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Spazio

Trump promette a Musk Marte entro il 2028

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L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di «raggiungere Marte» prima della fine del suo mandato, qualora dovesse sconfiggere la vicepresidente Kamala Harris il mese prossimo. Il CEO di SpaceX Elon Musk guiderà la missione, ha dichiarato Trump.

 

Sabato Musk si è unito a Trump per un comizio elettorale a Butler, Pennsylvania. Durante l’evento, che ha avuto luogo nel luogo del tentato assassinio di Trump a luglio, il 45° presidente ha rilasciato una serie di promesse elettorali familiari, giurando di chiudere il confine meridionale degli Stati Uniti, porre fine al conflitto in Ucraina e abbassare i prezzi dell’energia e l’inflazione, oltre a un impegno a raggiungere il Pianeta Rosso prima del 2028.

 

«Guideremo il mondo nell’esplorazione spaziale», ha detto l’ex presidente al pubblico stimabile forse in un centinaio di migliaia di persone, più i milioni connessi in streaming. «Raggiungeremo Marte prima della fine del mio mandato» ha assicurato.

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«Elon mi ha promesso che lo avrebbe fatto», ha continuato Trump, prima di rivolgersi allo stesso Musk per chiedergli: «Non lo so, puoi farlo?»

 

«Vinceremo e lui raggiungerà Marte entro la fine del nostro mandato, il che è una cosa importante, prima della Cina, prima di chiunque altro. Io scommetto su quel tizio» ha esclamato il Trump indicando il Musk.

 

Durante il suo primo mandato, Trump ha emanato una serie di ordini esecutivi e direttive politiche legate allo spazio. Nel 2017 aveva incaricato la NASA di guidare «il ritorno degli umani sulla Luna per l’esplorazione e l’utilizzo a lungo termine, seguito da missioni umane su Marte e altre destinazioni», e nel 2019 ha istituito la US Space Force come sesta branca dell’esercito del paese, portando gli oppositori ad accusarlo di militarizzare lo spazio.

 

Musk, che ha sostenuto la campagna di Trump all’inizio di quest’estate, ha promesso per anni di rendere l’umanità una civiltà «multiplanetaria», uno dei caposaldi del suo pensiero, che vuole per l’essere umano un «backup» nel caso le cose sulla Terra andassero male e arrivasse la possibilità di un’estinzione.

 

Elon di recente ha chiarito in più occasione che la sua volontà di esplorazione spaziale deriva dal suo desiderio di «espandere la coscienza»: da qui deriverebbe anche il suo acceso pro-natalismo, che lo hanno portato ad attaccare le politiche di riduzioni delle nascite (compresa, di recente, la pillola anticoncezionale), a fare quantità di figli (sarebbero, almeno al momento, 12: ma il numero è in crescita costante) con provetta e talvolta utero in affitto e a suonare l’allarme sull’implosione demografica di tanti Paesi occidentali, inclusa l’Italia. Di recente ha dichiarato che secondo studi la Terra potrebbe sostenere tranquillamente dieci volti la popolazione attuale senza che vi fosse un’esaurimento totale delle risorse.

 

Pare che il Musk abbia derivato il suo imperativo di espansione della coscienza (che comprendere, nota bene, anche le macchine: ha di recente fondato un’azienda di Intelligenza Artificiale, xAI, con enormi investimenti di danaro e strumenti) dai ragionamenti contenuti nel libro Guida galattica per gli autostoppisti, libro umoristico di fantascienza scritto da Douglas Adams.

 

Da adolescente, l’Elon (che era stato bullizzato sino ad essere portato sul punto di morte, dice) aveva avuto una crisi esistenziale, leggendo senza trarre beneficio ogni testo sacro che riuscì a trovare, e subendo nocumento una volta passato a filosofi tedeschi come Nietzsche e Schopenauer.

 

Fu l’incontro con la Guida galattica che gli dischiuse l’orizzonte gnoseologico che cercava: nel libro, la terra è di fatto un grande computer che deve rispondere alla domanda sul senso della vita, fornendo la bizzarra risposta «42». La storia prosegue indicando che forse, quindi, è sbagliata la domanda, e per trovare risposta alla questione del senso della vita, bisogna costruire una macchina ben più grande del nostro pianeta.

