Connettiti con Renovato 21

Autismo

Autismo e obesità: stessa origine?

Pubblicato

il

 

 

Renovatio 21 traduce questo articolo su gentile concessione del Children’s Health Defense Team.

 

 

A quasi due decenni trascorsi nel ventunesimo secolo, lo stato di salute dei bambini negli Stati Uniti non potrebbe essere più angosciante. Con molte tendenze di salute apparentemente diverse che convergono, oltre la metà di tutti i bambini hanno almeno una condizione cronica.

 

L’obesità e l’autismo sono due delle condizioni che hanno visto gli aumenti più drammatici. La prevalenza dell’obesità nella prima infanzia e nell’infanzia è più che triplicata dalla fine degli anni ’70 e un’importante indagine nazionale ha stimato la prevalenza nel 2016 dei disturbi dello spettro autistico diagnosticati (ASD) nei bambini dai 3 ai 17 anni a uno su 36, rispetto a circa uno su 10.000 negli anni ’80.

L’obesità e l’autismo sono due delle condizioni che hanno visto gli aumenti più drammatici.

 

Per la maggior parte delle persone, obesità e ASD sembrano avere poco o nulla a che fare l’uno con l’altro, ma la ricerca indica un interessante nesso tra i due. In particolare, i bambini con ASD hanno maggiori probabilità di essere obesi rispetto ai bambini senza autismo e i bambini obesi hanno una probabilità sproporzionatamente elevata di avere un disturbo dello sviluppo del sistema nervoso, come l’autismo o il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Questo modello, mostrato costantemente in un numero crescente di studi, solleva la questione se le due epidemie infantili condividono i fattori di rischio e i meccanismi di disfunzione sottostanti.

 

La risposta biologicamente plausibile è sì e le esposizioni durante la fase dello sviluppo alle sostanze chimiche e alle tossine ambientali possono avere gran parte della colpa.

I bambini con ASD hanno maggiori probabilità di essere obesi rispetto ai bambini senza autismo e i bambini obesi hanno una probabilità sproporzionatamente elevata di avere un disturbo dello sviluppo del sistema nervoso, come l’autismo o il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

 

Autismo e obesità: i numeri

I medici analizzano lo stato del peso di bambini e adolescenti valutando l’indice di massa corporea (IMC), che divide il peso di un giovane (in chilogrammi) per la sua altezza al quadrato (in metri), tenendo conto dell’età e del sesso. Un bambino o adolescente con un IMC pari o superiore all’85° percentile ma inferiore al 95° percentile (rispetto ai coetanei della stessa età e sesso) è in sovrappeso, mentre un IMC pari o superiore al 95° percentile definisce l’obesità.

 

Lo studio più recente finalizzato ad analizzare la prevalenza dell’obesità tra i giovani americani con ASD, pubblicato nell’agosto 2018 sulla rivista Autism, ha utilizzato i dati nazionali relativi a giovani dai 10 ai 17 anni provenienti da un’indagine del 2016. L’analisi dei ricercatori dei dati dell’indagine ha mostrato che, anche se in genere i giovani in via di sviluppo non sono certamente esenti da problemi di peso, i giovani con ASD avevano probabilità significativamente più alte sia di sovrappeso che di obesità, con le due categorie di peso combinate che interessano oltre due quinti (42,4%) dei giovani con ASD contro meno di un terzo dei giovani in via di sviluppo normale (30,8%). Inoltre, i bambini con autismo grave avevano una probabilità più che triplicata di essere obesi rispetto a quelli con ASD «lieve».

 

Il CDC ha notato che gli adolescenti che erano o obesi o con disabilità evolutive erano più malati in altri modi – con «maggiore prevalenza di comuni disturbi/sintomi respiratori, gastrointestinali, dermatologici e neurologici» – rispetto agli adolescenti non obesi o ai giovani senza disabilità evolutive.

 

Ricercatori del CDC hanno riportato risultati simili nel 2014 utilizzando i dati di un’indagine nazionale condotta nel 2010. Guardando agli adolescenti statunitensi con una serie di disabilità evolutive (sia di apprendimento che comportamentali), tra cui ASD, hanno riferito che gli adolescenti con disabilità evolutive avevano il 60% di probabilità in più di essere obesi rispetto agli adolescenti senza tali disabilità. Hanno anche notato che gli adolescenti che erano o obesi o con disabilità evolutive erano più malati in altri modi – con «maggiore prevalenza di comuni disturbi/sintomi respiratori, gastrointestinali, dermatologici e neurologici» – rispetto agli adolescenti non obesi o ai giovani senza disabilità evolutive.

 

Esposizioni evolutive e conseguenze

I ricercatori sull’obesità hanno sottolineato che sarebbe altamente «improbabile» spiegare la tendenza sorprendente di bambini sempre più obesi dicendo che i più piccoli «consumano più cibo o fanno meno esercizio fisico» rispetto alle generazioni precedenti di bambini. Invece, l’allarmante aumento dell’obesità nella fascia di età più giovane (sotto i due anni) fornisce un indizio significativo che «un ambiente uterino o postnatale alterato» può essere predisponente per i bambini a diventare obesi.

