Spirito
I primi passi di Leone XIV: omelia e discorso ai cardinali

La prima messa del papa eletto, celebrata nella Cappella Sistina, non è più un evento a porte chiuse riservato ai soli cardinali, ma un evento mondiale grazie alle telecamere di Vatican Media, che quest’anno sono penetrate un po’ più a fondo nei meandri del Vaticano.
Il nuovo sovrano pontefice ha invitato i cardinali a meditare sulla missione della Chiesa e sulla professione di fede di san Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16), «sintesi dell’eredità che la Chiesa, attraverso la successione apostolica, ha custodito, approfondito e trasmesso per duemila anni». In essa si afferma la divinità di Cristo, sottolineandone al contempo l’umanità.
La risposta di Pietro, spiega Leone XIV, contiene due dimensioni inscindibili: «il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsi trasformare». Due dimensioni affidate alla Chiesa, e che sono al centro della sua missione, spiega il papa che la vede come una chiamata a essere «l’amministratore fedele» di un tesoro spirituale.
L’omelia risponde poi alla domanda di Gesù: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» (Mt 16,13). Il papa distingue il «mondo», che percepisce Gesù come «insignificante, al massimo curioso», pronto a rifiutarlo se diventa esigente in materia di moralità; e la «gente» che vede Gesù come un uomo giusto ma lo abbandona durante la Passione, delusa dalla sua semplice umanità.
Questi atteggiamenti sono molto attuali: «incarnano idee che si possono trovare in molte persone». Per alcuni, la fede cristiana è riservata alle «persone deboli e poco intelligenti»; altri considerano Gesù un leader carismatico senza riconoscerne la divinità. Queste idee rivelano una ricerca di significato in cui la fede è soppiantata dalle certezze materiali.
«Per questo la missione è urgente in questi luoghi, perché la mancanza di fede porta spesso a tragedie: perdita del senso della vita, dimenticanza della misericordia, violazione della dignità della persona, crisi familiari e tante altre ferite di cui soffre terribilmente la nostra società». L’omelia si è conclusa con questa preghiera: «Che Dio mi conceda questa grazia [di farmi piccolo piccolo], oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria, Madre della Chiesa».
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Discorso di papa Leone XIV al Collegio dei Cardinali
Sabato 10 maggio 2025, il papa si è rivolto al Collegio cardinalizio per condividere con loro alcune riflessioni e per ascoltare i loro consigli e suggerimenti. Leone XIV volle ringraziarli per il loro aiuto. Ha ringraziato in modo particolare il Decano del Sacro Collegio e il Camerlengo.
Ha pregato anche per il suo predecessore prima di pronunciare il suo elogio funebre di due parole, lodando: «il suo stile di totale dedizione al servizio e il suo modo sobrio di vivere, l’abbandono a Dio durante la sua missione e la serena fiducia al momento del ritorno alla casa del Padre».
Leone XIV aggiunse come programma del suo pontificato: «Vorrei che rinnovassimo la nostra piena adesione al cammino che la Chiesa universale sta seguendo da decenni secondo il Concilio Vaticano II. Papa Francesco ne ha magistralmente ripreso e attualizzato i contenuti nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, di cui vorrei sottolineare alcuni aspetti fondamentali:
«Il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio (cfr n. 11); la conversione missionaria dell’intera comunità cristiana (cfr n. 9); la crescita della collegialità e della sinodalità [è importante sottolineare che la parola non si trova in questo brano, è Leone XIV che interpreta. N.d.R.] (cfr n. 33);
«L’attenzione al sensus fidei (cfr nn. 119-120), specie nelle sue forme più autentiche e inclusive, come la pietà popolare (cfr n. 123); l’attenzione affettuosa ai più piccoli e abbandonati (cfr n. 53); il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue diverse componenti e realtà (cfr n. 84; Concilio Vaticano II, Costituzione pastorale Gaudium et Spes, 1-2)».
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Il richiamo alla collegialità e alla sinodalità, come pure al sensus fidei, sono molto marcati in questa esortazione, e molto «bergogliano». Per il resto, dovremo attendere azioni o testi. Ma la prima impressione che ne ricava è quella di voler proseguire l’opera del suo predecessore, con uno stile certamente diverso. Il papa spiega poi perché adottò il nome di Leone XIV.
«Proprio perché mi sento chiamato a proseguire su questa scia, ho pensato di assumere il nome di Leone XIV. Ci sono diverse ragioni, ma principalmente perché papa Leone XIII, con la storica enciclica Rerum Novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che pongono nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».
L’ultimo riferimento in questo Discorso viene da Paolo VI, che chiede «una grande fiamma di fede e di amore per il mondo intero». Un altro tratto comune a Francesco è il riferimento a questo papa, citato nuovamente nel Regina Caeli del giorno seguente.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News.
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Spirito
Mons. Viganò: la chiesa conciliare-sinodale schierata con i nemici della Chiesa cattolica