 

Ecco come spiega lui stesso l’impulso multiplanetario che lo anima: alla fine, la colonizzazione di Marte e dello spazio altro non sarebbe che una missione filosofica, la comprensione della verità sulla natura dell’universo.

 

Tuttavia, Musk ritiene che questioni più mondane, come la burocrazia, stiano minando tale progetto nobile e vitale per l’umanità, accusando l’eccessiva regolamentazione governativa di aver ritardato la sua pianificata colonizzazione di Marte.

 

Il mese scorso, Musk ha affermato che il suo razzo riutilizzabile SpaceX «Starship» sarebbe stato pronto per voli senza equipaggio su Marte entro due anni e per voli con equipaggio due anni dopo. Dopo che la Federal Aviation Administration ha negato a SpaceX il permesso di testare il razzo prima di novembre a causa di preoccupazioni ambientali, Musk ha scritto su X lamentandosi che «non porteremo mai l’umanità su Marte se continua così».

 


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«Purtroppo, continuiamo a essere bloccati in una realtà in cui ci vuole più tempo per espletare le pratiche governative per ottenere la licenza per un lancio di razzi che per progettare e costruire l’hardware vero e proprio», aveva scritto SpaceX in una dichiarazione all’epoca. «Questo non dovrebbe mai accadere e minaccia direttamente la posizione dell’America come leader nello spazio».

 

Pochi giorni fa aveva scritto che «Se Trump non vince e non ci liberiamo della montagna di soffocanti normative (che non hanno nulla a che fare con la sicurezza!), l’umanità non raggiungerà mai Marte».

 


«Questo è [di importanza] esistenziale».

 

È oramai evidente che Marte è di fatto uno degli elementi portanti dell’alleanza tra Trump e Musk.

 

In un’intervista al giornalista Tucker Carlson uscita poche ore fa Elon ha dichiarato di «essere fottuto» qualora vincesse la Harris, poiché è andato «all-in» sul candidato repubblicano.

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Immagine di Justin Cowart via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 IGO 

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Misteri

La NASA attiva l’Earth Defense Group per le preoccupazioni alla cometa con possibile tecnologia aliena

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Un gruppo di «difesa planetaria», supportato dalla NASA, ha avviato operazioni per determinare l’esatta posizione della cometa 3I/ATLAS dopo aver rilevato un comportamento anomalo dell’oggetto.   La cometa, delle dimensioni di Manhattan e potenzialmente dotata di tecnologia aliena, è stata classificata come minaccia dall’International Asteroid Warning Network (IAWN). Questo network, una coalizione globale di esperti e agenzie coordinata dalla NASA, si occupa di monitorare asteroidi e oggetti vicini alla Terra potenzialmente pericolosi, valutandone i rischi di impatto.   Secondo il New York Post, si tratta della prima volta che un oggetto interstellare viene incluso in una campagna di questo tipo, spingendo il gruppo a perfezionare le proprie capacità e a preparare il mondo a una possibile minaccia spaziale.   Fotografata il 21 luglio dal telescopio spaziale Hubble, 3I/ATLAS presenta caratteristiche atipiche per una cometa, come riportato dal Post. Tra i fenomeni insoliti, spicca un’anti-coda, un getto di particelle diretto verso il Sole, contrariamente al comportamento tipico delle comete. Inoltre, la cometa emette una colonna di quattro grammi di nichel al secondo, senza tracce di ferro, un’anomalia per questi corpi celesti, secondo il Post.   Come riportato da Renovatio 21, astrofisico di Harvard, il dottor Avi Loeb, intervistato dal New York Post, ha notato che il tetracarbonile di nichel è associato a processi industriali umani. In precedenza, Loeb aveva suggerito che l’accelerazione non gravitazionale e la traiettoria anomala dell’oggetto, che lo porta insolitamente vicino a Marte, Giove e Venere, potrebbero indicare che si tratta di una sonda aliena in missione di ricognizione sulla Terra.   Secondo il giornale neoeboraceno, l’IAWN condurrà una «campagna sulle comete» dal 27 novembre 2025 al 27 gennaio 2026 per determinare con precisione la posizione di 3I/ATLAS.

