Gender
I lavoratori si ribellano contro il mese dell’orgoglio gay a Città del Messico: striscioni «indegni» abbattuti
Lavoratori pubblici di Città del Messico hanno fatto a pezzi due enormi striscioni arcobaleno appesi all’edificio del Fondo nazionale per l’edilizia abitativa per i lavoratori (INFONAVIT) del governo.
Il leader sindacale Rafael Riva Palacio ha ordinato la distruzione e la rimozione degli striscioni, affermando che sono «indegni».
«Io personalmente e un gruppo di colleghi non possiamo permetterlo, e tutte le volte che vorranno affiggerlo, tutte le volte che lo affiggeranno, lo rimuoveremo», ha detto Palacio, indicando lo striscione arcobaleno, secondo un articolo del quotidiano El País.
Carlos Martinez, il direttore di INFONAVIT ha denunciato su X l’abbattimento degli striscioni come un atto «di barbarie, odio, omofobia e discriminazione» e ha giurato che «le bandiere saranno alzate ancora e altrettante volte quanto necessario».
???????? Workers revolt against Pride Month at a government institution in Mexico City:
“The only flag is our national flag” pic.twitter.com/O9X3nG5PVV
— End Wokeness (@EndWokeness) June 6, 2024
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Due giorni dopo, Martinez ha pubblicato un’altra foto in cui vantava che almeno uno degli striscioni era stato rapidamente sostituito.
Se volvió a poner la bandera. pic.twitter.com/8w9rIbvHQY
— Carlos Martínez V. ????️???? (@carlosmartinezv) June 6, 2024
Il direttore ha quindi affermato che «i membri delle popolazioni LGBTIQ+ hanno riparato le bandiere danneggiate con graffette, filo e nastro adesivo, proponendo di utilizzarle nella Marcia del Pride del 2024».
«La rivoluzione delle coscienze trionferà», ha dichiarato Martinez, suggerendo che coloro che non accettano l’omosessualità e il transgenderismo devono conformarsi all’ideologia LGBTQ+.
Hoy he sido testigo y víctima de un acto de barbarie, odio, homofobia y discriminación.
El líder sindical de nuestra Institution @Infonavit llamó a algunos de sus agremiados a romper con las banderas que ponemos cada junio durante el mes del orgullo. Después de 5 años, es la… pic.twitter.com/ssSuPmAkxs— Carlos Martínez V. ????️???? (@carlosmartinezv) June 4, 2024
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L’abbattimento degli striscioni arcobaleno arriva subito dopo l’ elezione della neopresidentessa messicana pro-LGBTQ+ Claudia Sheinbaum all’inizio di questa settimana.
La Sheinbauma, già nota per il suo coinvolgimento nell’abbattimento di una chiesa mentre era sindaco, ha reso chiaro il suo sostegno all’ideologia politica LGBTQ+ negli ultimi anni.
Nel 2022, ha celebrato la legalizzazione del «matrimonio» omosessuale negli Stati di Guerrero e Tamaulipas con la dichiarazione: «Oggi l’intero Paese fa progressi in termini di parità di diritti con il passaggio dell’uguaglianza dei matrimoni (sic) a Guerrero e Tamaulipas. Celebro questa dimostrazione della volontà popolare e della ricerca della giustizia per tutti gli uomini e le donne da parte di entrambi i congressi statali. L’amore è amore».
Come riportato da Renovatio 21, matrimonio omofilo è stato legalizzato in tutto il Paese due anni fa. Il Paese sarebbe divenuto un contendente dell’Ucraina come principale sede dell’industria della maternità surrogata.
Nello stesso anno, è diventata il primo sindaco di Città del Messico a prendere parte alla parata del «pride» LGBT della città.
Como jefa de Gobierno, creamos la Unidad de Salud Integral para Personas Trans; al cierre de 2022, se atendieron a 5 mil 101 personas trans y no binarias de manera gratuita. Mi sueño es seguir luchando en favor de las personas de la diversidad sexual, como lo hice en la Ciudad de… pic.twitter.com/6dUijLs0Ps
— Dra. Claudia Sheinbaum (@Claudiashein) December 12, 2023
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Nel 2023, in occasione della festa di Nostra Signora di Guadalupe, ha pubblicato una sua foto su X affermando: «Il mio sogno è continuare a lottare per le persone sessualmente diverse come ho fatto a Città del Messico».
