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Spirito

Cremazione: cosa ne pensa la Chiesa?

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Esiste uno stretto legame tra il comportamento umano e le credenze. Le cerimonie funebri riflettono la concezione che l’uomo ha della morte e della vita dopo la morte. E inversamente il modo di trattare la fine della vita umana modella le mentalità. La storia di questi riti, anche tra i pagani, è rivelatrice.

 

Storia

Nell’antichità greca e romana era comune la cremazione o l’incinerazione dei corpi dei defunti. Tuttavia la sepoltura è sempre stata molto diffusa, veniva praticata in Persia o in Egitto. Nell’Antico Testamento, invece, non troviamo alcun rito della cremazione. Gli ebrei usarono sempre la sepoltura, questo era dovuto alla loro fede nell’immortalità dell’anima. La legge mosaica ordinava addirittura la sepoltura dei nemici.

 

La Chiesa cattolica è sempre stata fortemente contraria alla cremazione. La sepoltura dei fedeli defunti è stata la sua pratica costante e unanime fin dalla sua fondazione, nonostante i rischi corsi dai primi cristiani per seppellire i propri morti, in tempi di grandi persecuzioni. Perché i cristiani rifiutarono categoricamente la cremazione, nonostante i pericoli?

 

Solo un precetto emanato direttamente dagli Apostoli, che impone la sepoltura, può spiegare questa pratica esclusiva della Chiesa primitiva. Già sant’Agostino affermava questa regola: una consuetudine universalmente e costantemente conservata nella Chiesa deve presumersi di origine apostolica, cioè stabilita dagli Apostoli. Ci troviamo quindi in presenza di un uso che appartiene al tesoro della Tradizione cattolica.

 

La Chiesa impose la sepoltura ai popoli barbari che si convertirono uno dopo l’altro alla fede cattolica. Sotto la sua influenza l’uso della cremazione scomparve in tutta l’Europa cristiana; e fuori dell’Europa, presso tutti i popoli penetrati dalla civiltà cristiana, la sepoltura divenne l’unico rito funebre.

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La Rivoluzione e le sue conseguenze

Fu con la Rivoluzione del 1789 che apparve la richiesta di cremazione. Ma fu solo nell’ultimo quarto del XIX secolo che l’idea cominciò a diffondersi in Europa, sotto l’azione della Massoneria che creò delle società con lo scopo di diffondere la cremazione.

 

In Francia, fu il 30 marzo 1886 che il deputato Jean-Baptiste Blatin, futuro gran maestro del Grande Oriente, fece adottare un emendamento secondo il quale ogni cittadino poteva adottare come metodo di sepoltura sia l’inumazione che la cremazione. (1)

 

Lo stesso giorno, mons. Charles-Emile Freppel, vescovo di Angers e deputato del Parlamento del Finistère, si espresse con forza contro questo emendamento alla Camera dei deputati: «Si tratta semplicemente di un ritorno al paganesimo in ciò che ha fatto di meno morale ed elevato, al paganesimo materialistico».

 

Pericolo prossimo di perversione della fede

La sepoltura è una di quelle pratiche che ammette eccezioni, a differenza dell’adulterio o dell’aborto. La Chiesa può essere tenuta a tollerare in alcune circostanze eccezionali, in casi di estrema necessità e in vista di un bene superiore: in particolare durante grandi epidemie contagiose o in caso di guerra con ingenti vittime. Ma le eccezioni sono per loro natura eccezionali.

 

L’idea alla base della cremazione è quella dell’annientamento assoluto e definitivo: dopo la morte tutto è finito, non resta più nulla.

 

La Massoneria comprendeva perfettamente che la cremazione era un mezzo per distogliere gradualmente gli uomini dalla fede nell’aldilà. Una circolare dei Massoni della fine del XIX secolo diceva:

 

«I Fratelli dovrebbero usare tutti i mezzi per diffondere l’uso della cremazione. La Chiesa, vietando il rogo dei corpi, afferma i suoi diritti sui vivi e sui morti, sulle coscienze e sui corpi, e cerca di preservare nel volgo le credenze, oggi dissipate alla luce della scienza, che toccano l’anima spirituale e la vita futura».