 

Infatti, i ricercatori hanno coniato il termine «obesogeno» [sostanze chimiche che possono interferire con la capacità naturale del corpo di immagazzinare il grasso, NdR] una dozzina di anni fa pensando alle esposizioni evolutive. Le varie sostanze che sono state presentate come obesogene – composti dietetici, farmaceutici e industriali (vedi tabella) – esercitano effetti potenti e forse irreversibili sullo sviluppo fetale e infantile, alterando il modo in cui le cellule adipose si sviluppano e immagazzinano energia e interferendo con il sistema che controlla l’appetito e le sensazioni di pienezza – portando potenzialmente ad una «battaglia permanente della pancia».

 

Molti composti obesogeni sono fastidiosamente invasivi – uno studio ha documentato la presenza di molteplici organostannici (composti a base di stagno con molti usi industriali) in tutti i campioni di polvere domestica analizzati.

Uno studio ha descritto gli effetti legati all’obesità «attraverso almeno tre generazioni» a seguito di «esposizione dei progenitori a sostanze chimiche obesogene».

 

 

Obesogeni selezionati Usi e/o esposizioni
Atrazina (e altri pesticidi, erbicidi e fungicidi) Erbicida largamente usato, contaminante dell’acqua potabile
Avandia Farmaco per il diabete
Bisfenolo A (BPA) Alimenti in scatola, ricevute del registratore di cassa
Ritardanti di fiamma Arredamento, elettronica, isolamento, isolamento, prodotti per il trasporto
Genisteina (un isoflavone di soia) Formula di soia [sostituto del latte materno], latte di soia
Mercurio Frutti di mare, otturazioni in amalgama, vaccini contenenti thimerosal, prodotti di consumo
Glutammato monosodico (MSG) Additivo in molti alimenti
Acido perfluoroottanoico (PFOA) Pentole antiaderenti, abbigliamento in Gore-Tex, antimacchia.
Ftalati Deodoranti per l’aria, prodotti per la lavanderia, prodotti per la cura della persona
Tributilstagno (TBT) (un organostannico) Fungicida, preservante del legno, stabilizzante in tubazioni di cloruro di polivinile, inquinante dell’acqua, contaminante dei frutti di mare.

 

L’alterazione del sistema endocrino può avere conseguenze «di ampia portata» che includono «effetti avversi di tipo neurologico, riproduttivo, cardiovascolare, metabolico e immune».

 

Uno dei principali modi in cui questi composti pongono le basi per l’obesità è quello di alterare il fondamentale sistema endocrino. In condizioni normali, il sistema endocrino regola il metabolismo, così come una serie di altre funzioni biologiche chiave. L’alterazione del sistema endocrino, quindi, può avere conseguenze «di ampia portata» che includono «effetti avversi di tipo neurologico, riproduttivo, cardiovascolare, metabolico e immune». Sembra, inoltre, che gli effetti obesogeni «possano passare alle generazioni future attraverso cambiamenti epigenetici» (cambiamenti che influenzano «quando e come i geni sono espressi, senza alterare il codice genetico originale»).

 

Uno studio ha descritto gli effetti legati all’obesità «attraverso almeno tre generazioni» a seguito di «esposizione dei progenitori a sostanze chimiche obesogene».

 

Alla luce del ruolo del sistema endocrino nello sviluppo del sistema nervoso, non sorprende che i ricercatori abbiano collegato molte di queste stesse sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDCs-endocrine disrupting chemicals) all’autismo.

 

Un’analisi di un gruppo di esperti dell’Unione europea ha concordato su una «probabile» relazione causale tra gli interferenti endocrini e ASD, ADHD e «la perdita di QI e disabilità intellettiva associata» – oltre a un ruolo causale sia nell’obesità infantile che in quella adulta.

Un’analisi di un gruppo di esperti dell’Unione europea ha concordato su una «probabile» relazione causale tra gli interferenti endocrini e ASD, ADHD e «la perdita di QI e disabilità intellettiva associata» – oltre a un ruolo causale sia nell’obesità infantile che in quella adulta. (Il gruppo di esperti ha anche riportato una «sostanziale probabilità di costi di malattia molto elevati per tutta la durata della vita associata all’esposizione ai EDC», pari a «centinaia di miliardi di euro all’anno»).

 

Complicando il quadro degli EDC, gli studi dimostrano che meccanismi diversi operano per i diversi interferenti endocrini, con alcuni EDC che provocano effetti avversi a dosi molto basse («1.000 volte al di sotto della dose che le agenzie regolatorie presumono non provochino effetti sull’uomo») e altri che provocano una risposta tossica a dosi «intermedie». Ciò significa che soglie di sicurezza arbitrarie hanno probabilmente un’utilità minima per la prevenzione dell’autismo e dell’obesità.

