Geopolitica
La Cina sta conducendo ricerche «problematiche» nell’Artico, avvertono i deputati USA

Il panel della Camera USA sulla Cina ha chiesto al dipartimento di Stato e al Pentagono di adottare misure più incisive per affrontare la «problematica» ricerca cinese nell’Artico che potrebbe essere utilizzata sia per applicazioni civili che militari, affermando che queste attività potrebbero rappresentare rischi significativi per la sicurezza degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO. Lo riporta Epoch Times.
La Commissione speciale della Camera sul Partito Comunista Cinese (PCC) ha espresso le proprie preoccupazioni in una lettera del 16 ottobre indirizzata al Segretario della Difesa Lloyd Austin e al Segretario di Stato Antony Blinken.
«Negli ultimi anni, la RPC ha aumentato i suoi sforzi per cercare di accedere ed esercitare influenza nell’Artico, tra cui l’espansione degli sforzi di ricerca duale civile-militare nella regione», hanno scritto in una lettera i rappresentanti repubblicano del Michigan John Moolenaar (R-Mich.) e democratico dell’Illinois Raja Krishnamoorthi, rispettivamente presidente e membro democratico di spicco del panel, utilizzando l’acronimo del nome ufficiale della Cina comunista, la Repubblica Popolare Cinese.
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«L’Artico è fondamentale per gli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e per la difesa della nostra patria, e dobbiamo collaborare con i nostri alleati per preservare gli impegni presi con i trattati di difesa».
I rappresentanti americani hanno sottolineato che «l’accesso della Cina all’Artico per le stazioni terrestri di comunicazione satellitare e per la ricerca scientifica amplia notevolmente l’efficacia operativa dell’Esercito di Liberazione del Popolo (ELP) e promuove le ambizioni globali della Repubblica Popolare Cinese”.
Il panel bipartisan vuole sapere, tra le altre cose, come il governo degli Stati Uniti valuta le minacce poste dal coinvolgimento della ricerca cinese nell’Artico, in particolare «in termini di difesa missilistica, rilevamento dei sottomarini e capacità di tracciamento satellitare».
I legislatori hanno chiesto una risposta entro il 15 novembre.
Secondo l’US Geological Survey, la Cina ha collaborato con la Russia per espandere la sua presenza militare e di guardia costiera nella regione artica, che ospita circa il 13 percento delle riserve di petrolio non scoperte del pianeta e il 30 percento delle sue riserve di gas naturale non scoperte.
All’inizio di questo mese, la Cina ha annunciato che le sue navi della guardia costiera si erano avventurate per la prima volta nell’Oceano Artico, effettuando pattugliamenti insieme alle navi russe in acque in cui il PCC aveva a lungo cercato di esercitare la propria influenza.
Nonostante si trovi a 1400 chilometri dal Circolo Polare Artico, la Cina si è dichiarata uno Stato «quasi-artico» e ha aggiunto la «Via della seta polare» alla sua Belt and Road Initiative, un progetto multimiliardario volto a rafforzare l’influenza geopolitica di Pechino attraverso la costruzione di porti, ferrovie e altre infrastrutture in tutto il mondo.
L’arcipelago norvegese delle Svalbard è un luogo cruciale per le ambizioni artiche del PCC, hanno sottolineato i legislatori nella lettera.
La prima stazione di ricerca cinese, l’Arctic Yellow River Station, è stata fondata a Svalbard nel 2004. Tra le organizzazioni che operano presso la stazione c’è l’Istituto Cinese di Ricerca sulla Propagazione delle Radioonde (CRIRP), un’unità del China Electronics Technology Group, che il Pentagono ha designato come azienda controllata dall’esercito.
I legislatori hanno affermato che alcuni progetti CRIRP nelle isole Svalbard, come registrati sul portale di ricerca del governo norvegese sulle isole Svalbard, potrebbero avere «importanti utilizzi militari».
«Il CRIRP ha replicato questi progetti nella sua collocazione di ricerca con le unità dell’Esercito Popolare di Liberazione, potenziando le capacità militari della Repubblica Popolare Cinese, in particolare in settori quali la guida dei missili, il rilevamento radar oltre l’orizzonte, le comunicazioni satellitari, il tracciamento di oggetti spaziali, i sistemi di allerta precoce, la guerra elettronica, il rilevamento dei sottomarini e la comunicazione e il controllo strategici nelle regioni polari», ha affermato nella lettera LJ Eads, fondatore di Data Abyss, una piattaforma di Intelligence open source finanziata dal Pentagono.