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Misteri

3I/Atlas potrebbe non essere un asteroide: parla l’astronomo harvardiano

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Alcuni mesi fa, degli astronomi hanno individuato un oggetto interstellare – solo il terzo del suo genere mai osservato – che sfreccia verso il centro del sistema solare su una traiettoria estremamente insolita e a una velocità non del tutto trascurabile.

 

L’oggetto, chiamato dalla comunità astronomica 3I / ATLAS, è in fase di studio e la scoperta ha portato a speculazioni diffuse. Come riportato da Renovatio 21, alcuni scienziati che suggeriscono che potrebbe essere vecchio quasi quanto la stessa galassia della Via Lattea, e miliardi di anni più vecchio del nostro Sole.

 

Non sorprende che l’astronomo di Harvard Avi Loeb – che ha ampiamente scritto su ‘Oumuamua, il secondo oggetto interstellare mai scoperto, in particolare ipotizzando che potrebbe essere stata una reliquia di una civiltà extraterrestre – ha ora sia entrato nella discussione con la sua teoria.

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In un post sul blog su Medium, il Loeb ha sostenuto che ci vorranno più osservazioni per concludere la natura di 3I / ATLAS, che è probabilmente una cometa o un asteroide. Tuttavia, il professore harvardiano non ha escluso la «probabilità allettante» che è stato «inviato verso il sistema solare interno da un progetto», una conclusione nello stile delle sue teorie sulle sonde extraterrestri che visitano il nostro sistema solare rimangono più controverse che mai.

 

Come riportato da Renovatio 21, Oumuamua (in hawaiano «messaggero che arriva per primo da lontano» o «messaggero da un lontano passato») fu ritenuto dal Loeb come una potenziale prova di una civiltà aliena che ci avrebbe inviato un pezzo della sua tecnologia con intenti di visita galattica.

 

L’ipotesi loebiana su ‘Oumuamua, osservato per la prima volta nel 2017, raccolse un’enorme attenzione nei media. Vi sarebbe poi stata una cerca di pezzi di quella che sostiene possa essere una navicella aliena, basata su rilevazioni di un incidente di meteore interstellare vicino alla Papua Nuova Guinea all’inizio del 2014, dragando il fondo dell’oceano, scrive Futurism.

 

Nel suo post sul blog su 3I/ATLAS, l’astronomo harvardiano ha annunciato di aver scritto un nuovo documento sulle dimensioni insolite di questo oggetto inerstellare. Sulla base della sua natura «luminosa in maniera anomala», l’astronomo ha concluso che l’oggetto aveva circa venti chilometri di diametro.

 

Questi calcoli e queste teorie sollevano più domande che risposte. La «stima delle dimensioni dell’oggetto interstellare ha poco senso per un asteroide interstellare perché l’oggetto interstellare 1I/’Oumuamua era 200 volte più piccolo, e sulla base delle statistiche degli asteroidi nel sistema solare, avremmo dovuto scoprire un milione di oggetti della scala di 1I/’Oumuamua prima di individuare un oggetto interstellare che è [circa venti chilometri] di diametro», ha scritto il Loeb.

 

«Sappiamo che gli asteroidi» di venti chilometri «sono rari, perché i dinosauri non aviari sono stati uccisi da un asteroide della metà di 66 milioni di tonnellate, mentre gli asteroidi su scala di metri hanno un impatto sulla Terra ogni anno», ha aggiunto.

 

Tuttavia, le successive osservazioni hanno costretto lo scienziato a tornare al tavolo da disegno. Data la mancanza di «impronte digitali spettrali di gas atomico o molecolare», 3I/ATLAS probabilmente non è una cometa, come aveva inizialmente sostenuto.

 

«Se 3I/ATLAS non è un asteroide – basato sull’argomento del serbatoio interstellare nel mio documento, né una cometa – basato sulla mancanza delle impronte spettrali delle molecole a base di carbonio intorno ad esso, allora di cosa si tratta?» ha chiesto retoricamente il Loeb.

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«L’anomalia delle dimensioni di 3I/ATLAS sarà facilmente chiarita dai dati imminenti», ha aggiunto il Loebbo. Mentre «si avvicina al Sole, diventerà più luminoso. Se si tratta di un oggetto solido senza un pennacchio cometario di gas o polvere intorno ad esso, allora la sua luminosità aumenterà inversamente con il quadrato della distanza decrescente dal Sole volte il quadrato della distanza dalla Terra».