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Legislazione ecclesiastica vieta la cremazione

Per questo la Chiesa, consapevole del pericolo per le anime, si è espressa con forza contro questi cultisti anticristiani e ha mostrato la grande importanza che attribuisce a questo tema. Già nel 1886, Papa Leone XIII chiese ai vescovi di «istruire i fedeli circa l’abominevole pratica di bruciare cadaveri umani e di distoglierne con tutte le loro forze il gregge loro affidato».

 

A questo decreto seguirono altri testi del Sant’Uffizio che condannavano costantemente la cremazione:

 

  • Decreto del 15 dicembre 1886, in base al quale coloro che hanno destinato i propri corpi alla cremazione devono essere privati ​​della sepoltura ecclesiastica.

 

  • Decreto del 27 luglio 1892, che vieta di amministrare gli ultimi sacramenti ai fedeli che hanno lasciato il mandato di bruciare il proprio corpo dopo la morte e che, essendo stati avvertiti, rifiutano di riconsiderare la propria decisione.

 

Questi successivi decreti furono ripresi e riassunti nel Codice di diritto canonico del 1917, in particolare il canone 1203 che recita:

 

§ 1 I corpi dei fedeli defunti devono essere sepolti, essendo vietata la loro cremazione.

 

§ 2 Se qualcuno ha ordinato in qualsiasi modo che il suo corpo venga cremato, non è lecito eseguire questa volontà.

 

Il canone 1240 § 1 precisa inoltre: Sono privati ​​della sepoltura ecclesiastica, a meno che prima della morte non abbiano dato segni di penitenza: […] coloro che hanno ordinato che il loro corpo fosse consegnato alla cremazione.

 

Infine, un’istruzione del Sant’Uffizio del 19 giugno 1926 condannava ancora «questa barbara consuetudine, che ripugna non solo alla pietà cristiana, ma anche alla pietà naturale verso i corpi dei defunti e che la Chiesa, fin dalle sue origini, ha costantemente proscritto (…)».

 

«La Sacra Congregazione del Sant’Uffizio esorta inoltre con la massima serietà i pastori dell’ovile cristiano a dimostrare ai fedeli a loro affidati che nel profondo i nemici del nome cristiano non vantano e non propagano la cremazione dei cadaveri che al solo scopo di distogliere gradualmente le menti dalla meditazione della morte, di allontanare da loro la speranza della risurrezione dei morti e di preparare così le vie al materialismo».

 

Questa istruzione si concludeva chiedendo che i sacerdoti continuassero ad insegnare questi punti, «affinché i fedeli si allontanino con orrore dall’empia pratica della cremazione».

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Il pensiero della Chiesa

La santa Chiesa cattolica ha sempre riservato ai corpi dei fedeli defunti rispetto e onore, come è ben dimostrato dalla cerimonia di assoluzione dopo la messa funebre: il sacerdote benedice il corpo del defunto con l’acqua benedetta, poi lo incensa, girando attorno alla bara.

 

La Chiesa incarica il suo rappresentante, il sacerdote, di accompagnarlo fino al luogo della sua «deposizione» sulla terra, dove attenderà, nella pace, la risurrezione del corpo che avverrà alla fine del mondo.

 

Infatti, il corpo del cristiano defunto era sulla terra il tempio dello Spirito Santo; era segnato con sante unzioni; ha ricevuto l’Eucaristia, seme di eternità; partecipò alle opere buone e fu strumento di salvezza. Sarebbe improprio e irrispettoso trattarlo brutalmente mediante la cremazione.

 

Il diritto canonico del 1917, in particolare il canone 1203 che recita:

 

§ 1 «I corpi dei fedeli defunti devono essere sepolti, essendo vietata la loro cremazione».

 

§ 2 “Se qualcuno ha ordinato in qualsiasi modo che il suo corpo venga cremato, non è lecito eseguire questa volontà».

 

Il canone 1240 § 1 precisa inoltre: «Sono privati ​​della sepoltura ecclesiastica, a meno che prima della morte non abbiano dato segni di penitenza: […] coloro che hanno ordinato che il loro corpo fosse consegnato alla cremazione».

 

«La Sacra Congregazione del Sant’Uffizio esorta inoltre con la massima serietà i pastori dell’ovile cristiano a dimostrare ai fedeli a loro affidati che nel profondo i nemici del nome cristiano non si vantano e non propagano la cremazione dei cadaveri, ma solo con lo scopo di distogliere gradualmente le menti dalla meditazione della morte, di allontanare da loro la speranza della risurrezione dei morti e di preparare così le vie al materialismo».

