Sport e Marzialistica
Il nuovo presidente del Comitato Olimpico si oppone ai divieti riguardo i conflitti armati
La presidente entrante del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) Kirsty Coventry ha dichiarato di non sostenere l’esclusione degli atleti dalle Olimpiadi in base al coinvolgimento dei loro Paesi in conflitti armati. In un’intervista a Sky News di venerdì, ha anche annunciato i piani per avviare discussioni sul ritorno della Russia alle competizioni.
Agli atleti russi e bielorussi è stato proibito di partecipare ai Giochi poco dopo l’escalation del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022. Il CIO ha anche insistito affinché le federazioni sportive internazionali facessero lo stesso, portando all’esclusione di entrambi i paesi dai principali eventi sportivi globali.
In seguito, il comitato ha permesso ad alcuni atleti di Russia e Bielorussia di partecipare ai Giochi come individui sotto bandiere neutrali, anche alle Olimpiadi di Parigi del 2024, mentre le squadre nazionali sono rimaste escluse.
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Quando Sky News le ha chiesto, un giorno dopo la sua elezione, se fosse contraria a vietare alle nazioni di partecipare alle Olimpiadi a causa di conflitti militari, Coventry ha risposto: «Lo sono, ma credo che ogni situazione debba essere considerata individualmente».
Coventry, che ora è destinata a diventare la prima donna e la prima africana a guidare il CIO, si è anche impegnata a istituire una task force per sviluppare «alcune politiche e alcuni quadri guida che noi, come movimento, possiamo utilizzare per prendere decisioni quando siamo coinvolti in conflitti».
L’ex nuotatrice olimpica che stabilì tre record ai mondiali in vasca corta di Manchester 2008, che ha vinto due medaglie d’oro per lo Zimbabwe, ha ammesso che in Africa ci sono «conflitti orribili in questo momento», sottolineando la necessità di proteggere e sostenere gli atleti, assicurando loro l’opportunità di partecipare ai Giochi Olimpici.
Alla domanda se consentire alla nazionale russa di tornare alle Olimpiadi nel 2026, Coventry ha risposto: «ne parleremo con un gruppo collettivo, come ho detto, con la task force».
Giovedì Coventry è stata eletta decimo presidente del CIO, avendo ottenuto la maggioranza dei voti. La 41enne ha preceduto lo spagnolo Juan Antonio Samaranch Jr. e il britannico Sebastian Coe, che si sono classificati rispettivamente secondo e terzo nella votazione.
Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con la Coventry per la sua elezione al CIO, affermando che la sua «esperienza e dedizione al vero progresso dei nobili ideali olimpici garantiranno il suo successo in una posizione così responsabile».
I funzionari russi hanno ripetutamente criticato le nazioni occidentali per aver politicizzato lo sport internazionale e per aver esercitato pressioni sulle federazioni sportive affinché escludessero gli atleti russi e bielorussi per motivi politici.
La Coventry è stata criticata per essere stata nominata nel 2019 ministro della gioventù, dello sport e della ricreazione dal presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa, detto anche «il coccodrillo», che nel 2017 ha preso il posto del controverso Robert Mugabe (1924-2019).
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Immagine di BugWarp via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Sport e Marzialistica
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Sport e Marzialistica
È morto il maestro Kurihara, colonna del judo in Italia
Domenica 28 settembre è venuta a mancare una delle storiche colonne del judo italiano, il maestro Takero Kurihara. Si tratta di una figura di riferimento imprescindibile per la storia del judo. Il Judo Club Kurihara, fondato a Milano nel 1970, ha preparato qualcosa come 10mila atleti almeno.
Sul sito del Judo Club leggiamo che la sua lunga e gloriosa storia. Il maestro nasce a Kumamoto, in Giappone, il 25 ottobre 1941. A sette anni inizia a praticare judo e, a soli quattordici anni, nel 1955, ottiene la cintura nera 1° Dan, seguita dal 2° Dan due anni dopo. Nel 1960 si iscrive alla facoltà di Economia dell’Università Chuo di Tokyo, una delle più prestigiose del Giappone. L’anno successivo conquista il 3° Dan e, nel 1963, vince il Campionato Universitario del Giappone, ottenendo il 4° Dan. In questo periodo diventa assistente del maestro Kikuchi (8° Dan) presso l’Università Chuo.