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Oltre alla Norvegia, la Cina gestisce centri di ricerca anche in un altro Stato membro della NATO: l’Islanda.
L’Osservatorio scientifico artico Cina-Islanda (CIAO) è stato formalmente istituito nel 2018, ma secondo i legislatori, la raccolta dati è iniziata nel 2013, un anno dopo che l’Istituto di Ricerca Polare Cinese e l’Università d’Islanda avevano firmato un accordo per istituire il CIAO.
Secondo la lettera, i dati raccolti dal CIAO non sono mai stati resi pubblici, nonostante le garanzie di libero accesso.
I rappresentanti americani hanno espresso preoccupazione per il fatto che la Cina potrebbe utilizzare questi dati per migliorare «la precisione dei suoi sistemi radar che rilevano sottomarini, navi e aerei su lunghe distanze, migliorando così la sorveglianza militare e il tracciamento degli obiettivi».
La lettera citava un documento di ricerca del 2021, affermando che il sistema di antenne e riometro installato presso il CIAO «copre una vasta area nello stretto di Danimarca».
Gregory Falco, professore di ingegneria dei sistemi alla Cornell University, ha dichiarato alla commissione della Camera che questo sistema può monitorare il traffico sottomarino strategico degli Stati Uniti e della NATO attraverso il GIUK Gap, il punto di strozzatura navale che comprende i mari tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito.
I legislatori hanno anche osservato che entro il 2023 il Istituto di Ricerca Polare Cinese, un ente subordinato direttamente al Ministero delle risorse naturali cinese, aveva investito circa 5 milioni di dollari nell’osservatorio, coprendone quasi tutte le spese.
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«Sebbene alcuni stakeholder islandesi abbiano sollevato preoccupazioni in merito alle implicazioni di sicurezza della ricerca condotta e pianificata presso CIAO, non è stata effettuata alcuna revisione formale della sicurezza», si legge nella lettera. «La legge islandese attualmente non prevede disposizioni specifiche per la revisione relativa alla sicurezza nazionale in tali casi».
L’Islanda non ha un esercito e, in base a un trattato di difesa del 1951, gli Stati Uniti sono responsabili della difesa dell’isola sotto l’egida della NATO.
I deputati statunitensi hanno esortato Washington a sostenere l’Islanda nella conduzione di una revisione della sicurezza nazionale delle attività di ricerca svolte dagli scienziati cinesi e a fermare qualsiasi ricerca cinese utilizzata per scopi militari sul territorio islandese.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso è emerso che la Russia ha approntato il suo poligono nucleare artico di Novaja Zemlja. Per l’Artico è emerso anche uno strano interesse da parte del presidente ucraino Volodymyro Zelens’kyj.
Lo speculatore internazionale Giorgio Soros due anni fa era intervenuto pubblicamente proponendo di irrorare il cielo dell’Artico di sostanze aerosolizzate (potete chiamarla geoingegneria, oppure «scie chimiche») per risolvere il supposto problema del Cambiamento Climatico.
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Immagine di China Crisis via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

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Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

Israele ha condotto un «attacco di precisione» contro «i vertici di Hamas», hanno annunciato martedì le Forze di difesa israeliane (IDF), poco dopo che numerose esplosioni hanno scosso il quartier generale del gruppo militante palestinese a Doha, in Qatar.
Da parte delle forze dello Stato Ebraico, si tratta di una violazione territoriale inedita, perché – a differenza di casi analoghi in Libano e Iran – condotta in uno Stato «alleato» di Washington e dell’Occidente, cui fornisce capitale e gas. L’attacco pare essere stato diretto ai negoziatori di Hamas, i quali avevano ricevuto dal presidente americano Trump un invito al tavolo della pace poco prima.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver condotto l’operazione in coordinamento con l’agenzia di sicurezza Shin Bet (ISA). Le IDF non hanno indicato il luogo esatto preso di mira dall’attacco.
