Animali
Biden ha speso 10 milioni pubblici per richerche sui «topi transgender». Noi ricordiamo la questione dei «topi umanizzati»

Circa 10 milioni di dollari di fondi dei contribuenti americani sono stati spesi l’anno scorso per esperimenti su «topi da laboratorio transgender». Lo ha affermato la rappresentante repubblicana Nancy Mace.
La Mace ha dichiarato che la somma era un esempio di uso improprio dei soldi dei contribuenti da parte dell’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden.
Intervenendo giovedì a un’udienza della House Oversight Committee (Comitato per la Supervisione e la Riforma del governo) intitolata «Transgender Lab Rats and Poisoned Puppies: Oversight of Taxpayer Funded Animal Cruelty» («Topi transessuali e cuccioli avvelenati: revisione della crudeltà verso gli animali pagata dal contribuente»), la Mace ha criticato l’assegnazione di fondi dei contribuenti per «cure di affermazione di genere» nella ricerca sugli animali. L’udienza ha visto la testimonianza di un rappresentante del White Coat Waste Project, che denuncia i progetti di sperimentazione sugli animali.
«Perché il governo federale spende i soldi dei contribuenti per creare animali transgender?», ha chiesto Mace, riferendosi alle iniziative di protezione dei diritti delle persone transgender e ai programmi che promuovono diversità, equità e inclusione (DEI), che il governo federale aveva istituito durante l’amministrazione Biden.
«L’anno scorso, il White Coat Waste Project ha esposto più di 10 milioni di dollari di fondi dei contribuenti che sono stati spesi per creare topi, ratti e scimmie transgender», ha affermato il repubblicano della Carolina del Sud. «Queste sovvenzioni DEI hanno finanziato esperimenti transgender dolorosi e mortali che hanno costretto gli animali da laboratorio a sottoporsi a interventi chirurgici invasivi e terapie ormonali presso università in tutto il Paese».
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La Mace ha criticato duramente l’agenda politica dell’amministrazione Biden, sostenendo che la Casa Bianca era così «ansiosa di propagare la sua ideologia di genere radicale in tutti gli aspetti della società americana che stava mutando chirurgicamente i genitali degli animali. I soldi dei contribuenti sono andati a questo».
Secondo i calcoli del White Coat Waste Project, negli ultimi anni il National Institutes of Health ha speso almeno 240 milioni di dollari in sovvenzioni per «esperimenti sugli animali transgender», di cui 26 milioni di dollari in progetti attualmente attivi.
«Il governo degli Stati Uniti spende più di 20 miliardi di dollari all’anno per condurre esperimenti sugli animali», ha detto Mace. «Abbiamo speso più di 1 milione di dollari per scoprire se i ratti femmina sottoposti a terapia con testosterone avevano maggiori probabilità di andare in overdose da una droga da stupro».
La Casa Bianca ha spinto contro i programmi DEI all’interno del governo federale da quando Donald Trump ha assunto l’incarico il 20 gennaio. Nel suo primo giorno di ritorno nello Studio Ovale, il presidente ha firmato ordini che ritiravano le protezioni per gli individui transgender e terminavano le iniziative DEI, descrivendo i suoi sforzi come una mossa per porre fine ai tentativi di «ingegnerizzare socialmente razza e genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata».
Come riportato da Renovatio 21, Trump ha firmato un ordine esecutivo che vieta «l’ideologia di genere radicale» nell’esercito degli Stati Uniti, sottolineando che i militari devono rispettare gli standard di idoneità fisica e mentale per il servizio.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio di questa settimana, il presidente degli Stati Uniti ha siglato un ordine esecutivo che impedisce alle donne transgender di competere negli sport femminili.
I ratti transgenderri scoperti dalla revisione di questi giorni non sono la cosa più allucinante in tema murino fatta da Biden.
Come riportato da Renovatio 21, appena insediatosi quattro anni fa Biden riaccese la produzione di topi umanizzati a scopo laboratoriale. L’amministrazione Biden revocò le restrizioni sull’uso del tessuto fetale per la ricerca medica, annullando le regole imposte nel 2019 dal presidente Trump. Le nuove regole consentivano agli scienziati di utilizzare tessuti derivati da aborti volontari.
Le versioni «chirurgiche» dei topi umanizzati (cioè, dove la modifica non è ottenuta per via genetica con l’inserimento di codice genetico umano nei roditori) sono ottenute con il trapianto pezzi di bambino abortito dentro roditori, che poi vengono avviati agli esperimenti. La pressione di gruppi religiosi che chiedevano fossero usati solo tessuti da aborti spontanei fu respinta, in quanto questo tipo di aborti può avere anomalie genetiche, mentre l’aborto volontario in genere produce tessuti sanissimi di feti destinati ad essere bambini normali.
Fu trovato che per creare i topi umanizzati l’ente di regolazione del farmaco FDA aveva pagato 90 mila dollari per avere tessuti fetali «freschi, mai congelati».
Come noto, topi umanizzati sono alla base anche dell’esperimento gain of function avvenuto sul coronavirus SARS-CoV nel famigerato laboratorio di Wuhano, dove pure affluivano ampi fondi pubblici USA.
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Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.
Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.
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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.
La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.
La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».
Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.
Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), i malati mentali in genere, i disabili, i depressi da lockdown, gli angosciati, i poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.
Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?
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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Scoiattolo malvagio terrorizza intero quartiere

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A California neighborhood has been overtaken by an aggressive squirrel that has attacked nearly half a dozen residents. One local woman told @ElisePrestonTV of the moment the squirrel suddenly jumped on her leg and ended up sending her to the ER.
“It was biting and scratching,”… pic.twitter.com/fuwomCV0Xj — CBS Evening News (@CBSEveningNews) September 28, 2025
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