Politica
Bomba esplode dinanzi alla Corte Suprema brasiliana

Mercoledì sera, due bombe sono state fatte esplodere vicino agli edifici governativi nella capitale brasiliana, Brasilia, uccidendo una persona. Le autorità affermano che l’unica vittima è il sospettato stesso.
L’incidente è avvenuto nella cosiddetta Praça dos Três Poderes («Piazza dei Tre Poteri»), luogo progettato dal grande architetto Oscar Niemeyer, dove si trovano la Corte Federale Suprema, il parlamento e il palazzo presidenziale.
Secondo il quotidiano Folha de S.Paulo, le esplosioni sono state udite intorno alle 19:30 ora locale. Una bomba è esplosa fuori dalla Corte Suprema Federale, mentre un’auto parcheggiata è esplosa vicino alla Camera dei Deputati, la camera bassa del parlamento nazionale.
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Testimoni oculari hanno riferito al sito di notizie Universo Online che un uomo che trasportava esplosivi si è avvicinato al tribunale e ha fatto esplodere una bomba vicino alla statua della Giustizia, che si trova fuori dall’ingresso.
Un video non verificato condiviso sui social media mostrerebbe una delle esplosioni.
❗️❗️Dos explosiones frente al Tribunal Supremo de Brasil
🟩 – RT Latinoamérica
| X | Vk | Rumble pic.twitter.com/d3q8zNCMNP— En la Retaguardia (@pueblopatriota) November 13, 2024
Il tribunale è stato evacuato e le sessioni di entrambe le camere del parlamento sono state sospese.
Il governatore del Distretto Federale di Brasilia, Ibaneis Rocha, ha descritto l’attentato come un attacco «suicida».
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I vigili del fuoco e la polizia hanno dichiarato che il presunto aggressore è l’unica vittima. Il vicegovernatore Celina Leao ha confermato precedenti resoconti dei media che identificavano Francisco Wanderley Luiz, 59 anni, come il sospettato.
Universo Online ha riferito che il sospettato aveva minacciato sui social media politici e giudici della Corte Suprema. Il sospettato viveva nello stato meridionale di Santa Catarina e nel 2020 si era candidato al consiglio comunale di Rio do Sul, ma aveva ricevuto solo 98 voti.
Come riportato da Renovatio 21, dopo settimane di protesta in tutta la nazione (con episodi dove la polizia aveva sparato sulla folla), spianata di Brasilia dove sono presenti i principali palazzi del potere della nazione carioca furono teatro del cosiddetto «J6» brasiliano, quando una grande folla di sostenitori bolsonariani arrivarono sul posto per protestare contro presunti brogli elettorali alle ultime elezioni che hanno portato al governo Ignacio Lula, con conseguente persecuzione giudiziaria di Bolsonaro e degli stessi partecipanti alla protesta, in certa parte imprigionati, debancarizzati e perfino sottoposti a sedute di «rieducazione alla democrazia».
Molti ritengono che il vero capo del Brasile non sia il presidente, ma il capo della Corte Suprema Alexander De Moraes, che recentemente è entrato in conflitto aperto con Elon Musk, che ha promesso al giudice che un giorno sarà mandato in galera.
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Immagine di Senado Federal via Wikimedia Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Politica
L’editore ritira il libro in cui si sostiene che Epstein abbia presentato Melania a Trump

— MELANIA TRUMP (@MELANIATRUMP) October 7, 2025
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Politica
Trump non vince il Nobel. Premiato pure lo scrittore nemico di Orban

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato escluso dalla lista dei candidati al Premio Nobel per la Pace 2025, assegnato venerdì alla politica dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado.
Trump ha più volte dichiarato di meritare il premio per aver, a suo dire, risolto numerosi conflitti internazionali da quando è entrato in carica a gennaio, incluso il più recente a Gaza.
Il direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, Steven Cheung, ha commentato la notizia affermando che il comitato «ha dimostrato di anteporre la politica alla pace» e ha aggiunto che Trump «continuerà a stipulare accordi di pace, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane».
Il Comitato norvegese per il Nobel ha lodato la Machado, nota critica del presidente venezuelano Nicolas Maduro, «per la sua instancabile difesa delle libertà democratiche in Venezuela e il suo impegno nel realizzare una transizione pacifica dalla dittatura alla democrazia». Maduro ha accusato Machado di aver convogliato fondi americani verso gruppi antigovernativi «fascisti», definendola una pedina per l’ingerenza di Washington negli affari venezuelani.
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La Machado ha mantenuto stretti legami con il governo statunitense per decenni. Nel 2005, fu ricevuta nello Studio Ovale dall’allora presidente George W. Bush.
Durante il primo mandato di Trump, gli Stati Uniti e diverse nazioni occidentali riconobbero il rappresentante dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó come «presidente ad interim» del Paese, sebbene i tentativi di Guaidó di prendere il potere attraverso proteste e colpi di stato siano falliti.
Da quando è tornato al potere a gennaio, Trump ha intensificato la pressione su Caracas con sanzioni e operazioni militari, descritte dalla sua amministrazione come azioni antidroga.
Critici, tra cui il senatore repubblicano Rand Paul e Juan Gonzalez, ex diplomatico di alto livello nell’amministrazione di Joe Biden, sostengono che la Casa Bianca stia perseguendo una strategia di cambio di regime già sperimentata. Il Segretario di Stato di Trump, Marco Rubio, noto oppositore di Maduro, è considerato il principale promotore di questa linea.
All’inizio di questa settimana, il Comitato per il Nobel ha assegnato il Premio per la Letteratura allo scrittore ungherese Laszlo Krasznahorkai, critico del primo ministro ungherese Viktor Orban, uno dei più fedeli alleati di Trump in Europa.
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Immagine da Twitter
Politica
La Le Pen promette di bloccare qualsiasi nuovo governo francese

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