 

Ridurre o eliminare l’esposizione alle tossine ambientali durante le «finestre di sviluppo sensibili» potrebbe avere “un effetto enorme” sulla prevenzione sia dell’obesità che dell’autismo…

 

 

Altri paralleli

Anche se la maggior parte degli investigatori rimane bloccata in una specifica area di ricerca, numerosi paralleli (sia correlati e non correlati agli EDC) sono evidenti tra autismo e obesità per coloro che vogliono fare il salto logico. Questi includono:

 

– L’associazione dei metalli pesanti sia con l’autismo che con l’obesità
– La presenza di marcatori di infiammazione cronica in individui autistici e obesi
– Anomalie nella flora intestinale di individui obesi contro individui di peso normale e di autistici contro individui neurotipici, con alcuni ricercatori che considerano il microbioma intestinale come un «“organo endocrino”microbico».

 

I ricercatori riconoscono anche che la vaccinazione, in combinazione con un aumentato uso di antibiotici, può portare a «cambiamenti nell’interazione tra esseri umani e microbi», alterando la composizione della flora intestinale e creando «uno stato di squilibrio tra batteri protettivi e patogeni»

Anche la vaccinazione deve essere considerata come un fattore che contribuisce ad entrambe le condizioni croniche, in particolare alla luce della presenza nei vaccini di metalli pesanti che alterano il sistema endocrino come l’alluminio e il mercurio e dei numerosi studi che riportano l’infiammazione indotta dal vaccino (spesso aggravata dai adiuvanti di alluminio dei vaccini). I ricercatori riconoscono anche che la vaccinazione, in combinazione con un aumentato uso di antibiotici, può portare a «cambiamenti nell’interazione tra esseri umani e microbi», alterando la composizione della flora intestinale e creando «uno stato di squilibrio tra batteri protettivi e patogeni».

 

È interessante notare che alcuni ricercatori hanno proposto gli adiuvanti di alluminio e le componenti virali e batteriche dei vaccini come fattori di rischio per la sindrome dell’intestino irritabile (IBD) a causa della «risposta infiammatoria incontrollata» indotta dalla vaccinazione.

 

Ridurre l’esposizione

I ricercatori che descrivono l’allarmante epidemia di obesità nei bambini statunitensi suggeriscono che queste tendenze «fanno presagire una continua accelerazione del carico di malattie croniche, peggioramenti della qualità della vita e potenziali diminuzioni dell’aspettativa di vita».

Lo stesso è stato notato per quanto riguarda l’ASD. Ridurre o eliminare l’esposizione alle tossine ambientali durante le «finestre di sviluppo sensibili» potrebbe avere «un effetto enorme» sulla prevenzione sia dell’obesità che dell’autismo come pure delle numerose altre malattie croniche, neurodegenerative e infiammatorie che colpiscono l’attuale generazione di bambini.

 

Un’attenzione più concertata per affrontare l’impatto di queste sostanze tossiche sullo sviluppo è vitale se vogliamo aiutare i bambini a raggiungere il loro pieno, sano potenziale.

 

 

© 2 Ottobre 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

Continua a leggere

Autismo

Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»

Pubblicato

il

Da

Una donna autistica di 28 anni morirà di suicidio assistito a maggio nei Paesi Bassi dopo aver lottato con depressione e malattie mentali, con il suo psichiatra che le dice che le sue condizioni sono incurabili e non miglioreranno mai. Lo riporta LifeSiteNews.

 

La giovane, che non soffre di alcuna malattia fisica, ha deciso di porre fine alla sua vita con il suicidio assistito dopo che gli psichiatri hanno affermato di aver esaurito ogni mezzo per aiutarla ad affrontare le sue malattie mentali, che include il disturbo borderline di personalità, scrive The Free Press.

 

I suoi problemi con la malattia mentale le hanno impedito di finire la scuola o di iniziare una carriera.

 

Secondo le disposizioni della donna, dopo essere stata uccisa, il suo corpo sarà cremato senza funerale e le sue ceneri sparse nel bosco.

 

La scelta di togliersi la vita è stata presa nonostante la sua ammessa paura della morte derivante dall’incertezza di ciò che accade dopo la morte. «Ho un po’ paura di morire, perché è l’ultima incognita», ha detto. «Non sappiamo davvero cosa accadrà dopo – o non c’è niente? Questa è la parte spaventosa».

 

La diagnosi di autismo e malattia mentale come «incurabili» e «insopportabili» è diventata una tendenza crescente nei Paesi Bassi, con uno studio pubblicato nel giugno 2023 che ha rivelato 40 casi durante un periodo di 10 anni dal 2012 al 2021, scrive LifeSite. In un terzo di questi casi, a quelli con autismo o disabilità intellettiva veniva detto che non c’era speranza di migliorare la loro vita, e quindi la loro condizione veniva considerata «incurabile».