 

Questa istruzione si concludeva chiedendo che i sacerdoti continuassero ad insegnare questi punti, «affinché i fedeli si allontanino con orrore dall’empia pratica della cremazione».

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Verso una vita rinnovata

Le cerimonie funebri cattoliche ci mostrano che la morte non è una distruzione definitiva e assoluta. Secondo l’etimologia «cimitero» significa «dormitorio». Nel cimitero riposano i defunti, in un sonno speciale ovviamente, ma in attesa di risvegliarsi per un’altra vita. Il corpo sepolto, infatti, è come il chicco di grano che cade nella terra e si decompone: da lì, per l’azione misteriosa dell’onnipotenza divina, scaturirà la vita.

 

La sepoltura è in armonia con i dogmi dei fini ultimi, che significa: il corpo «seminato nella corruzione, risorgerà incorruttibile» (2), e perciò viene deposto come seme nel cimitero. Ma il corpo bruciato è come il grano che viene cotto o bruciato: non genererà mai nuova vita. Un corpo ridotto in cenere non aspetta più nulla; la distruzione sembra definitiva, non c’è più nulla da sperare.

 

Passare dal simbolismo così espressivo delle cerimonie cattoliche al simbolismo negativo della cremazione non è senza conseguenze. Per secoli queste cerimonie hanno plasmato il pensiero umano sull’aldilà. Il passaggio da un simbolismo all’altro modifica il pensiero e lo orienta verso la negazione di ogni vita dopo la morte: l’uomo è solo una piccola materia; è scomparso per sempre, conserva l’esistenza solo nel cuore dei vivi, e non nella vita reale dopo la morte.

 

Pietà verso i defunti

Il rispetto della Chiesa per il corpo del defunto continua con la tomba decorata presso la quale la gente tornerà a pregare: la sepoltura è una decomposizione nascosta; tutto avviene sottoterra; mettiamo un velo sulla miseria del marciume e sul ritorno alla polvere; esso è progressivo, avviene per la lenta azione delle cause naturali, secondo le leggi che vengono da Dio.

 

La cremazione, invece, è visibile, vi si può assistere e vederne il risultato nelle ceneri che vengono donate: la verità della distruzione è crudelmente portata davanti agli occhi. Inoltre è brutale: come può un corpo che è stato oggetto di affetto, di pietà o di amicizia essere consegnato ad una distruzione così violenta e così contraria alla natura? Mons. Freppel lo ha definito «un atto da selvaggi».

 

La pratica della sepoltura è motivo di consolazione e di speranza anche per chi resta. Il cimitero dove riposano le spoglie dei nostri defunti ci invita a pregare per loro. Ma come possiamo pregare davanti a un contenitore in cui abbiamo riposto alcuni resti di ossa carbonizzate? Anche qui vediamo che la Chiesa conosce perfettamente la psicologia umana.

 

Infine, la sepoltura è in armonia con il desiderio cristiano di conformarsi a Cristo in tutto, e simboleggia l’unità mistica di Cristo e dei fedeli. È il rito che ha voluto per sé: siamo incorporati a Lui, dobbiamo essere assimilati a Lui in tutto. Siamo sepolti come lui e con lui. Egli è “il primogenito dai morti” e anche noi risorgeremo con lui.

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Accettare il castigo

Sappiamo per fede che la morte è una punizione di Dio per il peccato: «Polvere sei e in polvere tornerai». L’uomo deve riconoscere umilmente che Dio è il padrone di tutte le cose, e sottomettersi a questa sentenza; deve lasciarsi imporre questo ritorno alla polvere. Attraverso la sepoltura, questa frase si compie come Dio la vuole: l’uomo subisce nel suo corpo il ritorno alla polvere.

 

Nella cremazione, invece, il defunto ordina che il suo corpo non diventi polvere, ma cenere. È lui stesso che si impone questa distruzione, non è Dio. Non si sottomette, comanda. Che ci piaccia o no, il nostro modo di procedere ci porta a pensare che l’uomo non si sottomette alla sentenza di Dio: sfugge all’autorità di Dio e al dovere di sottomettersi a Lui.