Trovo a dir poco inconcepibile che, dinanzi all’evidenza del colpo di stato globalista nelle nazioni occidentali e alla aperta ostilità a Cristo e alla Sua Chiesa dell’élite globalista, la chiesa conciliare-sinodale insista ancora a schierarsi con i nemici della Chiesa Cattolica,… pic.twitter.com/dX03GnWp0S
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) September 10, 2025
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Spirito
Migliaia alla processione del Concilio dei Santi di Mosca

Migliaia di cristiani ortodossi hanno preso parte domenica a una grande processione per celebrare il Concilio dei Santi di Mosca, una festa della Chiesa ortodossa russa in onore dei santi di Mosca. L’evento segna la rinascita di una tradizione interrotta dopo la Rivoluzione russa del 1917.
La marcia è stata guidata dal Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, e vi hanno preso parte anche il clero della diocesi di Mosca, comunità monastiche e fedeli laici. Gli organizzatori hanno stimato la partecipazione di circa 40.000 persone.
I partecipanti provenivano da tutta la Russia, ma anche dalla Repubblica Ceca, dall’Uzbekistan, dalla Serbia, dall’Italia e da altri Paesi. La marcia è partita dalla Cattedrale di Cristo Salvatore nel centro di Mosca e si è diretta al Convento di Novodevichy, a 6 km di distanza.
🇷🇺☦️ WATCH: Over 40,000 Orthodox Christians March Through Moscow!
People are Carrying Flags of Jesus and the Virgin Mary with a Powerful Message:
“God Is With Us” pic.twitter.com/QXdynDNXD0
— Mario ZNA (@MarioBojic) September 7, 2025
Thousands of Orthodox believers gather at Moscow’s Cathedral of Christ the Savior for the annual Cross Procession pic.twitter.com/esM3bv63TQ
— Uncensored News (@Uncensorednewsw) September 7, 2025
🙏 Believers gathered at the Cathedral of Christ the Savior awaiting the all-Moscow cross procession.
– FRWL pic.twitter.com/9wOdWiRt0W— Zlatti71 (@Zlatti_71) September 7, 2025
A vast crowd joined the great Cross Procession in Moscow, led by the Russian Orthodox Church
God bless 🇷🇺 Russia — a nation of spirit and destiny, carrying hope for a truly multipolar world pic.twitter.com/w0iRasluTP
— Bebo BRICS (@BeboBrics) September 7, 2025
The Russians are coming!
The largest procession in Moscow since 1918 is underway. pic.twitter.com/Bj823DtiFh
— Bernadette 🏴🇮🇪🇷🇺🇵🇸 (@BDooher) September 7, 2025
❗️150,000 civilians take part in a patriotic Russian Orthodox march in Moscow. 🙏🇷🇺☦️ pic.twitter.com/hRwX7uHPOU
— cvetko35 (@cvetko35) September 7, 2025
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I video condivisi online mostrano sacerdoti e fedeli che portano striscioni colorati raffiguranti santi, mentre la folla canta il tradizionale «Cristo è risorto» e i cori rispondono «Veramente è risorto».
Molti cantavano inni religiosi mentre i moscoviti si schieravano lungo le strade per assistere alla processione.
La processione è stata preceduta da una funzione celebrata dal Patriarca Cirillo nella Cattedrale di Cristo Salvatore. Parlando prima dell’evento, il Patriarca ha affermato che la marcia ha sottolineato il ruolo di Mosca come capitale dell’Ortodossia e ha espresso la speranza che possa ripristinare un’antica tradizione.
«Mosca è una capitale veramente ortodossa della nostra patria», ha detto ai giornalisti dopo la funzione. «Da un lato, è una città aperta ai nostri fratelli di altre religioni, riconoscendo il loro contributo alla nostra storia comune, ma allo stesso tempo è una città che non rinuncerà mai alla sua eredità cristiana».
La processione celebra lo storico trasferimento dell’icona di Smolensk della Santa Madre di Dio dalla Cattedrale dell’Annunciazione del Cremlino al Convento di Novodevichy, fondato dal Granduca Vasilij III dopo la presa di Smolensk nel 1525. In memoria del trasferimento dell’icona venne istituita una marcia annuale, che continuò per quasi quattro secoli fino alla Rivoluzione russa.
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