 

«Aiutare le persone con autismo e disabilità intellettive a morire è essenzialmente eugenetica», ha dichiarato Tim Stainton, direttore del Canadian Institute for Inclusion and Citizenship presso l’Università della British Columbia.

Sostieni Renovatio 21

L’uccisione programmata della donna autistica di 28 anni arriva mentre i Paesi Bassi continuano ad ampliare la portata di ciò che legalmente qualifica per l’eutanasia, con una nuova legge in vigore dal 1° febbraio che consente l’uccisione di bambini malati terminali di età compresa tra 1 e 12 anni ritenuti  malati al punto di «soffrire disperatamente e insopportabilmente».

 

La legge consente ai genitori di decidere di uccidere il proprio figlio anche se il bambino non è disposto o non è in grado di acconsentire, scrive LifeSite.

 

Come riportato da Renovatio 21, è in atto una Finestra di Overton in cui la popolazione viene portata gradualmente a considerare l’eutanasia degli autistici come un fatto razionale, accettabile, legale.

 

Tale manipolazione massiva verso l’uccisione degli autistici è destinata a crescere esponenzialmente visti i numeri dell’aumento dei casi di autismo, che fanno parlare di un vero e proprio «tsunami dell’autismo» che sta per investire la Sanità mondiale, le cui risorse economiche ed umane sono calcolate come insufficienti rispetto alla spaventosa quantità di persone colpite dalla malattia.

 

Nel frattempo, sta emergendo in tanta letteratura scientifica, come sottolineato di recente anche  dal dottor Peter McCullough: una correlazione netta tra autismo e transgenderismo.

 

L’eutanasia degli autistici – in quanto possibili danneggiati da vaccino – era stata preconizzata diversi anni fa da Renovatio 21, che ne parlò in una delle sue prime conferenze pubbliche. Il video è stato, ovviamente, censurato e tolto da YouTube, qualche mese fa.

 

Ne abbiamo testé caricato un brano su X.

 

«Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» domandavamo nel 2017.

 

L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari.

 

Il Regno Sociale di Satana passa anche da qui.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Continua a leggere

Autismo

Finestra di Overton per l’inarrestabile incremento dell’autismo: dal vaccino al sacrificio umano dell’eutanasia infantile

Pubblicato

il

Da

Il 2 aprile si è celebrata la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo. Si tratta di una delle tante festività sociopolitiche indette dall’ONU che tempestano il calendario tentando di sostituire santi e solennità.   A molti può venire da ridere: il giorno globale della consapevolezza sull’autismo avanza nell’inconsapevolezza – tutta programmata – delle cause della malattia.   Come sa il lettore, sull’autismo vige un tabù assoluto – è lecito qualsiasi scienzioso scaricabarile per spiegarlo, dalla «mamma-frigorifero» (che incolpa, con poca cavalleria, le genitrici) a improbabili cause genetiche (con letteratura debolissima, ma che si sentono ancora ripetere alla TV pubblica italiana), epigenetiche, etc. ma in nessun modo si deve sfiorare il tema della possibile correlazione con lo stato di ipervaccinazione in cui sono incorsi i bambini, in America come in Italia, quando i governi hanno deresponsabilizzato le farmaceutiche mettono i danni da vaccino a carico dello Stato, moltiplicando il numero di sieri e dosi iniettati sotto la spinta commerciale dei colossi di Big Pharma che non devono più pagare in caso di problemi.