 

Come scriveva il massone sopra citato, «la Chiesa, vietando il rogo dei corpi, afferma i suoi diritti sui vivi e sui morti». Ma l’uomo di oggi vuole essere il padrone assoluto. Si dà il diritto di sopprimere la vita appena iniziata e di interrompere quando vuole la vita che sta finendo. Allo stesso modo, vuole anche il potere di distruggere il suo corpo come meglio crede.

 

Vuole essere padrone di sé non solo fino alla morte, ma anche oltre la morte. Tuttavia, non avendo il potere di ripristinare la vita, e nemmeno di opporsi alla distruzione, tutto ciò che gli resta, per sottolineare il suo presunto potere, è andare oltre nella distruzione.

 

La capitolazione della Chiesa conciliare

Purtroppo a partire dal Concilio Vaticano II la Chiesa ha modificato la sua legislazione; ha rotto con tutta la sua tradizione e ora autorizza la cremazione. Ciò è avvenuto sotto l’influsso dannoso della Massoneria, che tenta di eliminare tutto ciò che ancora dà alla nostra società un carattere cristiano.

 

Un’Istruzione del Sant’Uffizio approvata da Paolo VI il 5 luglio 1963, ma pubblicata solo il 24 ottobre 1964, limita la condanna della cremazione ai soli casi in cui essa sia chiaramente dettata da una mentalità anticristiana.

 

«Il miglioramento di detto stato d’animo [l’opposizione ai costumi cristiani, e la negazione dei dogmi cristiani], unito al ripetersi oggi sempre più frequente di circostanze manifeste che si oppongono alla sepoltura [?] spiega le numerose domande indirizzate alla Santa Sede per allentare la disciplina ecclesiastica relativa alla cremazione».

 

«I sacramenti e le pubbliche preghiere non potranno essere rifiutati a coloro che avranno chiesto la cremazione del proprio corpo, a meno che non risulti che tale richiesta sia stata fatta per le ragioni sopra indicate [una negazione dei dogmi cristiani, con spirito settario o per odio verso la religione cattolica o la Chiesa]».

 

Questa nuova legge è stata inserita nel nuovo Codice di Diritto Canonico del 1983 (canoni 1176 e 1184). Poiché non si arresta il cammino verso la negazione, una nota pastorale di mons. Guy-Marie Bagnard, vescovo emerito di Belley-Ars, datata 26 maggio 1989, ci informa che la celebrazione in chiesa può essere fatta anche in alcuni casi dopo la cremazione, nella presenza dell’urna. (3)

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Cosa c’è in gioco

Quale motivo può giustificare in linea di principio l’abbandono della sepoltura? I modernisti suggeriscono che l’unico problema con la cremazione è la negazione dei dogmi cristiani (dogmi della vita eterna e della risurrezione del corpo), quando è molto più di questo. È tutto un patrimonio di pratiche cristiane che la Chiesa sta abbandonando, anche se finora le aveva custodite con gelosa cura.

 

I massoni non chiedono altro. La storia della Chiesa è lì ad attestare che gli obiettivi anticristiani dei sostenitori della cremazione sono solo «una ragione secondaria del divieto ecclesiastico», e che «la Chiesa cattolica condanna la cremazione soprattutto perché contraria alla più antica tradizione». (4)

 

Le argomentazioni da noi addotte a favore della sepoltura mostrano che è falso affermare che si tratta di un provvedimento ecclesiastico la cui proprietà potrebbe venir meno: le ragioni di correttezza dogmatica e morale che motivano la pratica cristiana della sepoltura rimangono valide. Inoltre, il contesto anticristiano legato all’espansione della cremazione costituisce un forte argomento affinché la Chiesa rimanga nella sua immutata tradizione.

 

Da venti secoli ha sempre sostenuto la sepoltura, e ha ancora più interesse a farlo oggi, di fronte a un mondo sempre più ostile al cristianesimo. Permettendo la cremazione, frutto delle logge massoniche, si tradisce la missione di proteggere i propri fedeli dal contagio dell’errore.

 

Conclusione

Finiamo per pensare e credere come viviamo. La cremazione porta però con sé un altro modo di pensare: l’uomo è padrone di se stesso fino a dopo la morte; l’uomo senza anima immortale, né speranza di un’altra vita dopo la morte; l’uomo ridotto a materia e a cui, dopo la morte, non resta che ritornare nel «grande tutto», «madre terra», e «fondersi in essa» come si legge in un documento pubblicato dalla Federazione francese della cremazione.