Nel 1964 viene selezionato per il ritiro della Nazionale Giapponese in preparazione alle Olimpiadi di Tokyo, si laurea in Economia con il massimo dei voti e viene nominato 1° Assistente del maestro Kotani (10° Dan, allievo diretto del fondatore del judo Jigoro Kano) al Kodokan di Tokyo, dove affianca il maestro nell’insegnamento agli ufficiali della U.S. Air Force.
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Nel settembre 1964, il Kodokan lo invia ufficialmente in Europa per promuovere il judo nel mondo occidentale. Il 17 settembre, alle 23:00, parte dall’Aeroporto Internazionale di Haneda, salutato da oltre cento persone, tra cui il futuro campione olimpico e mondiale Isao Okano, i campioni giapponesi del 1962 Yoshigaki e Hasegawa, il campione olimpico del 1972 Sekine, il futuro direttore tecnico della Nazionale Canadese Hiroshi Nakamura e il maestro Kimura, futuro direttore tecnico della squadra della Polizia di Tokyo. Tra la folla, il silenzio si fa palpabile quando arriva il maestro Kotani, ormai anziano e appoggiato a un bastone, per un ultimo saluto.
Il 18 settembre 1964 arriva in Italia, accolto all’aeroporto di Linate da un centinaio di persone. L’entusiasmo è tale che gli atleti lo accompagnano direttamente in palestra per osservare il suo metodo di allenamento e la sua tecnica, nonostante il viaggio di oltre 23 ore da Tokyo a Milano. Qui, il maestro affronta un incontro Ju-Nin-Gake (1 contro 10), sconfiggendo per Ippon tutti e dieci i migliori judoka europei selezionati, con l’incontro più lungo durato meno di due minuti. Nel 1965 si tessera presso la F.I.A.P. (Federazione Italiana Atletica Pesante) come insegnante tecnico e, l’anno successivo, conduce uno stage nazionale per gli insegnanti di judo della federazione italiana.
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A partire dal 1966, insegna judo agli studenti dell’Istituto Leone XIII dei padri gesuiti di Milano e supervisiona gli allenamenti per i gruppi sportivi delle forze armate italiane (Fiamme Oro, Fiamme Gialle, Carabinieri ed Esercito). In quello stesso anno, il Kodokan gli conferisce il 5° Dan.
Nel 1970 fonda il Judo Club Kurihara a Milano, affiliato alla F.I.A.P.J. e riconosciuto come Centro C.O.N.I. di Avviamento allo Sport. La palestra si distingue per il tatami rialzato su pannelli elastici, progettato per garantire sicurezza e assorbimento degli impatti durante le cadute.
Nel 1978, in riconoscimento del suo contributo alla diffusione del judo in Italia e in Europa, il Kodokan gli attribuisce il 6° Dan, la cintura bianco-rossa. Nel 1997, su richiesta del generale degli Alpini Marco Grasso (cintura nera 1° Dan), primo comandante della rinata Scuola Militare “Teulié” di Milano, il maestro Kurihara inizia a insegnare judo agli allievi della scuola, valorizzando il judo come strumento educativo.
Il 17 settembre 2002, il Kodokan gli conferisce l’8° Dan, rendendolo il maestro con il grado più alto in Europa ufficialmente riconosciuto dall’istituzione.
Nel corso della sua carriera, il maestro Kurihara ha approfondito lo studio del judo sotto il profilo storico, tecnico e culturale, mantenendo contatti con i maggiori esperti e atleti della disciplina, tra cui i maestri Daigo, Mikami di Losanna e Nakamura.
Con il maestro Kurihara se ne va un pezzo storico della marzialistica italiana, un esempio dei tempi in cui erano giapponesi i maestri da generazioni di italiani imparavano.
La tradizione, comunque, continua. Yujiro Kurihara, nipote del Maestro, è attivo nel ju-jitsu e pratica anche il kurash, antica forma di lotta che è sport nazionale in Uzbekistan.
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