La Sheinbaum, di origini ebraiche sia da parte di padre che di madre, è una scienziata del clima che ha collaborato spesso con l’ONU per la questione del cosiddetto cambiamento climatico.
Come riportato da Renovatio 21, il Messico ha depenalizzato l’aborto lo scorso anno, di fatto separandosi da molti altri Paesi latinoamericani dove rimane proibito, al punto che la Corte Suprema di Città del Messico è arrivata ad inventare un «diritto all’aborto».
Mentre la nuova presidentessa pro-LGBT e pro-aborto veniva eletta, Yolanda Sanchez Figueroa, alcaldesa («sindaca») della città di Cotija nello Stato di Michoacan, veniva trucidata.
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Immagine screenshot da Twitter
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La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale
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Gender
Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali
Il presidente del Parlamento austriaco ha vietato l’uso del cosiddetto linguaggio «inclusivo di genere» nelle comunicazioni ufficiali dell’organo legislativo.
Walter Rosenkranz, presidente del Nationalrat (Consiglio nazionale, la Camera bassa del Parlamento austriaco), ha recentemente annunciato che il Parlamento tornerà a utilizzare la forma maschile generica delle parole o, in alternativa, la forma maschile e femminile insieme, come nell’espressione «Gentili signore e signori» («Sehr geehrte Damen und Herren»).
In precedenza, il Parlamento di Vienna aveva adottato una variante ideologica che prevedeva l’inserimento di lettere maiuscole interne, due punti, asterischi o barre all’interno di sostantivi per includere persone di generi diversi, compresi coloro che si identificano come «transgender».
Questo adattamento linguistico, promosso da attivisti di sinistra in molte istituzioni austriache e tedesche, è estraneo alla lingua tedesca scritta. L’Associazione per la Lingua Tedesca ha più volte criticato questo linguaggio «inclusivo di genere», definendolo una «lingua ideologica» che «viola le regole ortografiche vigenti» e cerca di «rieducare» i cittadini. I sondaggi indicano che l’80-90% dei tedeschi rifiuta questo linguaggio ideologico.
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«Come istituzione governativa, dobbiamo rispettare le regole stabilite dal Consiglio per l’ortografia tedesca, l’unica istituzione riconosciuta dal governo», ha dichiarato Rosenkranz al quotidiano austriaco Krone. «Nel 2021, il Parlamento ha anche stabilito una base giuridica nel Piano di promozione delle donne. Voglio che le persone si attengano a questo e non inventino una propria lingua. Perché la vera uguaglianza si ottiene attraverso l’istruzione, le pari opportunità e il rispetto, non con i segni di punteggiatura».
«Il Parlamento è un luogo di democrazia, non di esperimenti linguistici», ha aggiunto. «Torniamo a una lingua che rispecchia lo spirito della Costituzione austriaca: universalmente comprensibile, oggettiva e inclusiva nel senso più autentico».
«Non a caso, il Bundestag tedesco e il Consiglio nazionale svizzero, così come quasi tutti i media stampati, non utilizzano un linguaggio neutro rispetto al genere», ha sottolineato il Presidente del Parlamento.
Le linee guida non si applicano ai discorsi tenuti nel Consiglio nazionale né ai testi presentati dai parlamentari, che, in virtù del loro mandato, sono liberi di redigere i propri documenti come preferiscono.
Rosenkranz, primo Presidente del Consiglio Nazionale austriaco nominato dal Partito della Libertà (FPÖ) è stato eletto dopo che l’FPÖ è diventato il partito più votato alle elezioni nazionali del 2024. Tuttavia, pur avendo ottenuto il maggior numero di voti, l’FPÖ non fa parte della coalizione di governo, poiché non dispone della maggioranza assoluta necessaria e gli altri partiti hanno rifiutato di allearsi con esso.
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Immagine di Gryffindor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Il transgenderismo è in declino tra i giovani americani: «una moda in declino»
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