 

Di anno in anno vediamo che la pratica della cremazione aumenta e diventa un luogo comune. Le cremazioni dovrebbero diventare la maggioranza in Francia nel 2030.

 

Quanto a noi, lo rifiutiamo. Rimaniamo fedeli a questa pia consuetudine, così umana e così cristiana, della sepoltura dei nostri defunti.

 

Don Hervé Gresland

 

NOTE

1) Blatin dice che la Massoneria era «la madre di questa idea».
2) San Paolo, Prima Lettera ai Corinzi, 15, 43.
3) Documentazione cattolica del 5 novembre 1989.
4) Roberti e Palazzini, Dizionario di Teologia Morale, 1954, alla parola «cremazione».

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Gender

Il cardinale Zen condanna il «pellegrinaggio» LGBT nella Basilica di San Pietro: «offesa a Dio»

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Il cardinale Joseph Zen ha denunciato il pellegrinaggio LGBT in Vaticano e si è unito agli appelli di altri vescovi affinché compiano riparazioni per la profanazione della Basilica di San Pietro. Lo riporta LifeSite.   In una dichiarazione in lingua cinese pubblicata mercoledì, Zen ha scritto: «recentemente è emersa la notizia che un’organizzazione LGBTQ+ ha organizzato un evento per l’Anno Santo, in cui i partecipanti sono entrati nella Basilica di San Pietro a Roma per attraversare la Porta Santa».   «Ostentavano oggetti di scena color arcobaleno, indossavano abiti con slogan e coppie dello stesso sesso si tenevano per mano con passione: era puramente un’azione di protesta», ha osservato il vescovo emerito di Hong Kong.   «Questo non era un pellegrinaggio giubilare (in cui i credenti rinnovano i voti battesimali, si pentono dei peccati e si impegnano a riformarsi). Tali azioni offendono gravemente la fede cattolica e la dignità della Basilica di San Pietro: una grave offesa a Dio!»

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«Il Vaticano era a conoscenza di questo evento in anticipo, ma non ha poi emesso alcuna condanna. Troviamo ciò davvero incomprensibile!»   Zen ha sottolineato che «coloro che provano attrazione per persone dello stesso sesso» dovrebbero essere trattati con beneficenza; tuttavia, «non possiamo dire loro che il loro stile di vita è accettabile».   «Non siamo Dio», ha continuato. «Dio ci chiama a trasmettere ciò che Gesù ci ha insegnato: il vero amore per loro. Dobbiamo aiutarli a ottenere la grazia attraverso la preghiera e i sacramenti per resistere alla tentazione, vivere virtuosamente e percorrere la via verso il cielo».   Zen ha fatto riferimento alla richiesta di atti di riparazione avanzata da quattro vescovi: il vescovo Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan; il vescovo Joseph Strickland, vescovo emerito di Tyler, Texas; il vescovo Marian Eleganti, vescovo ausiliare emerito di Coira, Svizzera; e il vescovo Robert Mutsaerts, ausiliare di ‘s-Hertogenbosch, Paesi Bassi.   Il porporato cinese ha affermato di sostenere fermamente questo appello e ha suggerito che, dopo la Festa di metà autunno in Cina, i fedeli dovrebbero «riunirsi con i parrocchiani vicini per tre giorni per recitare le preghiere allegate».   «Inoltre, compite un atto di abnegazione o un atto di carità per offrire riparazione davanti a Dio per i peccati dei nostri fratelli e sorelle che hanno sbagliato», ha concluso.   Il cardinale Zen ha allegato al suo messaggio la preghiera di riparazione compilata dai quattro vescovi e recitata alla Conferenza sull’identità cattolica lo scorso fine settimana.   Il vescovo emerito di Hong Kong si aggiunge alla lista dei prelati ortodossi che hanno pubblicamente condannato il «pellegrinaggio LGBT» in Vaticano. Oltre ai quattro vescovi che hanno redatto la preghiera di riparazione, l’evento è stato criticato anche dal cardinale Gerhard Müller, che ha affermato che si trattava «indubbiamente» di un sacrilegio.   Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Zen la scorsa estate aveva scritto che «il Dio misericordioso è così disgustato dai comportamenti sessuali tra persone dello stesso sesso perché questo crimine è troppo lontano dal piano di Dio per l’uomo (…) Il Suo piano è che un uomo e una donna si uniscano in un solo corpo con un unico ed eterno amore e cooperino con Dio. Una nuova vita può nascere e crescere nel calore della famiglia».

