò che ha reso questi articoli un bersaglio per le critiche è stato il fatto che erano stati citati dal giudice distrettuale statunitense Matthew Kacsmaryk in una sentenza sul farmaco abortivo mifepristone. Gli articoli pretendevano di dimostrare che il farmaco sarebbe probabilmente pericoloso. Kacsmaryk ha accettato questo, insieme ad altre prove, e la ha usato per sospendere l’approvazione del mifepristone da parte della FDA (che fu successivamente annullata).

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Gli autori erano indignati. Secondo il Daily Wire:   «Il dottor James Studnicki, autore elencato di tutti e tre gli studi in questione, ha dichiarato al Daily Wire che le ritrattazioni erano “completamente ingiustificate” e che le ritrattazioni avevano lo scopo di screditare la ricerca scientifica che sfidava il pregiudizio pro-aborto radicato nel mondo accademico».   «Penso che Dobbs abbia davvero accelerato questo processo, penso che ci sia un senso di disperazione tra coloro che operano nel settore dell’aborto», ha detto al Daily Wire prima della ritrattazione, che era prevista. «Hanno sempre avuto la letteratura per sé. Tutte le principali associazioni sanitarie sono a favore dell’aborto, la maggior parte dei giornali sono a favore dell’aborto, tutti i dipartimenti accademici delle università sono a favore dell’aborto».   Questa non è certo la prima volta che articoli sottoposti a revisione paritaria che mettono in discussione aspetti dell’aborto legalizzato vengono «cancellati» attraverso la pratica formale della ritrattazione.   L’articolo di Priscilla Coleman, «The Turnaway Study: A Case of Self-Correction in Science Upended by Political Motivation and Unvetted Findings», è stato pubblicato su Frontiers in Psychology nel 2022. Citando «interessi concorrenti non divulgati», il giornale ha pubblicato una ritrattazione più tardi nel anno. La Coleman protestò vigorosamente, inutilmente.   Non è tutto traffico a senso unico, però. Nel 2015, Elard Koch, dell’Istituto MELISA, a Concepción, in Cile, e colleghi hanno pubblicato uno studio su BMJ Open da cui è emerso che il tasso di mortalità materna a Città del Messico era aumentato quando è stato legalizzato l’aborto. Nel 2016, sulla rivista Contraception è stato pubblicato un articolo che criticava la ricerca di Koch con quello che ha definito «un tono accusatorio o ad hominem». Koch studiò l’articolo e scoprì che aveva completamente interpretato male i dati. Ha chiesto che l’articolo fosse ritirato e alla fine così è stato.   Michael Cook   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Alimentazione

Pfizer sospende la nuova pillola dimagrante dopo che i pazienti hanno riscontrato gravi effetti collaterali

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La nuova pillola sperimentale per la perdita di peso della Pfizer ha funzionato nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato, ma con alla perdita di peso si sono aggiunti effetti collaterali così gravi che la ricerca è stata interrotta.

 

In un comunicato stampa, il colosso farmaceutico ha affermato che avrebbe interrotto gli studi clinici sul danuglipron, la sua pillola dimagrante da prendere due volte al giorno. Questo farmaco utilizza un meccanismo simile a semaglutide, perché un’ampia percentuale delle persone che l’hanno assunto nelle prime due fasi sperimentali ha avuto disturbi gastrointestinali ed effetti indesiderati come nausea e diarrea.

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«Mentre gli eventi avversi più comuni erano lievi e di natura gastrointestinale coerenti con il meccanismo, sono stati osservati tassi elevati (fino al 73% di nausea; fino al 47% di vomito; fino al 25% di diarrea)», si legge nel comunicato stampa. «Tassi di interruzione elevati, superiori al 50%, sono stati osservati con tutte le dosi rispetto a circa il 40% con il placebo».

 

«Al momento, la formulazione di danuglipron due volte al giorno non avanzerà negli studi di Fase 3» scrive il comunicato.

 

Come il semaglutide, il principio attivo dei famosissimi iniettabili Ozempic e Wegovy, il danuglipron è un agonista del recettore del peptide-1 (GLP-1) simile al glucagone, il meccanismo esatto è oggetto di dibattito ma che a livello generale si ritiene imiti la sensazione di pienezza nell’intestino. Sebbene le iniezioni di semaglutide – che solo negli ultimi anni sono state approvate in USA per la perdita di peso – siano sempre più in voga, anch’esse possono avere alcuni importanti effetti collaterali gastrointestinali.

 

Con la popolarità degli iniettabili di semaglutide è arrivata una crescente spinta a trovare un modo per ottenere gli effetti del farmaco sotto forma di pillola. Fino a quando Pfizer non ha deciso di interrompere i suoi studi, il danuglipron sembrava destinato a diventare il prossimo grande passo nel trattamento della perdita di peso, soprattutto considerando che i risultati di studi precedenti suggerivano che fosse efficace quanto Ozempic.

 

L’azienda a fronte degli investimenti fatti e dei possibili grandi guadagni, ha sostenuto nella sua dichiarazione che, sebbene stia interrompendo i test sul danuglipron, sta ancora cercando di immettere sul mercato una pillola dimagrante.

 

«I risultati degli studi in corso e futuri sulla formulazione a rilascio modificato di danuglipron una volta al giorno forniranno informazioni su un potenziale percorso da seguire con l’obiettivo di migliorare il profilo di tollerabilità e ottimizzare sia la progettazione che l’esecuzione dello studio», ha affermato il dottor Mikael Dolsten, direttore scientifico e presidente di Pfizer.

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«Lo sviluppo futuro di danuglipron si concentrerà su una formulazione una volta al giorno, con dati farmacocinetici attesi nella prima metà del 2024» annuncia il comunicato Pfizer.

 

Come riportato da Renovatio 21, il semaglutide – commercializzato come Ozempic – sta rivoluzionando il settore farmaceutico e si annuncia, secondo alcuni analisti, come quello che potrebbe divenire il farmaco più venduto della storia. Il fenomeno potrebbe avere consegue trasformative per la società e l’economia: la banca d’affari Morgan Stanley ha pubblicato un rapporto sull’impatto dei farmaci contro l’obesità sui produttori di cibo spazzatura.

 

Il problema degli effetti collaterali tuttavia è già stato posto.

 

Come riportato da Renovatio 21, oltre al pericolo per le donne incinte, vi sarebbe un’inchiesta in corso per stabilire se esiste una possibile correlazione tra l’assunzione del semaglutide e l’ideazione di pensieri suicidi.

 

Una recente intervista di Tucker Carlson ad un ex dirigente di enti di regolazione del farmaco ha aperto numerosi dubbi riguardo gli effetti avversi del farmaco e riguardo alla bontà dell’intera filiera industrial-sanitario-statale che si prepara a sostenerne la massima diffusione.

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