 

«L’ipotesi più semplice è che 3I/ATLAS sia una cometa e ci mancano le caratteristiche spettrali del suo coma gassoso a causa della sua grande distanza dalla Terra», ha poi sottolineato.

 

Ma senza alcuna coda cometaria osservata, il Loeb suggerisce che c’è la possibilità che potremmo esaminare le prove di un visitatore extraterrestre.

 

«Manteniamo invece la nostra curiosità infantile e cerchiamo prove piuttosto che fingere di essere gli adulti nella stanza che conoscono le risposte in anticipo», ha concluso. «La scienza non ha bisogno di sentirsi come una lezione in una classe, riassumendo la conoscenza passata. Potrebbe essere molto più eccitante se gli insegnanti fossero disposti a imparare qualcosa di nuovo!».

 

Il lavoro extraterrestre del Loeb è oramai un filone ricco assai.

 

Come riportato da Renovatio 21, il professore,, di fatto un «cacciatore di alieni» con cattedra ad Harvard e quindi bollino accademico di alto prestigio, ha inoltre dichiarato che ci potrebbero essere fino a 4 quintilioni di astronavi aliene nel sistema solare.

 

Lo scienziato ha ovviamente molti detrattori, tuttavia, ha dichiarato a Fox News, essi soffrono solo di «gelosia accademica». Che il Loeb non si curi molto di quel che dicono di lui lo si capisce anche da altre dichiarazioni degli ultimi mesi, come quella per cui potrebbe essere possibile che ci siano quattro quintilioni di astronavi aliene in agguato nel nostro sistema solare.

 

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Spazio

Aereo passeggeri colpito da presunti detriti spaziali

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Un Boeing 737 MAX 8 della United Airlines è stato colpito in volo da un oggetto non identificato, che alcuni ritengono possa essere un detrito spaziale.   Il volo United 1093, partito giovedì da Denver, Colorado, con 140 persone a bordo e diretto a Los Angeles, ha effettuato una discesa imprevista circa 40 minuti dopo il decollo mentre sorvolava lo Utah, venendo poi dirottato su Salt Lake City.   Immagini non verificate circolate sui social media mostrano danni alla fusoliera, vetri rotti nella cabina di pilotaggio e sangue sul braccio del pilota. Secondo il sito di notizie aeronautiche AvBrief.com, il capitano ha riferito che l’aereo è stato colpito da «detriti spaziali».    

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AvBrief ha aggiunto che gli investigatori stanno valutando l’ipotesi che l’aereo abbia urtato un frammento di un pallone meteorologico.   La passeggera Heather Ramsey ha dichiarato a FOX 11 che l’equipaggio ha comunicato tramite l’interfono che l’aereo era «entrato in collisione con un oggetto».   Il National Transportation Safety Board (NTSB) ha annunciato domenica di aver avviato un’indagine sul parabrezza danneggiato dell’aereo. United ha confermato il danno al parabrezza, ma non ha fornito ulteriori dettagli.   Il fenomeno dei detriti spaziali che cadono sulla terra è in aumento con la quantità di nuovi lanci spaziali della nostra epoca.   Come riportato da Renovatio 21, a gennaio un razzo SpaceX era esploso in una pioggia di detriti spaziali. Sette mesi prima un video che mostrava apparentemente i detriti di un veicolo spaziale che colpisce il suolo in un’area popolata era stato caricato sulla piattaforma di social media cinese Weibo. Altre volte la Repubblica Popolare Cinese ha avuto problemi con detriti spaziali precipitati sulla Terra.   Anche l’India, Paese che spinge per divenire potenza spaziale (sfruttando anche il settore privato), ha incontrato inconvenienti simili.   La vera questione rimane quella dei detriti spaziali orbitanti, il cui affastellarsi potrebbe provocare quella che chiamano la sindrome di Kessler, una condizione di pericolo costante a causa di spazzatura cosmica che renderebbe impossibile per l’umanità di uscire dall’atmosfera per secoli o perfino per millenni.   Una guerra spaziale, va ricordato, potrebbe impedire all’umanità l’accesso allo spazio per secoli o millenni, a causa dei detriti e della conseguente sindrome di Kessler. Tuttavia, pare che gli eserciti si stiano davvero preparando alla guerra orbitale.   SOSTIENI RENOVATIO 21
 
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