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Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato lo Zen si era scagliato contro Fiducia Supplicans arrivando a chiedere le dimissioni dell’autore del testo, il cardinale Victor «Tucho» Fernandez, eletto da Bergoglio a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede.   Il porporato in questi mesi ha attaccato con estrema durezza il Sinodo sulla Sinodalità, accusando Bergoglio di usare i sinodi per «cambiare le dottrine della Chiesa», nonché «rovesciare» la gerarchia della Chiesa per creare un «sistema democratico».   Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa il cardinale Zen ha celebrato una messa tradizionale per la festa del Corpus Domini e ha guidato una processione per le strade di Hong Kongo, città dove le autorità, ora dipendenti da Pechino, lo hanno arrestato ed incriminato, nel silenzio più scandaloso del Vaticano (mentre, incredibilmente, il Parlamento Europeo esorta la Santa Sede a difenderlo!), con il papa Bergoglio a rifiutarsi di difendere il cardinale in nome del «dialogo» con la Cina comunista che lo perseguita.

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Misteri

Candace Owens pubblica i presunti messaggi di Charlie Kirk: «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore»

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Candace Owens ha pubblicato presunti messaggi personali del defunto Charlie Kirk che dimostrano un crescente interesse per la Chiesa cattolica. Lo riporta LifeSite.

 

In uno dei messaggi, Kirk affermava che «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore». Owens ha affermato che Kirk le ha inviato il messaggio nel febbraio 2024 durante conversazioni private sulla teologia e sull’uso politico del termine «giudeo-cristiano».

 

Candace ha descritto l’osservazione come parte di uno scambio continuo tra amici, aggiungendo di non aver mai affermato che Kirk si fosse convertito o si stesse preparando a farlo. «Charlie stava attraversando alcuni cambiamenti spirituali verso la fine», ha detto l’attivista, affermando che Kirk «non frequentava la chiesa del pastore Rob McCoy», ma piuttosto andava a messa ogni settimana e a volte anche più spesso.

 

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Owens ha anche attirato l’attenzione sul ciondolo di San Michele che Kirk indossava al momento della morte, aggiungendo che la sua vedova, Erika, aveva portato un vescovo a pregare sul suo corpo in seguito, e in precedenza aveva portato un prete a casa loro per pregare dopo una «fattura» comminatagli pubblicamente da giornalisti di sinistra.

 

Aveva anche parlato positivamente dell’importanza della Madonna, presentandola come la «soluzione al femminismo tossico» e invitando gli evangelici a venerarla di più.

 

 

Tuttavia, pur notando che i cattolici «speravano che avrebbe fatto il passo successivo perché stava pregando il Rosario», Owens ha insistito sul fatto che Kirk non aveva deciso di convertirsi e che lei non aveva mai affermato il contrario.

 

La rivelazione arriva nel mezzo di controversie in corso sulla vita spirituale e l’eredità di Kirk, seguite al suo assassinio a settembre. Alex Clark e Andrew Kolvette della TPUSA avevano recentemente discusso dell’interesse di Kirk per il cattolicesimo, definendolo più estetico che teologico.

 

«Stava diventando cattolico? No», ha detto Kolvet, produttore e caro amico di Kirk. «Ma amava molto la Messa cattolica. Amava il suo rituale. Amava la bellezza delle antiche chiese cattoliche e le vetrate. E lui ed Erika ci andavano ogni tanto».

 

«Mi è sembrata una specie di insabbiamento», ha detto la Owens a proposito di questa conversazione, chiedendosi perché personaggi vicini a Kirk si fossero affrettati ad affermare che non si stava avvicinando al cattolicesimo.

 

«Sono rimasto un po’ stupita», ha detto Candace, definendo il modo in cui hanno parlato dell’argomento un «tentativo inautentico di dissuadere l’idea che Charlie si stesse ammorbidendo nei confronti del cattolicesimo».

 

Le opinioni religiose di Kirk sono diventate un punto focale nella più ampia lotta sulla sua eredità, con personalità interne a Turning Point, e commentatori come la Owens che offrono resoconti divergenti delle sue posizioni private su questioni di fede.