Sostieni Renovatio 21

È la teoria portata avanti, fra gli altri, dal candidato presidenziale USA Robert F. Kennedy jr. – e con probabilità dalla sua scelta vicepresidenziale, l’ex moglie del fondatore di Google Sergej Brin Nicole Shanahan, linciata a scatola chiusa come creatura dell’oligarcato senza che potesse raccontare la sua storia di mamma di una bambina perfettamente sana divenuta autistica dopo la sierizzazione pediatrica.   Chi scrive sa quale ostracismo può causare anche solo avvicinarsi al tema del collegamento tra autismo e vaccini: il termine «nessuna correlazione» Renovatio 21 lo aveva sentito ben prima di malori, miocarditi e mRNA. Un’enorme impresa di fact checking, con ex ministri angloamericani ed ex direttori CIA nel board e «collaborazioni» con Microsoft, ci contattò per la prima volta nel 2019 per censire il grado di disinformazione di cui sarebbe affetto il sito che state leggendo.   Nella lunga telefonata che ci fecero da Nuova York, capimmo in particolare che erano disturbati dagli articoli che trattavano la questione di autismo e vaccini – Renovatio 21 già traduceva su permesso gli articoli di Kennedy e del suo gruppo, Children Health Defense, che all’epoca si chiamava ancora Mercury Project.   Le cose in seguito sarebbero divenute più chiare: emerse che Gates, quello di Microsoft, non solo aveva investito centinaia di milioni nei produttori di vaccini e nella stessa OMS, ma era fuggito da un incontro con Kennedy che voleva organizzare il presidente Donald Trump. Lo stesso RFK jr. pubblicò poi memorabili lunghi articoli in cui dettagliava con precisione spaventosa il piano di Gates per l’umanità e il mondo: farmaci, media mainstream, istituzioni, id digitale, campagne vaccinali internazionali, censura elettronica, «Quantum dots», agricoltura in Africa e negli USA, aborto, contraccezione, energia nucleare, alimentazione OGM e cibo sintetico, geoingegneria, bioingegneria sempre più cringe.   Quindi, quando parliamo di autismo e vaccini, in verità stiamo sulla punta di un iceberg, dove il sommerso è il più oscuro piano mondialista mai veduto, un progetto che è ora in corso, che è sotto i nostri occhi.   La giornata della consapevolezza inconsapevole sull’autismo, tuttavia, ha una certezza: l’aumento impressionante dei casi. È, di fatto, un’epidemia, che non riescono a curare né a prevenire – dire che non c’è vaccino per l’autismo è un gioco di parole che non sappiamo se ci sentiamo di fare.   Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), la prevalenza dell’autismo tra i bambini statunitensi è aumentata in modo significativo negli ultimi anni.   Come visibile in una infografica di Statista, mentre nel 2000 a 6,7 ​​bambini su 1.000 era stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico (ASD), quel numero è salito a 27,6 su 1.000 bambini entro il 2020.   Ciò significa che attualmente a 1 bambino su 36 negli Stati Uniti viene diagnosticato l’ASD, rispetto a 1 bambino su 150 20 anni fa.   Infographic: The Rising Prevalence of Autism | Statista Troverai altre infografiche su Statista   «La Giornata mondiale di sensibilizzazione sull’autismo di quest’anno, celebrata il 2 aprile, offre alle persone autistiche di tutto il mondo la possibilità di condividere la loro prospettiva su come le diverse società stanno affrontando il disturbo dello spettro autistico» scrive il sito di infografiche. «”Passare dalla sopravvivenza alla prosperità: gli individui autistici condividono prospettive regionali” è il motto della celebrazione di quest’anno, organizzata dal Dipartimento delle Comunicazioni Globali delle Nazioni Unite in collaborazione con l’Istituto di Neurodiversità (ION), un’organizzazione fondata e gestita da persone neurodivergenti per persone neurodivergenti e alleati».   Potete già sentirlo dalle parole – «neurodiversità», «neurodivergenti» – nuove e piuttosto orwelliane: è in atto una manipolazione pubblica riguardo l’autismo, una vera Finestra di Overton che vuole farcelo sembrare sempre più come un fatto normale, comune, anzi, forse è un superpotere.   È il caso della glorificazione dello spettro autistico visibile ovunque. Della diagnosi di sindrome di Asperger di Greta Thunberg i giornali hanno fatto un complimento.   Elon Musk, ospite principale di un’edizione del popolare programma satirico della TV americana Saturday Night Life, ha confessato di essere il primo presentatore Asperger nella storia della trasmissione.   Di recente, abbiamo avuto in Italia il caso della scrittrice Susanna Tamaro, che in varie occasioni ha dichiarato di soffrire della sindrome di Asperger. «Da piccola mi sentivo in un corpo sbagliato e prendevo psicofarmaci. A 3 anni dissi a mio fratello di chiamarmi Carlo» hanno titolato i giornali riportando una sua recente intervista.   Le dichiarazioni della Tamaronel 2019 portarono una famosa testata femminile a pubblicare un articolo acchiappa-click con «10 personaggi famosi con la sindrome di Asperger». Apprendiamo che in lista ci sono Darryl Hannah, Tim Burton, Courtney Love (interessante), Dan Aykroid, Anthony Hopkins, Andy Warhol, persino Stanley Kubrick. Tutta gente di estremo successo…   Film e serie TV vanno nella medesima direzione: ecco la pellicola di azione The Predator (2018), dove l’alieno cacciatore vede come avversari non aitanti maschi veterani dell’esercito, ma un bambino autistico, definito «grande guerriero».   Ecco The Accountant (2016), una pellicola di azione in cui il protagonista (Ben Affleck) è un uomo autistico che, oltre a saper sparare e pianificare trappole, fughe e quant’altro, è ovviamente un genio della matematica, cosa che lo rende un commercialista insuperabile.   Alcuni ritengono che Reed Richards detto «Mr. Fantastic», il personaggio dello scienziato elastico ed infallibile dei Fantastici 4, abbia un autismo conclamato: decisamente, un superpotere.   La stessa cosa capita a Billy the Blue Ranger, personaggio della insopportabile serie per bambini Power Rangers: ecco un supereroe autistico che combatte mostri giganteschi, e vince.   Tutta questa continua glorificazione, mentre la logica potrebbe far pensare che l’autismo, che impedisce l’empatia verso il prossimo, può sfociare in psicopatia. Quanti Serial Killer sono classificabili nello spettro autistico?   Senza andare a toccare questo tema, pensiamo a quanto sta emergendo in tanta letteratura scientifica, come sottolineato di recente anche dal dottor Peter McCullough: una correlazione netta tra autismo e transgenderismo.   In pratica, il bambino che dice di voler cambiare sesso potrebbe essere, innanzitutto, un bambino che soffre di autismo. Di qui parte la filiera dell’orrore: ormoni, mutilazioni, castrazioni.   Aggiungeteci la consapevolezza che tutto potrebbe essere partito – giurano tanti genitori – dalla vaccinazione, o meglio dall’ipervaccinazione del bimbo, e il quadro vi può diventare ancora più chiaro, simmetrico, ridondante.   A quei papà, a quelle mamme che si chiedono in lacrime perché mai qualcuno voglia portare avanti un programma tanto malvagio, possiamo rispondere solo che, di fatto, la persona autistica è il cittadino ideale del Nuovo Ordine Mondiale: totalmente dipendente (per ora dai genitori, domani dallo Stato), totalmente prevedibile (non concepisce di uscire dalle routine programmate per lui), totalmente disposto a restare in casa e non uscire (come da imperativo visto con i lockdown).   Quale Stato totalitario non desidererebbe un cittadino così?