«L’IDF e l’ISA hanno condotto un attacco mirato contro i vertici dell’organizzazione terroristica Hamas», ha dichiarato l’IDF in una nota. «Prima dell’attacco, sono state adottate misure per mitigare i danni ai civili, tra cui l’uso di munizioni di precisione e di intelligence aggiuntiva».
L’annuncio è arrivato dopo che almeno dieci esplosioni avrebbero scosso il quartier generale di Hamas a Doha. I filmati che circolano online mostrano che l’edificio è stato gravemente danneggiato. Secondo diversi resoconti dei media che citano fonti di Hamas, l’attacco ha preso di mira il team negoziale del gruppo, che stava discutendo l’ultima proposta statunitense sulla cessazione delle ostilità con Israele.
Il Qatar ha condannato il «vile attacco israeliano», descrivendo il luogo interessato dall’attacco come «edifici residenziali che ospitano diversi membri dell’ufficio politico del movimento Hamas».
#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq
— War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha.
An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources.
Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5
— Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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L’attacco israeliano a Doha è stato un «momento cruciale» per l’intera regione, ha affermato il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, condannando l’attacco come «terrorismo di Stato».
L’attacco a sorpresa non sarà «ignorato» e il Qatar «si riserva il diritto di rispondere a questo attacco palese», ha dichiarato il primo ministro in una conferenza stampa. «Oggi abbiamo raggiunto un punto di svolta affinché l’intera regione dia una risposta a una condotta così barbara».
NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region”
— Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Al-Thani ha attaccato duramente il suo omologo israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di compromettere la stabilità regionale in nome di «deliri narcisistici» e interessi personali. Il Qatar continuerà il suo impegno di mediazione per risolvere le persistenti ostilità con Hamas, ha affermato.
Il primo ministro quatarino ha ammesso che lo spazio per la diplomazia è ormai diventato molto ristretto e che l’attacco ha probabilmente fatto deragliare il ciclo di negoziati dedicato all’ultima proposta avanzata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
«Per quanto riguarda i colloqui in corso, non credo che ci sia nulla di valido dopo aver assistito a un attacco del genere», ha affermato.
L’attacco israeliano è avvenuto due giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti aveva lanciato un altro «ultimo avvertimento» ad Hamas, sostenendo che Israele aveva già accettato termini non specificati di un accordo da lui proposto e chiedendo al gruppo di rilasciare gli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. Poco dopo, anche il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dato al gruppo un “ultimo avvertimento”, minacciando Hamas di annientamento e intimando ai militanti di deporre le armi. In seguito alle minacce, Hamas aveva dichiarato di essere pronta a «sedersi immediatamente al tavolo delle trattative» dopo aver ascoltato quelle che ha descritto come «alcune idee da parte americana volte a raggiungere un accordo di cessate il fuoco».
Tuttavia nelle ultime ore è emersa la condanna del presidente statunitense contro l’attacco israeliano. In una dichiarazione pubblicata martedì su Truth Social, Trump ha criticato l’attacco aereo di Israele contro un complesso di Hamas a Doha, sottolineando che la decisione di portare a termine l’operazione all’interno del Qatar è stata presa unilateralmente dal primo ministro Benjamin Netanyahu e non da Washington.
( @realDonaldTrump – Truth Social Post )
( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW
— Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America».
«Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me».
Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE».
Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio».
La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF
— ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Nell’operazione circa 15 aerei da guerra israeliani hanno sparato almeno dieci munizioni durante l’operazione di martedì, uccidendo diversi membri di Hamas, tra cui il figlio dell’alto funzionario Khalil al-Hayya. Hamas ha affermato che i suoi vertici sono sopravvissuti all’attacco, descritto come un tentativo di assassinare i negoziatori impegnati a raggiungere un possibile accordo.
L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha insistito sul fatto che l’attacco ad Hamas in Qatar è stato un’azione unilaterale e che nessun altro paese è stato coinvolto nell’operazione.
«L’azione odierna contro i principali capi terroristi di Hamas è stata un’operazione israeliana del tutto indipendente. Israele l’ha avviata, Israele l’ha condotta e Israele si assume la piena responsabilità», si legge in una nota.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato l’attacco israeliano definendolo una «flagrante violazione della sovranità e dell’integrità territoriale del Qatar». «Tutte le parti devono impegnarsi per raggiungere un cessate il fuoco permanente, non per distruggerlo», ha detto ai giornalisti.
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Geopolitica
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