 

Il giornalista della testata d’inchista di sinistra Grayzone Max Bluementhal ha sottolineato che un’eventuale conversione al cattolicesimo di Charlie lo avrebbe reso forse più distante dall’influenza israeliana, che abbonda tra gli evangelici americani da cui il ragazzo proveniva.

 

Bluementhal aveva pubblicato uno scoop che raccontava come Kirk avesse rifiutato 160 milioni offerti dal primo ministro israeliano Netanyahu a Turning Point USA (per portarlo «al prossimo livello») e come fosse stato invitato ad un ritrovo nella prestigiosa magione del miliardario hedge fund sionista Bill Ackman, dove gli sarebbe stata fatta pressione al punto che una lobbista israeliana britannica gli avrebbe pure urlato.

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Parimenti, è stato detto che amici avessero rivelato come Charlie avesse «paura» delle forze di Israele, di cui pure era stato un accanito sostenitore. L’insofferenza di Kirk per le pressioni che gli stavano mettendo – specie dopo che aveva fatto parlare ad un evento estivo il giornalista Tucker Carlson e il comico Dave Smith, considerati ora come anti-Israele – erano state rese pubbliche durante una trasmissione con la celebre giornalista Megyn Kelly.

 

Tutti coloro che si sono interessati del caso ci tengono a ricordare, tuttavia che non vi sono prove che Israele sia implicato nell’omicidio di Kirk.

 

Come riportato da Renovatio 21, a ribadire l’estraneità dello Stato Ebraico è stato più volte, alla TV americana e in videomessaggi pubblici sui social, il premier israeliano Beniamino Netanyahu, il quale per qualche ragione ha negato simultaneamente anche le accuse sugli assassinii rituali ebraici medievali con vittime i bambini cristiani, come San Simonino.

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Economia

IOR e APSA, papa Leone riforma le controverse regole della banca vaticana stabilite da Bergoglio

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Lo scorso 29 settembre, papa Leone XIV ha firmato la sua prima lettera apostolica in forma di motu proprio, intitolata Coniuncta cura («Responsabilità condivisa»), pubblicata su L’Osservatore Romano il 6 ottobre.   Il documento riforma la gestione degli investimenti finanziari della Santa Sede, abrogando le disposizioni dell’era di Francesco che obbligavano l’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) a operare esclusivamente attraverso lo IOR (Istituto per le Opere di Religione), di fatto conferendo a quest’ultimo un monopolio operativo.   Lo IOR, la notissima banca vaticana, gestisce i conti e gli investimenti degli enti religiosi, mentre l’APSA funge da organismo curiale che amministra il patrimonio della Santa Sede, con funzioni simili a un ministero delle finanze.