Aiuta Renovatio 21

I numeri che abbiamo visto sopra sono, in realtà, ancora poco disturbanti. Perché il numero che circola tra gli addetti ai lavori – quelli non venduti – è che a breve avremo probabilmente un bambino autistico ogni quattro, forse ogni tre.   Bisogna capire che non tutti sopravvivranno, forse, anzi, il programma è di farne sopravvivere pochissimi. Perché – e abbiamo visto che in Olanda stanno iniziando – a breve proporranno alle famiglie di eliminare questi figli «imperfetti», con tutta la strisciante quantità di argomenti hitleriani del caso: la Lebensunwertes Leben, la «vita non degna di essere vissuta», i costi per la collettività, la possibilità di sostituire il figlio difettoso con uno nuovo, magari fatto con l’eugenetica delle provette e domani del CRISPR.   Non pensate che sia possibile un’alternativa: studi degli ultimi mesi prevedono che i sistemi sanitari, davanti a questo «tsunami dell’autismo», non potranno che collassare. E quindi, la questione verrà risolta alla radice: dolce morte per i bambini autistici – e non solo loro.   Lo avevamo detto, oramai sette anni fa, in una delle prime conferenze di Renovatio 21, in un hotel del centro di Reggio Emilia, all’altezza dell’entrata in vigore della legge Lorenzin che ipervaccinò i bimbi italiani, pena l’esclusione dalle scuole.   Il video è stato, ovviamente, censurato e tolto da YouTube, e neanche tanto tempo fa. Proviamo comunque a caricarne altrove una clip.       «Abbiamo visto che eliminano completamente i down, perché la loro è una vita indegna di essere vissuta» dicevo indicando il caso dell’Islanda down-free. «E una vita indegna di essere vissuta, va eliminata… voi pensate che sia impossibile? Il re cattolico del Belgio nel 2014 ha firmato una legge per cui si può fare l’eutanasia del bambino, basta che il bambino sia “consenziente”… l’eutanasia infantile è arrivata… qualcuno lo chiama aborto post-natale» dicevo.   Poi parlavo del caso di Charlie Gard, il bambino lasciato morire della Sanità inglese, e del suo messaggio, e cioè il «pensare che si possono ammazzare i bambini anche già nati… i bambini danneggiati si possono ammazzare».   «Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?»   Ricordo il gelo che scese nella sala. Da persona che lavora con i teatri, so percepire la temperatura di una sala. Lì era precipitato tutto sottozero all’istante, al punto che mi fermai prima ancora di finire la frase.   L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari.   Il capolavoro della Necrocultura di Satana è più visibile che mai: come con l’aborto – dove è la madre ad uccidere il suo figlio indifeso – anche qui l’eliminazione massiva di questa parte della popolazione in crescita verrà fatta passare per il consenso della famiglia, distruggendone, di fatto, ogni suo tessuto morale. La famiglia da luogo della vita, diventa luogo della Morte.   La famiglia, la cellula primaria della società nella quale visse lo stesso Dio incarnato, il cuore della legge naturale, viene pervertita in modo sanguinario.   È il Regno Sociale di Satana: parte dalle siringhe dei sieri e, dopo dolore e malattia, torna alle siringhe, ma dello sterminio biomedico di Stato. Dalla siringa al sacrificio umano. Lo Stato moderno fa così   Quanto ci piacerebbe che la «consapevolezza sull’autismo», e le sue giornatone ONU pagate dal contribuente, parlasse di queste cose.   Un’ultima cosa detta ai censori e ai «normalisti» che leggono queste righe e ridacchiano, o si scandalizzano, magari presi dalla voglia di segnalarci alle «autorità competenti» per «disinformazione»: ecco a voi il nostro dito medio, e ve lo siete meritato tutto, perché le vostre azioni stanno portando avanti nei decenni questo programma di morte e devastazione che usa i bambini come strumenti, come armi per la rivoluzione biologica che sta rovinando il mondo.   Siatene consapevoli: la Necrocultura travolgerà anche voi e le vostre patetiche esistenze di volonterosi carnefici di Moloch. Svegliatevi. Convertitevi.   Roberto Dal Bosco SOSTIENI RENOVATIO 21
             
