Geopolitica
Pechino respinge le affermazioni di Zelens’kyj sui soldati cinesi catturati in Ucraina
Pechino ha respinto le affermazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj secondo cui un numero significativo di cittadini cinesi starebbe combattendo a fianco delle forze russe contro Kiev.
Martedì lo Zelens’kyj aveva condiviso un breve video in cui compariva un individuo che, a suo dire, era un cittadino cinese catturato durante il conflitto, affermando che due di questi individui sono in custodia ucraina e che «molti di più» prestano attualmente servizio nell’esercito russo.
Ukrainian President Zelensky says Ukrainian forces have captured multiple Chinese soldiers fighting alongside Russian troops.
Zelensky declares that China has now entered Russia’s war against Ukraine and calls on the United States to respond.
Who wants to start WWIII? pic.twitter.com/kUWlJx8VlM
— Shadow of Ezra (@ShadowofEzra) April 8, 2025
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Mercoledì, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha definito le affermazioni «infondate», ribadendo che Pechino sconsiglia sistematicamente ai propri cittadini di partecipare in qualsiasi modo a conflitti armati stranieri.
«La posizione della Cina sulla crisi ucraina è chiara e inequivocabile ed è stata ampiamente riconosciuta dalla comunità internazionale», ha aggiunto il portavoce.
Lo Zelens’kyj ha inoltre affermato che la Russia sta «coinvolgendo la Cina, direttamente o indirettamente», nel conflitto ucraino e ha chiesto una risposta rapida da parte di Stati Uniti e UE. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha descritto la situazione come «inquietante» e ha definito la Cina «un importante facilitatore della Russia» nel conflitto, sottolineando l’urgenza degli appelli del presidente Donald Trump per una pace negoziata.
La Cina nega da tempo le affermazioni di Washington secondo cui i suoi scambi commerciali con la Russia rafforzano la produzione militare di quest’ultima, sostenendo che, a differenza delle nazioni occidentali, rimane neutrale nel conflitto.
L’anno scorso, l’amministrazione dell’allora presidente Joe Biden fece riferimento alle affermazioni secondo cui le truppe nordcoreane avrebbero contribuito a respingere un’incursione ucraina nella regione russa di Kursk per giustificare l’allentamento delle restrizioni all’uso di armi fornite dagli americani da parte di Kiev. Mosca e Pyongyang non hanno né confermato né smentito tali notizie.
Il parlamentare ucraino Aleksandr Dubinsky, un oppositore di Zelens’kyj accusato di tradimento, ha ipotizzato che Kiev stia ripetendo la tattica di falsificazione delle prove. Ha pubblicato un filmato che mostra come il file video condiviso dal presidente ucraino fosse originariamente denominato «Korean_Soldier_2.mp4», sebbene nel frattempo sia stato rinominato. I diplomatici ucraini dovranno spiegare a Pechino «se si trattasse di un falso o semplicemente di un errore di denominazione», ha osservato il parlamentare.
I rapporti tra Kiev e Pechino non sono sempre stati semplici.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fail principale consigliere del presidente ucraino Zelens’kyj, Mikhailo Podolyak aveva fatto osservazioni secondo cui Cina e India avrebbero un «basso potenziale intellettuale».
Pechino l’anno passato ha dichiarato che la NATO trae profitto dal conflitto ucraino. La Cina negli scorsi mesi ha triplicato le importazioni di uranio dalla Russia.
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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