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In particolare, il rescritto del 23 agosto 2022, che vincolava l’APSA a un unico canale di gestione, è stato revocato. Pur confermando che l’IOR dovrebbe essere «generalmente» il canale privilegiato, il nuovo testo concede all’APSA la possibilità di scegliere intermediari finanziari con sede in altri Paesi qualora ciò risulti «più efficiente o vantaggioso».   Con questa decisione, il papa ha ripristinato l’autonomia strategica e decisionale dell’APSA, rafforzandone il ruolo di organismo centrale per la gestione economica e patrimoniale della Curia romana.   Fin dall’inizio del suo pontificato, Francesco aveva cercato di centralizzare il controllo sulle attività finanziarie, promuovendo maggiore trasparenza e un allineamento con la missione della Chiesa, con particolare attenzione ai poveri. Inizialmente, aveva persino valutato la chiusura dello IOR, considerandone l’immagine pubblica troppo compromessa.   Tuttavia, nel 2015, con la nomina di Gian Franco Mimmì – amico di lunga data dai tempi di Buenos Aires – Francesco trasformò lo IOR nel pilastro della sua strategia finanziaria, elevandolo da istituzione controversa ad alleato chiave.   Il rescritto di Francesco imponeva inoltre che tutti i beni finanziari degli enti affiliati alla Santa Sede fossero trasferiti allo IOR entro 30 giorni. Questa misura generò interrogativi e preoccupazioni in Vaticano, con diversi attori privati che interpretarono la direttiva come un segnale di maggiore controllo, temendo ripercussioni sull’autonomia nella gestione delle proprie risorse.   Leone XIV ha dedicato grande attenzione alle sfide economiche della Santa Sede sin dai primi mesi del suo pontificato. Consapevole delle tensioni accumulatesi tra l’APSA, la Segreteria per l’Economia e lo IOR, ha scelto di delegare a collaboratori curiali – per lo più ancora legati all’era di Francesco – la gestione di altre questioni teologiche e pastorali, incluse delicate questioni come gli accordi segreti con la Cina.   In questa fase di riorganizzazione economica, un ruolo di primo piano è stato affidato al vescovo salesiano Giordano Piccinotti, presidente dell’APSA e figura di fiducia del Papa, ricevuto in udienza il 2 ottobre.   In una recente intervista estesa, Leone XIV ha elogiato apertamente la dirigenza dell’APSA, sottolineando il successo del suo bilancio 2024 – oltre 60 milioni di euro – e chiedendo retoricamente: «Perché parlare di crisi, allora?»   Il romano pontefice ha anche riconosciuto che uno dei problemi principali è stata la comunicazione: «il Vaticano ha spesso inviato un messaggio sbagliato, e questo non incoraggia certo le persone a dire “Vorrei aiutare”, ma piuttosto “Mi terrò i miei soldi”».   Nel 2013 Beroglio aveva nominato prelato allo IOR monsignor Battista Ricca, allora protagonista di un articolo finito in copertina su L’Espresso con titolo: «Il prelato della Lobby gay». Durante il volo di ritorno dal viaggio apostolico in Brasile di Bergoglio, la giornalista Ilze Scamparini, ebbe il coraggio di fargli una domanda in merito, porgendogli una domanda molto precisa, nome e cognome incluso.   «Vorrei chiedere il permesso di fare una domanda un po’ delicata: anche un’altra immagine ha girato un po’ il mondo, che è stata quella di mons. Ricca e delle notizie sulla sua intimità. Vorrei sapere, Santità, cosa intende fare su questa questione? Come affrontare questa questione e come Sua Santità intende affrontare tutta la questione della lobby gay?» chiese la Scamparini.   La domanda non è ricordata da nessuno; tuttavia la risposta fu storica: «se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?». Come noto, questa frase guadagnò a Bergoglio la simpatia universale e il premio di uomo dell’anno da parte della rinomata rivista gay The Advocate.   L’inchiesta del vaticanista de L’Espresso Sandro Magister era partita proprio fresca nomina di Ricca, da parte di Bergoglio, alla carica di «prelato» dello IOR. Il monsignore di Offlaga come noto era anche direttore della Domus sanctae Marthae, dove papa Francesco per qualche ragione aveva scelto di vivere.

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Al di là di questo caso, i danari vaticani in questi anni furono al centro di controversie tra investimenti da palazzinari a Londra e soldi al film biografico su Elton John e a Lapo Elkann.   Nella storia recente dei misteri delle finanze vaticane entra anche la vicenda, drammatica e dolorosa, del cardinale australiano George Pell, noto per le sue tendenze conservatrici.   Prefetto della Segreteria per l’economia, Cardinale George Pell, viene messo in galera in Australia nel corso di un incredibile processo per pedofilia. Le accuse paiono incredibili, ma l’anziano porporato finisce davvero in carcere. La Corte Suprema australiana poi lo libera, lasciando il mondo a pensare che quello che lo aveva spedito in prigione fosse stato davvero un processo-farsa.   In tutto questo intrigo, spuntano fuori, anche qui, dei danari: dalla Città del Vaticano all’Australia vengono bonificati 2,3 miliardi di dollari australiani (oltre 1,4 miliardi di euro), attraverso più di 400 mila transazioni. La polizia australiana, dopo un’indagine, chiude il caso. «I trasferimenti finanziari avevano generato il sospetto di un tentativo di pilotare il processo per pedofilia a carico del cardinale George Pell. Ma la polizia di Canberra non ha rivelato nessuna condotta criminale» riassume Repubblica. Di questi numeri assurdi, per mole di danaro (Prevost ora si rallegra per 60 milioni in bilancio!) e frequenza di operazioni (come si possono fare quasi mezzo milione di transazioni? In quanto tempo) nessuno parlerà più.

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Immagine di Catholic Church of England and Wales via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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