Continua a leggere

Autismo

Vaccini COVID-19 collegati all’autismo nei ratti vaccinati: studio

Pubblicato

il

Da

Uno studio condotto in Turchia ha scoperto che ratti femmine a cui erano stati iniettati vaccini mRNA contro il COVID-19 hanno dato alla luce prole che mostrava sintomi di autismo e conteggi neuronali inferiori nel cervello. Lo riporta Epoch Times.

 

Lo studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Neurochemical Research il 10 gennaio, ha esaminato i collegamenti tra i vaccini mRNA COVID-19 e i disturbi dello sviluppo neurologico, con particolare attenzione all’autismo, analizzando la prole di ratti gravidi a cui erano stati iniettati i vaccini mRNA COVID-19 durante la gestazione.

 

I ricercatori hanno scoperto che i vaccini hanno avuto un «profondo impatto sui principali percorsi dello sviluppo neurologico», con la prole maschile che mostrava «comportamenti pronunciati simili all’autismo, caratterizzati da una marcata riduzione dell’interazione sociale e di modelli di comportamento ripetitivi».

 

«Inoltre, si è verificata una sostanziale diminuzione della conta neuronale nelle regioni critiche del cervello, indicando una potenziale neurodegenerazione o uno sviluppo neurologico alterato. I ratti maschi hanno anche dimostrato prestazioni motorie compromesse, evidenziate da una ridotta coordinazione e agilità», scrivono i ricercatori.

Sostieni Renovatio 21

Nello studio, i ratti femmine sono stati assegnati in modo casuale in due gruppi. Quelli del Gruppo 1 hanno ricevuto un’iniezione salina intramuscolare il tredicesimo giorno di gestazione, mentre i ratti del Gruppo 2 hanno ricevuto iniezioni di Pfizer lo stesso giorno. C’erano sette ratti femmine nel Gruppo 1 e otto nel Gruppo 2, per un totale di 15 ratti.

 

Sono nati in totale 41 figli: 20 nel gruppo salino e 21 tra quelli vaccinati. La prole è stata sottoposta a molteplici test comportamentali 50 giorni dopo la nascita, durante i quali i ricercatori hanno annotato le loro prestazioni:

 

  • Open Field Test, che ha testato l’attività locomotoria generale e l’ansia.
  • Comportamento di allevamento indotto dalla novità, che ha valutato la prole per i loro comportamenti esplorativi.
  • Test di socievolezza e novità sociale a tre camere, che valutava la socievolezza della prole.
  • Rotarod Test, che ha analizzato le capacità motorie e la resistenza della prole.

 

I ricercatori hanno riscontrato una «differenza significativa» tra maschi e femmine nel gruppo vaccino in termini di coordinazione motoria ed equilibrio, con la prole maschile che mostrava capacità compromesse «più pronunciate». Tuttavia, non sono state osservate differenze di questo tipo nella coordinazione motoria e nell’equilibrio basate sul sesso nella prole nata da ratti a cui era stata somministrata soluzione salina.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Nei test di socialità, i figli maschi del gruppo vaccino sono stati visti trascorrere «molto meno tempo» con ratti che erano loro estranei rispetto ai figli maschi del gruppo trattato con soluzione salina. Questa differenza non esisteva quando si confrontavano le figlie del gruppo vaccino con quelle del gruppo soluzione salina.

 

I risultati «sottolineano l’importanza di considerare il sesso come una variabile biologica nella ricerca sui vaccini ed evidenziano la necessità di studi mirati per esplorare ulteriormente le implicazioni di questi effetti specifici del sesso».

 

Lo studio è stato finanziato dal Consiglio per la ricerca scientifica e tecnologica della Turchia, e gli autori non hanno dichiarato conflitti di interessi.

 

Dopo che i ratti nati sono stati testati, i ricercatori li hanno soppressi, hanno estratto il loro cervello e li hanno sottoposti a valutazioni biochimiche e istologiche. L’istologia si riferisce alla struttura microscopica di organi, tessuti e cellule.

 

Analogamente ai test comportamentali, anche le valutazioni biochimiche e istologiche hanno riscontrato che i figli maschi dei gruppi vaccinati erano colpiti. I ratti avevano «una conta neuronale significativamente diminuita» in alcune regioni dell’ippocampo rispetto ai maschi del gruppo salino. L’ippocampo è la parte del cervello che ha il compito di formare nuovi ricordi, apprendimento ed emozioni.

 

Allo stesso modo, anche la conta delle cellule di Purkinje nel cervelletto era «significativamente inferiore» nei figli maschi del gruppo vaccino. Le cellule di Purkinje sono un tipo di neurone situato nel cervello.

 

«Non sono state riscontrate differenze significative» tra le femmine del gruppo vaccino e quelle trattate con soluzione salina in termini di conta neuronale nell’ippocampo o nella conta delle cellule di Purkinje.

Aiuta Renovatio 21

I ricercatori hanno anche esaminato i livelli di BDNF nel cervello e l’espressione del gene WNT nella prole. Il BDNF è una proteina che influenza le funzioni cerebrali, come l’induzione di una nuova crescita neuronale, la prevenzione della morte delle cellule cerebrali esistenti e il supporto delle funzioni cognitive. Bassi livelli di BDNF sono stati collegati a uno scarso sviluppo neurale, all’Alzheimer e a disfunzioni dei neurotrasmettitori.

 

Nel frattempo, il gene WNT è stato collegato alla secrezione di proteine ​​di segnalazione coinvolte nello sviluppo neurologico. Sia nella prole maschile che in quella femminile del gruppo vaccino, i livelli cerebrali di BDNF sono risultati «significativamente diminuiti» rispetto alle loro controparti del gruppo salino.

 

L’espressione del gene WNT era «significativamente diminuita» nella prole maschile del gruppo vaccino rispetto ai maschi del gruppo soluzione salina. Nelle femmine, la prole del gruppo vaccino ha mostrato un’espressione del gene WNT «non significativamente più alta» rispetto al gruppo soluzione salina.

 

«Il vaccino mRNA per il COVID-19 sembra indurre comportamenti simili all’autismo nei ratti maschi, influenzando i percorsi WNT e BDNF in entrambi i sessi», afferma lo studio. «Questo risultato specifico per genere enfatizza le domande sull’influenza del vaccino sulla funzione e sulla struttura del cervello».

 

«C’è una notevole maggiore prevalenza di ASD (disturbo dello spettro autistico) nei maschi rispetto alle femmine, il che indica fattori biologici innati che influenzano la manifestazione dei disturbi dello sviluppo neurologico in modo diverso tra i sessi».

 

Gli autori hanno chiesto che vengano condotte ulteriori ricerche su questi argomenti per «convalidare questi risultati nelle popolazioni umane e per svelare i complessi meccanismi alla base degli effetti osservati».

 

«Lo studio ha suscitato intense reazioni da parte della comunità scientifica. Il radiologo e ricercatore sul cancro William Makis ha definito i risultati dello studio “scioccanti” in un post del 12 gennaio» scrive Epoch Times, che ricorda come i media hanno spinto con decisione perché le donne incinte si vaccinassero per il COVID. «È ora di fermare immediatamente i vaccini mRNA contro il COVID-19 e di iniziare a valutare il danno incalcolabile arrecato alla prossima generazione», ha affermato Makis.

Sostieni Renovatio 21

Uno studio sulla popolazione dei vaccinati italiani pubblicato sulla rivista Vaccines in ottobre aveva anche collegato i vaccini COVID-19 a problemi neurologici. Lo studio rilevava che circa il 31,2% degli individui vaccinati ha sviluppato complicazioni neurologiche post-vaccinazione, in particolare tra quelli a cui è stato iniettato il vaccino AstraZeneca.

 

Il profilo di rischio neurologico del vaccino AstraZeneca comprendeva mal di testa, tremori, spasmi muscolari, insonnia e acufene, mentre il profilo di rischio del vaccino Moderna comprendeva sonnolenza, vertigini, diplopia (visione doppia), parestesia (sensazione di intorpidimento o prurito sul viso o sulla pelle), alterazioni del gusto e dell’olfatto e disfonia (raucedine o perdita della voce normale).

 

Per quanto riguarda i vaccini Pfizer, i ricercatori hanno riscontrato «un aumento del rischio» di nebbia cognitiva o difficoltà di concentrazione.

 

Il tema della correlazione tra autismi e vaccini è stato un tabù assoluto almeno da fine anni Novanta, quando essa fu tenuemente ipotizzata in uno studio condotto da vari ricercatori capeggiati dal dottor Andrew Wakefield. Negli anni, studi hanno dimostrato nei bambini non vaccinati meno casi di autismo e allergie.

 

Come riportato da Renovatio 21, il numero di bambini autistici sta aumentando di anno in anno in modo impressionante, rendendo la loro futura assistenza economicamente quasi insostenibile per la società.

 

Nei Paesi Bassi intanto avanza l’ipotesi, preconizzata da Renovatio 21 sin dalla sua prima conferenza nel 2017, dell’eutanasia di Stato per gli affetti da autismo.

 

La ricercatrice biomolecolare americana Theresa Deisher ha teorizzato un legame tra l’uso di cellule di aborto nei vaccini e l’impennata dei casi di autismo.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

Continua a leggere

Più popolari